Shy.

I can see how you are beautiful, can you feel my eyes on you?
Talk to me, show some pity, you touch me in many many ways, but I'm shy can't you see?

Black*Star non si era mai sentito più idiota di così. Mentre quell'assurda ragazzina gli parlava, lui non riusciva a far altro che fissare quegli immensi occhi verdi, quelle mani congiunte in grembo che, ogni tanto, salivano a dare una sistemata ai codini biondo cenere.

L'azzurro si sentiva uno stupido, rapito dai movimenti di quelle mani, di quella bocca sottile che disquisiva con lui di chissà cosa, non importava. Non troppo, almeno.

Era troppo intento a desiderare di poterli sistemare lui, quei codini, di poterle leccare lui, quelle labbra esili.

E quando iniziava a formulare questi pensieri, Black*Star si sentiva ancora più un rammollito.

Non avrebbe mai pensato di poter essere attratto da lei: Maka Albarn, e tantomeno, di assumere una leggerissima -quasi impercettibile agli altri, ma non a sè stesso- sfumatura rossa quando lei gli sfiorava una mano o sistemava una delle tante ciocche ribelli.

Eppure si trovava così, con una stupida cotta -Black*Star non ha mai pensato che l'amore potesse esistere anche per qualcuno come lui- che sembrava volerlo allontanare sempre di più dal suo sogno di diventare un Dio.

Ma erano le labbra di Maka, ad invitarlo, il modo in cui lei puntava i suoi occhi spensierati e gioiosi nei suoi, come se potesse liberarlo da tutte le colpe delle quali l'avevano costretto ad assumersi le responsabilità, e lui sentiva che, senza ciò, non avrebbe mai potuto essere il più forte.

Si sentiva davvero uno sciocco. Come aveva fatto lui, un essere che punta all'onnipotenza, a cadere vittima di un'innocente e pura ragazza?

Aveva ucciso Mifune, ma le lame che lo perforavano da un lato all'altro, quando vedeva lei sorridere a Soul, erano mille volte più dolorose di quelle del samurai.

Aveva sconfitto qualunque sfidante, ma, alla vista di quella bocca ricurva all'insù, diventava un debole.

Eppure Black*Star non voleva accettarlo l'amore, aveva sempre creduto che fosse per i deboli, per coloro che non aspiravano a nulla, se non stare sdraiati tutto il giorno su un divano per il resto della vita.

Non aveva voluto accettarlo, finchè, un giorno, una biondina molto conosciuta non posò, innocentemente, le sue esili labbra su quelle dell'azzurro, che, dovette riconoscerlo, non si era mai sentito più big.



Angolo dell'autrice: (?)
In questo capitolo non mi sento molto "autrice", perché si è praticamente scritto da solo a mezzanotte e quaranta minuti di un giovedì sera, yeah.
Ma, siccome ho appena recuperato e letto TUTTO il manga di SE (fino al capitolo 98 ç-ç) e sono curiosa di sapere come continua, volevo onorarmi scrivendo qualcosa sui miei amatissimi Star e Maka, anche perché ho scoperto davvero enormi allusioni a loro nel manga ** e, per citare Wikipedia e dimostrare che questo pairing non è crack, to':