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Autore: Natalja_Aljona    02/06/2012    1 recensioni
Natal'ja vende fiammiferi e sogna la Rivoluzione.
Siberiana fin nelle ossa e nel sangue, nel cuore e nell'anima, nipote di uno dei capi dei Decabristi ed ultima erede della famiglia russa più temuta dallo zar, è quasi impazzita in prigione ma sa che non è finita.
Geórgos vive per la guerra e per il cielo di Sparta.
Nato durante la Guerra d'Indipendenza Greca e nipote del capo dei Kléftes, i briganti e i partigiani del Peloponneso, ogni notte spara alle stelle perché ha un conto in sospeso con gli Dei.
Feri è uno zingaro ungherese, il terzogenito di Kolnay Desztor, il criminale del secolo, e il più coraggioso dei suoi fratelli.
Legge il destino tra le linee della mano, e tre anni di galera e lavori forzati non sono bastati a fargli smettere di credere nel suo.
Nikolaj, ussaro polacco e pianista mancato, crede di aver perso tutto.
Sa che l'epilessia, i complessi d'inferiorità nei confronti del padre morto, l'ossessione per sua cugina e i suoi sogni infranti lo uccideranno, ma la sua morte vuole deciderla lui, e a ventidue anni s'impicca per disperazione e per vendetta.
Genere: Storico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Storico
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Duecentonovantaquattro


Duecentonovantaquattro

La Venere russa

Lisistrata’s defeat

Quando vedrai la mia ragazza

 

Ragazzo mio

Un giorno i tuoi amici ti diranno

Che basterà trovare un grande amore

E poi voltar le spalle a tutto il mondo

Non credere, non metterti a sognare

Lontane isole che non esistono

(Ragazzo Mio, Loredana Berté)

 

-E così è quella, la sciacquetta russa, eh? Esattamente come la immaginavo.

È così prevedibile, Gee, in fatto di ragazze! Era chiaro che sarebbe stata uno schianto di biondina dagli splendenti occhi color acquamarina e chissà quali altri segreti sotto il vestito, a mandarlo su di giri.

Ehi, Gibson, ma che ci trovi, in lei?-

-Il mondo, Lisistrata. Ci trovo il mondo, negli occhi di Natal’ja, tutta la mia vita. Ma lascia perdere, tesoro…

Tu queste cose non le capirai mai-

Lisistrata odiava sentirlo parlare così.

Odiava che Geórgos si sentisse così invincibile, accanto a quella miserabile.

Odiava dover fare un passo indietro, perché l’unico ragazzo che l’avesse mai amata, anche se, naturalmente, non ricambiato, se non fisicamente, ora l’avesse dimenticata.

 

-Geórgos ti tradisce, sai?-

Lisistrata Neokles inarcò un sopracciglio, aspettando spiegazioni.

-Con una sciacquetta russa, una certa Natal’ja. Solo che l’ha fregato proprio bene, la biondina -perché è bionda, la bimbetta, e non sai quanto!-, e adesso se la vuol sposare. Come la mettiamo, Lisie?-

-Natal’ja, russa, bionda? Vecchia storia, Theo. Gee parlava di lei in ogni momento, quando eravamo insieme. Se mi salutava per strada, mi chiamava Natal’ja. Se non lo faceva, stava contemplando il ritratto di Natal’ja. Non è la sua amante, Dounas, è il suo sogno, l’amore della sua vita-

-E per te l’amore non esiste… Te lo meriti, sai?-

Lisistrata sfidò con lo sguardo Theodorakis Dounas, che quel giorno, con i capelli biondi scompigliati e gli occhi verdi scintillanti, era anche più bello del solito, e, avvicinatasi lentamente al suo viso, gli sfiorò le labbra con un bacio.

-Tu dici, Theodorakis?-

-Io non farei mai niente che potrebbe far soffrire il mio migliore amico… Ma adesso lui è fissato con la biondina slava, e allora... Potrei essere io, per qualche giorno, il tuo Gee-

-Sicuro di essere alla sua altezza, Dounas?-

Negli occhi chiari del ragazzo, per un attimo, era passata un’ombra di gelida invidia nei confronti dell’amico.

Quando avrebbe smesso di essere sempre il migliore?

-Naturale- aveva mormorato poi, tornando a sorridere.

Era il 7 Dicembre 1835.

Era diventata l’amante di Theodorakis, ma il sapore della sconfitta le era rimasto in gola per moltissimi giorni.

Quella Natal’ja, a quanto ne sapeva, era solo una ragazzina.

Come si era permessa...?

 

-Geórgos! Dobbiamo parlare-

Il ragazzo, passandosi una mano tra i capelli bagnati -probabilmente aveva appena fatto un bagno nell’Eurota-, le aveva lanciato uno sguardo di sufficienza.

-Solo parlare, però. A letto puoi andarci col primo che passa, con me non più. Lo sai, no, che adesso devo crescere un figlio, che ho una promessa sposa che adoro, e che se potessi ti ucciderei?

Ma non serve a nessuno uccidere una donna da niente, una madre snaturata, come non serve a nessuno nemmeno la sua esistenza-

-Il tuo Aiace e la tua Natal’ja. Sei patetico, Gee. Lo sei sempre stato, perché hai sempre creduto nell’amore.

Che sciocchino! Peccato che tu sia così bello da farti perdonare anche questa stupidaggine-

-Bello, sì, ma non per te. In fondo ti brucia, eh, caruccia?-

Lisistrata s’era raggelata.

-Vuoi finirla?-

-E tu, vuoi finirla di raccontare in giro che di me ti mancano solo le mie prestazioni sessuali? Vuoi finirla di mentire ai quattro venti? Non ti piacevo nemmeno un po’?-

-Tu… Tu sei pazzo, Geórgos!-

-Me lo dicono tutti, e non smetterò mai di andarne fiero-

-Idiota...-

-Un idiota di cui non accetti la lontananza, anche se, agli occhi di tutti, l’hai lasciato tu. Hai fatto bene, Lisie. Non ti meritavi niente, da me-

-Parlami di Natal’ja- aveva sputato Lisie, come se il nome della Siberiana fosse il più terribile degli insulti.

-Natal’ja? E’Afrodite, lei, solo cento volte più bella. I suoi occhi, il cielo e il mare, solo cento volte più luminosi. I suoi capelli, il sole di mezzogiorno, solo cento volte più splendenti.

La sua pelle, la neve d’inverno, solo cento volte più candida. Sì, cara, temo proprio che sia più bella di te. Parlo della sua bellezza, perché per te conta solo quella, e se ti dicessi di com’è lei, di com’è dentro, mi rideresti in faccia, e l’hai già fatto abbastanza quando ero piccolo, quando credevo di amarti, quanto ero troppo sincero per la tua maledetta crudeltà, l’hai già fatto abbastanza quando hai abbandonato Aiace davanti alla mia tenda ed eri sicura che io sarei stato felice di crescerlo e ti avrei odiata per il tuo gesto.

L’hai già fatto abbastanza quando ti sei illusa che non sarei mai stato felice senza di te.

Ma se vuoi saperlo, Lisie, lei è la ragazza più coraggiosa del mondo, la più sincera, la più fiera delle sognatrici, la più folle, sfrontata e ribelle Rivoluzionaria. Lei è sempre quella che ci crede di più, che spera di più, e ha tutto un mondo da realizzare, lei ha un cielo da ricostruire, e io le regalerò il mio.

Tu non lo sai, Lisistrata Neokles, cosa si prova. Cosa sento io quando penso che lei un giorno potrebbe voltarsi e sparire, quando la prego in ginocchio di non andarsene mai, e lei mi sorride e mi butta le braccia al collo, giurando che non lo farà neanche il giorno della sua morte. E’ così bello, Lisistrata… E tu davvero non lo raggiungerai mai, questo tipo di amore.

Quando lei verrà, cercherai subito un confronto fisico con lei, e ne uscirai distrutta.

Ma se avrai l’incauta idea di confrontare i vostri cuori… Cerca un altro stolto che ti regali il suo e spaccialo per quello che hai venduto per una bellezza che alla fine non ti basterà mai.

Non c’è niente, né nel tuo corpo né nella tua anima, con cui tu possa superare Natal’ja e sentirti migliore di lei. Non paragonarti a lei, Lisistrata, non farlo mai. Sarebbe semplicemente ridicolo-

-Ma cosa c’è, Geórgos, cosa c’è? Cosa c’era che non ti andava di me, prima? Ti è dispiaciuto regalarmi la tua prima volta? Avresti voluto riservarla per lei, Natal’ja, quella sublime e ineguagliabile dea del Paradiso?

Ti è dispiaciuto sussurrarmi e poi gridarmi i tuoi primi “ti amo”, perché avresti voluto dirlo solo a lei, a quella sciocca sentimentale quanto te? Eppure prima non ci badavi, prima non me lo rinfacciavi-

-Prima ero uno stupido ragazzino innamorato della persona più sbagliata al mondo-

-E adesso chi sei, un grande uomo?!-

-Adesso sono quello che rimpiangerai. Cosa volevi farmi credere, Lisie, che a Sparta non esistesse l’amore, che fosse tutta solo una mia invenzione? Sono Geórgos, lo stesso che ti credeva una donna straordinaria, con chissà quale senno. Sono solo un ragazzino di diciassette anni, tu ne hai dieci di più.

Credi di essere migliore di me, ma purtroppo non puoi, e ti dovresti arrendere, ma non lo farai, e t’illuderai sempre di essere qualcuno, di valer qualcosa. Addio, Lisistrata Neokles. Addio, non so dirti nient’altro.

Quando conoscerai Natal’ja, spero che tu capisca quanto in realtà fai schifo e quanto sarebbe meglio, ma ormai impossibile, per te, cambiare-

 

E il tempo si porta con sé

Qualcosa di me che ho perso con te

La luna è sempre nel cielo

E tu dove sei?

Dove sei?

(Portami con te, Lisistrata Neokles)

 

Geórgos,

Non so se mi manchi davvero.

Non so se mi manca di te qualcosa che va oltre a quello che facevamo a letto.

Oggi ho visto la tua Natal’ja.

E’ davvero bella, stravede per te.

Ma siete due illusi, Gee.

Non avrete mai niente di quello che conta al mondo.

Gli dei sono dei bastardi.

Ti han dato Afrodite, il cielo e il mare, il sole di mezzogiorno e la neve d’inverno, ti han dato l’amore di Natal’ja.

Ma un giorno perderai, perderai anche lei.

Io non m’innamorerò e non perderò mai niente.

Io non mi brucerò e non morirò per quel niente.

Come fai ad essere sempre così fantastico, come fai ad essere così innamorato di Natal’ja?

Come hai fatto a pensare di me, un tempo, anche una sola delle cose stupende che ora pensi di lei?

Non hai avuto pietà, quel giorno, il giorno in cui mi hai sbattuto in faccia ogni mia maledetta colpa, con me.

Non hai avuto pietà, ed eri lo stesso Geórgos che vedono i nemici sul campo di battaglia, ma non mi hai riconosciuto la stessa dignità dei tuoi nemici in guerra.

Se vuoi saperlo, con te ho rischiato, di te mi stavo per innamorare.

Se vuoi saperlo, oggi ti ho visto in riva al fiume, ed eri bellissimo come sempre.

Se vuoi saperlo, credo di aver rovinato la tua adolescenza.

Se vuoi saperlo, penso che Natal’ja sia solo una sgualdrina come un’altra, ma tu la ami, e non ci posso far niente.

Se vuoi saperlo, forse un cuore ce l’ho, ma preferirei non averlo.

Se vuoi saperlo, sono andata a letto con il tuo migliore amico, dopo averti lasciato.

Se vuoi saperlo, non cercherò mai di farmi perdonare da Aiace.

Se vuoi saperlo, Gee, continuerò a sbagliare.

A mai più,

La tua (forse) Lisistrata

 

Non invidiare

Chi vive lottando invano

Col mondo di domani

(Ragazzo Mio, Loredana Berté)

 

 

 

 

Note

 

La Venere russa: Riferito, ovviamente, ad Alja ;)
Lisistrata’s defeat: La sconfitta di Lisistrata.

Quando vedrai la mia ragazza, Little Tony.

 

Non so esattamente cosa dire di questo capitolo.

Forse vediamo una Lisistrata più umana, forse.

Una Lisistrata che, comunque, non vedrà mai il mondo nel modo giusto.

Perché Lisistrata non li capirà mai, Alja e Gee, non capirà mai l’amore.

Non lo se è vero, che si stava innamorando di Gee.

Questo decidetelo voi, per come vedete le cose voi.

Forse, però, a un amore impossibile, impossibile perché non avrebbe mai saputo come viverlo, ci è andata vicina.

Gee non ha avuto davvero pietà, con le sue parole, ma avrebbe dovuto averne?
Gee riesce ad uccidere, con le parole.

Quanto alla storia di Lisistrata e Theo… Beh, è sempre molto, troppo lontana dall’amore, e Theo lo fa più che altro per prenderla in giro, e gliel’ha anche detto, che meritava quello che è successo con Gee, che lei non vale niente.

Theo, lo sappiamo, anche se farà molta, molta fatica ad ammetterlo, è dalla parte di Natalys ;)

Ora vi lascio alle vostre considerazioni, e spero che il capitolo vi sia piaciuto! ;)
Ultima cosa, credo di aver trovato le foto quasi perfette per Theo, almeno secondo la mia immaginazione! ;)
Questo è il sito dell'attore, per veder le foto ingrandite...per Theo secondo me andrebbero benissimo le prime due, che poi sono quelle che ho messo qui sotto in miniatura. Fatemi sapere ;)
http://gabrielerossi.it/Gabriele_Rossi_-_official_web_site/GABRIELE_ROSSI_Galleria.html#0

 

A presto,

Marty

 

  
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