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Autore: AngelOfSnow    02/06/2012    1 recensioni
Salve a tutti.
Con questa storia spero tanto di farvi immergere in un mondo non troppo lontano dalla realtà dei giorni nostri.
La protagnista si ritroverà a fare i conti con le "Gocce di memoria" scombussolate dalla presenza di un uomo a cui deve molto dando modo al loro passato di fondersi per divenire un unico futuro.
Dal capitolo:
Della mia vita a Milano ricordo solamente il volto sfigurato dal tempo di un bambino.
Nient’altro, a parte che mi trovavo spesso a casa sua per colpa del lavoro dei miei genitori e che fosse oramai parte integrante di quella vita: una vita che sinceramente amavo da ogni punto di vista perché non avevo la consapevolezza di quello che avrei realmente lasciato dopo.
Adesso, che ho compiuto 16 anni, non posso fare a meno di domandarmi “chi” e “cosa” rappresentasse per me, anche se so per certo che nessuno mi avrebbe detto alcunché. Eppure sono ottimista pesando che il mio passato mi abbia formata a come sono oggi...
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Scena Quinta: XI Atto.

Scena Quinta: XI Atto.

Con della scemenza addosso da far paura, durante tutto il pranzo, non smettiamo di ridere e scherzare e mio malgrado, molte volte avevo desiderato di essere la bottiglia di birra che ogni tanto portava alle labbra, solo per saggiare la morbidezza delle stesse... dovrebbero essere morbide, no?

Per scacciare via questi pensieri avevo dovuto bere anche io, ma acqua, taaaanta acqua e solo a fine pasto mi ero accorta di un’occhiata famelica al mio indirizzo da parte di Davide.

A parte questo, prendo a braccetto Sam e con tono giocoso le faccio l’occhiolino.

<< Davide, adesso ti fai i piatti e non ci disturbi vero? >>

Poggio la mano sulla porta scorrevole e lo guardo di sottecchi mentre sposta lo sguardo fuori dalla finestra, assorto, fumando una sigaretta. Mi esce una risata, quando gli vedo sulla spalla una pezza bianca.

<< Capito? >>

Ancora in quella posizione, mentre da un’altra boccata, annuisce e sorrido ancora quando si rende conto che, no, non lo avrei aiutato e che, si, lo stavo prendendo in giro dandogli del servo.

<< EHI! Ma... brutta, se ti prendo!? >>

E avevo chiuso la porta, sentendo il tonfo sordo dello straccio contro il legno e la risata cristallina che parte dal proprietario al suo retro.

<< Dopo me la pagherai! >>

Urla, ma io sono già seduta accanto a Sem, che se la ride alla grande.

<< Sembrate una coppia di sposini alle prime armi! >>

La guardo con stupore.

<< Ma se il primo contatto dopo un mese è stato oggi! >>

Ribatto rassegnata. Rassegnata per cosa, poi....

<< Ne sembri... dispiaciuta? >>

Non so che risponderle e poggia una mano sulla mia spalla, rassicurandomi che fosse del tutto normale, che anzi, se partiamo così è un bene...

<< Perché sarebbe un bene? Sarebbe un male senz’ombra di dubbio. Se dovessi innamorarmi di Davide, Nicola ne soffrirebbe... anche se non ricordo come e quando ci siamo messi insieme, ricordo che mi diceva “Ti amo”, a casa mia... e poi Davide è grande, anche troppo per me. Poi, chi ti dice che da qualche parte non abbia una ragazza? Chi ti dice che avrebbe la orza di aspettarmi? Io non lo so... e  non so nulla di lui. Non lo conosco da  così tanto tempo... >>

Mi sembra sbagliato. Tutto il mio discorso ha buchi dappertutto e Sam se ne accorge ignorando il discorso su Davide.

<< Tu quindi ricordi la risposta che gli hai dato? >>

Ci penso su, ma l’unica cosa che ricordo sono le mie mani a tenere strette quelle sue vicino al petto.

<< Non è questo il punto! >>

Dico.

<< Si che è questo! Tu e Nicola non... >>

<< Ragazze, vi ho portato il dolce! >>

Sobbalziamo vedendoci spuntare davanti Davide con un sorriso tirato e occhi spenti ed io mi sento in colpa per un qualcosa che non so spiegare ma che Sam sembra capire, perché gli ricambia l’occhiata, in modo affranto.

<< Stavate parlando di ragazzi, eh? >>

Ci lancia un occhiolino girandosi e si incammina verso la cucina con la testa infossata tra le spalle.

<< Tornando a Domenico... che ti ha detto? >>

<< Ah, si... ha detto che mi ama, che vuole stare per sempre al mio fianco, avere tutto da me e darmi tutto... ma... >>

Sembra così tranquilla quando parla, adesso, che non posso fare a meno di pensare che ci abbia ragionato molto.

<< Ma la ragazza con cui si stava baciando una settimana ha il cancro al pancreas al quinto stadio e non le resta tanto tempo. Solo tre mesi. Lui era il ragazzo a cui tante volte si era dichiarata... insomma che ama. Domenico ha solo fatto ciò che anche io avrei reputato giusto... anche se mi avrebbe fatta soffrire, sapeva che io non sarei scomparsa come il fuoco di una candela... >>

 La guardo impietrita sul posto e quando si gira a guardarmi in faccia, non posso fare a meno di abbracciarla forte a me, perché quel sorriso forzato e quelle lacrime intrappolate, mi feriscono in modo terribile.

<< Gli credo...  io credo in lui... >>

Lo ripete all’infinito contro il mio petto e non mi accoro dello sguardo altrettanto triste di Davide che ci guarda dall’altra stanza.

 

   
 
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