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Autore: The Princess Fairy    03/06/2012    2 recensioni
Fantasmi che si aggirano per Londra cambieranno la vita alla povera Emily.
Genere: Horror | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'I FANTASMI DI LONDRA'
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Era una serata cupa, piena di nuvole in cielo. Sicuramente a breve sarebbe piovuto. Io, Emily, tornata stanca dal lavoro mi incamminavo verso casa, sulla Downing Street. Mi piaceva il mio lavoro: dovevo soltanto imbarcare i bagagli dei passeggeri al check-in e il gioco era fatto. Quel giorno era una domenica, e gli aerei che atterravano erano molti, tanti da farmi venire il mal di testa. Il telefono squillò. Era Jessica, che mi voleva chiedere se avevo chiuso il suo ufficio prima di andare a casa: le stavo per rispondere che lo aveva fatto Melina, quando ad un tratto, in fondo alla via, circa a due case dalla mia, vidi un’ uomo che svoltava all’ angolo con una grossa valigia. Pensai fosse Jack (il mio fidanzato) che tornava dal lavoro, allora corsi per andargli incontro, dicendo a Jessica di richiamarmi tra qualche minuto. Ero vicino alla fine della via, quando sentii un grido, e subito dopo un uomo incappucciato con qualcosa in mano correre, e andare dalla parte opposta. Io corsi urlando: “Jack! Sei tu, tesoro?” ma nessuno rispondeva. Jack lavorava alla stazione di polizia, quindi ero abituata a vederlo con quelle grosse 24 ore. Il telefono squillò mentre svoltavo l’angolo, risposi. Ma subito dopo aver pronunciato la parola “Pronto?” un brivido mi corse lungo la schiena alla vista di quell’ uomo con la grossa valigia. Il telefono mi cadde dalle mani e si ruppe: l’ uomo era steso a terra….. zuppo di sangue. Riconobbi subito che non era Jack, ma era il signor Smith, il mio vicino di casa dall’ anno scorso. Volevo chiamare la polizia ma il telefono era frantumato in mille pezzi sull’asfalto, allora corsi alla cabina telefonica, che distava circa 20 metri dalla scena del crimine. La polizia e l’ ambulanza arrivarono dopo 5 minuti dalla mia telefonata, mentre un ‘agente, mi accompagnò a casa e restò con me fino alle 9.00, circa 1 ora dopo l’ omicidio del signor Smith. Alle 9.00 in punto, Jack rientrò a casa, bagnato fino ai piedi per l’ acquazzone che stava persistendo, ormai, da almeno mezzora. Mi salutò e mi chiese: “Perché stai piangendo Emily? E lei agente, che ci fa qui?” ma nessuno dei due, ne io, ne l’agente Barton ebbe il coraggio di rispondere. Alla fine Jack, spazientito, disse: “Qualcuno qui dentro mi dice che diavolo sta succedendo?!” allora l’agente Barton rispose: “Il signor Smith è stato ucciso, circa un’ ora fa, all’ incrocio qui accanto con 5 coltellate alla schiena e all’ addome. A quel punto Jack, fece cadere l’ ombrello per terra: era spaventato a morte dall’ accaduto. Quella notte feci fatica ad addormentarmi, anche con Jack di fianco, Pensavo: poteva succedere anche a me o a Jack di essere uccisi da quell’ uomo quella notte, e invece era capitato al signor Smith. Avevo in testa mille domande: Chi era l’ assassino? Perché proprio il signor Smith? E che cosa ci faceva lì alle 8.00 di sera se era domenica, e lui lavorava soltanto durante la settimana? A quelle risposte, neanche Jack sapeva rispondere. Sentivo dei passi in camera, dei rumori dalla cucina, e quell’ urlo fatale, che non dimenticherò mai. La mattina dopo Jack mi accompagnò a Scotland Yard per testimoniare ciò che avevo visto quella sera. Mi fece sedere davanti al suo ufficio e mi fece aspettare. Sfogliavo delle riviste. Parlavano di gossip, di vip. Le solite stupidaggini. Ero stanca e nervosa, così mi alzai per prendere un caffè. Ero davanti alla macchinetta quando successe una cosa che mi avrebbe cambiato la vita. Vidi una cosa fuori dal paranormale. Mi toccò la spalla. Era un fantasma.
  
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