Storie originali > Introspettivo
Ricorda la storia  |      
Autore: Perversion    31/05/2012    2 recensioni
Certe notti non riesci a dormire. Ti rigiri nel letto e pensi. Ricordi il primo giorno di scuola, la figuraccia più eclatante che tu abbia mai fatto e per la quale vorresti ancora sotterrarti.
Genere: Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Certe notti







Certe notti non riesci a dormire. Ti rigiri nel letto e pensi. Ricordi il primo giorno di scuola, la figuraccia più eclatante che tu abbia mai fatto e per la quale vorresti ancora sotterrarti. Ricordi tutto ciò che hai in sospeso: le bollette da pagare, la tesi da elaborare, i compiti da finire e ti chiedi se mai riuscirai ad andare avanti. Ti riprometti di cambiare, di finire ciò che hai iniziato, giuri di cambiare. Poi finalmente verso mattina  ti riaddormenti e non pensi più a queste cose, almeno fino alla prossima notte insonne.

Certe notti ti svegli sconvolto. Le immagini dell'incubo ancora vivide nella tua mente. Ti guardi intorno e tutto ciò che il tuo occhio scorge ti sembra figure inquietati uscite proprio dalla tua immaginazione. Ti stringi nelle coperte e chiudi gli occhi, ripetendoti che i rumori tutt'attorno a te sono naturali e ti riprometti di non guardare più un film di paura, ti riprometti di non farti più suggestionare dalle parole degli amici. Rassicurato ti riaddormenti e non ci pensi più, almeno fino al prossimo film horror.

Certi giorni, invece, piangi. Fissando il soffitto non riesci a fare altro se non restare lì a sentire le lacrime scivolarti sulle guance, sul collo e infine cadere sul cuscino, bagnandolo. Ti chiedi perché la tua vita fa così schifo, ti chiedi cos'hai fatto di male per meritarti tutto quello, ti chiedi come poter andare avanti. Quelle notti trovare la forza per uscire dal buio della tristezza e quasi impossibile e allora, vittima della propria mente, non puoi fare altro che pensare. Pensi a tutto ciò che ti è andato male nella vita, a tutte le occasioni perse a tutte le persone care morte. La tua testa diventa un alveare di "se" e "ma" che mai potranno sparire. In quei momenti non puoi far a meno di pensare se, magari, la facessi semplicemente finita. Inizi ad immaginare il modo in cui finire; tagliandoti le vene, gettandoti dalla finestra, buttandoti nel traffico. Pensi alle reazioni che la tua famiglia potrebbe avere e piangi. Un grande uomo una volta disse che morire è il coraggio di un attimo ma vivere è il coraggio di sempre. Ma tu te ne infischi, stai troppo male, e ti ritrovi a pensare che piuttosto che vivere una vita piena di sofferenze come questa preferisci soffrire per l'ultima volta e poi, semplicemente, smettere di provare qualsiasi cosa. Quelle notti il sonno alla fine arriva, ma le lacrime non si fermano. Quando ti svegli ti accolgono un cuscino umido e due occhi gonfi.

Certe notti, infine, vorresti semplicemente spaccare tutto; ti trattieni ma sai che prima o poi quel desiderio diventerà incontenibile. Quando quel giorno arriverà darai di matto, lo sai, ma lo farai con così tanta energia che nessuno riuscirà a fermarti. Rimarranno tutti incantati osservando la tua rabbia distruttiva che ti sei portato dentro per tanto, troppo, tempo. Quel giorno, osservando il disastro provocato dalla tua rabbia incontrollata, finalmente riderai. Riderai come non ridi da anni, come non hai mai riso e come non riderai mai più.

   
 
Leggi le 2 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Introspettivo / Vai alla pagina dell'autore: Perversion