Dopo la vittoria di Harry, Ginny era letteralmente fuggita dalla Sala Grande. E Harry non riusciva più a trovarla. Aveva controllato in ogni singola aula, in biblioteca, sulla torre di astronomia. Si era rifiutato di entrare solo nell'ufficio di Silente. E ora si trovava davanti alla sua ultima ipotesi: la sala comune di Grifondoro.
La Signora Grassa probabilmente si era recata a confabulare in un qualche ritratto della battaglia, cercando di smaltire l'angoscia con qualche bicchierino di troppo. Meglio così, pensò Harry, un problema di meno.
Entrò, scostando il ritratto vuoto e osservò come anche la povera sala comune fosse stata sconvolta dalla battaglia.
I dormitori erano crollati, lasciando un enorme buco. Il mobilio era per terra, spazzato via da chissà quale incantesimo. Era tutto in disordine, tranne che per una poltrona. Era un di quelle su cui amavano sedersi Harry, Ron ed Hermione quando si rintanavano nel loro dormitorio. E anche la posizione, proprio davanti al fuoco, era quella che loro preferivano. Rannicchiata dentro di essa si trovava una piccola figura femminile che versava calde lacrime, di gioia o di dolore non aveva importanza.
-Ginny!- Harry accorse verso la ragazza -Eccoti! Non sai che paura...Tutta la tua famiglia era in pensiero...Cominciavamo a temere che...- il suo cuore si rifiutò di terminare la frase.
Ginny lo ignorò. Voleva rimanere sola, affogare nel suo dolore, bere le sue lacrime, nutrirsi solo di rimpianto. Suo fratello era morto. E insieme a lui tanti altri amici. Non riusciva più ad essere forte, la forza se ne era andata.
Come Harry.
Harry che lei tanto amava l'aveva lasciata. Non perchè volesse, certo, ma l'aveva fatto. E quell'anno senza sapere dove fosse, vivendo con l'angoscia di qualche notizia spiacevole, pregando perchè non accadesse nulla all'uomo che amava, a suo fratello e alla sua migliore amica...era stato troppo. Non poteva più reggere. Nemmeno Harry.
-Ginny, - il tono di Harry si fece più dolce -Ginny, è finita. Voldemort è morto. Possiamo ricominciare una nuova vita. Insieme, se lo vorrai.-
Harry non era più così sicuro dei sentimenti che la piccola Weasley nutriva per lui. Era consapevole di averla abbandonata. Ma lei non poteva nemmeno immaginare com'erano stati quei mesi. Senza alcuna notizia, senza nessuna speranza. Mesi di campeggio, di litigi, di passi minuscoli ed errori madornali. L'unica nota di felicità era stata origliare i discorsi di alcuni forestieri e sapere che lei era viva. Ma anche quello era durato per poco.
L'abbandono di Ron era stato terribile. Ma ora, ora era tutto finito! Non voleva più pensarci! Voleva solo stringere Ginny e dirle che l'amava.
Ginny si voltò lentamente. Gli occhi erano gonfi per via delle lacrime e sul viso sgorgava del sangue per via di una ferita vicino al sopracciglio.
Guardò Harry. Si riempì lo sguardo di Harry. Voleva tenersi per sempre quell'immagine stampata nel cuore, voleva averla chiusa in un cassetto e tenere la chiave sempre a portata di mano.
-E ora?- pronunciò Ginny, a fatica.
Se l'era sempre chiesta. Cosa sarebbe accaduto? Avrebbero curato le ferite, fatto i bagagli e sarebbero tornati a casa? E quali bagagli, poi? Quale casa? Harry non ce l'aveva nemmeno una casa.
-Ora mettiamo i cerotti sulle ferite e ricominciamo.-
-Non so se voglio ricominciare.-
-Allora continuiamo.- Harry si era avvicinato, inginocchiandosi vicino a lei e prendendole la mano. -Io non ho una casa. Non ho una famiglia. Non ho nè scuola nè lavoro. Sono il mago più acclamato del mondo magico ma in realtà non ho niente, proprio niente, se non te. Sei tu Ginny che porti colore alle mie giornate. Con te sono un uomo innamorato. Ho tutto, se sono insieme a te. Perchè tu sei la mia casa e la mia famiglia. Ma senza...Sono solo Harry Potter. 'Il bambino sopravvissuto', 'il prescelto'...Sai che roba.-
Ginny lo guardò. Lo guardò con infinita tenerezza. Certo che l'aveva lasciata. Ma solo fisicamente. Era rimasto insieme a lei per tutto questo tempo e l'avrebbe fatto per sempre.
-Allora, Harry Potter, continuiamo la nostra vita. Insieme.-
-Vedi? Adesso abbiamo già qualcosa in cui sperare, in cui credere. E' l'amore che ci salva sempre, Ginny.- le accarezzò dolcemente i capelli rossi, posò le sue labbra secche su quelle dolci di Ginny e la baciò.