Un attore per amico.

Chapter five.

Mi svegliai serenamente, con uno strano calore su tutto il corpo, poi mi ricordai di aver dormito con Thomas.
Eravamo ancora abbracciati, il suo viso tra i miei capelli, il mio capo appoggiato sul suo petto.
Decisi di alzarmi e mettere a posto la stanza: quella notte avevamo fatto un putiferio!
Cominciai a spostare i nostri indumenti e piegarli sull'estremità del letto.
Aprii le finestre subito dopo aver spostato le tende.
«Ehi» la voce di Tom ancora impastata dal sonno.
«Ehi...» ripetei.
Mi sdraiai nuovamente accanto a lui.
«Devo parlarti» disse.
Fui sicura di essere diventata paonazza.
Se mi avesse voltuo rimpiazzare?
Se la notte prima non avremmo dovuto fare quel che avevamo fatto?
Ma no, cercai di autoconvincermi, siamo amici - forse qualcosa di più?! -, non avrebbe alcun motivo per fare così.
Feci un profondo respiro.
«Dimmi»
«Devo confessarti una cosa, ma non metterti a ridere» chiarì lui.
Fui presa alla sprovvista.
«Io ehm... Okay»
«Hai presente il tuo attore preferito? Quello di cui mi hai parlato quel giorno a Central Park, al nostro primo appuntamento?» chiese.
«Sì» annuii dubbiosa.
«Ecco. Se fosse più vicino di quanto pensi?»
Sbuffai.
Ridussi gli occhi a due fessure, il mio indice accusatorio puntato su di lui
«Stai per caso cercando di illudermi?» il mio tono era acido.
«No»
«E allora perchè mi fai queste domande? Perchè mi dovrei mettere a ridere? Logan Lerman è un attore, una piccola cotta che ho da sempre! Lui è una persona importante, in confronto io sono una merda» affermai, amareggiata.
Mi guardò quasi in cagnesco, poi, emise una leggera risata.
«A dirla tutta, sei la sua ragazza»
«Hai bevuto qualcosa mentre io dormivo?» domandai, prima di mettermi spudoratamente a ridere di fronte a lui.
Mi guardò storto.
«Ti avevo detto di non ridere» la voce era ferma, lo sguardo serio.
«No è che, sono allergica alle stronzate. Tu mi stai dicendo che in realtà non sei Thomas Carter, ma Logan Lerman. E questa è una cazzata grande quanto il mondo. Ti sfido: dammi tutti i motivi possibili per convincermi a crederti» lo provocai.
Lui alzò gli occhi al cielo, sispirò rumorosamente, poi parlò.
«Quando è il mio compleanno?»
«19 gennaio. Proprio come Logan Lerman» affermai «Ma io non sono convinta»
«Ho un fratello e una sorella»
«Tutti potrebbero aveceli» ribattei.
«Ti sei mai chiesta dove vive la mia famiglia? I miei genitori, i miei fratelli?»
«Molte volte» gli risposi.
«Sono a Beverly Hills, il posto in cui sono nato, proprio come Logan Lerman» rispose soddisfatto.
«E' perchè ti hanno lasciato da solo?» esasperai.
«Perchè ormai sono maggiorenne, e devo girare il mondo per i film»
«Quali film?» fui sarcastica.
«Ti dico che sono un attore!» esclamò con voce stridula.
Ragionai un po' su cosa avrei potuto chiedergli per capire da cosa era partito quel gioco, ormai noioso.
«Allora è per quello che non sei venuto a scuola per un mese, lo scorso semestre?» continuavo a non berla, ma più parlava, più le coincidenze erano tante.
Lui annuì silenziosamente.
«Ti do un ultimo motivo per credermi: ho giurato che non ti avrei mai mentito, e ora non ti sto raccontando balle»
Cominciai a scaldarmi, le mie mani rinchiuse a pugno, le nocche bianche per la stretta violenta.
«Mi hai mentito fin dall'inizio invece!» sbraitai «Perchè non mi hai detto subito di essere Logan Lerman ma un certo Thomas Carter?»
«Per il semplice motivo di non essere usato» rivelò.
Rimasi zitta, perchè se non lo avessi fatto gli avrei rinfacciato tutti gli insulti possibili e immaginabili.
Come si permetteva? Credeva che io lo avessi sfruttato per tutto quel tempo? Pensava davvero che io fossi così meschina?
Forse dalla mia espressione infuriata capii le domande che mi stavo porgendo.
Probabilmente ce le avevo scritte in faccia.
«Non sto dicendo che tu mi abbia usato, anzi... Se io mi fossi presentato a scuola con il mio vero nome, probabilmente mi ritroverei sempre circondato da ragazze che vogliono stare con me solo perchè sono famoso, ricco e bello, solo per farsi una reputazione. Invece sono venuto qui mostrandomi uno sfigato senza amici» il discorso non faceva una piega; fui sul punto di credergli «Poi ho incontrato te» dichiarò dolcemente, dandomi un pizzicotto sulla guancia.
«Non mi hai incontrata» lo corressi «Eri un rompicazzo che mi seguiva ovunque» lo presi in giro, facendo venire in mente i nostri ricordi di due anni fa, in seconda superiore, quando eravamo ancora degli adolescenti spensierati, mentre adesso eravamo quasi degli adulti.
Passammo i successivi trenta minuti di religioso silenzio, mentre ero ancora seduta sul letto, con Thomas/Logan che mi osservava.
«Mi credi?» disse in tono supplichevole.
Annuii.
«Sì, ma dovrò farci l'abitudine: non capita tutti i giorni di conoscere Logan Lerman e...» fissai il letto a bocca aperta «... dobbiamo lavare le lenzuola» delle gocce di sangue macchiavano le coperte candide e bianche.
«Lo sapevi che era la mia prima volta» il mio tono di voce era basso, triste.
«Lo sapevo» mi guardò dritto negli occhi.
Improvvisamente la mia rabbia sparì, trasformandosi in tristezza.
Mi ero spinta troppo con lui?
«Per te invece no, vero?!» avevo quasi le lacrime agli occhi.
Si avvicinò a me e mi diede un buffetto sulla guancia.
«Era la prima volta anche per me» confessò.
Lo fissai come se fosse un alieno.
Lui rise e alzò le mani in segno di resa.
«Voglio entrare con il tuo Twitter, ora» ordinai.
«Per fare cosa?»
«Dovresti cambiare immagine del profilo e metterne una con me, dovresti mettere che sei fidanzato ufficialmente e bla bla bla» spiegai, emettendo una risata malefica «Fottute fan, vi farò impazzire»sibilai.
«Guarda che ti ho sentito» mi rimproverò Thomas alias Logan.
«Che c'è? Non ho detto niente!» esclamai con finta innocenza.

Improvvisamente il mio cellulare squillò.
«Merda» imprecai.
«Pronto?»
- Bonnie, mi stavo preoccupando! Dove cazzo sei? Avevi detto che tornavi per cena ieri sera! Con chi hai dormito? Che hai fatto? Hai fumato? Ti sei fatta qualche canna? Guarda che se vengo a sapere che ti droghi giuro che ti ammazzo! - mia madre, quanto è affettuosa delle volte.
«Sto bene, non ho fumato e non mi sono drogata» risposi, alzando gli occhi al cielo.
- Dove sei? - mi chiese.
«Sono a casa di Thomas» la sentii trattenere il fiato.
- Avete dormito insieme? - Logan si mise a ridere, probabilmente talmente la mamma urlava che la sua voce si sentiva senza bisogno dell'altoparlante.
Per gioco, misi il vivavoce.
«No mamma, non abbiamo dormito insieme» mentii.
- Guarda che se scopro che non sei vergine... -
"... mi spaccherai la faccia. Sì lo so" dissi annoiata.
- Dunque, passami la mamma del tuo amico che le chiedo scusa per il disturbo - Logan mi rivolse un'occhiata d'allarme.
«Ehm, ecco... La mamma è andata a fare la spesa» gli feci l'occhiolino.
- Allora parlo con il padre -
«E' un uomo d'affari, in questo momento si trova in un'industria per firmare contratti. Mamma, tra un po' arrivo, stai tranquilla!»
- Porta anche il tuo amichetto qui. Papà vuole fargli una bella chicchierata -
Chiusi la chiamata.
«Cazzo» dissimo in coro.

Finalmente abbiamo capito chi è 'sto Thomas!
Adesso che i due fanciulli stanno insieme non pensate che la loro storia sia rose e fiori!
I problemi ci saranno, eccome!
Spero che il capitolo via sia piaciuto e spero che le recensioni aumentino nel corso della storia :)