- È la prima volta che parliamo in maniera civile Malfoy.
- Non la definirei esattamente civile.- disse il biondo serpeverde, dagli occhi di ghiaccio, tamponandosi il sangue dal naso, con un fazzoletto di seta.
- Si beh! Non hai tutti i torti in fondo. – disse l’altro, moretto, occhi verdi, come l’acqua del mare in una giornata di nuvole, mentre si succhiava il labbro spaccato, da un cazzotto ben assestato di quella specie di essere coi capelli color senape disteso a fianco a lui. Se le erano date di santa ragione quel giorno. Poi distrutti a vicenda , si erano accasciati lì vicino al lago. E poi, non si sa perché a forza di insulti erano arrivati, a una forma di dialogo civile, che era durato quasi per 10 minuti, un vero record! Considerando che non si parlavano mai, se non per scambiarsi velocemente insulti o peggio. Ma quel giorno si erano trovati lì, a scrutare il cielo, e entrambi sentivano che non avrebbe portato a nulla di buono. Per quel motivo circa dodici minuti prima il biondino.
-
Cazzo! Sfregiato,
mi sono macchiato la camicia! – Harry era preso da quel cielo. Allora il
Biondo osservandolo, si decise a parlare. Infondo non avrebbero potuto darsene
altre neppure volendo. Lui si sentiva di non poter muovere neanche un misero
muscolo. E per quando riguardava Potter, non gli sembrava che stesse meglio di
lui, anzi… forse stava messo anche peggio. – lo senti anche tu
vero?- a quel punto il moro si voltò verso di lui. era stupito da quella
domanda. Ma non riusciva a capire come
- Si…- disse scuro in viso. – ma spero di sbagliarmi. – disse accasciandosi ancora di più. Con la testa all’indietro. Era pallido! Penso Malfoy guardandolo, un pizzico preoccupato, per essere stato lui a conciarlo a quel modo. Ma dovette ricredersi quando Potter continuò.- l’ho sognato.- Malfoy stava per chiedere cosa. Ma quando vide una lacrima scendere sul volto del suo nemico di sempre, capì, di cosa stava parlando. Si sentì stranamente vicino a lui. provava un profondo dispiacere. Si accese una sigaretta…
-
Ti posso capire.
– disse porgendogliela, per un tiro. Il moretto, invece rifiutò, e
torno a scrutare il cielo con gli occhi lucidi. Stava cercando di essere forte,
di non cedere davanti a lui. Draco questo lo capiva. Anche lui non avrebbe mai
voluto mostrarsi debole davanti a Potter. Ma capì, che forse, sarebbe
stato meglio che si sfogasse. In fondo ne aveva passate di tutti i colori quel
poveraccio. L’ultima appena
un mese e mezzo prima. Quando aveva visto, davanti agli occhi, morire, quello
che era il suo migliore amico. Dal
fuori si faceva forte, per lui la mezzosangue e la sorella di lenticchia. Ma si
vedeva che qualcosa in lui si era rotto, forse per sempre. Malfoy lo scrutò
di nuovo. Ok. Erano nemici dichiarati, e nelle cazzate ci stava tutto, ma in
quella circostanza, capì che infondo in quei sette anni, avevano
imparato a conoscersi. E sapeva che non era un cattivo ragazzo, e che non
meritava tutto quello che gli succedeva intorno. Pensò un momento a come sarebbe stato lui se avesse perso
il suo migliore amico Blaise. Senza dubbio, si sarebbe stato di merda. Quindi
disse:- ne vuoi parlare?- Potter si
voltò stupito, per un momento, aveva rivisto negli occhi di Draco,
l’espressione di Ron, che gli chiedeva come si sentiva, dopo uno dei suoi
ricorrenti incubi. A quel pensiero scoppiò in lacrime. “
Cazzo!” pensò Malfoy, non aveva mai visto piangere uno
così. Non se lo sarebbe aspettato da Potter. Harry Potter, il bambino sopravvissuto,
colui che in quei sette anni aveva sconfitto Voldemort più di una volta.
Ma non ce l’aveva fatta quell’ultima. Non era riuscito a fermarlo
prima che per Weasley fosse troppo tardi. Harry si stava sentendo un idiota, ma
non gli importava. Si sentiva schiacciare da quel fardello. Il suo migliore
amico era morto, e lui non era riuscito a fare nulla, nulla per poterlo
aiutare. Quel rimorso lo faceva impazzire. Si alzò e si avvicinò
al lago. Draco allora gli si fece affianco e gli diede una pacca sulla spalla.
– Non è colpa tua Potter. Smettila di tormentarti. – Harry
lo guardò con uno sguardo truce. Malfoy capì che aveva sbagliato.
Non era pronto a tirarsi tutto dietro le spalle. Era troppo presto.
-
Chi se non io
poteva fare qualcosa? – Draco si sentì un verme per quella
domanda. Ma alzò lo sguardo tanto da costringere Harry a sostenerlo.
-
Potter, cercavo
solo di darti una mano. Credimi, non volevo esagerare. Perdonami se l’ho
fatto. – Harry a quel punto, si asciugò le lacrime, cercando di
riprendere un po’ il suo tono.
-
No. Non
l’hai fatto, è che…- Draco lo interruppe.
-
Hai una rabbia
dentro che ti attanaglia le viscere.- disse comprensivo, mollando un calcio a
una pietra del lago.
-
Esatto. –
da quel momento erano rimasti in silenzio. A guardare il cielo. A Draco parve
di sentire una di quelle promesse mute che tante volte aveva fatto a se stesso.
“ Voldemort, te la farò pagare anche per lui.”
Draco si era seduto, accendendosi una altra sigaretta. Fu Potter a
chiedergliene una stavolta.
-
non è che
me la daresti ora quella sigaretta!
-
Si sfregiato. –
disse porgendogli il pacchetto.
- Grazie Malferret.
- Di che… tanto Blaise è una tabaccheria ambulante.- disse il biondo accennando una sorta di sorriso.
- Non per quello.- Draco allora lo guardò, ancora più triste per lui.
- Lo avresti fatto anche tu…- poi si mise a guardare quel cielo maledetto.Dopo un po’. Draco si alzò facendosi leva su Potter. - Beh, io rientro sfregiato. Ci si vede a lezione.
- Contaci.
C’era poco da fare, pensarono contemporaneamente. Quel giorno se lo sarebbero ricordati per tutta la vita. Tra loro non era cambiato nulla. Sarebbero rimasti i solitidue idioti, che si picchiavano per un no nulla. Ma quelle parole scambiate quel giorno, li avrebbero segnati a vita.
Capirono una cosa importante. Al di fuori dell’odio, dell’inimicizia, e di ciò che rappresentavano, quei due, per la scuola che li circondava. In fondo, non erano affatto diversi…