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Autore: bik90    03/06/2012    3 recensioni
Questa storia è ambientata 18 anni dopo "Il portale", aspetto opinioni per sapere se ho il benestare a continuarla! Non voglio annoiare nessuno, grazie!
Genere: Avventura | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nagi Homura, Natsuki Kuga, Nuovo Personaggio, Shizuru Fujino, Un po' tutti
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Il giorno seguente Midori si sentiva meglio e il suo miglioramento fu testimoniato dal fatto che provò a mettersi in piedi e chiese ripetutamente di uscire. Come sua madre, non amava gli ospedali e preferiva starci il minimo indispensabile. Anche se non si sentiva bene, aveva forti giramenti di testa e un frequente senso di nausea, si rifiutava di restare lì. Mai, che aveva dato il cambio a Shizuru affinché potesse riposare almeno qualche ora e stare in compagnia di Ruka, non fu un valido avversario e il ritorno della donna dai capelli castani la salvò. Non toccava a lei, infatti, spiegare cosa le sarebbe successo adesso. La madre entrò nella sua stanza cercando di sorridere come al solito e congedò l’amica affinché potessero rimanere sole.
<< Voglio uscire >> disse prontamente Midori poggiando la testa sul cuscino.
La madre le passò una mano sulla fronte sentendo che aveva la febbre. Prima di andare da lei, era passata a parlare col chirurgo che l’aveva operata il quale era rimasto piacevolmente sorpreso dalla rapida ripresa della diciottenne. Questo significava poter eseguire nel pomeriggio il raschiamento, attendere oltre avrebbe potuto procurare infezioni alla ragazza.
<< Non stai bene Midori >> rispose la donna << Hai affrontato un grave intervento >>.
La figlia chinò leggermente il capo come quando da piccola faceva qualcosa di sbagliato e ne provava vergogna. Farsi sorprendere in quel modo da un Orphan era inconcepibile per lei.
<< Mi riprenderò in fretta, lo sai anche tu >> ribatté riferendosi alla capacità dei guardiani di guarire più velocemente dei comuni mortali.
Shizuru annuì sorridendole appena.
<< Lo so >> dichiarò accarezzandole una guancia << Ma c’è un’altra cosa che i medici devono fare prima che tu possa uscire >>.
Midori la guardò con aria interrogativa mentre le pareva che la stanza intorno a lei vorticasse. Lentamente la madre fece scendere la sua mano sul ventre della ragazza restando in silenzio. Non ci volle molto prima che la diciottenne comprendesse cosa significasse quel gesto. Sussultò e poggiò entrambe le mani su quella della donna.
<< Che cosa significa? >> chiese con paura.
Shizuru la guardò negli occhi per farle comprendere che non stava scherzando.
<< Eri incinta e hai perso il bambino >>.
Per diversi secondi quella frase aleggiò nella camera. Midori la osservava in silenzio e alla fine scosse il capo. Non era possibile.
<< Non è vero >> disse con forza << Stai mentendo >>.
Sua madre le prese entrambe le mani. Aveva immaginato che una cosa del genere non sarebbe stata semplice da accettare soprattutto per una diciottenne.
<< E’ così Midori >> riprese << Dovrai sottoporti a un raschiamento per… >>.
<< Sono incinta ma non è morto! >> esclamò la ragazza con le lacrime agli occhi.
L’attimo dopo dovette tornare a poggiarsi ai cuscini per le poche forze che sentiva di avere. Avvertì un dolore lancinante all’altezza dello stomaco che la costrinse a trattenere il respiro. Il sudore le imperlava la fronte.
<< Lo sapevi? >>.
Midori non osava guardarla.
<< No >> rispose infine << Ma sono sicura che è non morto >>.
<< Midori >> tornò a ribadire la donna preoccupata da quel rifiuto della realtà che stava avendo la figlia << Delle volte rifugiarci nelle nostre fantasie ci fa stare meglio ma… >>.
<< Non devi psicanalizzarmi! Non ho bisogno di questo. Tu vuoi solo io abortisca! >>.
Adesso percepiva sempre più chiaramente le fitte al basso ventre ed era un’enorme sofferenza.
Cosa mi sta succedendo?, si domandò.
La mano della donna che si poggiava sulla sua spalla la fece sobbalzare. Sembrava non aver fatto caso alle sue parole, sapeva che erano dette solamente da un moto di rabbia e impotenza.
<< No >> disse tra le lacrime sapendo cosa stava per ripeterle << Non chiedermi questo >>.
<< Se non fosse necessario non ti chiederei mai di farlo >> rispose Shizuru abbracciandola << E’ morto, Midori. Non c’è niente che puoi fare per lui >>.
<< Non voglio ucciderlo >> replicò la ragazza poggiando la testa sul suo petto << Per favore, mamma >>.
<< Non lo stai uccidendo, non è questo che sta accadendo. Ti prego ascoltami piccola mia. Questo dolore che senti non cesserà finché non ti farai togliere il feto. Non c’è più nessun bambino >>.
Le accarezzò il viso provando a calmarla e le sorrise. Sua figlia era spaventata e piangeva, comprendeva il suo desiderio di protezione.
<< Ti prometto che non ti succederà più niente >> sussurrò Shizuru continuando a stringerla.
<< Dov’è lui? >> chiese Midori con voce rotta dal pianto << Dov’è Nagi? >>.
La madre comprese che doveva riferirsi al ragazzo albino, il padre del bambino.
<< Voglio parlare con lui prima di fare una cosa simile >>.
Nonostante il dolore, la sua volontà era ferma e decisa.
<< Vedo… >> iniziò titubante Shizuru << …vedo se è qui fuori >>.
La vide annuire prima di uscire.
Stava per rivolgersi a Mai per riferirle il desiderio della figlia quando le si avvicinò Nagi. C’era qualcosa in quel venticinquenne che non le piaceva, forse era dovuto a ciò che avevano fatto ad Ombras.
<< Come sta? >> domandò premurosamente.
Lei cercò di non irritarsi al suono della sua voce e indicò la figlia attraverso il vetro mentre si ripeteva che lo faceva solo per Midori. Ebbe una fitta al cuore nel vederla piangere ancora.
<< Vuole vederti >> disse evitando di guardarlo << Vuole parlare con te prima di entrare in sala operatoria >>.
Nagi annuì.
<< Mi sembra giusto >> si limitò a rispondere muovendosi verso la diciottenne.
Shizuru in un moto di rabbia lo afferrò per il braccio per costringerlo a fermarsi.
<< Ha la febbre alta e non si è ancora ripresa da ieri >> dichiarò a denti stretti << Cinque minuti, non di più >>.
Lui fece un movimento brusco per divincolarsi dalla sua presa.
<< Cercherò di fare il possibile >>.
 
<< Non riesco a sopportare nemmeno che la sfiori >> disse Shizuru osservando attraverso il vetro della stanza il ragazzo seduto sul letto di Midori mentre la abbracciava.
Ovviamente non poteva sentire cosa si stessero dicendo, anche se avrebbe tanto voluto saperlo. Mai abbozzò un leggero sorriso comprendendo che la situazione non fosse delle migliori.
<< Non mi piace >> continuò cupa.
<< E ciò che racconta non è molto plausibile >> costatò Kyoshiro avvicinandosi alle due donne dal posto dove era seduto.
La madre le accarezzò una guancia con gentilezza. Il ventunenne le aveva già parlato di come si fossero svolti i fatti e anche lei aveva trovato piuttosto strano che un Orphan si facesse mettere in fuga un ragazzo qualunque. Aveva illustrato il racconto a Shizuru ma la donna non le aveva prestato molta attenzione.
<< Da quando un Orphan non porta a termine il lavoro? >> continuò retoricamente.
La madre di Midori lo guardò annuendo leggermente.
<< Cosa ne pensi, Kyoshiro? >>.
Il ragazzo si prese del tempo prima di rispondere. Non se la sentiva di puntare il dito senza remore contro quel ragazzo che si stava dimostrando così importante per la diciottenne.
<< Che non dice la verità >>.
Shizuru gli poggiò la mano sulla spalla destra.
<< Allora dobbiamo scoprire cosa nasconde >>.
 
Midori appena vide Nagi entrare nella sua stanza lo abbracciò scoppiando in lacrime. Il ragazzo non disse nulla limitandosi a stringerla per farle comprendere che era lì e che poteva contare su di lui per qualunque cosa. La diciottenne aveva bisogno di sentirlo vicino prima di sottoporsi all’intervento.
<< Mi dispiace tanto >> sussurrò senza smettere di tenere la testa sul suo petto.
<< E di cosa? >> chiese il venticinquenne accarezzandole i capelli.
<< Non sono stata capace di proteggerlo >>.
<< Non è stata colpa tua, Midori >> rispose Nagi facendo scendere la mano sul collo << Non sapevamo che aspettavamo un bambino e, se anche lo avessimo saputo, non sarebbe cambiato niente. Quel mostro… >>.
Midori lo fissò con i suoi grandi occhi verdi mentre gli passava un dito sulle labbra.
<< Non sono stata capace di proteggere nemmeno te >> disse con vergogna.
Il ragazzo le diede un bacio sulla fronte sentendola bruciare.
<< Non è colpa di nessuno, non potevamo prevedere quell’attacco >> ribadì con calma << Adesso devi pensare solo a stare bene. Ho temuto di perderti >>.
Si abbracciarono nuovamentecercando il calore l’uno dell’altro. La diciottenne avrebbe voluto non staccarsi mai da lui.
<< Devi farlo, Kuga >> continuò il venticinquenne sorridendole appena << Per te. Non c’è più niente che possiamo fare per lui >>.
Involontariamente Midori si strinse ancor di più tra le sue braccia.
<< Non lo stiamo uccidendo. Se fosse ancora vivo, lo avremmo amato perché sarebbe stato nostro figlio >>.
Questa volta la ragazza annuì senza poter, però, evitare che una lacrima le scorresse sul volto. Si guardarono negli occhi prima che Nagi si alzasse salutandola con la mano. Era arrivato il momento di entrare in sala operatoria.
 
Shizuru era stata in tensione per tutta la durata dell’intervento nonostante un chirurgo e un ginecologo le avessero assicurato che era un’operazione divenuta ormai di routine. Solo quando le avevano detto che era andato tutto bene, si concesse di tornare a respirare normalmente. Si era avvicinata alla barella mentre la riportavano in camera e le aveva sfiorato appena i capelli mentre una lacrima le solcava la guancia sinistra. Con lei erano rimasti Mai e suo figlio, Ruka era a casa con Tate e Nagi, invece, e con un certo sollievo, non si vedeva nel corridoio. Abbracciò la donna dai capelli rossi sentendosi finalmente meglio. Midori si sarebbe ripresa. Si sedette su una sedia nella sala d’attesa e fece un paio di respiri profondi per far sparire l’ansia.
<< Perché non vai a casa a riposarti un po’? >> propose Kyoshiro che vedeva chiaramente quanto fosse stanca. Da quando era arrivata non si riposata mai adeguatamente e adesso il suo corpo reclamava una doccia calda e una lunga dormita << Midori si rimetterà, non è in pericolo >>.
Prima di rispondere la donna guardò per un attimo Mai.
<< Preferisco restare e aspettare che si svegli >> rispose.
La donna dai capelli rossi le strinse una spalla.
<< Hai bisogno anche solo di qualche ora di riposo >> tentò di convincerla << Come ha detto Kyoshiro, non c’è nessun pericolo per lei e non puoi fare nulla >>.
<< Ma, io… >>.
<< Resterò io con Midori >> si offrì il ventunenne in uno slancio di generosità.
Mai lo guardò sorridendo.
<< Appena si sveglia, prometto di chiamarti >>.
Quelle parole convinsero Shizuru a seguire l’amica a casa mentre Kyoshiro entrava nella stanza della diciottenne e prendeva posto sull’unica sedia accanto al letto. Le prese una mano sentendo una strana sensazione avvolgerlo. Sorrise leggermente pensando che non le era mai stato così vicino come in quel momento. Poteva osservare ogni suo lineamento, ogni suo tratto, senza che la ragazza lo aggredisse verbalmente o fisicamente. Pensò che anche quando lo trattava in quel modo, la trovava lo stesso carina. Improvvisamente Midori gemette nel sonno generato dall’anestesia e involontariamente il ragazzo aumentò la presa ingoiando un groppo di saliva pensando che presto si sarebbe svegliata. Probabilmente non sarebbe stata felice di vederlo. Come se avesse compreso che ci fosse lui, la diciottenne si voltò nella sua direzione sempre tenendo gli occhi chiusi.
<< Ky… kyo… shiro… >> sussurrò senza svegliarsi.
Quella parola detta in modo così frammentato fece allargare il sorriso sul volto del ventunenne.
<< Sono qui, Midori >> rispose << Sono qui >>.
Le prese la mano nelle sue stringendo per donarle il suo calore e gliela baciò con dolcezza.
Forse per lui c’era ancora una speranza.
 
Shizuru era uscita dalla doccia e si recò in camera di Himeko per cambiarsi. Mai era in cucina e stava preparando un the mentre la sedicenne era uscita per vedersi con degli amici. Sorrise mentre le veniva incontro Ruka. Quando era tornata dall’ospedale, aveva cercato di farle prendere la cosa come una piccola vacanza anticipata.
<< Cosa c’è Ruka? >> le domandò chinandosi per arrivare alla sua altezza.
Nonostante le stampelle, la bambina si muoveva piuttosto bene. La vide abbassare il capo e fissarsi la punta delle scarpe. Sorrise nel notare che era lo stesso gesto che facevano sia Midori che Natsuki.
<< Mamma >> disse infine << Midori morirà come mamma Natsuki? >>.
La donna la guardò trattenendo a stento le lacrime.
<< No, ma che dici? >> rispose abbracciandola e accarezzandole dolcemente una guancia << Nessuno morirà, Ruka >>.
La piccola la guardò dritta negli occhi per assicurarsi che dicesse la verità.
<< E allora perché non posso vederla? >>.
Shizuru si prese del tempo per rispondere mentre si rimetteva in piedi e la prendeva per mano. Anche se era una bambina forte e con un carattere mite, non voleva sconvolgerla nel mostrarle Midori stanca e debole. Nonostante le sue ferite guarissero molto in fretta, la diciottenne aveva bisogno almeno di un paio di giorni di assoluto riposo per rimettersi del tutto. Si sedette intorno al tavolo e le fece segno di mettersi sulle sue gambe. La bambina ubbidì.
<< Vedi Ruka >> iniziò cercando di essere il più semplice possibile << Midori non sta ancora bene, ha bisogno di dormire tanto e… >>.
<< Ma io non voglio svegliarla >> la interruppe la figlia come se non fosse così difficile come le stava dicendo la madre << Voglio solo vederla >>.
La donna guardò Mai che stava versando il liquido ambrato in due tazze e vide che le stava sorridendo.
<< Magari domani, Ruka >> s’intromise la rossa voltandosi e asciugandosi le mani al grembiule << Domani la tua mamma ti porterà a trovare Midori >>.
Alzò gli occhi verso quelli di Shizuru e aspettò di vederla annuire lentamente. La bambina abbracciò la madre contenta che la sua richiesta fosse stata esaudita.
  
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