Terrance
“Baddy” Spencer – POLVERIERE
Di
Terrance si poteva certamente dire che fosse un uomo dal temperamento
caldo e
schietto.
Era
stato acquistato insieme ai suoi genitori come schiavo dalla famiglia
Lambert
quando Adam era ancora un ragazzino, e i due erano cresciuti giocando
insieme. La
prassi richiedeva che ogni nucleo familiare altolocato disponesse di un
discreto numero di teste nelle fila della servitù, e i
Lambert non erano da
meno, anche se la loro umanissima bontà aveva sempre posto i
servitori in
condizioni quantomeno accettabili.
Terrance
era stato quindi per Adam un leale amico, laddove altri avevano
preferito
voltare le spalle non appena fu imputato di sodomia. Adam a quei tempi
dovette
spiegare a Terrance quale significato avesse quella maledetta parola, e
il
ragazzo capì che lui e il padrone condividevano lo stesso
destino. Erano fuorilegge
entrambi, perché anche lui faceva quelle cose.
Per
essere puntigliosi, Adam era stato il primo goliardico bacio di
Terrance, e
viceversa, quand’avevano appena compiuto sedici anni. Il
ragazzo dagli occhi
scuri non capiva ove fosse il problema, perché mai la gente
avesse dovuto
accusare il suo padrone per mandarlo in galera, quando la sua persona
era di
una rara squisitezza. Non era forse una quisquilia il fatto di non
soler
giacere con le donne?
Quando
venne il momento di fuggire e darsi alla pirateria, Adam aveva osato
chiedere a
Terrance di unirsi a lui, promettendogli che sarebbe sempre stato
libero al suo
cospetto, mai più schiavo, e quindi poteva
altresì decidere di non seguirlo.
–Lascia
che mi occupi delle polveri e dei cannoni. –fu la sola
condizione che aveva
richiesto. Nella penombra della sera che calava su Londra, Adam, Neil e
Terrance avevano raccolto il più possibile dalla villa ed
erano sgattaiolati
verso il molo, dove li attendeva la nave che sarebbe stata
l’Entertainment.
–Ka-boooom!
– gridava Terrance durante gli assalti, accendendo la miccia
con febbrile
eccitazione. L’odore acre della polvere da sparo appestava i
dintorni, ma
quella roba lo incendiava, lo faceva agitare come un bambino, fremendo
sotto la
sua pelle scura e sudata. Amava il fatto di poter far scaturire la
potenza del
fuoco dalle proprie mani, e di far saltare in aria qualche sciocco
pirata che
aveva osato porsi sul loro cammino.
E
quel fuoco, quell’energia, Terrance li tirava fuori ancor
quando ballava, stretto
alla bellissima Brooke e alla scalmanata Sasha. Si scatenava con loro
sulle
travi di legno del ponte, disegnando movenze appassionate e dimenando
qua e là
le sue poderose natiche di marmo.
La
nave di BlackFeather era ambiente libertino; ogni cosa era concessa, se
inneggiava alla libera sensualità e alla bellezza.