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Autore: skullrose    02/06/2012    1 recensioni
Amava quella donna con ogni molecola del suo corpo e con ogni parte della sua anima. Michiru era la fonte della sua forza ma allo stesso tempo, di ogni sua debolezza; era il motivo che la rendeva felice di stare al mondo ma era anche la fonte di un'inquietudine profonda poichè nel suo cuore vivevano sentimenti contrastanti: la felicità di averla accanto che era oscurata dalla paura di perderla.
Genere: Dark, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Coppie: Haruka/Michiru
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Terza serie
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Inghiottita dall'inferno Salve! Questa volta vi trovate di fronte non a una ma a due autrici che hanno deciso di condividere le loro idee per creare una shot che potesse raccontare dei semplici momenti all'interno del rapporto profondo che lega Haruka e Michiru. Abbiamo cercato di raccontare le loro ansie, le loro paure più profonde e soprattutto, l'amore che le lega.
E' stata una bella esperienza e speriamo entrambe che la shot, seppur breve, non sia uno scempio totale... Beh, se avete tempo e voglia, fateci sapere cosa ne pensate!

Buona lettura!


By Skullrose e Yas Venice





















Inghiottita dall'inferno



Tu sei luce nel mio cielo scuro 
Rosso tramonto che incendia il nero. 
Tu sei acqua che scorre nel tempo
Sei l'invisibile male al cuore che io sento. 






Devastazione, desolazione.
Tutto intorno a lei cadeva a pezzi. Haruka si guardava in giro spaesata, ogni cosa davanti ai suoi occhi si sgretolava, il cielo era rosso come il tramonto più caldo, la terra sotto i suoi piedi si frantumava, inghiottendo qualsiasi cosa.
Correva, correva come mai aveva fatto nella sua vita, sembrava volare in mezzo a quella distruzione. I palazzi accanto a lei cadevano come castelli di sabbia, le auto venivano inghiottite dalle voragini che si aprivano come bocche affamate, gli ucceli volavano in ogni dove lasciando nell'aria la loro voce gracchiante.
Improvvisamente un boato assordante e poi il silenzio.
Ad alcuni metri da lei la terra si era aperta in una voragine senza fine che lenta ed inesorabile inghiottiva qualsiasi cosa; lì dentro il buio regnava sovrano ed il silenzio era la cornice di quell'inferno senza fine.
La terra aveva preso a tremare freneticamente mentre Haruka cercava di reggersi in piedi come meglio poteva ma i suoi tentativi erano vani. Cadde a terra all'interno del campo di fiori in cui era giunta. Le sue dita erano arpionate al suolo e mentre scivolava verso quell'oblio senza fine spalancatosi all'improvviso, le sue mani strapparono alcuni fiori portandoli con sè.
Precipitò in quella voragine apparentemente infinita e poi, una luce in tutta quella oscurità, un respiro che lentamente si disperdeva in quella landa desolata dove si ritrovò.
Haruka si rialzò a fatica, avanzando con passi incerti; sentiva alcune goccioline d'acqua che cadevano accanto e addosso a lei mentre i piedi sguazzavano in alcune pozzanghere scivolose; più si avvicinava e più la luce diventava debole. In mezzo a quell'oscurità c'era una roccia che sporgeva da un mare nero come la pece, un corpo etereo era adagiato sulla sporgenza più liscia; il cuore di Haruka batteva forte, una sensazione di angoscia e terrore si era impadronita di lei; i suoi movimenti erano diventati macchinosi e la sua mente era annebbiata.
Nel suo lento avanzare riusciva a distinguere nella poca luce rimasta la figura del suo angelo, Michiru. I suoi occhi si posarono leggeri su quel corpo candido. Con una mano sfiorò delicatamente quella pelle così fredda mentre le dita si muovevano leggere quasi avessero paura di spezzare quell'idilliaco momento.
Lentamente aveva avvicinato il suo viso a quello della sua Dea, il naso che si perdeva nella morbidezza dei capelli che tanto amava, il profumo di rose le conferiva un' illusoria sensazione di benessere e le sue labbra si posarono teneramente sulle tempie, lasciando una scia di baci delicati.
Calde lacrime a stento soffocate bagnarono il viso di Michiru.
Haruka si era inginocchiata accanto al corpo esanime della sua amata mentre ogni suo muscolo era scosso dai sighiozzi che non riusciva a fermare, i pugni stretti sulle piccole mani della compagna e poi un urlo di dolore si infranse contro quel perenne silenzio.
Si accorse solo allora di reggere ancora tra le mani i fiori che aveva strappato via nel tentativo di non sprofondare nel baratro generatosi all'interno del campo.
Delle piccole e fragili violette.
Con dolcezza fece in modo che esse venissero accolte dalla mano della guerriera di Nettuno perduta nel suo sonno eterno.
- Ricordi amore mio? Erano le tue preferite -  sussurrò la bionda.
Un altro giorno si apprestava a finire in quel mondo dove il silenzio aveva conosciuto il suo trionfo, condannandola a vivere di pura contemplazione al cospetto del corpo morto della sua amata donna, che il tempo non avrebbe mai corrotto, ne offeso.
Haruka pose il viso sul ventre di Michiru e così sarebbe rimasta, con le ginocchia immerse nelle nere acque stagnanti di un luogo freddo come le lame di un atroce destino.
Un rumore assordante la fece destare di colpo facendole spalancare gli occhi.
Ciò che vide le provocò una sensazione di sollievo; si trovava in un luogo familiare ed amato: la sua camera da letto. Subito cercò accanto a sè quella presenza fondamentale e adorata intorno a cui ruotava la sua intera vita e con immensa gioia ne percepì il calore ed il respiro.
Michiru si strinse ancor più al corpo di Haruka, come a cercare protezione dalla sua paura dei fulmini che fuori si erano scatenati in una violenta tempesta.
Si era trattato solo di un orribile incubo: la sua Dea stava bene e dormiva beatamente tra le sue braccia mentre fuori il nubifragio che si era scatenato testimoniava solo la bizzaria metereologica di quella primavera inoltrata.
Per il resto della notte Haruka non chiuse occhio. Neanche per un attimo aveva permesso al sonno di avvicinarsi: troppo il timore di ritrovarsi nuovamente tra le spire di quell'incubo che rappresentava la realizzazione di ogni sua paura.
Amava quella donna con ogni molecola del suo corpo e con ogni parte della sua anima. Michiru era la fonte della sua forza ma allo stesso tempo, di ogni sua debolezza; era il motivo che la rendeva felice di stare al mondo ma era anche la fonte di un'inquietudine profonda poichè nel suo cuore vivevano sentimenti contrastanti: la felicità di averla accanto che era oscurata dalla paura di perderla.
In quelle lunghe ore di veglia in cui aveva custodito Michiru nel suo tenero abbraccio, quasi al pari di una madre apprensiva che ha paura di serrare le braccia intorno al corpo della sua bambina temendo di infastidire il suo pacifico sonno, era anche giunta la fine della tempesta.
Niente più tuoni, nè pioggia.
Persino i primi raggi del sole erano giunti inattesi a salutare quel nuovo giorno che vedeva la luce.
Decise di alzarsi per fare una cosa che sin da piccola amava particolarmente: ammirare l'alba.
Lentamente abbandonò il letto, facendo attenzione a non svegliare la compagna. Non appena aprì la porta una ventata d'aria fresca le fece quasi venir voglia di tornare sui suoi passi ma dinanzi allo spettacolo del giorno che nasceva, anche il freddo passò in secondo piano.
Gli occhi divennero lucidi quando pensò che quella poteva essere una delle ultime volte che avrebbe ammirato il sorgere del sole.
Presto il silenzio sarebbe sceso sul mondo...
Ripensare al suo incubo le venne spontaneo e rabbrividì all'idea che la sua tanto amata terra, un giorno, avrebbe potuto spalancare le sue viscere per inghiottire lei e le persone che amava e che da Madre amorevole potesse trasformarsi in un terribile nemico che come indemoniato uccide tremando.
Un piacevole tepore la sorprese e si ritrovò avvolta in una calda coperta, dentro un abbraccio ancor più piacevole.
- Copriti o ti prenderai un malanno -  disse Michiru.
- Scusami, non volevo svegliarti - sussurrò Haruka.
La violinista guardò quel bellissimo cielo che si tingeva pian piano di rosei colori e non potè fare a meno di lasciarsi andare ad una considerazione divertita: - Volevi tenerti questo spettacolo tutto per te? -
- Forse... visto che una certa ragazza qui presente è per me una gran fonte di distrazione -  rispose la bionda con ironia.
- Ah, bene. Se la metti così, in futuro le tue "distrazioni" diminuiranno drasticamente. Anche quelle piacevoli -  provocò Michiru, maliziosamente.
- In futuro... A volte mi chiedo se ci sarà ancora un futuro per noi, per tutti. -  commentò seria la bionda.
- Esistono momenti difficili e bui ma il futuro c'è sempre, non svanisce. Basta cercarlo, sperare in lui, crearlo -  fu la semplice risposta.
Un sorriso illuminò il volto di Haruka che rispose: - Tu hai sempre una risposta a tutto -
Due fossette si dipinsero sulle guance della ragazza dai capelli acquamarina: - Haruka, io non ho solo risposte da offrirti. - 
I loro sguardi furono testimoni di quella magica corrispondenza che ormai le aveva legate indissolubilmente e mentre la luce del sole cacciava via le ultime retroguardie della notte di tempesta appena trascorsa, le loro labbra si unirono in un perfetto e profondo bacio, testimone di un amore immortale in costante bilico tra inferno e paradiso.






  
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