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Autore: HernameisGiuls    02/06/2012    6 recensioni
"Andrew che ti ha detto per i capelli?" Abbassai lentamente il cucchiaino e lo fissai seria
"Louis, ti pare che Andrew mi abbia mai rivolto la parola?" ...
"E tu? Come va con Jennifer?"
"Ormai è storia vecchia! Sono quasi quattro mesi ormai dalla nostra rottura, non la vedo da allora e sto bene così." disse portandosi un cucchiaio pieno di fragole alla bocca, ingurgitandolo rapido.
"Ah.. E' davvero così tanto tempo che non parliamo?" Louis annuì. Sospirai e abbassai di poco lo sguardo. Conosco Louis dalla prima volta in cui misi piede in casa sua insieme a Zoe e da allora siamo sempre stati in ottimi rapporti. E' come se fossimo anche noi due fratelli. Sento che a lui posso dire tutto, fidandomi ciecamente, ma poi.. c'è sempre qualcosa che mi blocca, impedendomi sempre di parlargli di qualunque cosa. E adesso, dopo mesi che non ci vediamo è un po'.. strano riparlare serenamente.
"Hai già addocchiato qualcun'altra?" chiesi inutilmete conoscendo già la risposta
"In realtà no." lo sapevo. No, aspetta.. Cosa?!
"Suvvia, non prendermi in giro! Chi è lei? La conosco?"
"Non mi credi? La sto aspettando.."
"Non ti seguo.."
"La ragazza perfetta."
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Questa shot spiega che la perfezione non esiste.
Leggetela.
Genere: Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Louis Tomlinson
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Fic su Mary e Louis
Would you risk?


*vi avverto, è una boiata di prima categoria. Fa schifo, ma mi hanno detto di pubblicarla ugualmente.
Vi chiedo solo di non scartarla subito. Provate a leggerla e capirete il vero messaggio nascosto.
Detto questo, enjoy it :)


 

"Mi prude la testa, cazzo!" sibilai infastidita
"Calma, ci vorranno solo pochi minuti." disse Zoe con voce pacata.
"E se viene male?" continuai con voce al quanto preoccupata.
"Suvvia, è solo una tinta! Male che vada i capelli diventano verdi!" mi girai lentamente a mo' d'esorcista lanciandole un'occhiata di ghiaccio. Lei buttò la testa all'indietro rimenandosi in una risata posseduta. Zoe è sempre stata una ragazza eccentrica con il suo stile unico e i capelli tinti sempre in modo diverso: treccine nere e bionde, castana, nera, biondo platino, nera ma con mesh verdi.. adesso sta cercando di riportarli al loro colore naturale, ovvero biondo cenere, scelta sensata! L'unico problema è che vorrebbe rasarsi metà fiancata e tingersi l'altra di viola! In precedenza l'avvisai che se si fosse azzardata a rivolgermi la parola l'avrei ignorata fingendo di non conoscerla minimamente. Zoe ha sempre adorato "elaborarsi" i capelli, ma era stanca di fare tutto da sola, e per di più su se stessa, per cui aveva bisogno di un topolino da laboratorio: ed eccomi qua, seduta tesa a mangiarmi le unghie per la preoccupazione, mentre la mia migliore amica mi sfrutta come cavia per i suoi espirimenti facendomi una tinta di non so quale colore. Dannata io e il mio non saper dire di no, se insistevo a quest'ora non ero in questo casino!
"Abbiamo quasi finito! Adesso vieni che ti lavo i capelli." scappammo subito in bagno per evitare che qualche goccia di tinta finisse per terra macchiando il pavimento di casa mia e, dopo avermi delicatamente ficcato la testa sotto il livandino con l'acqua gelida, mi sciacquò ripetutamente la testa. Alzai lo sguardo sentendomi frastornata per la temperatura dell'acqua e presi paura per il mostro che vi era nello specchio: era una creatura orripilante, peggio di Caroline Flack senza trucco, con gli occhi scuri e sbavati per il mascara, con i capelli ammosciati e appiccicati alle guance paffute di un colore rossiccio; quel mostro era dannatamente simile a me! Trascinandomi come un cagnolino al guinzaglio mi riportò seduta e iniziò ad asciugarmi i capelli con la spazzola in una mano e il phono nell'altra. Passò tipo mezzora eppure continuava a guardarmi insoddisfatta. "Sto male?! Lo sapevo! Non dovevo lasciarmi abbindolare dalle tue parole!" sbottai lagnandomi come una bambina, immaginandomi già come fossi venuta
"Zitta! Manca solo.. ecco! - prese una forcina e mi riportò il ciuffo all'indietro, alzandomelo di poco. - Fatto!" urlò sornione. Scappai come una scheggia in bagno per vedere quale diavoleria avesse combinato e rimasi a bocca aperta: erano lisci con qualche boccolo alle punte, pettinati perfettamente, di un rosso vivo, incandescente come il fuoco. Mi osservai sbalordita non credendo fossi davvero io. Era un colore straordinario e mi stava incredibilmente bene. "Sono o non sono un genio?" ironizzò battendosi le mani da sola. Mi spuntò un sorriso involontario e le saltai praticamente addosso, ringraziandola e venerandola come fosse una dea. Mi guardavo allo specchio sempre più sbalordita e Zoe compiaciuta del risultato finale. "Vedrai Mary, questo colore ti cambierà la vita!"
Il giorno successivo, a scuola, ogni persona a cui passavo accanto mi guardava con occhi sgranati, fissandomi a lungo i capelli, e mi sentivo per la prima volta non invisibile. Forse Zoe aveva ragione, magari la mia vita sarebbe cambiata davvero! Solo una persona mi guardò male, l'unica persona a cui volevo piacere davvero: Andrew. Cotta da quasi un anno orami per un ragazzo di quarta che neanche mi considera.  Sin dal primo giorno che ci siamo conosciuti mi ha sempre guardato storto, se non male, non sapendone ancor'oggi il motivo, eppure io ricambiavo quel suo sguardo con occhi sognanti. Ogni mia amica lo disprezzava, vedendolo come un ragazzo poco carino e molto poco serio. Sogno un dialogo con lui da Settembre di quest'anno; siamo a Maggio inoltrato e quel dialogo è avvenuto solo nella mia testa. Sentirmi squadrata proprio da lui non era una bella sensazione, ma d'altra parte credo non conoscesse neanche il mio nome quindi non faceva poi tanta differenza, poi a certi sguardi c'avevo fatto l'abitudine. Tante ragazze che non conoscevo mi venivano a fare i complimenti per il mio cambiamento facendomi sentire sempre più accettata.
Strana sensazione per una che si è sempre sentita fuori posto.

A pranzo, io e Maggie saremmo andate a casa di Zoe per completare la ricerca di Geografia. A casa dammo una mano a sua mamma per preparare, io ad apparecchiare e Maggie e Zoe ai fornelli. Sistemammo il tavolo in veranda lasciando qualche porta aperta affinchè passasse la brezza oramai estiva tra le quattro pareti.
Nel pomeriggio, dopo aver dedicato qualche ora alla ricerca, ci riposammo. Zoe e Maggie se ne stavano davanti alla tv a cercare qualche film, mentre io davo una mano alla signora Tomlinson a sistemare la cucina: a casa mia non facevo assolutamente nulla e mi piaceva andare a casa degli altri e farmi vedere come una mini-casalinga. Dopo poco lei si andò a coricare, lasciandomi da tagliare un po' di fragole per il pomeriggio come merenda.  
Mi misi in veranda mentre quelle altre due si erano spostate dal divano al computer facendo ogni tipo di commento velenoso sulle ragazze dei loro ex. Insieme erano esilaranti. Tutte e tre ci conoscevamo dall'asilo: io mi ero da poco trasferita dall'Italia con i miei genitori, mentre Meggie è passata alla nostra materna dopo un anno all'incirca. Le nostre madri si conobbero durante una recita della materna mentre tutte e tre interpretavamo le fatine della Bella addormentata nel bosco. Fino ad adesso la nostra amicizia è stata come una magia, forse  anche grazie a quella recita. Siamo tre ragazze completamente differenti l'una dall'altra: Zoe è sempre stata quella più autoritaria e spigliata con i ragazzi, con un fisichetto snello e slanciato come tutta la sua famiglia; Maggie è già più timida, è il tipo di ragazza solare ma impacciata al punto giusto da far impazzire ogni ragazzo. Magra anche lei ma a differenza di Zoe, molto minuta il quale la rende ancora più adorabile di quanto già non sia; e poi ci sono io, un incrocio tra un'italiana e un inglese, fin troppo rotonda e non molto alta. La tipica spalla su cui piangere degli amici, l'amica di scorta delle ragazze e la psicologa dei ragazzi. Mai cosiderata un vero modello da seguire o per lo meno da imitare, ma sempre quella strana, quella diversa. Non l'ho mai accettato, ma nessuno lo sa e a nessuno interessa. Nei momenti critici  ho sempre sdrammatizzato il tutto, facendo credere più a me stessa che agli altri di essere un tipo forte, mentre poi arriva il momento in cui tutto crolla e mi sfogo nell'unico modo in cui sono capace di sfogarmi: piangendo. Quello è il mio unico punto debole, se tutto va davvero male ho la capacità di piangere anche davanti a milioni di persone, persino davanti alle persone che detesto.
Più che un punto debole lo considero un difetto. 

Tra le risate di Maggie e Zoe, sentii un mazzo di chiavi girare la serratura per poi spalancare la porta. Un "Ciao" generale dalle due e poi da un ragazzo. Sicuramente Louis sarà tornato da scuola. Lo sentii salire rumorosamente le scale del saggiorno trascinando i piedi come un elefante stanco mentre si dirigeva in camera sua. Accesi i fornelli, come mi disse sua madre, e iniziai a scaldargli la pasta avanzata prima a pranzo. Io ero ancora in veranda a tagliare altre due confezioni di fragole. Intanto sentivo qualcuno scendere e mi preparai già al monologo del povero fratello affamato che stava per avere luogo. Si affacciò una sagoma seminuda, coperta solamente da un paio di pantaloncini, dalla porta tra la veranda e la cucina con le cuffie nelle orecchie. Guardava i petali dei fiori e i pollini vagare frettolosamente fuori dal vetro e restava lì, zitto, facendomi udire anche quale canzone dei The Fray stesse ascoltando. Si sedette su una sedia e continuò a fissare il cielo. Sicuramente non mi aveva vista. Tornai rapida in cucina e misi nel piatto ciò che era in pentola, portandola fuori.
"Maria! Ehi, non ti avevo vista!" disse con un sorrisone stampato in volto
"Me ne ero accorta. - mi strinsi nelle spalle - E comunque sono Mary non Maria, Louis!" lo rimprovarai con tono scherzoso
"Sei italiana o no? Quindi non si discute!" sospirai e scrollai la testa
"Ti ho preparato da mangiare."
"Oh, che carina! Grazie mamma!" mugugnò già a bocca piena con il suo solito ghigno in volto. Sospirai nuovamente alzando gli occhi al cielo in segno di sconforto. A volte non mi metto neache a ribattere con Louis, proprio per la sua testardaggine. Era inutile discutere con lui. Come la sorella, Louis è il ragazzo che ogni essere femminile desideri grazie al suo fisico slanciato e muscoloso ma in particolare per quel suo sorriso malandrino che lo caratterizza come un burlone o a volte come poco serio. Per chi non lo conosce è il classico capo-branco, quello bello e simpatico, mentre per chi lo conosce dall'infanzia, come la sottoscritta, Louis è solamente un coglione barra bambinone che non vuole crescere mai, un Peter-Pan versione povera per capirci, ma senza calzamaglia e con ormai quasi diciannove anni sulle spalle.
Con la coda degli occhi notai che mi fissava con la bocca piena, mentre io ero ancora indaffarata con le mie fragole.
"Problemi Tomlinson?" gli chiesi sarcastica con il coltello tra le dita
"Con quel coso appuntito che hai tra le mani.. no no!" si finse terrorizzato. Risi divertita proprio per uno di quei momenti in un cui deve per forza fare lo scemo. Dopo poco si alzò e portò le sue posate e il piatto sporco in cucina. Finalmente avevo finito di tritare fregole e le mie mani erano rugose come quando stai ore e ore dentro l'acqua. Mi sciacquai le mani dopo aver messo le fragole nel contenitore e Louis mi si posizionò vicino a fissarmi. Sentivo quel suo sguardo vivo su di me, fisso, e mi irritava. Posizionai una mano sul tagliere sbattendola forte e lo squadrai completamente.
"Stai proprio bene rossa." sorrise innocente portando le mani davanti alle ginocchia e gongolandosi come un bimbo. Sospirai rumorosamente per la pazienza che bisognava avere con quel ragazzo e non riuscii a trattere un sorriso. Lo ringraziai timidamente, forse con tono talmente basso da neanche sentirmi. 
"Ragazze, volete fragole?" urlai affinchè quelle cretine mi sentissero, ma Zoe alzò un dito e mi disse di no.
"Vuol dire che ce le mangieremo noi due!" sospirò Louis con finto rammarico. Mi strinsi nelle spalle e mi sedetti a tavola con lui. Armati di cucchiai, mangiavamo quelle delizie una dopo l'altra senza aver la forza di smettere.
"Andrew che ti ha detto per i capelli?" chiese all'improvviso. Abbassai lentamente il cucchiaino e lo fissai seria
"Louis, ti pare che Andrew mi abbia mai rivolto la parola?" risposi con una domanda. Ma davvero credeva che io e quella sottospecie di cavernicolo adorabilmente carino avessimo mai avuto un dialogo?! Sul serio? 
Louis scoppiò a ridere, per poi fingere di pensarci su e mostrarmi il suo solito sorriso malandrino.
"E tu? Come va con Jennifer?"
"Ormai è storia vecchia! Sono quasi quattro mesi ormai dalla nostra rottura, non la vedo da allora e sto bene così." disse portandosi un cucchiaio pieno di fragole alla bocca, ingurgitandolo rapido.
"Ah.. - sospirai dispiaciuta - E' davvero così tanto tempo che non parliamo?" Louis annuì. Sospirai e abbassai di poco lo sguardo. Conosco Louis dalla prima volta in cui misi piede in casa sua insieme a Zoe e da allora siamo sempre stati in ottimi rapporti. E' come se fossimo anche noi due fratelli. Sento che a lui posso dire tutto, fidandomi ciecamente, ma poi.. c'è sempre qualcosa che mi blocca, impedendomi sempre di parlargli di qualunque cosa. E adesso, dopo mesi che non ci vediamo è un po'.. strano riparlare serenamente.
"Hai già addocchiato qualcun'altra?" chiesi inutilmete conoscendo già la risposta
"In realtà no." lo sapevo. No, aspetta.. Cosa?!
"Suvvia, non prendermi in giro! Chi è lei? La conosco?"
"Non mi credi? La sto aspettando.."
"Non ti seguo.."
"La ragazza perfetta." Oh santa pupazza! Qualcuno chiami uno strizzacervelli: Louis Tomlinson ha appena detto che sta aspettando la ragazza giusta, perfetta??
"Tu cosa?! Louis William Tomlinson, andiamo! Non prendermi in giro!" sbuffai incrociando le braccia al petto
"Si, te lo giuro!" sorrise sincero alzando le braccia in segno di discolpa. Lo guardai fisso, seria, credendo che da un momento all'altro spuntassero fuori delle telecamere per dirmi che ero in diretta in uno di quei programmi idioti in cui fanno scherzi alla gente. Ma niente, era serio.
"Mi stai dicendo che tu credi che esista davvero la ragazza perfetta? Oh William, non pensavo fossi messo tanto male!" borbottai nervosa
"Si che esiste M.. William no, daii. Perchè non hai anche tu un fottuto secondo nome!" continuò sbattendo la mani sul tavolo  con quella sua solita espressione corrucciata facendomi scappare un sorriso
"Perchè io sono io mezza italiana e sono più figa, mio caro William!" risi
"In ogni caso, guarda che esiste la ragazza perfetta.. devo solo saperla aspettare."
"Ma ti si è fuso il cervello? Non esiste!"
"Ti dico di si!"
"Ti dico di no! "
"Invece si!" Oh, è inutile.
"Fammi capire - dissi cercando di mantenere i nervi saldi - Tu credi davvero che esista una ragazza bella, intelligente, simpatica, dolce e formosa.. tutto nello stesso corpo?" domandai scettica ma a quanto pare la mia faccia era talmente buffa da farlo ridere.
"Con perfetta non intendo quello. Una ragazza non deve avere necessariamente alta e bella o con tutte quelle qualità per essere perfetta! Con perfetta, intendo perfetta per me. Un ragazza che riesca a capirmi, ad ascoltarmi, che abbia il mio senso dell'umorismo.. - sospirò guardando fuori dalla veranda - Un po' come te, Maria."
 "Si, certo!" sospirai non riuscendo a trattenere una risata. Mi guardò perplessa, come se non avesse capito. "Oh andiamo, Lou! Scusa, ma non sei molto coerente con quello che hai appena detto!" dissi accigliata
"Cosa?!" e quando mai.
"Non puoi dire che io rispecchio i canoni della tua ragazza ideale. E' stupido dirlo!" borbottai
"Perchè lo dici?"
"Louis, hai mai pensato a me come a più di una amica? C'hai mai provato con me? Mi hai mai fatto sentire diversa? No! Quindi perchè mentirmi così? Sappiamo entrambi che al mio fisico goffo e troppo paffuto ci si aggiunge il mio carattere di merda! Sappiamo entrambi che sono una delle ragazze più stronze e acide della città. Tutti mi odiano per questo. E non puoi paragonarmi alla tua ragazza ideale quando non mi hai mai trattato diversamente!" sbottai imperrettita. Ero all'impiedi, tesa, davanti al lui. Furiosa, delusa. Non rispose, rimase zitto, fissandosi i piedi nudi. "Ecco.. - sussurrai - Meglio che vada, si è fatto tardi." presi le mie cose e infilai le scarpe
"Dai Maria!" insistette Louis bloccandomi per un braccio
"Ciao Louis." scappai fuori dalla porta mentre Zoe e Meggie mi inseguirono per tutto il vialetto. Feci segno che ne avremmo parlato più tardi, nonostante non avrei risposto neanche ad uno dei loro messaggi, e camminai veloce verso casa.
Una camminata di ben cinque chilometri. Fantastico, direi.


Oggi a scuola era tutta un'altra musica. Non camminavo con quel poco di sicurezza in più come ieri. No, ero ritornata l'impacciata, l'invisibile di sempre. Prima di entrare nella mia classe, passando per il corridoio, intravidi una testa mezza bionda con un viso molto famigliare. Mi bloccai rimanendo senza parole.
Oh dio, no! Vi prego, ditemi che non è quello che penso!

"Ehi, hai visto Andrew come si è conciato?" bisbigliò una ragazza di fianco a me in compagnia di una sua amica
"Ma non lo sai? E' per dimostrare a tutti che è gay!" OH.MIO.DIO. Non ci posso credere! A-Andrew g-gay?!
No no, saranno le solite voci di corridoio! Almeno lo spero!
Entro in classe e Zoe e Meggie mi si catapultano addosso, tartassandomi di domande. Ma per fortuna l'arrivo di Mrs. Sparks riuscì ad interrompere il loro interrogatorio. Forse qualcuno lassù in cielo era ancora dalla mia parte. 
Durante la pausa ricominciarono a torturarmi, ma riuscii a bloccarle con una domanda che mi imprimeva sin da quella mattina.
"Andrew.. è.. gay?"
"Si, certo!" rispose Zoe con nochalance. Strabuzzai gli occhi emettendo uno strano schiammazzo
"Non lo sapevi?" domandò Meggie. Scossi la testa sconvolta
"E' fidanzato con uno degli amici di Louis. - pronunciò Zoe - Sai quello di origini pakistane, con la cresta, addominali scolpiti, troppo figo per essere amico di uno sfigato come mio fratello? Bene, lui." terminò rammaricata.
"Un momento.. mi stai dicendo che tutto quel ben di Dio, è frocio?!"
"Si!" intervenne Meggie sbattendo la testa contro l'armadietto per la disperazione. Quanto spreco! Oddio, non che io sia contro gli omosessuali, ma.. non Zayn Malik! Lui, bello da morire, con quegli occhi così scuri e profondi! Per di più con Andrew! Ora capisco tutte quelle frecciatine, tutti quegli sguardi brutti.. Io a lui non sono mai piaciuta perchè, si insomma, non ho la carota!
Perchè improvvisamente non sento più nulla per Andrew? Forse perchè lui non mi è mai piaciuto! Non abbiamo mai parlato, non conosco nulla di lui, come potevo esserne innamorata? Semplice, non lo sono mai stata! Quanto tempo sprecato, quanti sogni ad occhi aperti per nulla!
Ma i miei pensieri andavano a Louis. Come ho potuto trattarlo in quel modo? Mi sento uno schifo, vorrei poter rimediare a tutto quello che la mia stupida boccaccia ha detto. Ma non ne sarò mai in grado.



"Maria! Hai visite!" urlò mamma dal salotto. Sicuramente Zoe. Sono quattro giorni che non vado a scuola. Sarà venuta a sapere come sto. Ma che ci posso fare se sono così sfigata da prendere l'influenza proprio a tre settimane dalla fine di scuola?
Corsi giù di corsa arrivando fino al salotto col fiatone.
"Ehi Zo.. Ehm.. Ciao.- era Louis, sul divano, seduto e non appena mi vide scattò sull'attenti - Che vuoi?"
"Ho bisogno di parlarti.. per favore.." mi guardò supplicante. Come potevo dire di no a quegli occhioni così brillanti? Con la mano gli indicai il giardino e mi incamminai verso di esso.
"Senti, per quanto riguarda l'altro giorno, io.."
"Fermo. - lo interruppi - Ho sbagliato io. Non dovevo reagire così. Alle volte, direi spesso anzi, le parole mi passano prima dalla bocca e poi dalla testa e non volevo trattarti in quel modo.."
"Direi che abbiamo sbagliato entrambi, allora." disse avvicinandosi
"Che vuoi dire?"
"Non ti ho mai dato a vedere nulla. Ti ho sempre trattato con normalità. Senza provarci, senza farti capire ciò che provavo. - prese parola camminando avanti e indietro per il giardino - E non sai quanto me ne pento. Da quanto tempo ci conosciamo? Quattordici, quindici anni? Abbiamo legato sin da subito, nonostante gli infiniti litigi, le risse, come se fossi il mio migliore amico!" Migliore amico? No.. ehm.. cosa?!
"Ah. Wow, certo che hai una grande considerazione di me! Persino maschio mi consideri! Louis, ma che problemi hai?!" urlai alterata. E' venuto per chiarire? No no, così non migliorerà di certo la situazione!
"Aspetta, lasciami spiegare! Sono venuto a piedi da casa mia per riflettere e.. per la strada mi sono preparato un discorso, quindi non mi interrompere, per favore!" sbuffai tenendo le mani sui fianchi aspettando che continuasse a parlare "Dicevo, il rapporto tra me e te è sempre stato come quello di due migliori amici, di due persone che si odiano ma allo stesso tempo si vogliono tanto bene, come due fratelli. Abbiamo passato tanti bei momenti insieme, come quando avevo quindici anni e tu tredici mi hai medicato l'occhio gonfio per essere andato a sbattere contro il tavolo della cucina, dicendo, tu, poi a tutti che ti avevo difesa da un ragazzo più grande affinchè nessuno mi prendesse in giro; oppure l'anno scorso quando allo zoo una scimmia ti ha tirato in faccia una manciata di noccioline e io ho riso l'intero pomeriggio.. insomma, questo è niente in confronto a quattordici anni di avventure. Ho sempre potuto contare sul tuo supporto perchè sei sempre stata una persona disponibile e comprensiva. Poi boh.. ho capito solo dopo che era sprecata la nostra amicizia, non mi fraintendere. - lo stavo facendo, in realtà. - Intendo dire, se abbiamo passato tante di quelle cose solamente da amici, ci pensi a come potrebbe andare se fossimo.. quancosa di più?" Il fiato si bloccò, il cuore accellera sempre di più.
"Louis.. io.. non avrei pensato che io.. che tu.." che fine avevano fatto le parole?
"So che io sono il tempismo sotto forma umana, che arrivo sempre nel momento sbagliato e inopportuno, ma.. ti sto chiedendo di rifletterci. Tu ci staresti? 
Rischieresti?" La testa gira vorticosamente. Stupida influenza.  Portai una mano alla testa e mi sedetti su una delle sedie vicine al tavolino di legno del giardino. "Ti prego Mary, non reagire così." mugugnò Louis inginocchiandosi di fronte a me. Non mi aveva mai chiamata Mary prima d'ora. 
"E' l'influenza - aggrottai la voce, arricciando il naso e starnutendo rumorosamente. Louis sorrise dolcemente - Sai Louis, mi prenderesti per pazza se io non ti credessi?" scattò all'impiedi, turbato
"Non capisco!" c'avrei giurato
"Non mi sembra possibile che.. uno come te possa essere interessato ad.. ad una come me." dissi guardandolo dritta in quei pozzi luccicanti, azzurri come il cielo. Dove mi ci perdevo perdutamente, nonostante lui non se ne fosse mai accorto. 
"Ho capito. - annuì serio - sono io il problema. Non ti ho mai dato segnali, speranze e adesso ne pago le conseguenze." si allontanò verso la porta. Sentivo che se ne stesse andando via come la sabbia calda scivola lentamente delle dita.
Cosa sto facendo? L'occasione di una vita, l'occasione di poter avere un persona come Louis affianco, non più come semplici amici, ma come..

Oh Mary, fottiti!
"Louis.. - si voltò - ..sono un'idiota." camminai a spasso spedito verso di lui e lui fece lo stesso. Lontani un respiro. Poggiai le mani sul suo petto, abbassando lo sguardo improvvisamente.
"Oh, andiamo!" Afferrò un mio fianco attirandomi a sè, tanto da dover mettermi sulle punte, quel tanto che bastava per sfiorare quella serratura proibita che aveva al di sopra del mento. Stavamo per baciarci? Non riuscii nemmeno a pensarci che sentii le sue tenere labbra premere contro le mie. Che Dio mi uccida all'istante, sono pronta per il paradiso adesso!
Mi staccai lentamente, ancora ad occhi chiusi, assaporando fino all'ultimo istante quel momento.
"Louis.. prenderai l'influenza adesso.." mormorai sorridendo
"Oh, sta zitta per una volta!" gli buttai le braccia al collo, lasciandomi trasportare da quelle sue labbra deliziose. La bocca schiusa e la sua lingua che s'insinuava lentamente dentro. Lo sentii sgnignazzare sotto i baffi.
"L'ho trovata." mi sussurrò all'orecchio
"Che cosa?" mi scostò un ciuffo rosso dietro l'orecchio, accarezzandomi dolcemente la guancia
"La ragazza perfetta." Davvero, ora potevo morire.
Zoe aveva ragione: questo colore di capelli mi ha combiato la vita!



**



Ok, come dicevo prima, non so da dove sia uscita questa shot. Era partita per essere una fic ma dopo qualche capitolo non sapevo come continuarla, così ho preferito 'accorciarla'. So che forse è esageratamente lunga e so anche che non nemmeno tutto sto gran che, ma boh ditemi comunque se vi è piaciuta o meno.^
Diciamo che ho l'ho scritta come sorta di 'protesta' da tutti gli stereotipi che ci circondano e ci influenzano. Insomma, l'amore non è bello solo perchè a tuo fianco hai una persona dal fisico perfetto, con i denti perfetti, la voce perfetta..
Che poi, che cos'è la perfezione? Non dovremmo lamentarci di non riuscire ad essere perfetti o a trovare il patner perfetto. Perchè la perfezione non esiste! Dite a quei quattro bifolchi che credono ancora a questo concetto che esistono Barbie e Ken. A parer mio, la perfezione esiste solo nella musica. Ma vabbè, è solo una mia opinione.
Comunque sì, questa shot è nata proprio per non dover più sentire ragazze belle, con ragazzi belli.
L'amore va ben oltre. Ricordatelo.
Con amore, Giuls.


   
 
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