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Autore: Alice_Nekkina_Pattinson    01/06/2012    10 recensioni
"Bella, noi ci conosciamo da sempre praticamente, abbiamo condiviso tante cose assieme, ma vedi, io… c'è… mi piace tutto di te, il tuo sorriso, i tuoi occhi, il tuo modo di fare, tutto. Non passano minuti che penso a te e sinceramente non ti vedo più come un'amica, mi piaci, sono innamorato di te" confessai.
Genere: Fluff, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Edward Cullen, Isabella Swan | Coppie: Bella/Edward
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun libro/film
- Questa storia fa parte della serie 'Edward & Bella per Sempre <3 *-*'
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Ciao a tutti!!! XD
Prima di lasciarvi alla storia, vorrei dirvi due cosette per essere onesta e corretta.
Allora questa storia era stata scritta per un contest, ma visto che il contest alla fine – dopo molto tempo in cui non sapevo nulla- è stato cancellato, alla fine non se ne è fatto più nulla.
Ma per essere corretta l'idea di prendere un dolce –in questo caso la torta al cioccolato (bianco)-, tra le varie scelte di dolci e di usarla per fare una storia tra Bella e Edward è venuta a LadyGlam, volevo essere corretta e specificare.
Detto ciò spero che la storia vi piaccia :D


Banner fatto da me XD


Una torta per tradizione storia di Alice_Nekkina_Pattinson





Edward's pov






Stavo uscendo dal supermercato, dover'ero andato a prendere gli ingredienti che mi mancavano per la torta.

Oggi 13 maggio 2012, giorno del nostro anniversario, il giorno in cui ci siamo conosciuti, il giorno che ci siamo messi insieme e forse anche il giorno del suo si.
Eh si, mentre sono qui a preparare tutti gli ingredienti per la nostra torta di tradizione, la torta che ogni anno il 13 maggio noi mangiamo, voglio chiederle di sposarmi, ormai sono 20 anni che ci conosciamo e da 8 che stiamo insieme.
Io 25 anni, lei 23, ormai è ora, l'amo più della mia stessa vita, più di tutto.
Ricordo ancora il giorno in cui ci conoscemmo, il giorno che nacque anche la nostra tradizione di ogni anno.




13 maggio 1992
Avevo 5 anni, uscii per andare al parco giochi insieme ai miei, era una bella giornata, una giornata di sole della splendida città di Los Angeles.
Mentre ero intento a giocare e divertirmi con altri maschietti, sentii alle mie spalle dei singhiozzi, mi girai e la vidi, una dolce bambina dai lunghi capelli color cioccolato, dagli occhi verdi.
Piangeva con le mani davanti agli occhi, lasciai quello che avevo in mano e mi avvicinai.
"Ehi, perché stai piangendo?" le chiesi, togliendole una mano dagli occhi.
"Perché quelle bambine la, mi hanno rubato la mia bambola e mi hanno anche spinto a terra, e mi sono graffiata il braccio" mi rispose continuando a piangere.
"Dai, aspetta, vieni con me" lei mi guardò e poi prese la mano che gli offrii, andammo da quelle due bambine bionde, che avevano in mano proprio la bambola che mi aveva descritto lei.
Quando le raggiungemmo, toccai la spalla di una delle due, proprio quella che aveva la sua bambola.
"Scusa, perché le hai rubato la bambola?" le chiesi.
"Io non ho preso nulla, è mia!" mi urlò lei.
"No, invece è sua, quindi ridargliela, sennò vedi!" risposi io.
"Cosa vuoi tu?!" mi disse l'altra.
"Voglio che ridai la bambola a lei, adesso, la tua mamma e il tuo papà non ti hanno insegnato che non si rubano le cose degli altri?" le risposi.
"E' mia!" continuò.
Io senza darle il tempo, le presi la bambola dalle mani e mi girai per allontanarmi con lei sempre nella mia mano.
"Ehi, ridammela!" gridò.
Ma non l'ascoltai e ci allontanammo.
Poi mi voltai verso di lei e sorridendole gliela porsi.
"Ehi, ecco tieni la tua bambola" lei mi guardò e mi sorrise, poi mi abbracciò, io ricambiai e poi lei prese la bambola.
"Come ti chiami?" le chiesi.
"Mi chiamo Isabella, ma tutti mi chiamano Bella, tu invece?"
"Io Edward e ho 5 anni tu?"
"3" rispose piano abbassando lo sguardo, e la sentii ancora piangere.
"Ehi, perché piangi ancora?" le chiesi.
"Mi brucia il braccio" mi rispose alzando il braccio destro, mentre con il sinistro teneva stretta a se la bambola, vidi che aveva un piccolo graffio da cui usciva un pochino di sangue.
"Vieni con me" le dissi, prendendola di nuovo per mano.
E mi diressi verso i miei genitori, dove c'era anche mia sorella.
"Mamma, papà, dovete aiutarmi" dissi avvicinandomi.
"Ehi piccolo mio, che succede? Chi è questa piccola bambina?"
"Lei è Bella, delle bambine cattive le avevano rubato la bambola e spinta a terra, si è graffiata e le brucia il taglio, avresti un cerotto?", mia madre ci guardò con tenerezza e amore.
"Certo" disse cercando il cerotto nella borsa, poi parlò a Bella.
"Ehi piccola ciao, io sono Esme la mamma di Edward, mentre lei è Alice e lui Carlisle" disse abbassandosi alla nostra altezza.
"Se mi dai il braccio ti metto il cerotto" Bella la guardò un attimo, poi guardò me e allungo il braccio a mia madre riguardandola.
Mia madre le mise il cerotto, mentre la mia sorellina Alice si avvicinava a lei.
"Ciao Bella io sono Alice, quanti anni hai?" le chiese subito mia sorella.
"Ciao, ho 3 anni e tu?"
"Anche io! Abbiamo la stessa età, vuoi giocare con me?" le chiese.
Lei la guardò e annuii, ma quando fecero per andare, sentimmo due persone chiamare il suo nome.
"Bella, Bella dove sei?"
"Piccola, dove sei? Bella?" mentre ci passarono quasi vicino.
"Sono qui mamma, papà" urlò lei correndo tra le braccia del padre.
Lui la sollevò e poi venne verso di noi.
"Salve, era con voi nostra figlia?" chiese l'uomo a mia madre.
"E' venuta insieme a nostro figlio che l'ha aiutata, io sono Esme" e gli porse la mano.
"Io sono Charlie e lei è mia moglie Reneè".
Gli raccontammo quello che era successo e ci ringraziò molto, poi quando Bella riscese giù,
venne subito da noi.
"Mamma, io voglio stare ancora con Edward e Alice, dai stiamo ancora un pochino, adesso siamo amici"
"Tesoro dobbiamo andare a prendere Emmett e Jasper a calcio è tardi" le rispose la madre.
"Ma io voglio stare con loro" e incominciò ad avere gli occhietti lucidi.
"Scusa signora, possiamo venire anche noi? Così nel frattempo stiamo insieme" dissi io.
"Edward tesoro, ma cosa dici? Non ci si autoinvita, lo scusi" provò a dire mia madre.
"No, si figuri, se per voi non è un problema a noi farebbe piacere" disse Reneè.
"Va bene" disse anche mio padre.
Così mano nella mano tra me e Alice, ci incamminammo a prendere i fratelli di Bella.
Poco dopo aver fatto conoscenza e aver scoperto che Emmett aveva 7 anni mentre Jasper 5 come me, ci incamminiamo verso casa loro, ci volevano offrire un pezzo di torta per ringraziarci.
"Siete molto gentili, grazie mille" disse mia madre.
"Ma si figuri, anzi, suo figlio è stato davvero gentile ad aiutare mia figlia".
Mentre i nostri genitori parlavano, noi andammo a sederci sul tappeto.
"Allora sorellina, che cosa è successo oggi? Perché hai il cerotto?" le chiese Emmett.
"Due bambine mentre io giocavo con la mia bambola, me l'hanno presa e mi hanno spinto a
terra, poi è arrivato Edward che mi ha sentito piangere, così mi ha aiutato a riprendere la
bambola e poi mi ha portato dai suoi genitori che mi hanno messo il cerotto" raccontò lei.
Emmett e Jasper mi guardarono e mi sorrisero.
"Grazie per aver aiutato la nostra sorellina" mi disse Jasper.
"Di nulla" risposi io.
"Poverina, se avessero preso la mia, sarei stata disperata anche io" disse Alice.
Poi arrivò la madre di Bella con una enorme torta al cioccolato bianco con sopra fragole e lamponi.
"Senti Edward, anche tu Alice, questa è la mia torta preferita!" urlò felice Bella.
In effetti era davvero buona, quel giorno diventò la nostra torta.
Perché volle condividerla con me.
Ci facemmo promettere dai nostri genitori, che ci avrebbero portato a giocare al parco per tutta la primavera e estate, anche dopo in qualche modo, così dal quel giorno diventammo tutti amici inseparabili, mentre Emmett e Jasper giocavano a calcio, io avevo lezione di pianoforte, ma poi andavo a giocare al parco con Bella e Alice.
Diventammo inseparabili, passò un anno ed eravamo ancora insieme, Alice e Bella divennero amiche, anzi migliori amiche, così come io diventai il suo migliore amico, in compenso anche Jasper diventò il migliore amico di Alice, anche Emmett lo era, per entrambi –migliore amico- intendo, ma Jasper per Alice di più.
Passarono gli anni e ad ogni anno il 13 maggio, io e Bella mangiavamo la torta al cioccolato bianco con fragole e lamponi, identica, divenne presto anche la mia preferita e la nostra tradizione.


Passò il tempo e ci ritrovammo alle scuole elementari, Bella e Alice finirono in classe insieme e il loro rapporto di amicizia crebbe sempre di più, mentre io ero finito in classe con Jasper.
Eravamo i loro protettori, se qualcuno provava a fare qualcosa, ci pensavamo noi, insieme ad Emmett che andava già alle medie.

Poi ai tempi delle medie, venne nella nostra scuola anche mia cugina Rosalie, finì in classe con Bella ed Alice e divennero subito amiche e si unì al nostro gruppo.
Delle volte eravamo tutti e sei insieme, altre capitava che eravamo solo noi ragazzi, con nostri amici e delle volte solo loro, con altre loro amiche.


Il tempo passò ancora e arrivo il 13 maggio del 2001, avevamo io 14 anni e lei 12, sempre assieme, sempre amici, sempre a casa sua a mangiare una fetta di quella torta.
Da bambini passavamo il tempo a giocare al parco o casa di uno o dell'altro, crescendo incominciammo a fare i compiti insieme, io che la aiutavo in matematica che lei non capiva, oppure giocavamo alla playstation, dove venivo sempre battuto quando faceva coppia con Emmett.
"Ehi non vale così, uffi, tuo fratello è troppo forte!" esclamai io ridendo.
Anche lui scoppiò in una grossa risata e mi diede un pacca sulla schiena.
"Eh eh la mia sorellina è furba" ben presto incominciai a considerarlo anche mio fratello quel ragazzo di 16 anni, così insieme anche Jasper.
Avevamo condiviso tante cazzate insieme.
Mi ricordo quando una sera uscimmo solo noi ragazzi e tornammo a casa tutti mezzi ammaccati.
Praticamente c'erano dei ragazzi che avevano incominciato a tormentare Alice e Bella e noi allora eravamo andati a chiedere spiegazione, da lì, scoppiò una specie di rissa.
Ricordo ancora le facce dei nostri genitori, e gli occhi lucidi delle ragazze mentre ci abbracciavano.


Poi man mano, le cose incominciarono a cambiare, la sera di san Valentino del 2004, chiesi di uscire a Bella, io avevo 17 anni, mentre lei 15, da tempo il nostro rapporto era cambiato, da amici stavamo diventando qualcosa di più.
Mi ero accorto che mi piaceva, che quando lei non c'era mi mancava in un modo strano, diverso
da prima, che mi piaceva guardarla mentre faceva i compiti, mentre leggeva, mente camminava, mi piaceva ogni cosa di lei, il suo sorriso, i suoi occhi, tutto.
Così quella sera, ero deciso a rivelarle che mi piaceva e volevo stare insieme a lei, mi ero completamente innamorato di lei, ma non sapevo se ricambiava.
Avevo paura di perdere la sua amicizia, che se lei non ricambiava, avrei perso tutto, ma non potevo andare avanti così, così mi decisi.
La portai fuori a cena e dopo averle dato i cioccolatini bianchi le confessai tutto.
"Bella, noi ci conosciamo da sempre praticamente, abbiamo condiviso tante cose assieme, ma vedi, io… c'è… mi piace tutto di te, il tuo sorriso, i tuoi occhi, il tuo modo di fare, tutto. Non passano minuti che penso a te e sinceramente non ti vedo più come un'amica, mi piaci, sono innamorato di te" confessai, lei mi guardava, mentre parlavo non aveva fatto altro che guardarmi.
Poi sorridendomi, mi si avvicinò e mi baciò, rimasi un attimo sorpreso poi felice ricambiai il bacio, fu un bacio dolce, lieve, con amore, con quel baciò capii che anche lei ricambiava i miei sentimenti, che anche lei non mi vedeva più solamente come un amico, ma mi amava.
Ci staccammo, sfiorandoci con la fronte.
"Questo è un "mi piaci anche tu"?" le chiesi sussurrando.
"Esattamente, mi piaci anche tu Edward, da sempre penso" mi rispose dolcemente.
Da quella sera, diventammo sempre più uniti, a noi seguirono qualche mese dopo Alice e Jasper, si scambiarono il primo bacio verso giugno, durante una gita di festeggiamento all'arrivo dell'estate.
Sono sempre stati carini, mamma mia non si staccavano mai, stargli accanto a volte era un incubo, ma ero felice per mia sorella, in fondo Jasper era il fratello di Bella, era uno del gruppo, mio amico-fratello, sapevo che era in buone mani.
Dopo loro alla fine arrivarono gli ultimi, che scoprimmo ci nascondevano da un pochino la loro relazione, avevano paura di essere giudicati, perché lui poteva essere troppo grande secondo qualcuno, ma noi eravamo felici per loro, i due erano proprio Emmett e Rosalie.
Alla fine come se fosse destino, tutti noi del gruppo ci eravamo uniti a coppie.

Da quel giorno io e Bella non ci siamo mai separati, certo qualche litigata ci è stata, è normale in una coppia, ma ci siamo sempre stati l'uno per l'altra, in ogni momento.
Io riuscii a diventare un pianista di successo, anche grazie a Bella che mi ha sempre sostenuto e supportato, ogni volta che pensavo non c'è l'avrei mai fatta -e invece-, lei era lì a dirmi che la mia musica era bellissima, stupenda, che c'è l'avrei fatta.
Mentre lei riuscì a diventare una grande scrittrice, aveva già pubblicato quattro libri, di cui tutti di successo mondiale.
Dopo il diploma andammo a vivere insieme, quindi adesso mentre sono qui a finire di preparare
il dolce, prendendo le fragole e i lamponi posizionandoli sopra come decoro e passare un po' di crema di lamponi sopra alle fragole, e decorare il tutto, così da completare la nostra solita torta di cioccolato bianco, penso a cosa prepararle per la cena.
Eh si, questa sera cenetta romantica a lume di candela, per poi finire con l'anello e la dichiarazione.
Avevo paura in parte, c'è sapevo che mi amava, ma se era troppo presto per il matrimonio?
Continuavo a tormentarmi sempre con queste paure inutili, ma era più forte di me.
Guardai l'ora, mancava ancora un'ora prima che tornasse a casa, oggi aveva avuto un impegno con uno che le chiedeva un contratto per altri due libri di una saga che stava scrivendo, quindi dovevano discuterne.
Così finii di preparare anche tutta la cena, avremmo mangiato pasta all'amatriciana, fettina di maiale con contorno di insalata e poi il dolce.
Eh si, cena a base di italiano stasera, lo adoravamo entrambi.
Quando finii preparai la tavola, misi una tovaglia color oro, piatti e posate, calici per il vino e bicchiere d'acqua, posizionai le candele e poi andai a vestirmi elegante.
Gettai un'altra occhiata veloce all'orologio, sorrisi, presto sarebbe arrivata, scesi e accesi le candele spegnendo poi la luce.
Sentii la chiave nella toppa e attesi che entrasse e vedesse tutto.
Appena entrò rimase ferma dallo stupore e la sentii esclamare un "Wow!", appoggiò la borsa e la giaccia sul divano e si avvicinò al tavolo, ancora non mi aveva notato, così spuntai alle sue spalle e la circondai con le mie braccia e appoggiai il viso sulla sua spalla.
"Ben tornata amore" sussurrai al suo orecchio, lei avvolse le mie braccia con le sue e appoggiandosi al mio petto, voltò il viso verso il mio e avvicinò le labbra alle mie.
"Grazie amore mio, a cosa devo questo?" mi chiese tutta sorridente e felice.
"Oggi è il 13 maggio ricordi?" dissi.
"Certo che ricordo, mi aspettavo la torta, tutto questo no, grazie, lo sai che ti amo vero?" mi sussurrò, ad un centimetro dalle mie labbra.
"Certo che lo so" risi e avvicinai del tutto le nostre labbra, in altro dolce bacio.
Poi si stacco e inchiodò i suoi occhi nei miei, mi accarezzò una guancia e mi diede un altro lieve bacio.
"Allora signorina, venga che la faccio accomodare" le dissi, facendola avvicinare alla sedia, scostai la sedia dal tavolo, lei si sedette e io la spinsi sotto.
"Oh, ma grazie signore" rispose divertita lei.
Andai a prendere il primo, adorava l'amatriciana piccante, con tanti cubetti di pancetta ovviamente, com'era da ricetta.
Appoggiai in centro alla tavola l'insalatiera con la pasta, presi le pinze e incominciai a prendere della pasta e metterla nel suo piatto, lei mi guardava sorridendo.
"Santo cielo! Mai nessuno mi ha mai servito come se fossi una regina!" esclamò tutta felice, sembrava una bambina che aveva appena ricevuto un gioco nuovo, tutto questo solamente per questo piccolo gesto.
"Certo signorina, a lei tutto è dovuto" risposi sorridendole.
Poi presi una porzione anche io, poi feci per versarle del vino, ma rifiutò e prese solo l'acqua, all'inizio non ci feci molto caso e mi sedetti, incominciammo a mangiare.
"Allora è buono?" le chiesi.
"Certo, come sempre, sei un ottimo cuoco Edward"
"Com'è andata oggi per il libro?"
"Uhm, bene, alla fine ho firmato per altri due volumi, ho molte idee in testa e saprei già cosa
scrivere, quindi alla fine non mi sento obbligata, mi hanno lasciato tutto il tempo che mi serve,
basta che non ci metto millenni"
"Uhm, pensa a fare un buon lavoro e che soprattutto piaccia a te, poi pensi dopo a loro" le dissi.
"Si, lo so, tu invece, hai composto nuove melodie amore?" mi chiese entusiasta, adora la mia musica e io non posso che esserne felice.
"Uhm si, può darsi…" risposi, non sapeva che dopo avrei suonato per lei una melodia nuova.
Quando passammo al secondo anche li non prese il vino, mi sembrava molto strano, questi erano due vini che lei amava, forse semplicemente non le andavano stasera.
Continuammo a parlare del più e del meno, alzai lo sguardo e la fissai, era davvero bellissima, di una bellezza assurda, quei dolci capelli che le incorniciavano il viso a cuore e poi gli occhi, i suoi occhi, un verde smeraldo stupendo, lei si accorse del mio sguardo e arrossì abbassando il volto, poi arrivò il momento del dolce, era molto ansioso oltre che entusiasta, presi la torta e la appoggiai al centro e tagliai una fetta per lei e poi una per me.
Nessuno disse niente per qualche minuto, mentre mangiavamo silenziosi la torta, ero agitato, ma poi presi coraggio.
"Bella"
"Edward" dicemmo all'unisono, ci guardammo e ridemmo insieme.
"Prima tu" dissi.
"No, prima tu" rispose lei.
Mi alzai e mi avvicinai a lei, mi inginocchiai e lei sorpresa mi guardò felice, aveva gli occhi illuminati.
Le presi le mani e incominciai a parlare.
"Isabella, ci conosciamo da sempre, siamo cresciuti insieme, siamo sempre stati ottimi amici, poi un giorno abbiamo capito di amarci. Non posso stare senza di te, ogni cosa di te mi piace, il tuo sorriso, i tuoi bellissimi occhi smeraldo, la tua espressione buffa, i tuoi modi di fare, la tua dolcezza, bellezza, tutto, il tuo essere te.  Non esiste cosa che non farei per te e … Oddio mi sto perdendo preso dall'emozione, io ti amo, ti amo con tutto me stesso e praticamente ti amo da sempre, quindi Isabella Swan, vuoi tu prendere questo pazzo ragazzo che è follemente pazzo di te, come tuo marito? Vuoi diventare mia moglie?" le chiesi, aveva gli occhi lucidi dall'emozione e una lacrima le accarezzò il viso, mi fissava, per un attimo ebbi paura, ma poi sorridendomi mi rispose emozionata, "Si, certo che voglio diventare tua moglie, con tutta me stessa, ti amo da sempre Edward" e mi baciò, le presi la mano sinistra e le infilai l'anello,  guardammo entrambi la sua mano, l'anello faceva bella mostra di se.
Sorrisi, sorrisi al pensiero che sarebbe diventata mia moglie.
"Tu cos'è che volevi dirmi amore?" le chiesi entusiasta.
"Bè io… io… Edward sono incinta" disse felice.
"Cosa?" chiesi, forse non avevo capito.
"Sono… sono incinta" adesso sembrava timorosa, pensava che non fossi contento, scherza?
"Oh mio dio, ma è una notizia meravigliosa! Oddio Bella, di quanto?" le chiesi, ormai avevo gli occhi lucidi anche io.
"Di tre settimane l'ho scoperto l'altro ieri, volevo farti una sorpresa oggi, ma c'è la siamo fatta a vicenda a quanto pare".
La presi in braccio e la feci volteggiare.
"Avremmo un figlio e ci sposeremo, posso desiderare qualcosa di più nella mia vita?" dissi
guardandola felice.
"Ti amo, ti amo, ti amo" e la baciai di slancio, lei rise e ricambiò , mi mise entrambe le mani tra i miei capelli e mi avvicinò di più a se, mentre io la stringevo a me, l'amavo, l'amavo in un modo incredibile, era tutta la mia vita.
La portai sul seggiolino accanto a me, mi guardò sorpresa, io sorridendole incominciai a suonare la nuova melodia, le mie mani accarezzavano dolci i tasti e una dolce melodia si espanse per tutta la stanza, la vidi piangere di gioia.
"Questa l'hai ispirata tu, ti amo amore mio" e la baciai, poi la portai sul divano, lei si appoggiò a me, istintivamente posai una mano sul suo ventre piatto, tra poco si sarebbe gonfiato e la nostra creatura sarebbe cresciuta dentro di lei, sorrisi e poi sentii la sua mano sulla mia, puntò i suoi occhi verdi nei miei.
"Spero prenda i tuoi bellissimi occhi azzurri" sussurrò.
"Anche i tuoi sono bellissimi" risposi io.
"I tuoi di più, lo sai che ho un debole per gli occhi azzurri" disse avvicinando le sue labbra alle mie, la baciai, all'inizio fu bacio dolce, lieve, leggero, poi divenne passionale, ma sempre dolce.
L'attirai a me, la presi tra le mie braccia, con una mano le accarezzavo la schiena, l'altra tra i suoi capelli, lei mi circondò il collo, ci staccammo un attimo per respirare.
Ci fissammo e poi sussurrai "Ti amo da sempre e ti amerò per sempre", lei rispose "Ti amerò per sempre anche io, come sempre ho fatto".
Poi le nostre labbra furono di nuovo impegnate in una dolce e passionale danza, e poi facemmo l'amore, amandoci l'un l'altro.





Allora? Che ve ne pare?
I colori degli occhi li ho messi volutamente così :D
A voi la parola :D
CiaoooooooooooooooooooooooooXD
   
 
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