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Autore: hinata 92    02/06/2012    5 recensioni
Nuovi arrivi alla Shibusen: un'arma che ha appena scoperto i suoi poteri e che nasconde un enorme segreto; un maestro senza arma a cui non interessa nulla delle lezioni e un'altra arma alla quale è stata nascosta la verità per molto tempo...
Molti nemici li attendono, ma forse solo uno è reale... quello che si nasconde nell'ombra e attende...
Tutti i protagonisti e tanti nuovi personaggi in una saga avventurosa e divertente in puro stile Soul Eater!!!
Genere: Avventura, Comico, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altri, Black Star, Death the Kid, Maka Albarn, Soul Eater Evans
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Polvere incantata'
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Una ragazza sperduta nel deserto

Una ragazza sperduta nel deserto! Proviamo di nuovo a riscrivere il destino?

 

« Ciao! Vado da Maka per le ripetizioni di quello che mi sono persa mentre ero a casa! Ci vediamo dopo! »

« Sì, tranquilla! Ciao, Lucy! »

La ragazza chiuse la porta e si allontanò correndo versa la casa dell’amica, senza notare che i suoi compagni la stavano osservando di nascosto dalla tenda socchiusa della finestra.

« Via libera? »

« Sembra proprio di sì! »

« Ok, tira fuori la busta, Kevin! »

Simon sospirò. No, non le piaceva fare le cose di nascosto, ma voleva che Lucy avesse un periodo di relax dopo la brutta esperienza con Kishin, e la lettera di sua zia non era certamente un buon modo per cominciare!

« Eccola, Simon! »

« Grazie! »

Il violinista strappò malamente la busta gialla, rovesciando sul tavolo una lettera e due buste più piccole bianche. Su una era scritto a penna un grosso 1, sull’altra un 2.

Simon alzò un sopracciglio. Era una cosa strana, sua zia non gli aveva mai mandato nulla del genere!

Prese il foglio piegato in due, lo aprì, ma non ebbe il coraggio di leggerlo subito. Per un secondo chiuse gli occhi. Qualsiasi cosa ci fosse scritta, avrebbe sconvolto la sua vita, la loro vita. Di nuovo. Era pronto a tutto questo?

« Se non la leggi, lo rimpiangerai più avanti… coraggio, ci sono io con te! Qualsiasi cosa ci sia, la affronteremo insieme, te l’ho promesso! »

« Grazie, Kevin… »

Un profondo sospiro e Simon aprì gli occhi.

 

 

“Carissimo nipotino mio, come stai?

So che questa mia strana busta non ti sarà gradita, ma devo davvero dirti queste cose… ti faccio però una promessa: questa sarà l’ultima volta che interverrò nella tua vita con queste lettere.

 

 

Kevin interruppe l’amico che stava leggendo ad alta voce:« Era anche ora! Mai visto dei parenti più ingombranti dei tuoi, Simon! »

Il ragazzo lo fulminò con lo sguardo, ma per tutta risposta l’amico aggiunse:« Negalo, se ci riesci! Tua zia arriva sempre nel momento meno opportuno con queste lettere! Ma hai un’idea di quanto guadagnino le poste con tutto quello che lei spende di francobolli? »

Simon scosse la testa sospirando e continuò la lettura.

 

 

“Oltre a questo foglio, nella busta hai trovato anche altre due buste più piccole, che ho appositamente numerato. Ti chiedo di leggere la prima, e di aprire la seconda solo quando avrai compreso il significato della precedente. Ho dovuto mandartele insieme perché temevo che la posta non riuscisse a recapitarvele in tempo utile…

 

Ti voglio bene, Simon, ora più che mai. Sono sicura che quando capirai appieno il significato delle mie ultime due lettere, comprenderai anche che tutto quello che ho fatto l’ho fatto per te e per il tuo futuro! Non scordare mai la mie parole, nipotino mio, non dimenticare il tempo trascorso insieme e troverai le risposte che ti serviranno!

 

A presto!

 

La tua zietta”

 

 

Simon rabbrividì alle ultime parole. Non gli piacevano, sembravano quasi un addio, nonostante il più rassicurante “a presto” al fondo della lettera.

Cosa doveva succedere di così importante da farle scrivere quelle parole?

Guardò Kevin in cerca di una risposta.

« Senti, se non andiamo fino in fondo, tanto valeva non cominciare neppure… e quindi ti chiedo… »

Kevin prese le due buste bianche.

« … signor concorrente, per la domanda da un milione di uova di kishin, vuole la busta uno o la due? »

« Ma piantala, scemo! »

Simon rise strappando dalle mani dell’amico la busta con il numero uno segnato a penna. Sapeva che Kevin ce la stava mettendo davvero tutta per tirarlo su di morale.

« Allora? Che c’è scritto? »

« Le solite frasi incomprensibili… però stavolta si è impegnata, sembra quasi una poesia! , in fondo lei di professione fa la scrittrice… »

« E sentiamo questo poema, avanti! »

 

 

“Una ragazza sperduta nel deserto,

cammina da sola, nel cuore un tormento,

nascosto agli amici la sua meta ha,

che da uno scomodo rimorso la libererà.

Sempre verso ovest la raminga cammina

verso un castello che pian piano si avvicina,

ignara si consegna a un ingrato destino,

regalerà la sua anima a un oscuro secondino.

Curiosa la prigione dove viene custodita,

il prezzo da pagare per la memoria smarrita

di chi demone è stato e or non è più,

e la ragazza attende, prigioniera laggiù.

Strambi i sonni di chi l’attende e spera,

strani sogni lo tormentano a partire da una sera,

non capirà se è fantasia o verità

fino a quando il precluso vedere potrà.

Il verde, Simon, sarà il segnale,

verde e non rosso, e potrai andare,

quando un finto ritorno verrà completato

inizierà il viaggio per chi fino ad allora avrà sperato.

Apri la seconda busta, comincia l’avventura

che coinvolgerà tutti, senza alcuna paura.”

 

 

I due ragazzi si fissarono perplessi.

« Quanto hai capito? »

« A una prima lettura, poco o niente, proviamo a rileggerla con calma… »

Per un paio di minuti calò il silenzio.

« Oh oh… »

« Cosa c’è, Kevin? Hai capito qualcosa? »

« Forse… e quello che ho capito non mi piace! »

Il ragazzo dai capelli rossi indicò una riga.

« Hai letto qui? “il prezzo da pagare per la memoria smarrita di chi demone è stato e or non è più”… »

« Il Kishin, giusto? »

« Esatto. E chi, fra le ragazze che conosciamo, ha più interesse a ritrovare la memoria del Kishin? »

« No… non dirmelo… »

Simon tirò un calcio al tavolo:« Di nuovo Lucy! Di nuovo! Ma perché? Perché sempre lei? »

Kevin sospirò:« C’è un’altra frase che me lo conferma: “nascosto agli amici la sua meta ha, che da uno scomodo rimorso la libererà.”  »

« Hai ragione, sarebbe proprio da lei partire senza dirci nulla… ma io non lascerò che accada! »

Simon s’intascò la lettera:« Per ora Lucy non sa dove andare a cercare… e per quanto mi riguarda, non leggerà mai questa lettera! Forse così non si caccerà ancora nei guai… »

Kevin lo guardò preoccupato:« Sei sicuro che sia una buona idea? Anche l’altra volta hai provato a nasconderci la lettera di tua zia e non ha funzionato… »

« È l’unica cosa che posso fare per proteggerla. »

Kevin alzò le spalle:« La lettera è tua, Simon… io non dirò nulla, ma stai attento! »

« Lo farò. E ora andiamo a recuperare la nostra Lucy, prima che Maka la faccia impazzire con tutti i compiti arretrati! »

 

« Ehilà, ragazzi! »

« Ciao Lucy! Come va lo studio? »

Kevin e Simon guardarono un po’ preoccupati l’enorme quantità di libri sulla scrivania di Maka.

« Oh, meglio di quanto mi aspettassi! Lucy se la cava molto bene con lo studio, a differenza di qualcun altro… »

Simon arrossì appena, mentre Tsubaki entrava nella stanza con una bottiglia d’acqua e tre bicchieri.

« Oh, ciao ragazzi! Aspettate, vado a prendere altri due bicchieri… »

Kevin scosse la testa:« Tranquilla, ce ne stavamo andando… Lucy, vieni con noi a prendere un gelato? »

« Subito, con questo caldo ci vuole proprio! E poi direi che per oggi ho fatto abbastanza! »

« Andate pure, vi raggiungo fra poco. Volevo chiedere a Maka una cosa per la verifica di Stain di mercoledì prossimo… »

Kevin fissò Simon con aria seria, ma Lucy lo trascinò fuori senza sospettare nulla.

 

« Qual è il problema, Simon? E non mi dire la verifica, perché ti conosco abbastanza bene da sapere che non te ne importa nulla, come al solito! »

Il ragazzo sospirò:« Volevo sapere come vi sembrava Lucy… »

Tsubaki sorrise:« Allegra e solare come al solito! »

« Non era… nervosa? Magari per il Kishin? »

Maka scosse la testa:« Non ne ha mai accennato. »

« Capisco… »

« C’è qualcosa che dovremmo sapere? La tua anima è inquieta… »

Simon sorrise tristemente. Non si sarebbe mai abituato alla capacità di Maka di vedere le anime! Senza dire una parola, tirò fuori la lettera dalla tasca e la mostrò alle ragazze.

 

 

« Ti va una tazza di tè? »

« Eh? Ah, sì! La ringrazio, signorina Marie! »

« Ti ho già detto di chiamarmi solo Marie, Kishin… e puoi darmi anche del tu! Per te devo essere solo una ragazzina… »

« Già… »

L’ex demone si sedette sul divano a sorseggiare la sua bevanda.

« Veramente buono, sign… Marie! Era davvero tanto che non bevevo un buon tè! »

Marie sorrise:« Mi fa piacere! »

L’uomo guardò la tazza:« Tu non hai paura di me? »

« Dovrei? »

« Non lo so… per decenni è stato il mio compito, quello di spaventare la gente, ma ora… ora non so più niente di chi sono, o di chi dovrei essere! Di Kishin mi è rimasto solo il nome… »

« Potremmo togliere anche quello. Perché non ti dai un altro nome, in attesa di ricordare il tuo? »

« No. Non si può cancellare il passato. Se mi trattate tutti così bene rischio di scordare ciò che ho fatto… non è giusto nei confronti delle persone a cui ho fatto del male! Kishin… un nome che è un marchio indelebile della mia anima rosso sangue… »

« Le persone possono cambiare. »

« Forse… ma l’unica che ho cercato di cambiare, alla fine, sta cambiando me! »

« Parli di Lucy? »

Il Kishin annuì:« Volevo renderla come me, e invece è lei che mi sta rendendo diverso… ma in cosa? Cosa sto diventando? »

Marie sorrise:« Forse non stai cambiando. Forse stai tornando a essere ciò che eri prima di avere la follia! »

Il Kishin non rispose, finendo di bere il suo tè.

« Sorride. »

« Eh? »

« Lucy sorride… non so cosa stia facendo, ma sento che è felice. »

Non lo avrebbe mai ammesso, ma la sensazione gli dava un grosso senso di pace. Senza rendersene conto, si ritrovò a pregare che il sorriso sul volto di Lucy non sparisse mai.

 

 

Lucy si voltò.

« Che c’è? »

« Niente… credo… »

Kevin fissò l’amica con aria perplessa. Lei gli sorrise.

« Credo che qualcuno stia pensando a me… un pensiero bello… »

E, senza spiegare, iniziò a correre rischiando di sbrodolarsi con il suo cono al limone e fragola. Kevin sospirò, chiedendosi se sarebbe mai riuscito a comprendere veramente quella ragazza e le corse dietro. Lui il suo cono al cioccolato e stracciatella l’aveva già finito da un pezzo.

 

 

« Brutta faccenda… »

Tsubaki non parlò. Lasciò fare tutto a Maka.

Simon sbottò:« Se Lucy leggesse questa lettera, correrebbe immediatamente nel deserto! Ha troppo a cuore questa faccenda del Kishin, e non le importerebbe nulla delle conseguenze… ma a me sì! E per questo non la leggerà! Anzi, per favore, non ditele nulla… meglio che vada, prima che sospetti qualcosa! »

Tsubaki lo salutò con la mano e aspettò di rimanere sola con Maka per parlare della faccenda.

« Cosa ne pensi? »

La ragazza sospirò, giocherellando con i capelli biondi:« A volte mi chiedo se non sarebbe stato meglio lasciare Lucy al suo villaggio…  se non sarebbe stato più giusto lasciarla lì, dopo averla salvata, senza insistere perché venisse alla Shibusen! Forse, se non fosse venuta qui, non avrebbe tanti casini, ora… »

« Se non fosse venuta qui, Simon sarebbe ancora depresso e Kevin continuerebbe ad uccidere la gente! È vero, ha avuto molte difficoltà, ma ha anche avuto delle belle esperienze qui! »

« Sarà, ma io a volte mi sento in colpa nei suoi confronti… »

Le due ragazze si lasciarono così, senza più tornare sull’argomento.

Quando rimase da sola, Maka recuperò dal cassetto della sua scrivania la cartolina con l’immagine del deserto che sua madre le aveva spedito tempo prima. Il suo sguardo si perse fra le dune mosse dal vento e il pensiero tornò inevitabilmente alla strana poesia della zia di Simon. Un peso nel cuore e nell’anima tornava a soffocarla da un po’, quando pensava alle disavventure dell’amica. Un senso di colpa forse ingiustificato, ma comunque molto opprimente.

Una ragazza sperduta nel deserto…

« In fondo, non ha mai fatto il nome di Lucy… »

 

 

Kevin detestava di essere svegliato mentre dormiva. Soprattutto perché soffriva d’insonnia e aveva il sonno leggerissimo. Ormai erano famosi in tutto il quartiere, se non nell’intera Death City, i suoi grandiosi lanci della sveglia dalla finestra. Gli avevano detto che il suo record era di quindici metri, ma il ragazzo non aveva mai verificato. Sapeva solo che almeno una volta ogni due mesi l’orologiaio lo vedeva varcare la soglia del suo negozio.

Si chiedeva quindi chi fosse il coraggioso, o lo stolto, dipendeva dai punti di vista, che osava cercare di sfondare la porta di casa alle cinque del mattino bussando come un disperato.

Anche Simon si affacciò un po’ assonnato dalla porta della sua camera, ma gli bastò incrociare lo sguardo furioso dell’amico per svegliarsi del tutto. Lucy dormiva ancora. Non bastavano le cannonate per svegliarla, di solito, ma aprì gli occhi comunque quando sentì la voce di Kevin gridare come un pazzo:« ALLORA? SPERO CHE TU ABBIA UN OTTIMO MOTIVO PER VENIRE A ROMPERE LE SCATOLE A QUEST’ORA DEL MATTINO! SAPPI CHE HO UCCISO PER MOLTO MENO!!! »

Solo allora guardò in faccia il suo disturbatore. Aveva una faccia sconvolta, forse aveva persino pianto, o era sul punto di farlo. E calcolando chi era, doveva essere una cosa davvero seria.

« Cosa… cos’è successo? »

Non sentendo più nulla e temendo le brutali reazioni dell’amico appena svegliato, anche Simon si affacciò alla porta di casa.

« Soul… »

Il ragazzo porse un foglio ai due ragazzi.

 

“Scusami, Soul, ma non voglio che Lucy soffra ancora per una scelta che io le ho praticamente imposto tempo fa. Dì a Simon e Kevin di non preoccuparsi, starò attenta! Ci vediamo presto!”

 

Simon e Kevin si guardarono negli occhi sconvolti. No, una cosa del genere non se la sarebbero mai aspettata. Allora era proprio vero, il destino non si poteva riscrivere in alcun modo?

Gli occhi cremisi di Soul scrutarono senza pietà i due ragazzi in pigiama:« Allora? Cosa cavolo avete detto a Maka per farla scappare di casa senza dirmi niente e lasciando un biglietto del genere? »

 

Kishin:« Cos’è questo? »

Marie:« Un frullatore! »

Kishin:« Un che? »

Marie:« Serve per tritare i cibi… guarda! »

Kishin:« Incredibile… ai miei tempi queste cose non c’erano mica! »

Marie:« Quindi deduco che tu non sappia nemmeno cosa sia una lavastoviglie o una lavatrice… »

Kishin:« Eh? Parli di quella roba che girava in bagno facendo tanto rumore? »

Marie:« Probabilmente sei arrivato durante la centrifuga, comunque sì… »

Kishin:« Ah, tranquilla! L’animale feroce che c’era dentro l’ho sistemato io! »

 

Soul Eater, Polvere incantata, 18 capitolo: L’ombra nera nel deserto dorato! Il triumvirato della promessa tradita?

 

Marie:« LA MIA LAVATRICE!!! PERCHÉ HAI TRITURATO I MIEI ABITI??? »

Kishin:« Le donne… le salvi dagli animali feroci e si lamentano! »

Marie:« Io e te dobbiamo fare una luuunga chiacchierata sulla moderna tecnologia… »

 

 

 

Ciao a tutti!!! Spero che questa nuova svolta non vi abbia deluso! La trama ormai è avviata e le sorprese non sono ancora finite… vedrete, vedrete!

Approfitto dello spazio per ringraziare Jan Itor 19, Sakurax16, Mitzune_chan, Baby Liar (ex Rose Broken!), Zawa chan (dai, due capitoli che ti rimetti in pari! Ops, ora sono tre però… ma ce la farai comunque!) e un ringraziamento stramegaultrafantastico a TokorothX3 che, oltre a essersi rimessa in pari con i capitoli, ha anche fatto un magnifico disegno del mio trio di scalmanati e l’ha allegato all’ultimo commento! Grazie ancora, non sai quanto mi hai reso felice!

 

Bene, direi di chiudere qui! Vi aspetto al prossimo capitolo!

 

CIAO!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!

 

Hinata 92

  
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