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Autore: herm88    20/12/2006    5 recensioni
It is the end of all hope, to lose the child, the faith. To end all the innocence, to be someone like me
(End Of All Hope - Nightwish)
Genere: Triste, Dark, Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti
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Untitled

Ok. Non so proprio, come al solito, che cosa sia. Una sera mi è venuto il trip di scriverla e l'ho scritta XD

Si ringrazia con tutto il mio cuoricino palpitante Suzako, che tanto brava e paziente, mi sopporta e beta tutto ^.^ vi lascio alla lettura di questa "storia" XD

La fine

Mandylion without a face
Deathwish without a prayer
End of hope
End of love
End of time
The rest is silence


[Mandylion senza un volto
Desiderio di morte senza una preghiera
Fine della speranza,
fine dell'amore,
fine del tempo
Il riposo è silenzio]


Nightwish – End Of All Hope





Passi cadenzati nel vuoto.

Rimbombano nel grande spazio, ritmicamente.

Quasi come una melodia.


Attraverso velocemente la stanza buia, uscendo dall'edificio, mentre dietro di me risuonano scoppi di granate e rumori di mitraglia.


Il rumore della guerra.

La guerra produce rumore.

Rumore prodotto dalle armi.

Armi prodotte dalle fabbriche.

Fabbriche in cui lavorano uomini.

Le stesse armi che uccidono gli uomini.


Ma non è il momento adatto per le mie riflessioni spirituali.

Mi volto un attimo indietro, a guardare la base militare da cui sto fuggendo, in cui migliaia di corpi sanguinanti di amici, nemici, compagni e conoscenti insozzano il pavimento.

Continuo a correre.

Esco finalmente dalla stanza.

La foresta di fronte a me.

Corpi insaguinati giacciono in terra, uniti dallo stesso destino.

I miei piedi affondano in pozzanghere di sangue, facendo uno strano rumore.
Mi guardo intorno circospetto imbracciando meglio il fucile, quasi timoroso di perderlo.

Di perdere l'unica arma che ho, e che potrebbe salvare la mia vita.

Ma a che costo? Salvo me stesso.

E uccido qualcun altro.

Che magari pensava la stessa cosa.

Di uccidermi.

E di salvarsi.

Una catena infinita, di odio e distruzione.


Alcune luci risplendono davanti a me, dalle torri di controllo della base nemica.

Rosse e blu. Si alternano.

E' il segnale per i rinforzi.


Aumento la velocità, le gambe che bruciano dalla fatica, la gola secca, il casco protettivo che mi da una visuale sfocata del tutto.

Un nemico.

Apro il fuoco.

Le immagini si susseguono, come fotogrammi di un film, a rallentatore.

Parte il proiettile dal mio fucile, vola nell'aria, andando a conficcarsi nella carne dell'altro soldato, sorpassando l'armatura e gli indumenti

L'ho ucciso solo perchè la sua divisa è diversa dalla mia.

Sorpreso, prima di inalare l'ultimo respiro grugnisce.

Cade a terra.

Inutile ribadire il suo stato, ma lo faccio.

E' inequivocabilmente morto.

Fucile d'assalto standard. Comune, ma molto efficace.


Tutto questo in una manciata scarsa di secondi. Curioso.

Mi tuffo a destra, intravedendo una figura che spara da dietro dei cespugli.

Mancato per un soffio.

Schiena a terra, rotolo, mi rigiro, e sparo.

Scena molto simile.

Il proiettile parte sicuro, e mette fine a un'altra vita.

Forse un padre. Forse un fratello. Forse un figlio. Forse nessuno.

Chi lo può sapere?


Velocemente mi rialzo, aiutandomi con le mani, e correndo verso la jeep abbandonata più vicina.

Con un balzo ci salgo sopra, e quasi urlo dallo spavento rendendomi conto che sul sedile accanto al mio giace qualcosa di insanguinato.

E' un bambino.

Ma non lo vedo dal viso orribilmente sfigurato, probabilmente dall'esplosione di una bomba.

Ma dal corpo, così piccolo e fragile.

Perchè? Perchè?


Con uno spintone lo butto giù, con un tonfo cade sul terreno fangoso.

Zavorra inutile.

Mi abbasso, trovo i fili giusti.

Li metto a contatto sperando che siano ancora funzionanti, e per fortuna il motore si accende.

Ingrano la marcia, e parto a tutta velocità.

La jeep sobbalza a ogni corpo che calpesto.

Fuggo.

Non so nemmeno dove.

Il mio plotone è stato sconfitto.

Sono tutti morti.

L'unica cosa che posso fare è andare via, via da questa guerra, che odio con tutto me stesso.


Freno bruscamente.


Scendo dalla jeep.


Mi guardo intorno.


E' uno spettacolo tanto bello quanto orribile.

Giro la testa, e dietro di me vedo schiere di aerei che volano nel cielo scuro di fumo, tagliando l'aria e producendo quell'orribile rumore. Insopportabile.

Sgangiano continuamente bombe, in punti precisi, strategici.

Dove sono sicuri di uccidere più persone.

Sui pochi accampamenti che ci sono rimasti.

Davanti a me, infuria la battaglia.

Decine di soldati mitragliano dalle torri, colpendo quanti più nemici possibili.

Corpi cadono a terra.

Mi chiedo perchè, le immagini di guerra al rallentatore sembrano quasi irreali.

La guerra è irreale.

Tutto è irreale.


Alla mia destra, intravedo tra i cespugli qualcosa.

Stanno facendo un'esecuzione.

Una ventina di civili, donne e bambini più che altro, sono in fila davanti a due soldati.

Lentamente, uno di loro estrare la mitraglietta. Arma veloce e leggera, ottima per le esecuzioni frettolose.

La punta contro il primo della fila, un anziano signore.

E apre il fuoco.

A ogni corpo che si affloscia, passa ad un altro, senza interrompere il flusso di proiettili.


Alla mia sinistra, ecco.

La cosa che amo forse di più.

Il silenzio.

Quando infuria la guerra, è difficile sentire il silenzio.

Tra gli spari, le esplosioni, le urla, i richiami.

Ma da quel lato della regione non c'è guerra.

C'è solo silenzio.


Metto il piede sullo scalino della jeep. Mi appoggio col gomito sulla portiera, e osservo tutto.

Lo incido nella mia memoria.

Poi apro il cruscotto.

Una pistola. Perfetta.

La punto alla mia tempia.


Non ho più motivo di vivere, e so benissimo il perchè.

Il mio dito si muove sul grilletto, lo spinge fino a metà.

E' al limite.

Una minima pressione e finalmente le mie sofferenze finiranno.


Ma all'improvviso una mano mi afferra il braccio armato, e me lo preme contro la schiena.

Velocemente, afferra anche l'altro e mi blocca con delle manette.


Dice qualcosa. Non capisco, non è la mia lingua.

Mi butta sulla jeep, mette in moto.

So dove sta andando, lo so.

Ora sono un prigioniero.

Non ho potuto uccidermi, mettere fine alle mie sofferenze.

Ora, in una cella fredda e buia continuamente ripenserò a queste orribili esperienze.

Mi tormenteranno nel sonno.

Sempre.


Piango.

Piango perchè non sono morto.

Piango perché è la fine.


This is the end of all hopes...

***

Ebbene, ecco. Deprimente al cubo, lo so.

Un mio speciale ringraziamento va ad Ana, che ha letto l'anteprima e ha dato un giudizio a questa roba.

Ringrazio di nuovo la mia beta, perchè se lo merita XD

Se avete tempo, lasciate qualche commento, è ben accetto ^0^

Herm

  
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