Libri > Il diario del vampiro
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Autore: meiousetsuna    02/06/2012    8 recensioni
Da "Moonsong". Ho trovato che la scena più simpatica del romanzo, sia stata questa partita a biliardo americano, ma la parte essenziale della trama è rivisitata, e non svelo nulla sui nuovi personaggi, quindi potete leggere con tranquillità!
Dal testo: "Un noioso posticino 'in' per noiosi studenti di buona famiglia, pensò Damon, entrando nel bar, individuando subito un ragazzo che spiccava per la sua aria distaccata e posata. Almeno in quello Stefan gli somigliava, pensò, non doveva vergognarsi di presentarlo in giro. 'Hai deciso di ubriacarti senza di me? Non ti riconosco, ma forse provare a restare senza Elena è troppo per le tue forze' Si avvicinò posandogli confidenzialmente una mano sulla spalla, cercando di non fargli capire quanto in realtà gli facesse davvero piacere".
Buona lettura, divertitevi! Baci dalla vostra Setsuna
Genere: Commedia, Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Bonnie McCullough, Damon Salvatore, Elena Gilbert, Nuovo personaggio, Stefan Salvatore | Coppie: Bonnie McCullough/Damon Salvatore
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Non so chi potrebbe capitare qui, ma... al solito, alle mia amichette, in ordine alfabetico! Alice inWonderland, Elen91, Frankie91, Hugghina, Iansom, NanaBiancaTvD. Spero vi piaccia il biliardo!

 

A Game of 9-ball Pool*


L’Università di Dalcrest non poteva certo vantare presidenti e grandi artisti laureatesi tra le sue mura, eppure percorrendo la stradina che costeggiava l’edificio, si poteva respirare una certa aria vivace grazie agli studenti che fino ad ora tarda si ritrovavano in piccoli gruppi di ricerca, coi  testi pesanti e voluminosi sparsi fin sui gradini degli edifici secondari.
Il ragazzo dai magnifici capelli di seta nera e gli occhi rilucenti come una notte stellata, alzò lo sguardo sull’insegna al neon del primo locale appena fuori della vera e propria area del campus; una posizione strategica, pensò con un raro guizzo di approvazione, vicina abbastanza da essere comoda da raggiungere a piedi ma libera di servire superalcolici a tutti i clienti, in qualunque orario. Parte del suo consenso svanì di fronte all’ovvietà del richiamo che il nome della sala, ‘Eddie’s billiards’, ** avrebbe dovuto esercitare sugli avventori amanti del gioco.
Un noioso posticino “in” per noiosi studenti di buona famiglia, pensò Damon entrando nel bar efficacemente illuminato, individuando subito al bancone un ragazzo che spiccava tra gli altri per la sua aria distaccata e posata. Almeno in quello Stefan un po’ gli assomigliava, pensò, non doveva vergognarsi di presentarlo in giro…
”Hai deciso di ubriacarti senza di me? Non ti riconosco, ma forse provare a restare senza Elena vicino è troppo per le tue forze – si avvicinò posandogli confidenzialmente una mano sulla spalla, cercando di non fargli capire quanto gli facesse realmente piacere – perché non cerchiamo di divertirci, la nottata  è solo all’inizio!”


Con un colpo d’occhio impercettibile a qualsiasi umano, gli indicò due ragazzi vicini a uno dei sei tavoli da pool. Uno era bassino, scattante, coi capelli color sabbia e doveva essere il ‘tipo furbo’; l’altro, massiccio e con ispidi capelli scuri, sembrava la guardia del corpo, quello che assicurava che la puntata fosse pagata, anche scoprendo che qualcosa nel metodo della gara  non fosse stato esattamente corretto.
“Siamo troppo esperti, allenarsi a un gioco per cinque secoli ti rende eccessivamente bravo, non credi? Non mi sembra giusto”.
“Andiamo, truffare i truffatori non è un male, è fare giustizia!” 
Stefan si ricordava perfettamente dei loro primi tentativi a billiart*** nei giardini di Palazzo Salvatore a Firenze; anche a quel tempo suo fratello prendeva tutto come una competizione feroce, preferendo sfidare i figli dei fittavoli per poter sfogare tutto il  suo bisogno di aggressività, per lui giocare si traduceva in una sola opzione: vincere.
In fondo non aveva motivo di non accontentarlo, pensò, si stava comportando piuttosto bene con tutti dal momento che Elena aveva chiesto tempo ad ambedue  per cercare di fare chiarezza nei suoi pensieri senza averli accanto. Si alzò, appoggiandosi pesantemente al bancone, accentuando in modo deciso quello che poteva essere un leggerissimo stato di ebbrezza, ridacchiando come se non volesse farlo notare e si avvicinò al tavolo libero in fondo alla sala. Prese una stecca e strofinò accuratamente il girello**** col gesso, mentre Damon dedicava qualche secondo della sua  scarsissima pazienza a scorrere i titoli delle canzoni di un juke-box, fermandosi alla prima che gli sembrò accettabile.


Le note di “Fly me to the Moon” resero il vuoto pieno di significato con la loro melodia morbida ma nel contempo fredda, un perfetto sottofondo ai movimenti del vampiro, che prese il rastrello, posizionandolo nel centro del tavolo, con le nove palle nella loro ordinata forma romboidale. 
“Spezzo io. Mi pare che ti siano rimasti un po’ di spiccioli in tasca”. 
“Ho venti dollari”.
“Va bene. Inizio”. Il maggiore fece un primo tiro buono, ma non ottimo, mandando alcune delle sfere vicino alle buche, riuscendo quindi mandarne due dentro, prima di colpire quella sbagliata.
“Tocca a te”.
Si appoggiò con le spalle alla parete, un ginocchio flesso per far aderire comodamente un piede contro il muro; nessuno sarebbe apparso elegante in quella posizione tranne lui; la sua attitudine suggeriva l’idea di un grosso felino che si preparava a scendere da un ramo, certo frutto delle sue abitudini. Stefan se la prese comoda, voleva che quel momento di connessione con suo fratello durasse il più possibile; era l’unico che lo facesse sentire meno solo, in realtà, la persona che poteva ricordarlo da bambino, ma se glielo avesse detto apertamente di certo avrebbe ottenuto un sorriso di dileggio e un invito a trovarsi un altro passatempo che stargli appiccicato.
Peccato che mentre stava per realizzare un tiro che avrebbe mandato in buca una palla decisiva, i suoi sensi di vampiro furono distratti dall’energia delle persone che stavano entrando in quel momento. Elena, Bonnie, e quello strano ragazzo coi capelli così biondi da essere quasi bianchi, Zander, per cambiare , senza la sua rumorosa combriccola di  amici.

Stefan decise istantaneamente di non andare a salutarli, per rispettare il patto con la sua ex-fidanzata, ma questa distrazione lo portò a steccare clamorosamente, cedendo di nuovo il turno a Damon, che non riuscì però a mantenerlo fino alla fine, lasciando così il colpo della vittoria.
“Mi hai decisamente battuto! – aprì un portafogli pieno zeppo di banconote, prendendone una da venti e passandola al fratello – che ne dici di concedermi la rivincita?” 
Il minore ammirò il  sangue freddo con cui l’altro non aveva reagito minimamente all’arrivo delle ragazze, chiedendosi contemporaneamente come facesse ad essere sempre così fornito di denaro, ma probabilmente non voleva davvero conoscere la risposta…
“Ciao! – finalmente i due bari avevano abboccato all’amo – io sono Jimmy e lui è David, vi andrebbe una partita a squadre, per movimentare la serata? Ho visto che siete piuttosto bravi, per cui proporrei un centone, ma possiamo riparlarne…”
“In effetti cento non mi sembra una cifra adatta – si esibì in  un sorrisetto da ubriaco – che ne dici Stef, cinquecento dollari? Penso che possiamo permetterceli in due”.
Senza dare cenno di attendere davvero il consenso alla sua domanda, si rivolse direttamente a Jimmy.
“Accettato?”
“Ci sto amico. Soldi facili!”
Damon preparò nuovamente la rastrelliera, come sfidati toccava a loro iniziare. Stefan non perse tempo a osservare la partita, ma mise la stecca posto, avvicinandosi infine agli amici, mentre Elena gli dedicava uno sguardo affettuoso, per poi spostarlo con curiosità verso i giocatori, il cui numero per la verità si era ridotto ad uno solo.

“Non aspetti il tuo turno?”
“Non serve, è già finita”. 
“Damon è molto bravo, vero?” Bonnie sussurrava nell’orecchio di Stefan senza che questo potesse minimamente impedire che il destinatario del complimento lo udisse, mentre con precisione chirurgica dava forza alla biglia battente ed  imbucava le nove palle in ordine numerico senza una sbavatura di un millimetro, il tutto condito da una fastidiosissima aria di sufficienza, come se avesse fretta di mettere tutto a posto per andar via, in ritardo per qualche appuntamento importante.
“Anche troppo, per la verità… abbiamo finto di essere brilli”.
“Avete imbrogliato! - la rossa li fissò entrambi con un misto di rimprovero e ammirazione per quel comportamento così ribelle – meno male che stasera non c’è Meredith, si sarebbe infuriata…”
“Pagate, per favore”.
Per alcuni secondi, la reazione rabbiosa dei due ragazzi non si fece attendere.
“Pensate di avere a che fare con degli stupidi, vero? O di farci paura perché siete in tre?”
Damon fece cenno a Stefan, che si era subito fatto avanti per dargli manforte e a Zander, che voleva fare bella figura con Bonnie, di restare indietro.

“Rendete conto solo a me. Credo che preferiate pagare”. Una leggera ondata di Potere fu più che abbastanza per far sparire il colore dal volto di Jimmy e David, che aveva impugnato la stecca per usarla come arma e la lasciò  immediatamente cadere al suolo, mentre messi insieme i cinquecento dollari, li depositava con timore reverenziale nelle mani del vampiro, che lo guardava con occhi da assassino.
“D’accordo, non litighiamo, ok? Credo che per un po’ non ci faremo vedere”.
“Sarà meglio”. In un attimo Damon aveva riguadagnato il suo ghigno abituale, mentre estraeva un biglietto dal mucchio, porgendolo al fratello, che non pensò neanche lontanamente a protestare, notoriamente, lui non divideva.  
“Vi offro un drink. Ma mi sembra che il vincitore prenda tutto, giusto? - le iridi nere si focalizzarono su quelle verde foglia, anche se era fin troppo chiaro di chi stesse parlando – almeno per una sera”.
Stefan capì in quel momento; non erano mai stati quei ragazzi le vittime del tiro di Damon, ma lui ed Elena. D’altra parte, lei non era una sua proprietà e se era destino che il loro legame prevalesse, non sarebbe stato certo per una serata passata insieme per scommessa.
Soprattutto, però, non voleva litigare.
“Se Elena acconsente, per me va bene”.
“Grandioso, fratellino. Volevo sentirtelo dire. – si girò verso gli altri, che stavano per protestare qualcosa  - andiamo, streghetta,  pensi di metterci molto? Non amo aspettare”.

“Cosa?” Bonnie era impietrita al suo posto, senza osare guardare né lui, né il suo amico speciale Zander. Poi, smise di riflettere e fece un passo avanti, poggiando timidamente la mano sul braccio che lui le stava porgendo, arrossendo fino alla radice dei capelli color fragola. Il biondo ebbe una mezza idea di opporsi, ma una voce interiore gli suggerì di lasciar perdere e di ritirarsi in buon ordine, quando vide l’espressione orgogliosa della ragazza , mentre usciva dal bar col suo cavaliere oscuro*****.
Elena era abbastanza offesa, ma non poté fare a meno di pensare che era meglio così.
“Bonnie ha un influsso molto positivo su di lui, tira fuori la sua parte migliore, quella più protettiva… sono tranquillo quando li vedo insieme”.
Stefan aveva parlato con sincerità, pensò la bionda, prendendogli la mano, mentre pensava il seguito di quella frase, che non avrebbe detto a voce alta. ‘ Mai come ci riesci tu’.

*Il 9-ball Pool è la più disputata e conosciuta tra le varianti del palla 15 ed è abbastanza celebre tra i giochi di biliardo americano. Si gioca con un set di dieci bilie, di cui una bianca battente e nove numerate progressivamente da 1 a 9. Le nove bilie si dispongono a rombo con la n°1 sul punto medio della linea di fondo e la n°9 nel mezzo. Il break deve essere effettuato colpendo obbligatoriamente la bilia n°1. Lo scopo è imbucare le nove bilie con tiri regolamentari: per ogni tiro la bilia da colpire deve essere quella con il numero più basso ma non è necessario imbucare le bilie in ordine numerico
** il nome del bar è quello del romanzo; che si chiami “Eddie”, mi ha suggerito che si rifaccia  a “Eddie lo svelto”, il protagonista di “Lo spaccone”,  il più celebre film basato sul gioco del biliardo
***billiart:  versione antica,  originariamente derivata dal croquet, da giocare al chiuso in inverno
****cappuccio di cuoio morbido sulla punta della stecca
***** pardon! Damon è diventato Batman (begins)!^^

 

  
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