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Autore: _Alyara    02/06/2012    3 recensioni
A Unima sta accadendo qualcosa di veramente strano, mai registrato negli archivi storici: ogni giorno si verificano sempre più aggressioni da parte dei Pokémon selvatici, che vengono denunciate alle autorità competenti.
Nessuno sembra capire cosa stia accadendo loro né il perché di questi assalti, nemmeno la sapiente professoressa Aralia riesce a spiegarsi questa faccenda. Sembra tutto perduto, o forse no.
Dal cap 1:
"Al notiziario avevano detto, su questo argomento, che nemmeno la professoressa Aralia sapeva cosa rispondere e che sarebbero stati chiesti soccorsi a un tipo che conosceva le caratteristiche di tali Pokémon. Touko era proprio curiosa di conoscere questo tipo e il suo modo di risolvere la faccenda, ma alla tv non avevano detto altro: né il nome né l'aspetto del misterioso individuo era stato divulgato, dicendo che il ragazzo - perché di un ragazzo si trattava - preferiva agire nell'anonimato perché i colpevoli non lo venissero a sapere"
Genere: Azione, Introspettivo, Malinconico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altri
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Anime, Videogioco
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Capitolo 37

 


Attraversare il ponte che collegava la sponda est di Unima con quella ovest non fu certo molto semplice, per via delle forti raffiche di vento.
Tuttavia ne valse la pena.

La città che si parò loro davanti fu una sorpresa.
Libecciopoli sembrava essere scavata nella roccia, tanto riusciva a diventar parte di essa. Le case, i palazzi... tutto era fatto su misura di quell'elemento.

Numerose persone camminavano per le sue strade, in un continuo via vai frenetico – anche se non avrebbe mai potuto eguagliare né Austropoli né Sciroccopoli.
Si poteva notare una gran quantità di motociclisti e di poliziotti, ma anche lavoratori in miniera che girovagavano con dei Timburr e Gurdurr appresso che trasportavano oggetti dall'aria pesante.

-Accidenti, questa città... sembra essere un tutt'uno con la roccia dei monti!- esclamò Michael, estasiato.

-Libecciopoli è una città che vive grazie alle numerose miniere nei monti vicini. Da qui provengono tutti i materiali preziosi che vengono impiegati nelle gioiellerie. Possono trovarsi anche carbone, ferro, petrolio... E' l'universo del pietrame, questa città. Da qui provengono anche numerosi gelati come il Conostropoli, la cui sede però si trova ad Austropoli- spiegò Nardo, mentre camminavano.

-Proprio una città importante- constatò Wes, osservando un gruppo di operai che si dirigeva verso sud, accompagnati da due Gurdurr.

-Mh mh-

-Mi scusi, signor Nardo, ma il capopalestra di Libecciopoli chi è?- domandò Touko, voltandosi verso il Campione che avrebbe dovuto sfidare al termine del suo viaggio.

-Il suo nome è Rafan ed è il possessore di buona parte delle miniere qui presenti. Il suo elemento è la Terra, cosa alquanto scontata direi. Se hai un amico di tipo Erba non dovresti avere troppi problemi- rispose lui, sorridendo alla sua giovane futura sfidante.
Gli dava una bella sensazione quella ragazzina.

-Oh, bene! Haku non sarà in svantaggio- si rasserenò la ragazza, tirando un sospiro di sollievo.

Nardo rise e continuarono spediti la marcia verso il Centro Pokémon. Per tutto il tragitto ricevettero molti saluti, cosa che mise un po' in agitazione il Campione di Auros dato che non era abituato a tante attenzioni.
I civili salutavano calorosamente il pel di carota e lo trattavano come uno di loro, senza dargli del Lei o usando un linguaggio formale.

Tuttavia era palese il loro interesse per le persone che gli camminavano accanto e dietro, cosa insolita per uno che solitamente girava in solitario per Unima.

All'improvviso accanto a loro si fermò un motore. A condurlo e ad usarlo come mezzo di trasporto c'era un tipo sulla ventina con un casco molto particolare e un Pokémon situato sul muso della moto.
Era uno dei motociclisti che aveva visto girare prima.

-Nardo! Che sorpresa!- esclamò questo, levandosi il casco e rivelando una complicata acconciatura jellata a formare un cilindro di capelli oltre la fronte.

-Charles! Anche a me fa piacere rivederti. Come va il lavoro?- disse a sua volta Nardo, dando all'uomo una sonora pacca sulla schiena.

Entusiasta di quella domanda, il motociclista si lanciò con impeto in una descrizione ultradettagliata della sua ultima impresa, aggiungendo anche alcune conquiste ricche di possibilità.
I quattro ragazzi erano allibiti dalla parlantina facile di Charles, che quando concluse il suo esauriente discorso voltò il capo nella loro direzione e chiese chi fossero.

-Oh, giusto! Charles, ho il piacere di presentarti i Campioni di Auros Wes e Michael Mokura e le loro due compagne di viaggio- esclamò l'uomo.
Nel presentare i quattro ragazzi, li faceva avanzare uno dopo l'altro quando veniva nominato.

Il motociclista rimase stupito nel vedersi di fronte due bambini, anziché degli adulti come aveva immaginato.
-Accidenti, i titoli onorifici li regalano proprio al giorno d'oggi. Non pensavo che uno dei più forti e importanti Campioni del mondo fosse un semplice ragazzo, né che il suo vice fosse un quindicenne! Dite un po', ma vi sentite a vostro agio con tali pesi sulle spalle?-

-Nonostante le nostre giovani età, io e mio fratello siamo pronti e preparati per affrontare le avversità tipiche del lavoro di un Campione- rispose Wes, imperturbabile.

Charles rimase alquanto sorpreso dal tono freddo e sicuro del diciassettenne: era una voce forte, decisa... Se l'avesse sentito senza aver idea di chi fosse a parlare avrebbe subito pensato ad un uomo, perché quel tono non era da ragazzo.
Era da adulto, maturo, così come lo sguardo e la luce che brillava nei suoi occhi dorati.

-Accidenti, allora è vero che fai paura...- sussurrò, lasciando perplesso il giovane.

-Come?-

-Fin ora ti conoscevo per voci di corridoio e tutte dicevano che sei talmento calmo ed hai uno sguardo così intenso che metti tutti in soggezione, anche me. Io non riuscivo a crederci, ma avendoti ora davanti devo ammettere che sei terrificante. Non sembri avere nemmeno un'emozione su quel viso!- spiegò il ventenne, sgranando gli occhi.

Allora il ragazzo si lasciò andare ad una risata liberatoria, facendo sussultare tutti.

-E adesso che ti prende?-

-Scusa, ma non ho potuto trattenermi. Vedi, Charles, io lo faccio a posta a mettere gli altri in soggezione: mi aiuta nel mio lavoro, perché sapendo che i malviventi mi temono ho maggior possibilità di previsione delle loro mosse. Però sono talmente abituato a intimidire gli avversari che purtroppo lo faccio anche con la gente comune- rispose Wes, un lieve sorriso sul suo viso.

-L'uomo dalle mille faccie- rise l'altro.

-No, solo tre-

-E quale sarebbe la terza?- domandò Touko, sorpresa quanto Charles di scoprire questo tratto del suo compagno di viaggio.

Il Campione si volse e rimase bloccato, non sapendo come rispondere.
La sua terza "faccia", per così dire, compariva solo nei rapporti molto ravvicinati con l'altro sesso, ma come dirlo ad una ragazza... bella come la brunetta? Sopratutto se lo guardava in quel modo innocente.
-Beh... Io...-

Un improvviso stridore di pneumatici su strada lo interrupe, facendo voltare il capo di tutti i presenti, anche di coloro che erano al di fuori del gruppo di allenatori: un camioncino bianco aveva derapato nella curva oltre il ponte di Libecciopoli e veniva verso di loro ad alta velocità.
Dietro di lui, si vedevano delle sirene blu e rosse. Polizia.

-Attenzione!!- esclamò Nardo, gettandosi di lato per schivare l'auto.

Tutti si precipitarono fuori dalla sua traiettoria, ma una sola persona rimase ferma immobile. Touko giaceva atterrita sull'orlo della strada, con gli occhi sgranati e la bocca dischiusa.
-Touko, vieni via di lì!!- urlò Michael, accortosi della cosa.

Ma la brunetta non si smosse, finché qualcuno o qualcosa si gettò verso di lei e la fece volare oltre il bordo del marciapiede. Al momento dell'impattò, tra il frastorno e la paura sentì delle braccia avvolgerla, forti, e capì che era stato qualcuno a salvarle la vita.
Gli era pure atterrata di sopra.

Spaventata si stringeva tremando al suo salvatore, ma non aveva il coraggio di aprire gli occhi per scoprire chi fosse. Finché una voce a lei molto familiare le parlò con ansia.
-E' finito, Touko, ci sono io-

La ragazza ebbe appena il coraggio di aprire gli occhi e fissare il volto ansioso e preoccupato di Wes, il suo idolo e perenne salvatore.
Era lui che le si era gettato per portarla via dalla traiettoria dell'auto.

-Wes...- disse, ma ciò che pronunciò fu un flebile sussurro tremulo.

-Sì, Touko, sono io. Stai bene?- disse il mulatto, annuendo.

-C-credo di sì...- rispose lei.

Il ragazzo rilasciò un sospiro di sollievo e la strinse, lasciandola di stucco.
-Meno male, mi hai fatto prendere un colpo. Ce la fai ad alzarti?- aggiunse poi, mentre si scostava dall'abbraccio.

-Aiutami-

Come promesso, il giovane si mise in piedi e l'aiutò ad alzarsi a sua volta. Touko era instabile e dovette ricorrere al sostegno dell'amico per non cedere sotto alla paura che ancora non dava tregua alle sue gambe, ma stava bene e di ciò Wes non poté che essere contento.
Si era preso un bello spavento.

Ripresisi anche loro, gli altri andarono loro incontro e chiesero come stavano.

-Stiamo bene, ma Touko è un po' malferma sulle gambe. Comunque, chi diamine erano quelli??- sbottò il Campione in direzione di Charles.
Solo il motociclista poteva dirgli ciò che stava succedendo a Libecciopoli.

-Ve ne avrei parlato se non fossero arrivati quei maledetti. Ultimamente a Libecciopoli stanno accadendo un sacco di problemi: razzie di alimenti, sparizioni di Pokémon e così via- spiegò il ventenne, un po' sconsolato.

-Che tipo di alimenti? E quali Pokémon sono spariti?- lo incalzò il ragazzo, fiutando già guai seri.

-Surgelati, per lo più. Non so dirti quali e quanti Pokémon sono scomparsi, ma i rapimenti si estendono sia dalla selvaggina a quelli degli allenatori. Al Centro Pokémon ci sono tantissimi ragazzini che si lamentano e gridano il nome dei loro compagni, ma noi di Libecciopoli non sappiamo che pesci pigliare!- rispose l'altro.

Wes si mise a pensare. Dietro i Pokémon non potevano che esserci i Cripto, ma non aveva idea di chi potesse avere un motivo per rubare cibo. Volontà di non spendere soldi?
Era un motivo idiota per farsi inseguire dalla polizia.

-Wes?-
Il ragazzo si volse verso Michael, che lo guardava grave, e capì che la pensavano allo stesso modo.
-Dietro i rapimenti dei Pokémon possono esserci solo i Cripto- proseguì il rosso.

-L'avevo capito. Scusa, Touko, temo dovremo fermarci ancora- disse il biondo, diretto all'amica che ancora stringeva con un braccio intorno alla vita.

-La sicurezza dei Pokémon viene prima del mio viaggio. Voglio aiutarvi- annuì lei, scostandosi dalle sue braccia e mettendoglisi davanti.

Il giovane fece un ghigno.
-Ci tieni tanto a metterti in pericolo ancora? Ricordati di quando eravamo all'uscita del Castello Sepolto con i Plasma-

-Il pericolo sarà il mio pane quotidiano quando sarò Campionessa – senza offesa Nardo- rispose la ragazza, decisa.

-E allora così sia. Nardo, intendi dare una mano pure tu? Così anticipiamo sui tempi-

Il pel di carota storse un po' la bocca.
-E' mai possibile che devo avere sempre a che fare con problemi di ogni sorta quando ci sei tu nei paraggi?- domandò bonario.

-Il vantaggio/svantaggio di essere miei amici. Allora, collega, una mano ce la dai a noi tre?- ghignò il mulatto, stando al gioco.

Nardo finse di pensarci un po' su, ma poi annuì con un sorriso contento.
-La risposta è talmente scontata che non ti rispondo neppure. Mezzi di trasporto comuni, Pokémon o a piedi?- rise tonante il Campione di Unima.

-Pokémon, ovvio. Con i mezzi comuni non riusciremmo nemmeno a sfiorarlo, non ora che sono così lontani. Michael, tu usa uno dei tuoi uccelli e cercarli dall'alto: se li trovi avvertici subito. Io, Nardo e Touko staremo sui miei tre Leggendari- ordinò Wes.

Subito il minore annuì, tacendo sotto il comando del suo (anche se per pochissimo) superiore ed anche fratello maggiore, e fece uscire Moltres.
-Si torna alla carica, Moltres! Ma cosa dobbiamo cercare esattamente?-

-Partiamo dal veicolo che c'ha quasi investiti. Se si tratta dei Cripto tanto meglio, altrimenti li mettiamo al fresco e passiamo al prossimo obiettivo. Venite fuori Entei, Suicune e Raikou!!- esclamò poi a sua volta il maggiore, lanciando in aria le tre ultraball.

Da queste uscirono i tre famosi compagni del ragazzo, che lanciarono i loro gridi di battaglia. Nardo s'innamorò subito di Entei e, emozionato perché stava sedendosi su un Pokémon Leggendario, gli si mise in groppa.
Touko scelse Suicune come fu per la sua prima volta e Wes al solito salì in groppa a Raikou.

Appena furono tutti pronti, Michael si levò in volo e partì a tutta velocità, mentre i tre cani Leggendari si misero a correre a tutta velocità verso il punto in cui erano sparito il camioncino.

 

 

Fu una lunga e travagliata ricerca, sia aerea che terrena, ma alla fine si ritrovarono lì: davanti al Deposito Frigo, così chiamato dagli operai che lavoravano lì vicino.
Il Deposito Frigo, innanzi a loro, era un edificio abbastanza grande e inquietante. Sembrava essere stato un tempo un manicomio, tanto era opprimente: possibile che fosse il covo migliore per una banda di ladri di surgelati?

-Eccoci davanti al Deposito Frigo. Si raccontano pessime voci su questo posto, e si dice che al suo interno faccio un gelo degno della palestra di Mistralopoli- raccontò Nardo ai due Mokura e a Touko, che storsero la bocca.

-Un ottimo posto dove conservare dei bottini che devono stare al freddo. Anche se mi incuriosisce...-
Wes non riuscì a concludere la frase che un'esplosione scosse le mura del Deposito Frigo, un botto che proveniva dall'interno.

I quattro entrarono nell'edificio di corsa insieme ai quattro Leggendari e furono seriamente tentati di tornare fuori: faceva un gelo da far paura!

-Le voci erano vere, qui dentro non si può stare per più di cinque secondi!!- urlò Wes, rannicchiandosi per mantenere un po' di calore, sta in procinto di congelarsi.
Entei subito andò a riscaldare il suo padrone, lasciando Nardo allibbito.

-Dob-b-biamo sc-congelare ques-s-sta stanza, fa tr-r-oppo fred-d-do!- annuì Michael, balbettando a più non posso.
Anche Moltres andò a proteggerlo, avvolgendolo sotto le sue ali bollenti.

Nardo e Touko si procipitarono rispettivamente vicino Moltres ed Entei, mentre il Campione di Unima tremando tirava fuori la sfera poké del suo Volcarona.
Lo fece uscire, ma la grossa falena fu seriamente tentata di tornare al caldo protettivo della sua pokéball.
-Volcarona, te ne prego, usa Vampata!- ordinò l'uomo.

-Anche tu Entei, Vampata!-

-Moltres, Ondacalda!-

Sottostando agli ordini, i tre tipi Fuoco cominciarono a riscaldare l'ambiente.
Appena questo fu talmente caldo da sembrare estate inoltrata, i ragazzi si rialzarono circospetti e si fissarono l'un l'altro.

Avevano le vesti fradicie, segno che se avessero perso ancora tempo avrebbero rischiato di morire assiderati.
Touko ancora tremava, i capelli bagnati appiccicati alla schiena coperta dal piccolo giubbino blu mare, le braccia strette attorno a sé per riscaldarsi ancora e denti che battevano.

-Va bene che adoro la montagna, ma questo è troppo- disse, levando il cappello ormai inutilizzabile e arruffandosi la frangia per asciugarla un po'.

-Dopo questa follia, potete scordarvi che camminerò al freddo per il resto del viaggio. Ora andiamo: prima sbrighiamo questa faccenda prima ce ne andiamo da questa posto dimenticato da Dio- sbottò Wes, incamminandosi.

Gli altri, silenziosi, gli andarono dietro circospetti. Cos'era stata quell'esplosione?

                                                                                          *
Salve!
Intanto, chiedo scusa le settimana passata nell'inattività, ma come detto nell'avviso precedente avevo esami.
E li ho passati più che egregiamente!! A solfeggio ho preso 8.50 mentre per viola 9.50; ho superato in quest'ultimo anche quelli di settimo anno, mitico!
Alla fine ne è valsa la pena vietarmi il pc xD
Chiedo scusa se questo cap è un po' piccolo, ma volevo fare in fretta dato che avrei dovuto postare ieri. Col prossimo dovrei rifarmi ^^'
Il 38° capitolo verrà messo Martedì!

  
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