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Autore: il muffin di tomlinson    03/06/2012    8 recensioni
‘Cosa vuoi?’ chiesi acida voltandomi verso Harry
‘Si trattano così, i ragazzi che si portano a letto?’ chiese con quel sorriso fottutamente perfetto che avrei voluto romperglielo
‘Se si chiama Harry Edward Styles, sì’ risposi alzandomi
Lui si alzò, si mise al mio fianco e posò le sue labbra sulle mie, portando una mano subito sotto la mia maglia, diretta sul mio seno.
Avrei voluto staccarmi da lui, mandarlo a fanculo, ma ero una cretina di prima categoria e se fossi rimasta ancora lì, per un po’, sarei tornata quella ragazza innamorata di Harold, come un anno fa.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Harry Styles, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Aprii lentamente gli occhi, sentendo i primi raggi del sole darmi fastidio.
Guardai il soffitto rosso accesso sopra di me, non ero a casa mia, ancora, di nuovo.
Mi voltai e guardai il ragazzo con cui ho passato la serata.
Appena vidi il suo volto, mi bloccai, trattennni il respiro e subito mi rivestii almeno dell’intimo.
Non era possibile, continuai a ripetermi, ma sapevo benissimo che non mi stavo inventando nulla, che quello che vedevo era tutto vero.
Ero andata a letto con Harold Edward Styles, il più stronzo della scuola, il puttaniere, quello che si era fatto ogni singola ragazza del nostro liceo, insomma uno stronzo che si viveva la vita da stronzo.
Mi sedetti sul bordo del letto e lo fissai consapevole di aver fatto la più grande cazzata del secolo, ma che ci potevo fare se ero cretina in principio?
Raccolsi i miei capelli lunghi in una coda di cavallo, lasciando ricadere quelli ribelli sul mio lungo collo.
Lui ricorderà, io fra poco ricorderò, la sbronza passerà e mi torneranno in mente le immagini di io che faccio sesso con quel coglione.
Mi alzai lentamente con la voglia di scappare da quelle quattro pareti,  misi la mia maglia larga degli AC/DC, stavo per prendere i miei jeans, ma un mano mi bloccò il polso e di colpò mi ritrovai in trappola.
‘Cosa vuoi?’ chiesi acida voltandomi verso Harry
‘Si trattano così, i ragazzi che si portano a letto?’ chiese con quel sorriso fottutamente perfetto che avrei voluto romperglielo
‘Se si chiama Harry Edward Styles, sì’ risposi alzandomi
Lui si alzò, si mise al mio fianco e posò le sue labbra sulle mie, portando una mano subito sotto la mia maglia, diretta sul mio seno.
Avrei voluto staccarmi da lui, mandarlo a fanculo, ma ero una cretina di prima categoria e se fossi rimasta ancora lì, per un po’, sarei tornata quella ragazza innamorata di Harold, come un anno fa.
Mi staccai da lui, mi misi i jeans e me ne andai da quella stanza, da quella fottuta casa.
Inizio a correre verso casa mia, ci vogliono solamente cinque  minuti.
Perché lo so? Perché è da cinque anni che guardo Styles entrare ed uscire con nuove ragazze da casa sua, è da cinque anni che sogno di baciarlo, che sogno di fare sesso o l’amore, qualsiasi cosa, pur di appartenere, almeno un momento nel suo mondo, ma questa era la vecchia Hope, quella nuova non lo avrebbe voluto.
Avevo deciso di cambiare, di smettere di andare a letto con il primo che capitava, ma appena mi ubriacavo, facevo uscire la cattiva Hope  e mandavo a fanculo quella buona e questa volta, meno male, avevo trovato una buona preda.
 
Mi stavo mangiucchiando quel che rimaneva di una pellicina di un dito della mano destra.
Mi trovavo in corridoio, seduta con la schiena contro il mio armadietto, dopo essere stata miseramente buttata  fuori dalla classe
‘Buongiorno Tomlinson’ sussurrò quella voce che avrei riconosciuto fra un milione
‘Styles’ chiesi voltandomi verso di lui con sguardo incazzato, ma non pensando che me lo sarei ritrovata a pochi centimetri dal mio viso
‘Come va, piccola?’ sussurrò sulle mie labbra
‘Non sono la tua piccola’ risposi acida, cercando si non perdermi in quello sguardo perfetto
Lui abbassò lo sguardo e fece un sospiro, sapevo che stava giocando solamente con me, che io ero la sua preda, eppure qualcosa mi disse di alzargli il viso per capire cosa volesse, cosa intendesse fare, anche se solamente una cosa sapeva fare: scopare le ragazze e poi liquidarle
‘Come mai non mi hai già liquidato?’ chiesi appoggiando la testa contro l’armadietto, distendendo le gambe intorpidite
‘Perché non voglio liquidarti’ rispose.
In quel tono c’era solamente serietà.
Mi voltai di colpo verso di lui ed i suoi occhi esprimevano solamente sincerità, verità, lui non mi stava prendendo in giro o almeno sapeva recitare bene
‘Styles, certo. Insomma sei il puttaniere della scuola, come minimo fra due minuti mi darai Cara Hope, è stato sesso, solamente sesso. Ciao, ciao’ dissi cercando di copiare la sua voce, ma ne uscì qualcosa di totalmente diverso, ma almeno lo feci sorridere
‘E se non fosse così?’ chiese tornando a fissarmi
‘Allora ti direi che hai bevuto troppo’ risposi sorridendo
Lui subito posò le sue labbra sulle mie, inizialmente fu solamente un tocco di labbra, un bacio casto, ma che poi diventò qualcosa di più passionale.
Mi prese una mia mano e la poggiò sul suo cuore.
‘Senti come batte?’ mi chiese poggiando la sua fronte sulla mia, con poco respiro
Annuii cercando di capire
‘Batte per te, per quello che provo per te. Sai perché mi sono portata a letto quasi tutta la scuola?’ chiese continuando a scrollare la testa frustato
Lo guardai con aria interrogativa, non riuscivo a capire
‘Perché cinque anni fa, tu sei entrata nella mia vita e mi hai fatto impazzire, mi hai fatto provare qualcosa di strano, ma avevo solamente quattordici anni e non c’ho dato molta importanza, ma poi col tempo ho capito che l’unica donna che desideravo eri te, ma tu non mi consideravi ed allora mi sfogavo con le altre’
In quel momento sembrava debole, triste, sembrava sincero.
Hope, insomma digli quello che provi tu, insomma cosa ci vuole? Digli semplicemente che tu provi la stessa cosa, cazzo.
Posai lentamente le mie labbra sulle sue, accennando un sorriso e lui mi strinse forte fra le braccia.
Iniziammo a baciarci come cinque minuti prima, ma in questo bacio c’era qualcosa in più, qualcosa di speciale
‘Tomlinson, Styles, in presidenza’ disse una voce vecchia, arrabbiata, la professoressa di letteratura
Ci staccammo e lentamente andammo verso lo studio del preside, ci saremmo beccati una punizione perché c’eravamo baciati? Probabile
‘Almeno sarà una punizione con te’ mi sussurrò all’orecchio.
Accennai un sorriso, forse essere finita a letto con lui, non era stata una cattiva idea.
   
 
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