Storie originali > Comico
Segui la storia  |       
Autore: Eristena_Merisi    30/05/2012    5 recensioni
Questa storia parla di due ragazzi che conosciuti su un social network e che finalmente possono trascorrere tre mesi insieme. Un'amicizia nulla più che sfocerà in una notte bollente su cui ci si è tanto scherzato prima. Buona lettura!
Genere: Comico, Erotico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Ciao anime!
Mi scuso per il ritardo ma spero che questo capitolo un po' più lungo e un pò' hot plachi i vostri istinti omicida :D
Per chi volesse aggiungermi su facebook io son qui 
Stena Merisi.
Vi auguro buona lettura e ricordo che sono più che gradite le recensioni! Baci!

P.S Vorrei ricordare che ho scritto una storia su una persona che per me è molto importante, si chiama " Il Fratello Che Non Ho Mai Avuto" e sarei più che felice se qualcuno la leggesse e mi facesse sapere come è. Finito da dirvi questo vi lascio al capitolo ^O^






-         Buonasera, stanza 103 avrei bisogno di due caffè con dei cornetti ripieni di nutella è possibile?- Mentre aspetto la risposta muovo i fianchi facendo avvicinare Anthony al mio sedere chissà che cosa…
-         Ahi!- Quel bastardo mi ha morso una chiappa!-
-         Si la ringrazio dica allo chef ai piani di lasciare tutto fuori la stanza buon lavoro-
 
Parlo a denti stretti trattenendo tutti gli insulti che conosco. Riattacco velocemente mancando una o due volta la cornetta e quando finalmente ci sono riuscita cerco di girarmi per mordergli a mia volta ma appena mi giro mi blocca i polsi.
-         E no, che cosa vorresti fare?-  Lo vedo aprirsi pian piano in un sorriso sadico che mi fa arrabbiare ancora di più.
-         Mi hai morso una chiappa cane bastardo!- Cerco di liberarmi ma la sua presa è troppo forte. Proprio palestra doveva fare, l’uncinetto non gli andava bene?
-         Ah io sarei il cane bastardo! Sei tu che ti diverti a fare la micia furastica – Ride mentre cerca in tutti i modi di allontanare i miei dentini dal suo collo. Non ci sta neanche mettendo la forza eppure non riesco a liberarmi. Mi spinge all’indietro mettendosi sopra di me.
-         Tanto non la passi liscia – Ringhio a denti stretti mentre cerco di tirargli delle ginocchiate a fianchi per farlo vacillare. Ad una certa mi blocca entrambi i polsi con una mano e incomincia a farmi il solletico.
-         No oddio così muoio!- Attacco a ridere come una scema mentre mi contorco presa dagli spasmi delle risa.
-         Stai diventando rossa come un peperone- Lo trova divertente eh? Io non riesco neanche a parlare per quanto sto ridendo e lui lo trova divertente! Che faccia tosta!
-         Non respiro!- Riesco a dire tra un colpo di tosse e l’altra.  Nota che veramente ci manca poco al collasso e smette di farmi il solletico ma allentando di poco la presa.
 
 
-         Oddio mio..- sospiro mentre sto ancora riprendendo fiato. La canzone finisce e così si gira per vedere lo schermo del computer. Sfrutto quel momento per liberarmi e prendere il cuscino iniziando una guerra che già so come finirà sfortunatamente.
-         Ah ma allora non ti è bastata la lezione!- Prende a sua volta un cuscino e inizia a colpirmi anche lui. Ridiamo come matti sembriamo due bambini.  A forza di indietreggiare sento che sto per cadere dal letto da un momento all’altro .
-         Tanto vai per terra- Mi guarda mentre cerca in tutti i modi di colpirmi dritta per dritta. Devio le prime cuscinate ma le ultime due mi fanno perdere l’equilibrio e così cerco in tutti i modi di aggrapparmi a lui per non cadere ma finiamo entrambi per terra come salami. Continuiamo a ridere mentre vediamo le piume dei cuscini che volano per la stanza.
 
-         Minchia abbiamo rotto un cuscino!- Si tappa la bocca per il danno e io mi giro per guardarlo mentre riprendo fiato.
-         Sono qui da poche ore e già abbiamo smontato la stanza – Ridemmo entrambi e tra le risa sentimmo un rumore sospetto, Fece segno di fare silenzio e mentre già mi stavo allarmando con il cuore a mille scoprimmo che erano i cornetti con il caffè che erano arrivati.
 
-         Poorca zozza che svarione – Rilasciai l’aria che stavo trattenendo e cercai di tirarmi su spostando il braccio di Anthony che mi sovrastava la vita.
 
-         Non me pare che te alzi da qua tu –  Gli tiro un’occhiataccia e cerco di alzarmi di nuovo quando con un movimento impercettibile lo trovo sopra di me accanto al letto che incomincia a spingere il materasso.
 
-         Non ci provare lurido infame!- cerco di attutire il peso mettendo le braccia intorno al corpo ma il tonfo mi stordisce comunque. Avevo chiesto io i materassi rinforzati e ora me ne stavo pentendo.
 
Mentre rotolo di lato sotto il materasso per cercare di uscirne sento la porta che si apre e che si chiude accompagnate dal suono delle rotelle del geridon che rimbombano nel pavimento.
 
-         Se fai la brava ti do una mano e se prometti di non aggredirmi di nuovo valutando anche che sai come andrebbe a finire – Parlava calmo mentre io in silenzio aspettavo che mi levasse quel coso da dosso.
-         Lo sai cosa sembri ora? – parlava trattenendo una risata da lacrime agli occhi mentre mi tirava da sotto quel coso posando il cabaret sopra al materasso in terra. Presi la mia tazzina e con l’altra mano afferrai un cornetto ripieno di nutella e mentre masticavo il primo boccone gli risposi:
-Cosa sembro?-  Lo vidi sfregarsi le mani e muoverle come se dovesse parare una tigre con il cinquanta per cento delle probabilità che sta per saltagli sopra. Lo guardo male e si affretta a rispondere:
- Un cagnolino con le orecchie abbassate dopo che è stato sgridato e maltrattato dal suo padrone scoppia in una risata fragorosa riuscendo a stento a mantenersi seduto e sento improvvisamente  un prurito alle mani. Se le mani mi prudono devo stare attenta a non saltargli sopra e ricoprirlo di schiaffi.
Serro i denti e bevo un sorso di caffè bollente. Il bruciore alla gola e in petto mi distrae un poco e continuo a divorare il mio cornetto.
Lui continua a ridere e mentre sto per afferrare il secondo cornetto lui incomincia a sorseggiare il suo caffè.
Vedo i suoi addominali attraverso la camicia bianca contrarsi ogni volta che si avvicina con la bocca al cornetto per morderlo. Certo che ha un fisico che ha uno spettacolo. Quando poi si incomincia a leccare le labbra per pulirsi li briciole che gli sono rimaste appiccicate uno strano languore parte dal mio stomaco.
 
Il sonno mi fa fare brutti pensieri a quest’ora …
 
-         Non è meglio se ti togli la camicia? Sai, è bianca e tu stai mangiando la nute… - Non faccio in tempo a finire le frase che un pezzo di cornetto gli cade proprio davanti sporcandogli la camicia candida.
-         Porca merda – Soffoca una serie di imprecazioni e si pulisce le mano con l’ultimo tovagliolo per poi togliersi la camicia.
 
Solo quando sento un suo colpo di tosse mi accorgo che mi ero bloccata con gli occhi sui suoi addominali   trattenendo il fiato. Distolgo lo sguardo e cerco il telefono  di Anthony per mandare un messaggio a Francesca.
 
-         Amò dovevi vedè che faccia, sembrava che volessi mangiarmi – A quanto pare se ne era accorto.
-         Stai zitto tutta colpa del tuo fisicaccio da lanciatore di coriandoli – Sblocco immediatamente il telefono e lui mi guarda storto.
-         A si non ti piace? Un minuti fa sembravi meno sicura – mi lancia un occhiata maliziosa e poi continua a parlare – e poi? Il codice del mio telefono quando lo ha trovato signorina? Ha qualcosa da ridire in sua discolpa?-
Gli lancio un’occhiata da capitan ovvio e parlo atteggiandomi come se fossi Sherlock Holmes che ha risolto il caso.
-         Le ricordo che la password del suo contatto di facebook, quella di youtube e qualsiasi altro impiccio a cui lei si sia iscritto è la mia data di nascita come ogni mio contatto ha la sua – Lo vedo pensarci e azzittirsi tutto ad un botto rincominciando a mangiare il suo cornetto.
Inizio a scrivere il messaggio ma ogni tanto lo sguardo mi cade su quel petto perfettamente scolpito che continua a contrarsi.
 
All’improvviso la nutella cola sul suo petto e le mie mani si velocizzano inviando il messaggio.
-         Madò son peggio dei ragazzini! E ora dove minchia mi pulisco – Mentre lui si guarda intorno io poso il telefono accanto a me e mi avvicino  gattonando sul letto languidamente.
 
Alza lo sguardo verso di me non capendo le mie intensioni e improvvisamente ci ritroviamo faccia a faccia.
 
-         Ci penso io tu sta tranquillo – Con uno sguardo tutte fiamme lo guardo mentre abbasso la testa verso il suo petto.
 
Lui ha capito le mie intensioni e il sguardo corre frenetico dai miei occhi alle mie labbra che si avvicinano sempre di più alla nutella.
Quando sono abbastanza vicina alzo di poco il mento permettendogli di guardare bene ogni mio movimento e di guardarlo a mia volta in volto.
Voglio proprio vedere che espressione fa.
Tiro in fuori la lingua maliziosamente e incomincio a leccare la cioccolata delicatamente ma con forza. Lui da subito si lascia scappare un sospiro e si appoggia meglio con le mani al materasso. Non so per quale motivo lo sto facendo, se per gioco o per fantasia ma volevo vedere come impazziva piano piano.
Tirò di poco la testa verso l’alto quando leccai nel senso opposto finendo di pulire tutta la nutella dal suo petto.
Il respiro gli si era accelerato tutto insieme facendo diventare i miei movimenti ancora più decisi.
Gli posai una mano su un fianco e sfregai i miei capelli sul suo collo quando richiusi le labbra sulla carne cocente ricevendo in cambio un gemito trattenuto con sforzo e una sua mano che si insinuava piano nei miei capelli.
Volevo proprio vedere fin dove mi avrebbe fatto spingere.
Mi spostai mettendo le ginocchia ai lati del suo bacino e scontrando la mia spalla con la sua mentre con la mano destra aperta gli accarezzavo la schiena liscia e sensibile al tocco.
La sua pelle sapeva di Pino Silvestre. Il suo bagnoschiuma preferito.
Spostai la lingua poco più in la avvinandomi al capezzolo e leccando più incertamente. Lo sentii afferrare dolcemente i miei capelli e lasciai la testa quasi penzoloni cercando di fargli capire che doveva gestire lui i miei movimenti. Agli uomini piace un casino comandare e a me piace far credere loro che stiano comandando.
Mi spinse piano la testa più in su verso il suo collo che leccai avidamente mordendolo piano. Sfregai il naso al suo orecchio e una sua mano scese verso il mio bacino ad accarezzare un fianco.
Mi sentii invogliata dai movimenti della sua mano che mi esplorava la pelle sotto la maglietta e abbassai il bacino verso il suo spingendolo in avanti e ritrovandomi a cavalcioni su di lui.
Lo vedi strizzare gli occhi  scuotere impercettibilmente la testa come se non credesse a quello che stava accadendo.
Divertita dalla situazione provai a muovere un po’ le anche sfregandomi sui suoi jeans come una gattina.
Sentii il suo corpo sotto di me andare ancora di più in fiamme e anche io cominciavo a sentire un certo calore che non era dovuto alla stagione estiva.
Ad ogni mio morso era un gemito soffocato di Anthony che mi invogliava a strusciare il mio bacino al suo.
All’improvviso una sua mano afferrò il mio sedere stringendolo mentre l’altra vagava tremolante sulla mia schiena.
 Quel contatto fece scoppiare un incendio in me che mi spinse a cercare le sue labbra furiosamente. Lui da prima fu tumido. Io cercavo in tutti i modi di schiudere le sue labbra cercando la sua lingua avidamente come un naufrago nel mare  desidera la terra ferma.
Bramavo la terra ferma e pure stavo annegando pian piano nel mare della lussuria.
Quando le nostre lingua si incontrarono si cercarono subito per ricorrersi. Mi allontanai un attimo per tracciare il contorno delle sue labbra e leccarle succiandole piano facendomi indietro con la testa.
La stretta sul mio sedere divenne più forte quando gli morsi il labbro inferiore e un gemito gli sfuggì.
La sua erezione stretta nei pantaloni mi sfregava l’intimo facendomi venir voglia di spogliarlo all’istante.
Che cosa stavamo facendo? Mi bloccai per un attimo sulle sue labbra per pensare un attimo lucidamente ma alla fine mandai al diavolo qualsiasi futura paranoia. Io non stavo con nessuno lui non era mai stava con nessuna a chi facevamo del male? Forse a noi…
Incominciai a tracciare una scia di baci umidi sulla spalla per poi risalire sul collo mentre con una mano scendevo ai lati del suo petto per portarla sopra alla sua.
Gli feci capire che desideravo accompagnasse i miei movimenti col bacino e con un attimo mi ritrovai guidata di lui a spingere mentre ogni tanto alzava anche lui i fianchi facendo scontrare il nostro intimo.
Stavo letteralmente impazzendo e sarebbe finita presto male …
Mentre mi baciava il collo improvvisamente lo squillo del suo telefono ci fece saltare entrambi.
-         Chi cazzo rompe a quest’ora del mattino!- Lo sentii strillare sotto di me e cercare di afferrare il telefono con me sopra.
Guardai il telefono e vidi il nome strappandoglielo dalle mani.
 
-         Tu eri l’ultima persona che doveva rompere le palle in questo momento!- 
 
   
 
Leggi le 5 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Comico / Vai alla pagina dell'autore: Eristena_Merisi