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Autore: Thiana    02/06/2012    5 recensioni
Una raccolta su Finnick Odair.
I capitoli riguardano fatti accaduti nel secondo e terzo libro, perciò (soprattutto per i capitoli che seguono) attenzione allo spoiler.
Drabble, double!drabble, Flashfic e OneShot.
Genere: Fluff, Generale, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Finnick Odair
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Una delle possibilità di salvarsi è appena svanita nell’acqua. Mentre con il coltello prepara il buco per trovare un po’ d’acqua sente un brivido lungo la schiena. Un brutto presentimento, ma cosa?
Si volta a guardare Katniss senza farsi vedere. Sembra concentrata su qualcosa ma non sembra volerlo uccidere.
No, il problema non è la ragazza in fiamme. Scuote la testa come se potesse cacciare il brutto presentimento e continua a preparare il buco nell’albero.
«Katniss, mi passi la spillatrice?» Le chiede voltandosi. «Katniss, mi passi la spillatrice?» Ripete, stavolta con più decisione.
Non fa in tempo a sfiorarla che un urlo lacera la calma apparente della sezione in cui sono. Forse Johanna? La voce è dalla parte opposta alla spiaggia, non può essere lei.
Quasi non si accorge che Katniss ha iniziato a correre. Tende l’orecchio e nel fitto della giungla prova a seguire i suoi passi. E’ più lento e più cauto. Che quell’urlo fosse di Enobaria?
Non ci sarebbe ragione per la reazione della ragazza.
Si graffia le mani con i rami più piccoli, quelli grandi li allontana con il lungo coltello. Giunge nella radura e la vede sistemare una freccia?
«Katniss?»
Sente la risposta ma nel momento in cui un altro urlo si fa sentire, dimentica anche dove si trova.
Un urlo penetrante. Un urlo di Annie.
 
Corre senza pensare ad altro. Corre ignorando i rami, le foglie viscide su cui scivola e le urla di qualcuno alle sue spalle.
Se devo morire, morirò. Almeno smetterò di sentire questo urlo.
I pensieri corrono veloci come i piedi.
E improvvisamente si ferma tutto.
L’urlo è lì. In cima a un albero enorme.
 
I rami sono troppo in alto per chiunque, ma senza darsi per vinto continua a cercare di infilare le unghie nel tronco dell’albero per poter arrivare da lei. Neanche più il dolore lo ferma.
Ma l’albero è troppo scivoloso. Appunta un piede che torna a terra in un attimo. Sembra una lastra di ghiaccio.
Neanche un misero appiglio.
Improvvisamente tutto tace. Finnick abbassa lo sguardo e una ghiandaia chiacchierona è ai suoi piedi.
Tutto tace all’esterno ma nella sua mente l’urlo di Annie ancora lo stordisce.
Non è la sua Annie. Ma come hanno preso quell’urlo? Non possono averla torturata. Lei… Tutti credono che sia pazza.
Quando dice a Katniss quello che pensa capisce che anche lei si sta immaginando sua sorella Prim torturata.
Prova a prendere la ragazza che continua a divincolarsi, disperata. Ci riesce finalmente. Non resta che uscire da quel dannato settore.
Le quattro dovrebbero essere. Non vede però la barriera che gli strateghi hanno messo per non far uscire nessuno da quella parte dell’orologio e ci finisce contro. Si tiene il naso sanguinante, eppure neanche quel dolore sembra coprire quello interno provocato dalle ghiandaie chiacchierone.
Niente potrà mai guarirlo.
 
Ma le urla non finiscono. Ancora sua sorella Prim. Quel Gale, suo cugino. Una voce di donna. E altre che non riesce a riconoscere.
Poi ci sono sua madre. E il suo migliore amico. E la sua cuginetta. E urla, urla. Urla.
Urla che sembrano non finire e quando tutto finisce crede quasi di essere morto.
Gli fanno male i muscoli, la testa, il cuore…
 
E’ vero quello che sta dicendo Peeta o è solo per far calmare Katniss?
Beetee ne sa più di tutti di quelle cose. O almeno sembra.
E questo sembra bastare a calmarlo, per ora. 
L’illusione che Annie sia illesa. Sia salva. Stia bene.




THIA'S CORNER
Ciao, lettori e lettrici, anche se dei primi non ne vedo traccia.

Siamo arrivata alla sesta storia della raccolta e, facendo un conteggio, ho realizzato che sono solo nove. Pertanto, ce ne saranno solo altre tre. A meno che non trovi improvvisa ispirazione, ma in tal caso, vi avvertirò.
Beh, che dire... Questa è una di quelle che mi piacciono di più. Mentre la scrivevo avevo il batticuore perché immaginavo come sia terribile sentirele urla di chi ami.
Ma vabbè, vi lascio alla lettura.
Spero che vi piaccia.

Un abbraccio,
Thiana.

   
 
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