Pranzarono tutti e tre insieme. Risero e scherzarono come sempre. Hayley poi si alzò e invitò gli altri membri della band a scendere nello scantinato per scrivere nuova musica per l'album.

Dieci minuti di silenzio. Seguiti da uno strarnuto e di nuovo dieci minuti di silenzio che consumava sempre di più l'ossigeno finchè fu più difficile respirare. 
-Devo uscire, solo un secondo..- così disse Hayley mentre fuggiva all'esterno dell'abitazione, in preda al panico. Fuggiva da quel vuoto che era diventata la sua band, dai suoi amici che in quel momento parevano solo degli sconosciuti. 
-La seguo.
-No Taylor aspetta, tu rimani qua e prova a mettere in fila due accordi. Vado io.
-Non ci sei solo tu, anche io posso aiutarla.
-Smettila di fare l'egosta, resta qua. La cosa migliore è cercare di scrivere una nuova canzone, e solo tu puoi farlo. Mi fido di te Tay.
Jeremy seguì Hayley in cortile e la trovò seduta sulla panca davanti la cucina. Si sedette accanto a lei e non la guardò in faccia, puntava lo sguardo verso la staccionata dove anni prima appesero la farfalla distrutta trovata lì nei paraggi e trovarono l'idea per l'album.
-Forse dovremmo solo aspettare l'ispirazione, non credi?! E' inutile forzare le cose!-  disse Jeremy abbracciando la cantante.
-Non lo so.. non capisco. Taylor ed io eravamo così uniti fino ad un mese fa, scriveva canzoni fantastiche. In the mourning sarà sempre la mia preferita, e adesso? Riesce solo a stare zitto con una chitarra in mano. Per non parlare di me, che non riesco a mettere due parole in fila. 
-Abbiamo bisogno solo di..
-Di niente. 
Hayley si alzò di scatto e tornò nello scantinato.


I tre si salutarono e tornarono ognuno a casa propria. 
Taylor entrò in casa e si buttò sul letto distrutto. 
Riempì il cuscino di lacrime, pensava al suo migliore amico, che forse amava. Pensava a Hayley che ha sempre avuto paura di deludere. Pensava a Josh che ha sempre venerato, come fosse un idolo per lui. E a Jeremy, che continuava ad essere sempre buono con lui, nonostante tutti i disastri che combinava giornalmente. 

-Sono un coglione- e si addormentò, vestito, sporco, con il viso ancora bagnato dalle lacrime e il telefono nella tasca che vibrava invano. 



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Il nuovo capitolo arriverà presto, per partorire questo ho aspettato mesi, avevo da fare. Ma in questi giorni sceglierò bene come continuare la storia. Grazie della pazienza e sopratutto ringrazio chi ha recensito i primi due capitoli! :)