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Autore: x_LucyW    31/05/2012    10 recensioni
“No, uccellino, non ti farò del male.”
Un mezzo sorriso appare sul viso ustionato dell’uomo.
La guarda per l’ultima volta, poi si gira e si avvia verso la porta.
Passa accanto allo specchio e lo invidia.
Quell’oggetto potrà continuare a guardarla, mentre lui se ne sta andando via per sempre.
Genere: Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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- Being a mirror -

 

La puzza del fumo è arrivata fino al suo nascondiglio nella piccola stanza all’interno del fortino di Maegor.

Se lo sente addosso, misto all’odore del sangue dei soldati che ha ucciso in battaglia.

Dalla spiaggia arrivano lampi verdi, generati dall’altofuoco che continua a bruciare le carcasse semi affondate della flotta di Stannis Baratheon.

Illuminano abbastanza da permettergli di scorgere i contorni degli oggetti intorno a lui.

Vede una spazzola - la sua spazzola - e un cofanetto posati su un mobile sormontato da uno specchio.

I suoi occhi ne incrociano un altro paio.

Scosta subito lo sguardo, disgustato.

Ha sempre odiato gli specchi.

Ha sempre odiato vedere la sua immagine riflessa.

Un altro lampo di luce verde rischiara la stanza infrangendosi sulla superficie dello specchio.
- Poverino - pensa - Costretto a guardare me mentre ogni giorno può bearsi della sua immagine. -

Una risata isterica sgorga improvvisa dalle labbra ustionate, generata da quell’ultimo pensiero.

Beve un sorso di vino dalla fiasca che si è portato dietro.

Vorrebbe essere quello specchio.

Almeno lei non avrebbe più paura.

Gli avrebbe sorriso, se fosse stato quello specchio. E lui avrebbe passato tutto il giorno a guardarla.

Non lo avrebbe fatto di nascosto, come a volte gli capitava di fare, ma sarebbe stata lei a cercare il suo sguardo.

Lui, però, non era uno specchio.

E’ il Mastino, la guardia di Joffrey. Il suo cane.

Nessuna donna verrà mai da lui.

Lei non verrà mai da lui.

Per questo si trova nella sua stanza, nascosto nel buio ad aspettarla.

La porterà via. Via da quello schifo, da quella città maleodorante a causa dei cadaveri su cui è stata eretta.

L’avrebbe riportata a casa sua, nel Nord. E avrebbe ucciso chiunque gli avesse impedito di portarla via.
- Un uccellino non dovrebbe stare in gabbia. -

Sente dei passi leggeri, ma veloci, avvicinarsi.

E’ lei.

La porta si apre e la vede mentre la chiude in fretta dietro di sé.

Illuminata dalla luce verde sembra quasi un fantasma.

Si avvicina alla finestra, vicino a dove si trova lui.

Fissa la spiaggia e il massacro che sta avvenendo a pochi metri da lì.

E’ spaventata.

Si allontana da tutto quell’orrore.

Afferra qualcosa dal letto. Non riesce a vedere cos’è.

Poi decide di parlare.

“Stai iniziando a farti prendere dal panico, mia lady?”

Lei si volta, colta di sorpresa.

Ha una bambola in mano.
- E’ solo una bambina - pensa.

“Cosa ci fai qui?”

Vuole sembrare sicura, ma non lo è.

Ha paura. Di lui. Di Joffrey. Di quello che potrebbe accaderle se Stannis dovesse vincere.

“Non rimarrò a lungo.” risponde l’uomo “Sto andando via.”

“Dove?”

Sembra stupita da quella rivelazione.

“In un luogo... che non sia in fiamme.”

Si volta a guardarla.
- E’ solo una bambina costretta a crescere troppo in fretta. -

“A Nord, può darsi. Potrebbe darsi.”

“E il Re?” chiede lei.

“Può morire benissimo anche senza di me.”

Avvicina la fiasca di vino alle labbra e beve.

Gli serve coraggio per pronunciare le parole che sta per dire.

“Posso portarti con me, se vuoi.”

La guarda negli occhi mentre lo dice, per studiare la sua reazione.

Lei non dice niente.

“Posso riportarti a Grande Inverno” continua.

Si alza, per avvicinarsi a lei.

“Con me sarai al sicuro.”

Vuole rassicurarla che non le farà del male. Ma vede la paura nei suoi occhi.

“Vuoi tornare a casa?”

Lo chiede in tono quasi esasperato.

Perché non vuole capire che non vuole farle del male?

La ragazza abbassa lo sguardo.

“Qui sarò al sicuro” risponde “Stannis non mi farà del male.”

In un moto di rabbia le si avventa contro, afferrandola per il braccio.

Lei fa un passo indietro, spaventata.

“Guardami!”

Quell’unica parola esce come un ringhio dalla sua bocca.

Lei lo guarda negli occhi.

“Stannis è un assassino” le dice.

Lei cerca di divincolarsi dalla sua presa.

“I Lannister sono assassini. Tuo padre era un assassino.”

Continua imperterrito anche se sa che la sta terrorizzando ancora di più.

“Tuo fratello... è un assassino. I tuoi figli saranno degli assassini, un giorno.”

Lei continua a guardarlo, cercando di trattenere le lacrime che stanno per sgorgarle dagli occhi.

“Il mondo lo fanno gli assassini.”

Mentre lo dice le lascia il braccio e si allontana da lei.

Ora è lui ad abbassare lo sguardo, come se si vergognasse di essersi avvicinato troppo ad una cosa così pura e bella come è lei.

“Quindi farai meglio ad abituarti a guardarli.”

Esce come un sussurro.

Finalmente lei capisce. Vede sul suo volto comprensione e sorpresa.

“Non mi farai del male?”

Lo guarda e per la prima volta lui non vede paura in quegli occhi azzurri.

“No, uccellino, non ti farò del male.”

Un mezzo sorriso appare sul viso ustionato dell’uomo.

La guarda per l’ultima volta, poi si gira e si avvia verso la porta.

Passa accanto allo specchio e lo invidia.

Quell’oggetto potrà continuare a guardarla, mentre lui se ne sta andando via per sempre.

Sente lo sguardo di lei sulla nuca.
- Addio, uccellino - pensa mentre richiude la porta alle sue spalle.

   
 
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