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Autore: Charlotte Stewart    30/05/2012    5 recensioni
Willow è sempre stata una ragazza come le altre,o almeno così sembra.
Infatti,dopo l’arrivo a scuola di un misterioso ragazzo,Willow manifesta strani comportamenti.
E’ sempre nervosa,irascibile e dopo una litigata con il suo vicino di casa ,Willow scopre il suo potere: il fuoco.
Cerca di nascondere questa sua caratterista ai genitori e agli amici,ma c’è una persona che sa il suo segreto.
Genere: Avventura, Fantasy, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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                                 Dragonkin   

 

GENERE: Fantasy.

 

TRAMA:  Willow è sempre stata una ragazza come le altre,o almeno così sembra.

Infatti,dopo l’arrivo a scuola di un misterioso ragazzo,Willow manifesta strani comportamenti.

E’ sempre nervosa,irascibile e dopo una litigata con il suo vicino di casa ,Willow scopre il suo potere: il fuoco.

Cerca di nascondere questa sua caratterista ai genitori e agli amici,ma c’è una persona che sa il suo segreto.

 

 

Willow’s pov.

 

1.“Welcome to Oregon.”

 

Ci sono vari motivi per cui cambiare città è difficile: lasci i tuoi amici,la tua casa,il tuo vicinato,la tua scuola.. lasciare tutto ciò che conosci per andare in un luogo sperduto,freddo,lontano dove non conosci nessuno e dove per i primi mesi sarai la ‘novità’.

Ma non avevo detto una parola sulla decisione presa dai miei. Tanto non sarebbe servito a nulla,no? I genitori vogliono solo avere la coscienza pulita parlandoti di una decisione che hanno già preso facendo finta che il tuo parere sia rilevante. Quindi perché perderci tempo.

Mia sorella Valerie,invece,si è surriscaldata parecchio alla notizia.

Ha fatto lo sciopero della fame per una settimana. Non è andata a scuola. Usciva di casa per poi tornare tardi.

Risultato? Trasferimento a Portland.

Passare dalla soleggiata Los Angeles,California,alla triste e piovosa Portland,Oregon,non era proprio il massimo ma poteva andarmi peggio,pensandoci bene.

La casa dove abitavamo era grande,anche troppo secondo me.

Io e Valerie avevamo due camere separate al piano di sopra. Erano l’una di fronte all’altra e avevano solo un armadio,letto,scrivania e un computer su di essa.

Il giardino era immenso con una grande fontana al centro e le siepi erano a forma di animali. Cosa alquanto inquietante!

Mia madre aveva parlato per tutto il viaggio delle straordinarie modifiche che voleva apportare alla casa e di come l’avrebbe resa nostra.

C’ha detto che saremmo state così bene nella nostra ‘nuova’ vita che non ci ricorderemo più della California.

Non poteva immaginare di quanto si sbagliasse!

Cominciarono a capitare cose strane,dopo il nostro arrivo,cose a cui fino a quel momento non avevo dato importanza.

Sparizioni di persone,incendi sospetti.. cose che possono capitare in tutte le città,giusto? Allora perché da una settimana a quella parte avevo una sensazione di angoscia?

Il ticchettio della pioggia che sbatte sulla finestra mi teneva compagnia da un’ora a quella parte.

Non riuscivo a prendere sonno. Sentivo che stava per succedere qualcosa. Qualcosa di brutto!

Abbracciai il peluche che la mamma mi aveva regalato al mio secondo compleanno e aspettai che la sveglia suonasse.

Alle otto precise andai nel bagno e feci un lungo bagno rilassante.

Mi immersi completamente e svuotai la mente.

Ma quella strana sensazione di disagio e pericolo continuava a persistere nel mio animo.

Quando chiusi gli occhi delle immagini mi comparirono nella mente.

Un ragazzo dai capelli neri e gli occhi verdi che faceva il suo ingresso,la foresta dietro casa,lampi,fuoco,occhi verdi,un drago..

Willow” mi alzai di scatto quando il drago blu dagli occhi gialli chiamò il mio nome.

Mi sciacquai e mi andai a vestire. Quando fui pronta scesi giù in cucina e salutai la combriccola,ovvero i miei genitori e mia sorella Valerie.

 << Buongiorno tesoro. >> mamma mi diede un bacio sul capo, mi si affiancò e mi passò una ciambella al cioccolato.

<< Grazie. >>  le sorrisi e mangiai senza entusiasmo la mia ‘colazione’.

<< Non hai dormito neanche stanotte? >> disse Valerie passandomi accanto mentre stavamo uscendo di casa per andare a scuola.

<< Secondo te,se lo avessi fatto,avrei questa faccia? >> mi fulminò con lo sguardo e salì in macchina.

La raggiunsi e dopo aver lasciato mamma al lavoro papà ci accompagno a destinazione.

<< Lavorerò tutto il giorno,oggi. Quindi prendete il bus,al ritorno. Vi voglio bene. >> e andò via.

Valerie raggiunse le sue amiche cheerleader vicino l’entrata.

Era sempre stata più brava a socializzare. Era bella,solare,simpatica. Appena la vedevi ti veniva una gran voglia di diventare sua amica.

Niente a che vedere con me.

Non parlavo con nessuno,almeno non di mia spontanea volontà.

La maggior parte delle persone mi chiedeva sempre del mio passato,visto che Valerie aveva raccontato che ero stata adottata e che i miei genitori erano morti in un incendio.

Cosa vera,ma che poteva pure tenere per se.

Per tutti ero la ‘sopravvissuta’ quindi avevo gli occhi dell’intera scuola su di me ventiquattro ore su ventiquattro.

La cosa strana è che in quei cinque mesi che abitavo nella nuova città avevo socializzato solo con il capitano della squadra di basket.

Eric mi era subito diventato amico. Non aveva fatto domande su chi ero e cosa mi fosse successo. Non aveva commentato il mio mutismo. Mi aveva semplicemente accettata per quella che ero e mi era amico.

 Quando qualcuno sente il nome ‘capitano’ pensa il solito sbruffone muscoloso che cambia ragazza ogni giorno ma lui era totalmente diverso.

Aveva ottimi voti a scuola,era gentile con le ragazze,un amico fedele e leale e parlava con tutti,dagli sfigati alle cheerleader.

Passavamo tutti i pomeriggi insieme. Per studiare o semplicemente per parlare un po’.

E proprio un pomeriggio Eric mi confessò i suoi sentimenti verso di me.

Rimasi colpita e compiaciuta. Nessun ragazzo prima di lui si era infatuato di me.

Arrossì per la prima volta in diciassette anni e decisi,titubante,di intraprendere con lui una relazione,se così si può definire.

Non è cambiato molto il nostro rapporto. L’unica differenza è che adesso ci baciavamo e camminavamo mano nella mano.

Andavamo a lezione di biologia e ci accomodammo nell’ultima fila,vicino alla finestra.

Come quella notte,mi persi a osservare la pioggia. Era così dannatamente interessante ultimamente.

Venni riportata alla realtà da Eric che aveva incominciata ad accarezzarmi un braccio con il dorso delle dita.

Chiusi gli occhi beandomi di quella sensazione di pace che provavo in quel momento ma durò pochissimo. Il drago blu tornò di nuovo,chiamandomi ancora.

Stavo impazzendo? Cominciavo a pensarlo sul serio!

Nell’ora di educazione fisica il professore Bennett presentò alla classe un nuovo studente straniero.

Veniva dall’Irlanda e aveva un anno più di me,diciotto,ma doveva frequentare il quarto anno per motivi di preparazione.

Lo guardai per un po’. Avevo come l’impressione di averlo già visto da qualche parte.

Era alto,grandi spalle,moro,occhi verde chiaro,pelle diafana.

Da come urlavano le ragazze accanto a me poteva essere considerato un bel tipo.

Eppure..

I nostri occhi si incrociarono. Rimanemmo così,azzurro contro verde,in silenzio a cinque metri di distanza.

E poi lo sentii di nuovo: ‘Ciao Willow.’

 

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Amo i draghi e le figure mitologiche fin da piccola e ho scritto molte storie su di essi,ma mai sui i draghi.

Sono elettrizzata e anche spaventata perché fino ad ora nessuno ha mai letto le mie storie.

Spero vi piaccia e che recensite per farmi sapere quello che pensate.

Al prossimo capitolo. –Charlotte.

 

Ps: il nome della fan fiction non è a caso. Volete sapere perché? Cercatelo su google. LOL

  
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