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Autore: Acquamarine_    01/06/2012    3 recensioni
Quattro storie, quattro momenti.
Due gioie e due dolori, diversi i personaggi, i generi, i pensieri.
#1. Hermione Jean Granger= Amortentia
#2. Lord Voldemort= Molliccio
#3. Dobby= Amortentia
#4. Seamus Finnigan= Molliccio
Genere: Generale, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altro personaggio, Hermione Granger, Seamus Finnigan, Voldemort
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Più contesti
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Nickname (EFP e forum):  Acquamarine_
Titolo:  Di libri, calzini, banshee e morte 
Genere: Generale, Introspettivo, Romantico
Avvertimenti: Flash!fic, One-Shot
Categoria scelta (se Amortentia, Molliccio o entrambi: Molliccio (2 e 4);  Amortentia (1 e 2)
Personaggio/i: Hermione Granger; Lord Voldemort; Dobby; Seamus Finnigan
Introduzione (facoltativa): Quattro storie, quattro momenti.

Due gioie e due dolori, diversi i personaggi, i generi, i pensieri.
Dalla prima storia: "Immaginò Beatrix Sleepson intingere la penna nell'inchiostro scuro e cominciare a scrivere lentamente una serie di lettere scure, macchiare quei fogli immacolati di emozioni e sorrisi, lacrime e dolori, gioie e amori."
Dalla seconda storia: "In un'occasione normale, avrebbe urlato “Homonum Revelio” fin quando non avrebbe scoperto l'ubicazione del colpevole.

In un'occasione normale, lo avrebbe ucciso selvaggiamente.

[...]

Ma quella non era un'occasione normale, quindi girò su se stesso, lasciando quel posto esattamente come lo aveva trovato.

In silenzio."
Dalla terza storia: "«Cosa è che Dobby ama di più?», domandò l'altra con un timido sorriso.
L'elfo si aprì in un sorriso smagliante, gli occhi gli si illuminarono e le lunghe orecchie tremarono per un attimo.
«I calzini!», esclamò con voce allegra."
Dalla quarta storia: "Era chiamata così perché si diceva fosse abitata da streghe malvagie e misteriose pozioniste, ma lui non ci credeva.

O meglio, sapeva che se anche ci fossero state, non gli avrebbero fatto del male.

Sua madre era una strega e di certo non lo aveva né mangiato, né cucinato la notte di Halloween.

[...]

Una figura orribilmente deforme si stanziava dinnanzi a lui, i profondi occhi color del sangue inchiodati in quelli scuri del giovane."
Note: Questa storia avrebbe dovuto partecipare all'Amortentia e Mollicci di MegenthaRigbie, ma la giudicia ha annullato il contest per le poche storie ricevute, ho deciso, tuttavia, di pubblicarla. Diciamo, più che altro, che ho fatto decidere ad Emma, e lei ha votato per questa v.v


Su questo primo capitolo non ho note da lasciare, non importanti, almeno. È molto autobiografico; scrittrice, data, avvenimenti e titolo del libro sono tutti di mia invenzione.
Ebbene, dedico questo capitolo a tutti coloro - a tutti voi ♥ - che amate leggere. A tutti noi che sappiamo ascoltare i libri, e che sappiamo che saranno sempre lì a darci il benvenuto a casa ♥
Ah, ovviamente il titolo si rifà alla frase di JK: "Hogwarts will always be there to welcome you home" ♥
I capitoli sono già tutti pronti, e questo, assieme alla storia che sarà pubblicata per terza (un'altra della categoria Amortentia) sono quelle che mi piacciono maggiormente :)
Al prossimo aggiornamento, che dovrebbe essere Venerdì :)
Baci,
Mari 

*

Books will always be there to welcome you home

Hermione passeggiava per la biblioteca lentamente, godendosi il profumo dei libri, beandosi della calma del luogo e sorridendo al pensiero di cominciare quel nuovo libro adocchiato da una settimana.
Ripensò alle pagine, leggere come ali di farfalla e lievemente ingiallite dal tempo.
Pensò quante menti avessero arricchito quelle parole, quanti studenti avessero aiutato, quanto bene avessero portato.
Immaginò Beatrix Sleepson intingere la penna nell'inchiostro scuro e cominciare a scrivere lentamente una serie di lettere scure, macchiare quei fogli immacolati di emozioni e sorrisi, lacrime e dolori, gioie e amori.
Si avvicinò allo scaffale posto alla sinistra della porta d'entrata e cercò il volume, trovandolo dopo qualche minuto di ricerca.
Lo prese tra le mani dolcemente, quasi temesse di potergli fare male, portandolo sul cuore e camminando verso la scrivania a cui era seduta Madama Pince.
Prese la penna poggiata sulla pergamena alla destra della donna – che si limitò a lanciarle un'occhiata – e scrisse velocemente:

Hermione Jean Granger, “Vivere o Morire, 13/03/1996”, poi s'incamminò verso una sedia libera, desiderosa di cominciare il libro.
Si sedette, mentre il profumo del libro la investiva in pieno.
Aprì la prima pagina, mentre i suoi occhi cominciavano a scorrere lungo le righe, la sua mente acquisiva informazioni e il suo cuore provava emozioni particolari.
Leggere era sempre stata una passione, un'avventura, una felicità.
Il primo libro che aveva letto era stato un regalo di sua nonna Rose. Era stato l'ultimo regalo che la donna le aveva fatto, poi era andata via.
Le aveva insegnato a leggere quando lei aveva cinque anni, dicendole che se mai avesse avuto bisogno di un amico, i libri ci sarebbero sempre stati.
L'avrebbero capita, l'avrebbero fatta ridere, le avrebbero insegnato nuove cose, l'avrebbero resa migliore pur non pretendendo da lei cose impossibili.
I libri sarebbero stati migliori delle persone.
Era diventata la sua legge, il suo credo.
Aveva divorato un libro dopo l'altro, leggendo di principesse, principi, giovani fanciulle, animali fantastici.
Leggere le faceva sentire meno la mancanza della donna, la faceva sentire libera, leggera... felice.
Aveva letto molti libri, poi si era resa conto di stare scrivendone uno.
Il grande libro della sua vita.

   
 
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