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Autore: Noni    03/06/2012    1 recensioni
Keith è conteso tra due agguerriti pretendenti e non sembra particolarmente intenzionato a scegliere.
Genere: Commedia, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi
Note: nessuna | Avvertimenti: Triangolo
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Capitolo 2

Qualche sera dopo Keith si portò in casa Doug e Alan approfittando del fatto che le sue due coinquiline sarebbero rimaste fuori città per tutto il weekend.
'Sono due tipe assurde', aveva raccontato 'Sono simpatiche e carine, ma sono fissate con la religione e cose simili. Ogni giorno hanno qualche ricorrenza o qualche santo da festeggiare. Insomma, con una scusa o con l'altra sono sempre in mezzo a preti e suore. Loro non lo sanno - e io di certo non ho il coraggio di dirglielo - ma gira voce che siano lesbiche, pensate un po'! Perché sono sempre insieme, e nessuno le ha mai viste con un uomo. Ma è perché vogliono arrivare vergini al matrimonio. Stamattina sono partite per uno dei loro ritiri spirituali in qualche località strana insieme ad altri fissati, e quindi ho la casa libera per due giorni.'
Così Alan e Doug si erano ritrovati seduti su un comodo divano al centro di un confortevole salotto arredato con gusto. Si guardarono intorno: l'ambiente recava una spiccata impronta femminile, e tutto appariva ordinato e pulito. Di certo non grazie a Keith, che appena entrato aveva gettato scompostamente il cappotto su una poltrona invitandoli a fare lo stesso.
Tra i due uomini c'era ancora una forte tensione. In realtà, a parte il fatto (seppur non trascurabile) che si erano innamorati della stessa persona non avevano grossi motivi per non piacersi. Anzi, più passava il tempo e più scoprivano di avere molto in comune. Tifavano persino per la stessa squadra di baseball. In altre circostanze avrebbero potuto facilmente diventare buoni amici, di quelli che vanno insieme a giocare a golf e che parlano di auto sportive al bancone di qualche bar.
Ma per quanto si sforzassero non riuscivano a togliersi dalla testa che uno di loro fosse di troppo. Puro e semplice.
'Cosa volete bere?', chiese Keith. 'ma vi avverto che in casa non ci sono alcolici. Tina e Claire non vogliono neanche sentirne parlare. Una volta tenevo nascosta una bottiglia di vodka, loro l'hanno trovata e per poco non mi fanno scomunicare.'
'Dovevi dir loro che era una bottiglia d'acqua miracolosamente tramutatasi in vodka. Le Sacre Scritture sono piene di storie simili.', disse Doug, e Alan scoppiò a ridere.
'Lo terrò a mente.', replicò Keith divertito sedendosi tra i due uomini.
Li aveva provocati per tutta la sera, stringendosi ora all'uno, ora all'altro in cerca d'attenzioni, tutto sorrisetti e moine. Per giunta, era persino più carino del solito: aveva voluto provare almeno per una volta a sembrare più adulto, e si era pettinato i capelli indietro con la riga laterale, mettendo così in risalto il suo viso levigato, ma più che un giovane uomo ricordava un ragazzino che tenta d'imitare i fratelli maggiori. Inutile dire che Doug e Alan lo divoravano con lo sguardo.
D'un tratto Keith schioccò un bacio sulle labbra di Alan. Un bacio breve e innocente, non dissimile a decine di altri che i due si erano scambiati in precedenza.
Poi si voltò verso Doug per fare lo stesso, ma questi non si fece cogliere di sorpresa e dopo avergli preso il viso tra le mani cominciò a baciarlo con foga. Certo, sarebbe stato meglio se fossero stati da soli, pensava, ma anche così non era per niente male. Tanto più che Keith aveva capito al volo che il tempo dei baci casti era finito, e subito aveva socchiuso le labbra accogliendo la sua lingua. Era anche perspicace, il caro ragazzo.
Alan si stupì dell'irruenza di Doug. Non aveva una completa visuale di quanto stava accadendo, ma era piuttosto evidente che l'uomo stesse invadendo la bocca del ragazzo con un certo impeto. Non riusciva a capire come si potesse essere così rudi con qualcuno che dovrebbe soltanto ispirare gentilezza.
In verità Keith non sembrava affatto dispiaciuto, e rideva allegramente quando Doug gli prendeva le labbra tra i denti. Ma si stancò presto, e tornò a cercare la bocca di Alan. Per un bacio vero, questa volta.
Per un po' andarono avanti così, con Keith che si concedeva loro brevemente, lasciandoli ogni volta con la sconfortante impressione che il loro sogno d'amore si fosse ridotto a una triste attesa del proprio turno per avere la bocca del ragazzo a propria disposizione.
Finalmente Doug decise che il gioco si stava facendo troppo eccitante perché il piccolo fosse l'unico a condurlo, così quando Keith per l'ennesima volta si staccò da lui per dedicarsi ad Alan non si fece da parte, ma scese a baciarlo sul collo. Solo due stupidi resterebbero impalati a contendersi un paio di labbra quando ce n'è abbastanza per tenersi occupati entrambi, si disse.
Alan trovò quello spettacolo molto stimolante e senza rendersene conto si ritrovò ad affondare brutalmente la lingua nella bocca di Keith. Improvvisamente quel viso dolce non gli suscitava più tenerezza, ma appetiti sfrenati. Non aveva più nessuna difficoltà a comprendere i modi sbrigativi di Doug che solo pochi istanti prima gli erano sembrati così inopportuni.
Non ci fu più competizione, ma lavoro di squadra. Un ottimo lavoro di squadra, a giudicare dall'espressione beata sul viso di Keith che, immobile e inchiodato contro lo schienale del divano, ansimava ad occhi chiusi mentre quattro mani e due bocche non gli davano un attimo di tregua. Era accattivante quando teneva le redini della situazione, ma così inerte era decisamente più apprezzabile.
Improvvisamente Doug afferrò la mano di Alan e, rivolgendogli un sorriso complice, la guidò tra le gambe di Keith. Keith si rianimò all'istante.
'Un momento, c'è una cosa che devo dirvi...', mormorò.
'Sì, amore... Dopo.', gli sussurrò Alan all'orecchio mentre lo accarezzava attraverso la stoffa dei pantaloni.
'No... E'... E' importante. Io... Non l'ho mai fatto.'
'Scherzi?', domandò Doug. Il ragazzo fece di no con la testa.
L'inaspettata rivelazione lasciò di sasso i due uomini, e immediatamente ai loro occhi Keith tornò ad essere il solito agnellino indifeso. Un agnellino indifeso al quale piacevano i baci, ma che cominciava ad avere paura non appena le carezze si facevano più audaci. Neanche nelle loro fantasie più ardite avrebbero osato sperare tanto.
Lo avevano sempre ritenuto un tipo scafato abile come pochi nell'usare l'ingenuità come arma di seduzione, e gli ultimi avvenimenti ne erano stati la conferma: chi è che non avendo alcuna esperienza in materia sessuale si porterebbe in casa due uomini e lascerebbe che questi si avventassero su di lui come furie?
E ora invece provavano un vago senso di vergogna per avere anche solo per un attimo considerato appetibile l'idea di un rapporto fisico consumato frettolosamente su un divano.
'Questa non è una cosa che si può fare in tre.', osservò Doug andando dritto al punto.
Alan era d'accordo. Non si trattava più di amoreggiamenti spensierati: erano stati baciati dalla fortuna. Keith era esattamente casto e puro come appariva, nessuno l'aveva mai toccato, neanche con un dito. Era troppo bello per essere vero. Era la ciliegina sulla torta.
Probabilmente era solito soddisfarsi da solo, il piccolo. Il suo corpo non doveva conoscere che carezze approssimative al ricordo di qualche pubblicazione proibita visionata chissà quando.
Non aveva la più pallida idea del piacere che quel corpo avrebbe potuto regalargli se sfiorato da qualcuno che sapesse come farlo. Uno di loro avrebbe potuto istruirlo a riguardo dopo averlo aiutato a superare la paura. Ma chi dei due si sarebbe fatto carico del delizioso compito?
'Keith, tu... Vuoi farlo? Questa sera, intendo.', domandò Alan.
'Certo. E' tutta la vita che aspetto di incontrare la... le persone giuste.'
'Sì, Keith, è tutto molto romantico', proseguì l'uomo 'ma certe cose puoi farle solo con una persona alla volta. Non so se mi spiego.'
'Quello che Alan cerca di dirti', tagliò corto Doug 'è che devi scegliere. Con chi vuoi condividere la tua prima volta?'
'Ma... Perché ne fate una questione di stato?', rispose il ragazzo. 'Io non potrei mai scegliere uno solo di voi per una cosa così importante. Scegliete voi, a me va bene tutto.'
'E come dovremmo scegliere?', chiese Doug.
'Perché non tirate a sorte? Sì, secondo me sarebbe la soluzione migliore. Fate così, io intanto vi aspetto di sopra, in camera da letto.' Così dicendo si alzò in piedi e se ne andò, come se la cosa non lo riguardasse.
'Quello lì non ha tutte le rotelle a posto', dovette riconoscere Doug non appena Keith fu scomparso al piano di sopra. 'Bene. Io direi di lanciare una moneta.'
'Prego?', chiese Alan.
'Non l'hai sentito? Dobbiamo lasciar decidere alla sorte.'
'E vorresti davvero giocarti la verginità di un ragazzino al lancio della monetina?'
'Assolutamente sì.'
'Ma è mostruoso!'
'No, è pratico e veloce. Senti, ho un'erezione spaventosa, e devo metterla da qualche parte, quindi a meno che tu non abbia voglia di calarti i pantaloni lanciamo questa cazzo di moneta e facciamola finita, prima che Keith se ne esca con un'altra delle sue.'
Gli argomenti di Doug erano molto convincenti. 'E sia.', concesse Alan frugandosi nelle tasche. 'Testa o croce?'
'Testa.'
E uscì testa.
'Beh, amico, non prendertela.', disse Doug. Non aveva la minima intenzione di infierire, ma non riusciva a nascondere né l'espressione trionfante del suo viso né la voglia tremenda che aveva di correre al piano di sopra. 'Senti, vuoi assistere?'
'Cristo, no... E' la sua prima volta. Dovrebbe essere intima, non credi?'
'Che pensiero delicato... Ora finalmente capisco cosa ci vede Keith in te.', disse Doug avviandosi verso le scale. 'A presto, e non starci troppo male: questa notte è mia, ma tu sei il prossimo.'
E lasciò Alan da solo con la bruciante sensazione di avere appena subito la peggiore sconfitta della sua vita.
  
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