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Autore: _rantells    01/06/2012    2 recensioni
Premetto che so che ci sono già storie della serie "Le dieci cose che odio di te", ma ci tenevo a fare una Scorpius/Rose e dopo due tentativi ho deciso di fare questa.
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Rose Weasley, Scorpius Malfoy | Coppie: Rose/Scorpius
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nuova generazione
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Scorpius Hyperion Malfoy e Rose Weasley si sono sempre odiati.
Si insultavano a vicenda ogni volta che si incontravano -cosa che succedeva spesso visto che Albus Severus Potter, cugino di Rose, era il migliore amico di Scorpius-.
Non riuscivano ad andare d'accordo, non riuscivano a conversare civilmente: solo Scorpius era in grado di fare arrabbiare così tanto Rose, e solo Rose era in grado di far sentire inutile Scorpius. Ma forse sotto c'era qualcosa di più.

Ed è proprio per questo che quel venerdì sera, in una festa organizzata di nascosto da Albus, avrebbero voluto essere in qualunque altro luogo.

Albus aveva deciso un gioco: volta per volta venivano sorteggiati due nomi degli invitati che venivano chiusi in una stanza per mezz'ora. Lì avrebbero potuto fare tutto quello che volevano.
E indovinate? Scorpius e Rose furono sorteggiati insieme.

____________
Erano dentro quella stanza da cinque minuti, ormai. Nessuno dei due aveva aperto bocca, erano stati seduti tutto il tempo ognuno a reggere lo sguardo dell'altro.
-Ti odio.- sbottò all'improvviso Rose.
Ma Scorpius si era deciso. Aveva deciso di dirle tutto. Si alzò di scatto e si avvicinò a lei che fece lo stesso, ma stando ferma.
-Tu mi odi Weasley? E io che dovrei dire? Ci sono almeno un miliardo di cose che odio di te, ma te ne elenco solo alcune.
Odio il modo in cui correggi sempre le persone con la tua aria da sapputella.
Odio il modo in cui riesci a far sentire qualcuno inutile, insinificante, anche solo con uno sguardo o una parola.
Odio quando mi guardi.
Odio quando mangi, potresti contenere l'intero tavolo di Corvonero senza ingrassare di un grammo.
Odio il modo in cui ti passi una mano tra i capelli quando sei nervosa. Sei così irrimediabilmente attraente.-

Rose, sbalordita, fece un passo indietro.

Scorpius continuò.
-Odio quando sorridi, sembri brillare più del sole. Ma continua a farlo, perché è il mio ossigeno.
Odio i tuoi occhi azzurro cielo, mi ci perdo dentro ogni volta.
Odio il modo in cui saluti tuo cugino Albus: abbracciandolo. Vorrei averti anche io tra le mie braccia.
Odio quando diventi rossa per ogni singola cosa, ecco come adesso. Diventi dello stesso colore dei tuoi capelli, colore che non posso non amare.
Odio il suono della tua voce. Potrei ascoltarti per ore.
Odio trovarti sempre la sera tardi sulla Torre di Anstronomia, ho paura che possa succederti qualcosa. Sto sempre lì a guardarti finchè non so che sei al sicuro.
Odio il modo in cui, in classe, alzi sempre la mano per rispondere alle domande.
Odio quando ti trovo sdraiata sotto il tuo albero preferito. Vorrei sdraiarmi di fianco a te.
Odio quando mi insulti. Usi sempre gli stessi, un po' di fantasia.
Odio i ragazzi che ti guardano come se fossi una preda facile.
Odio vederti sempre nei miei sogni.
Odio il fatto che tu mi abbia messo contro mio padre.
Perché? "Perché è una Weasley, non puoi essertene innamorato. Nonno Lucius ti ucciderà..."
Odio tutto di te.
Ma soprattutto odio che ogni cosa che mi porta ad odiarti, mi porta anche ad amarti sempre di più.-

Al contrario di come si aspettava Scorpius, il Casanova, Rose non lo baciò.
Anzi, fece un altro passo indietro.
-Malfoy, vorrei dirti anche io quello che odio di te.-
Scorpius sorrise.
-Odio quando ti passi la mano tra i capelli, cioè sempre, sei così vanitoso.
Odio quando mi critichi per ogni cosa che faccio.
Odio quando ti vanti con i tuoi compagni perché sei più bello, più bravo e tutto il resto.
Odio il modo in cui ti atteggi con tutte le ragazze. Come se fossero usa e getta.
Odio quando giudichi il mio aspetto. Se ti da fastidio, non guardarmi.
Odio quando provi ad uscire con ogni ragazza solo perché sai che non rifiuteranno il tuo invito.
Odio anche io i tuoi occhi. Non capisco mai di che colore sono. Sfumano sul verde, sull'azzurro e sul grigio. Mi mandano in confusione.
Odio quando pensi di essere il più bravo della classe.
Odio il fatto che tu sia il migliore amico di mio cugino.
Odio il tuo aspetto. Sento ogni giorno ragazze che discutono di quanto sei assolutamente fantastico.-

Scorpius fece un sorriso malizioso e la lasciò andare avanti.
-Odio il tuo cognome.
Odio i tuoi capelli.
Odio il fatto che non perdi occasione per insultarmi.
Odio dover stare in questa stanza con te.
Odio la tua casa, Serpeverde.
Odio trovarti sempre in giro, quando faccio le ronde, la sera.
Odio il ghigno che hai sempre stampato in faccia.-
Sembrava aver finito, e Scorpius pensò che lei non ricambiava i suoi sentimenti.
-Odio tutto di te. Perché siamo così diversi da sembrare simili.
Odio il fatto che dovremo tenere tutto questo nascosto. Perché siamo nemici dalla nascita, come i nostri genitori.
Ma sopratutto odio il fatto che tu ci abbia messo così tanto a dirmi che mi ami. Perché anche io ti amo.-
Scorpius sorrise e si avvicinò a lei, circondandole la vita con un braccio. In qualche secondo le labbra di ognuno erano immerse a baciare quelle dell'altro. Rose gli passò le mani tra i capelli, assaporando quel momento che attendeva da tanto, in silenzio. Scorpius la strinse ancora di più a se.
Iniziarono a sentire le risate da fuori e voci che si chiedevano cosa stessero facendo.
Si staccarono l'uno dall'altra lanciandosi un sorriso.

La porta si aprì e Scorpius uscì con le mani in tasca e la sua solita aria da Re del mondo. Alzò le spalle.
-Che vi aspettavate?-
Si allontanò senza degnare nessuno di uno sguardo.

Dietro di lui uscì Rose con le braccia incrociate sul petto, si avvicinò ad Albus poggiandogli una mano sulla spalla.
-Wow, davvero bello questo gioco.-
Si allontanò anche lei, lasciando tutti a bocca aperta.
Nessuno di loro scoprì che in quella stanza, grazie a quello stupido gioco, era nato un'amore che cercava di sbocciare da giorni, mesi, e forse anni.
  
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