Scena Quinta: X Atto.
Il mio sguardo è una maschera di gelo pronto a divorare Domenico,
in piedi, davanti a me e Sam, con un mazzo di rose bianche.
<< Cazzo vuoi? >>
Ringhio tra i denti pronta a menar mani.
<< Emh... Elisa, calmati. >>
Sorrido cattiva, quando sussulta e indietreggia, vivamente a
disagio dalla situazione. E poi la vedo, la fierezza tipica della mia migliore
amica, ritornare a farsi strada, tra la vecchia Sam e
<< Andiamo Elisa... >>
Fredda, distaccata, austera e ... figa.
<< Wow... >>
<< Cosa? >>
Mi risponde solo dopo pochi secondi inarcando un sopracciglio.
<< Sei davvero... wow! >>
Sbuffa divertita attirandomi a sé con un braccio.
<< Ehi, ragazze! >>
Mi giro verso Nicola, che ci sta chiamando dal ciglio opposto alla
chiesa di Provinciale, appena ristrutturata e tirata a lucido, con un braccio
fuori dal finestrino, segno di fare con calma.
Attraverso la strada sulle strisce pedonali, convinta che Sam mi
stesse seguendo, ma non è così, infatti quando mi giro la vedo ferma con le
braccia congiunte, di fronte alla porta principale della chiesa sbuffando un
alito di fumo davanti al volto di Domenico, che la guarda con gli occhi pieni
di tristezza. Interiormente mi potrebbe fare tenerezza, forse se gli
concedessimo il beneficio del dubbio...
<< Dobbiamo parlare... >>
Viene interrotto dalla porta che si apre e si chiude, facendo
salire Sam. I suoi occhi grigi sembrano essere sconvolti.
<< Sam? >>
La chiamo con gentilezza, guardando i suoi occhi persi nel vuoto.
Non mi risponde.
<< Sam, oggi mangi da me? >>
Ed annuisce, mentre Nicola tira un sospiro che non capisco.
Oggi Sam
mangia da noi.
Mando un messaggio a Davide non accorgendomi dell’occhiata di Nicola.
Appena sole, nella casa di Davide, ( a proposito, dov’è?!) la
sprono a dirmi quello che le è successo per perdere così tanto colorito dopo
aver parlato con Domenico, facendola sedere sul divano.
<< Mi ha detto che... >>
Si ferma e noto gli occhi pieni di lacrime, pronte ad uscire
fuori. Automaticamente i miei occhi si inumidiscono.
<< Ha detto che mi ama, che non saprebbe vivere senza di
me... >>
Le lacrime di Sam scendono lente ad ogni parola ed io non capisco
la reazione: se Domenico prova tutto questo amore nei suoi confronti, perché
reagire così?
<< Tesoro, qual è il problema? >>
Prende fiato per rispondere ma i singhiozzi le impediscono di
parlare. La abbraccio forte senza chiederle nulla.
Nell’ambiente cala un silenzio triste e teso che viene interrotto
dall’inserimento delle chiavi nella toppa di casa.
<< Ragazze, sono a casa! Forza, apparecchiate la tavola che
ho comprato lasagne e qualche arancino! >>
Forse perché non sente una risposta, forse perché è troppo
euforico di questi tempi, forse perché sta per entrare in ferie, che entra a
tutta velocità in salotto, con un sorriso... dolcissimo. Scuoto il capo
cercando di non pensare a Davide come
uomo, di questi tempi, reagisco in modo strano.
<< Cosa sono queste facce? Su forza, siete giovani e belle!
Su, in piedi e con i sorrisi sulle labbra! >>
Lo dice con un sorriso sulle labbra rassicurante prendendo la mano
di Sam e alzandola, facendola ondeggiare a destra e sinistra in una sottospecie
di danza. Colpita, mi alzo dalla sedia e metto lo stereo a tutto volume con il
Valzer della Vedova Allegra, facendoli scoppiare a ridere.
<< Ci sta alla grande! >>
E continua a danzare con Sam, goffamente, ma continua a strapparle
dei sorrisi, anche quando lei si concentra a non pestargli i piedi e lui le
mette una mano alla vita e l’altra tiene la sua...
Scatto in piedi senza sapere il motivo e mi risiedo con in petto
una strana sensazione.
<< Eh vabbè... >>
Mormoro cominciando ad apparecchiare la tavola nell’altra stanza. Finisco
presto e mi accomodo su una sedia ripensando a quella strana sensazione che
stava crescendo dentro il petto per espandersi. Non capisco.
<< Eccoci! Sam sarai brava a fare pugni, ma a danzare... sei
proprio una schiappa! >>
<< Hai ragione! >>
Ridono insieme entrando dalla porta e provo... invidia.
Che stupida che sono!
<< Non si può essere perfetti! No? >>
Sorrido scacciando via quella sensazione per la seconda volta.
<< Chi l’ha detto?!
>>
Mormoro a mezza voce soprappensiero ricevendo un’occhiata
preoccupata da parte di Davide, che si avvicina e si abbassa fino alla mia
altezza.
<< Ehi... tutto bene? >>
Chiede e noto i suoi occhi brillare e specchiarmi per intero.
<< Eh? Ah! Si, certo! Mangiamo?! >>