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Autore: Sidera_    31/05/2012    5 recensioni
L'Insula Incantii è l'unica scuola di magia d'Italia. Sì, perché ovviamente ne abbiamo una anche qui. Fondata secoli e secoli fa da un famoso poeta latino. Sorge su un'isola nell'arcipelago delle isole Pontine, nel Tirreno. I babbani ovviamente non possono vederla. Vi si arriva tramite un'enorme galeone, la "Fortuna". Questa è la mia scuola. E questa sono io. Una distrattissima quindicenne, piena di voglia di fare e di viaggiare e conoscere. E piena di culo, oserei dire. Già, perché su tutti i non-so-quanti studenti della Insula Incantii... io ho vinto la selezione per andare in scambio culturale ad Hogwarts, la versione inglese della scuola di magia e stregoneria italiana. Cribbio. Per un anno intero. Doppio cribbio.
La storia della mia avventura, che ha intrecciato la mia vita a quella di Hogwarts ed in particolare ai gemelli Weasley.
Genere: Avventura, Commedia, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altro personaggio, Fred Weasley, George e Fred Weasley, Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Da V libro alternativo
Capitoli:
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Tredicesimo Capitolo
Something

 


Ero piena di pensieri. Mi sentivo in parte sollevata per aver chiarito definitivamente con Nott, o almeno così pareva. Era come se finalmente fossi riuscita a sciogliere un nodo che si era stretto e ingrossato sempre di più col tempo.
Dall’altra parte c’era ancora una questione da risolvere, un pensiero che non mi dava pace. Prima o poi Fred mi avrebbe costretta a vuotare il sacco, ma speravo il più tardi possibile.
Ormai erano passati sei giorni da quando gli avevo chiesto di rimandare.
Andai a sedermi in giardino per godermi le prime ore del mattino fresco ed ancora umido di rugiada, prima dell’inizio delle lezioni, sulla riva del lago, dove mi rifugiavo ogni volta che avevo idee e pensieri confusi. Mi sfuggì un sorriso, pensando a quello che aveva detto George un paio di giorni prima. Aveva detto che prima o poi la testa mi sarebbe esplosa e che quando sarebbe accaduto avrebbe preferito non trovarsi nei paraggi: non ci teneva ad essere investito da tutta la mia follia repressa in una volta sola.


- Cosa intendi per follia repressa? – avevo chiesto.
-
Intendo tutti quei pensieri che ti fanno assumere quell’espressione. Ecco, questa, vedi?

Aveva spostato con due dita il mio viso, orientandolo davanti  a uno specchio. Inizialmente il riflesso mi aveva restituito la mia immagine. Poi il mio naso aveva assunto proporzioni terrificanti, i miei capelli erano diventati di un tristissimo verde vomito ed il mio collo si era allungato a dismisura. Mi ero lasciata scappare un urlo, che avevo tentato di soffocare tappandomi la bocca con la mano. George era scoppiato a ridere a crepapelle e la serata si era conclusa con un selvaggio inseguimento, accompagnato dagli insulti più fantasiosi che conoscevo.
Il mio sorriso si allargò.
Sentii bussare sulla mia spalla. Mi voltai e mi trovai faccia a faccia con Fred.

- Mi fa piacere vederti di buonumore.

Mi rabbuiai un po’. Sentivo che era venuto con un’intenzione precisa. Non risposi.
- Ti dispiacerebbe farmi un favore? – proseguì.
-
Che genere di favore? – chiesi sospettosa.
-
Dovresti venire con me in Sala Comune.

Feci un respiro profondo ed abbassai gli occhi.
-
Non ti impegni neanche più a cercare di incastrarmi.
-
Se avessi deciso di impegnarmi a… incastrarti, Sid, a quest’ora avresti già detto tutto a George. Non mi interessa fregarti in qualche modo, devo solo convincerti a fare la cosa giusta. Oltretutto… devi davvero venire in Sala Comune. George ti cerca.
-
Come mai? – chiesi senza alzare lo sguardo. Iniziai a strappare fili d’erba intrecciandoli alle mie dita.
-
Gli ho detto che avevi qualcosa da dirgli.

Sollevai di scatto la testa e lo fissai allibita.

- Ma Fred!
-
O lo fai tu o lo faccio io.
- Accidenti Fred! Mi prendi per i fondelli?
-
No, anzi, mi sembra di essere abbastanza esplicito. – replicò tranquillo.
-
Maledizione! – gridai, calciando l’erba.

Fred mi guardò inarcando un sopracciglio.

- Forse prima dovresti darti una calmata.

Risposi con un’occhiata stralunata. Forse la mia follia compressa stava per scoppiare fuori.

- D’accordo. Io vado. – dissi infine, dopo essermi ripresa.

Ma rimasi immobile. Fred alzò gli occhi al cielo.
- Allora vado io.

E si avviò a grandi passi verso il castello. Lo seguii con lo sguardo, finchè non iniziò a correre. Allora mi lanciai anche io al suo inseguimento. Mi precipitai dentro il castello. Mi guardai intorno in fretta, cercando di scorgere la sua testa rossa nella folla che riempiva i corridoi.
Lo vidi svoltare un angolo e gli corsi dietro, scontrandomi con gruppi di studenti ed investendo ragazzini del primo anno. Ad un tratto inciampai e cercai di non cadere appoggiandomi alla parete, ma quando alzai la testa lo avevo ormai perso di vista.
In panico, iniziai a cercarlo freneticamente con lo sguardo, senza riuscire a individuarlo da nessuna parte. Vidi Hermione e mi precipitai a chiederle se lo avesse visto andare in direzione della Sala Comune.


- Fred? No, non mi sembra di averlo visto passare… però poco fa ti cercava George.
-
George? E dov’è ora?
-
Credo in Sala Comune… ah, mi ha detto di dirti che c’è una cosa importante che devi sapere e che…
-
Grazie Hermione, devo andare. – replicai in fretta.
-
No, no aspetta, ha detto che è importante! Ha detto di dirti che gli dispiace per come sono andate le cose, sai, l'altra volta, e che vuole farsi perdonare.
-
Grazie Hermione, ora devo proprio scappare.

Battendo tutti i miei record da velocista, corsi su per le scale senza fermarmi fino al settimo piano. Vidi Fred fermo davanti al quadro della Signora Grassa.

- Fred! – lo chiamai, spompata e piegata in due dalla stanchezza.

Fred si girò e mi lanciò un’occhiata quasi divertita. Forse un po’ sadica. Poi borbottò la parola d’ordine ed il quadro si spostò, rivelando il passaggio.
Quasi mi avesse morso un’acromantula, scattai a molla e mi lanciai verso il passaggio, riuscendo ad attraversarlo un attimo prima che si richiudesse. Inciampai e rotolai sul pavimento della Sala Comune fino ai piedi di Fred e George.


- Ehilà. – dissi in un soffio.
-
Ehi Sid! – mi salutarono guardandomi dall’alto in basso – Ingresso originale.
-
Ehm… già. – mi tirai su.
-
Stavo giusto dicendo a George… - attaccò Fred – che avevi una cosa importante da dirgli…
-
Va bene, va bene! Accidenti. Glielo dico. – borbottai.

 Sul viso di Fred si dipinse un sorriso di approvazione. Sospirai e presi George  per mano, senza dire una parola. Lo trascinai dietro di me fuori dalla Sala di Grifondoro e giù per le scale, fino al corridoio del sesto piano. Volevo trovarmi il più lontano possibile dagli altri Grifondoro.
Cercai un angolo un po’ appartato, dietro un’armatura. Per tutta la strada George aveva fatto battute, ridacchiato sul fatto che lo stessi sequestrando e fantasticato sul tipo di riscatto che avrei richiesto. Ma io non gli rispondevo. Solo una volta arrivati, dopo essermi guardata intorno con circospezione, lo spinsi nel punto meno visibile dell’angolo e lo guardai negli occhi.
Iniziarono a tremarmi le gambe. Dopo quello che gli avrei detto mi avrebbe ancora guardata così? Stava ancora sorridendo, anche se ora sembrava un po’ incerto.
Fred era stato chiaro: era ora che vuotassi il sacco. O lo avrebbe fatto lui. E decisamente non potevo permetterlo.


- George… - esordii. Non riconoscevo la mia voce.
-
Sì? – chiese, divertito.
-
Ti ricordi… la sera della festa?
-
Sì. Allora è tutto apposto? hai parlato con Hermione?
-
Hermione? Ah, sì, certo… ma non è di questo che voglio parlare.

Sentivo lo stomaco contrarsi.

- E allora di cosa?

Non rispondevo.

- Sid, di cosa? Non che mi dispiaccia perdere i primi dieci minuti di lezione di Vitious, ma se non ci diamo una mossa…

E fece un passo avanti, mi cinse la vita con un braccio e la schiena con l’altro.
Non so esattamente come, ma riuscii a sottrarmi all’abbraccio, poggiargli le mani sulle spalle per tenerlo a distanza di sicurezza e sparare tutto d’un fiato:


- Nott mi ha baciata.

Inizialmente non capì. Poi gradualmente realizzò. Il suo sorriso si spense. Mi guardava come se avessi fatto una pessima battuta.

- Come scusa?
- Ecco… - iniziai a sudare freddo – La sera della festa, prima che tornassi in Sala Comune. Poi è venuto Fred e me ne sono andata con lui. E di’ qualcosa!

Fece un’espressione confusa, come se stesse ancora cercando di capire le mie parole.

- …vi siete baciati. – realizzò infine.
- Non ci siamo baciati! Lui ha baciato me. A tradimento.

Un secondo per decidere cosa rispondere.

- Okay. – disse infine.

Quanto avrei voluto picchiarlo.

- Cosa vuol dire esattamente “okay”?
-
Vuol dire okay. Va bene. Non c’è problema.
-
Cioè non te ne frega niente. – conclusi, fremendo.

Aveva la stessa espressione che avevo io quando, l’anno prima, la mia migliore amica aveva distrutto involontariamente la mia relazione di Storia della Magia. Lei continuava a scusarsi, mortificata,  io cercavo di contenere l’ira e le dicevo di non preoccuparsi e che non importava, perché non volevo ferirla, dato che non l’aveva fatto apposta.

- George di’ qualcosa! – esclamai esasperata.
- Qualcosa?
-
Accidenti! – sbottai.

Avrei voluto andarmene, ma non potevo. Rimasi lì, senza parlare.

- In effetti qualcosa da dire ce l'avrei.

Trasalii. Lo fissai con tutta l'intensità di cui ero capace, fremendo nell'attesa di avere risposte.

- Ma non a te. Ci vediamo dopo.

Se ne andò. Tranquillo, come se niente fosse. Ci mancava che iniziasse a fischiettare.
Poggiai la schiena alla parete e scivolai giù, a terra. Volevo inseguirlo e chiedergli di più, ma la paura di peggiorare le cose, le mie insicurezze per l'ennesima volta mi tenevano prigioniera. Chinai la testa sulle ginocchia ed iniziai a piangere. Il corridoio si riempì e si svuotò un paio di volte. Attesi l’ora di pranzo.
Quando finalmente il sesto piano rimase deserto, decisi di tornare in dormitorio. Lo stomaco mi faceva male per la fame, ma non avevo voglia di vedere nessuno.
Salii in fretta le scale.


- Fortuna Maior. – dissi davanti al ritratto.

Non appena il passaggio si aprì, un fitto chiacchiericcio trapelò dalla Sala Comune. Maledizione, era proprio quello che volevo evitare. La stanza doveva essere piena. Ma perché a quell’ora?
Titubante attraversai il varco.


- Sid! Non sai che ti sei persa! – esclamò Hermione appena mi vide.

Mi prese per mano e mi trascinò in un angolo.

- Nott è in infermeria. Lo hanno trovato che vomitava in condizioni pietose ai piedi delle scale che portano alla torre di Astronomia. Qualcuno lo ha confuso ed affatturato. O almeno… - disse abbassando la voce – così credono i professori.

La guardai con tanto d’occhi, senza replicare.

- Sid, io credo che tu sappia chi è stato…
-
No, davvero non ne ho idea.
-
Vomito, Sid. È praticamente la loro firma. E comunque li ha visti mezza scuola.

Feci una risatina isterica.

- E perché mai avrebbero dovuto?
-
Dimmelo tu. Perché mai avrebbero dovuto?
-
Senti Hermione, è inutile che continui a guardarmi così. – sbottai – Io. Non so. Niente. E onestamente non mi viene in mente alcun motivo per cui loro possano aver fatto una cosa del genere. A te?
-
Non so… credevo lo sapessi tu.

Ero ancora tentata di rinchiudermi in dormitorio, tuffarmi a letto e nascondere la testa sotto il cuscino, ma a che pro? Tanto valeva chiudere in fretta la faccenda.

- Dove sono ora?
-
Li ho visti avviarsi verso il campo da Quidditch.
-
 Vado a cercarli.

Mi fiondai fuori dalla Sala Comune.















Questo capitolo mi ha dato non pochi problemi! Innanzitutto è una faticaccia mantenere i caratteri dei personaggi. E sono sicura di aver fatto non pochi errori nel corso della storia, ma vi assicuro che ho fatto del mio meglio per non stravolgere le personalità dei personaggi. E' anche per questo motivo che non ho inserito una rissa in piena regola, con George che picchia furiosamente Nott, trattenuto da Fred, e Sidera che guarda la scena senza sapere che fare, anche se magari qualcuno lo avrebbe voluto... Mi sembrava un po' OOC. Forse neanche tanto, in realtà, insomma, Fred e George non sono tanto tipi da astenersi dalle risse (vedi rissa con Malfoy che causa il loro ritiro dalla squadra di Quidditch nel quinto libro), ma avevo paura di esagerare. Spero di non avervi deluse, so che aspettavate da un po' questo capitolo ^^'' fatemi sapere che ne pensate, senza peli sulla lingua ;P alla prossima :) e auguri a tutti gli studenti... - 9!!! *-*

  
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