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Autore: MikuHinasaki    31/05/2012    1 recensioni
Già, io sono una di quelle persone che mette al primo posto la felicità altrui, sacrificando la propria.
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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“Ti amo”.
Così mi disse una persona sette mesi fa, una persona che consideravo un’amica.
O qualcosa di più.
“E tu?”
Mi chiese, dopo il mio lungo e nervoso silenzio.
È difficile lasciarsi andare, così com’è difficile amare. L’amore ormai non è più un sentimento come dovrebbe essere. Solo una moda.
Pensare :“Se la amo devo voltare pagina, vivere di nuovo e non avere paura dei giudizi. Al contrario se non la amo si spezzerebbe il cuore a entrambe oltre che l’amicizia. Che fare? Io la amo.”
Ma il silenzio incombeva.
È così difficile mettere in funzione il cervello e dire “Anche io ti amo”? Per me lo era.
Piangeva. Le sue lacrime dimostravano quanto io fossi mostruosa nei suoi confronti. Il silenzio l’ha ferita, così come il mio sguardo perso nel vuoto.
Non sapevo come consolarla e le parole erano bloccate in gola, stavo soffocando.
E lo meritavo.
Vedevo tutta la delusione in quegli occhi pieni di dolore, ma non volevo che finisse così.
Le belle storie non finiscono con una principessa che piange, ma con un matrimonio.
Presi coraggio, misi in moto il cervello, la guardai negli occhi con un sguardo deciso:
“Anch’io ti amo”.
Silenzio. Le parole echeggiarono nel più totale silenzio.
Smise di piangere e mi guardò allibita, come se avessi detto di venire da un altro pianeta.
No, non avevo detto “Vengo da Marte”, ma proprio “Anch’io ti amo”.
Ero soddisfatta, non ero mai riuscita a far uscire le mie emozioni. Sono sempre stata un iceberg, e gli iceberg non hanno emozioni.
Eppure io … ero riuscita a tirarle fuori. Il ghiaccio si era sciolto e finalmente il sole sorse. Doveva essere così.
Si avvicinò e mi baciò, sicura dei miei sentimenti e dei suoi.
Sbocciò un nuovo amore. Entrambe eravamo ferite, ma i nostri cuori, nonostante avessero sofferto sempre, continuavano a battere l’una per l’altra.
Le ferite si rimarginarono e quelle lacrime si trasformarono in gioia. Aveva gli occhi lucidi in cui riuscivo a vedere tutta la felicità che aveva in corpo.
Era una bella sensazione, far felice una persona, chi non lo vorrebbe?
Già, io sono una di quelle persone che mette al primo posto la felicità altrui, sacrificando la propria.
Ma, miei cari lettori, penso che per una persona come lei ne valga la pena, perché so per certo che questa volta durerà.
Sì, fino all’altare.
  
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