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Autore: Cly995    03/06/2012    0 recensioni
Dal testo: "Non rideva da mesi. Forse non si ricordava nemmeno più come si faceva. Non il lusso di un sorriso, per mesi. E poi d’improvviso giù a ridere, da rivoltarsi le budella, una cosa mai vista. Le si era spalancata in faccia la gioia."
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Il 22 gennaio la II D doveva eseguire il compito in classe di greco.
Carolina, quel giorno, giunse a scuola tutta tremante dal freddo, ma con un grande calore che le pervadeva il cuore.
- Pietro… Pietro! Oh, mi ascolti? Mi potresti prendere lo zaino che è ai tuoi piedi, per favore?
- Carolina!  Non ti preoccupare! Te lo prendo io! Bisogna pur svolgere i doveri che la società ci impone!
- Ah grazie, Diego!
Diego usava sempre l’espediente dello scherzo per conversare con lei. Aveva un modo tutto suo di rivolgerle attenzioni, come nessun altro avrebbe fatto. I loro discorsi non erano scanditi dal suono canzonatorio e banale delle parole. Loro comunicavano con i fatti. Del resto entrambi, senza saperlo, si erano trovati e riconosciuti l’uno nell’altra. Per Carolina, Diego non era un incontro, ma l’incontro. Quello che si aspetta da anni e anni e poi così, all’improvviso, quando meno te l’aspetti, giunge là e ci si rende conto che ne è davvero valsa la pena di aver atteso così tanto tempo.
Diego, che era seduto avanti, si era mosso apposta per accontentare la richiesta della sua amica. E Carolina, dal canto suo, in quel momento fu scossa, come se qualcosa di incredibilmente pesante ma bellissimo, le fosse crollato in testa.
Sensazione mai conosciuta prima d’allora. Effetto strano della gioia che all’improvviso pervade i cuori delle persone.
Durante il compito l’ansia che assaliva la ragazza seduta affianco a Pietro fu sminuita dalle domande che di tanto in tanto Diego le poneva. Non erano quesiti riguardanti la traduzione che dovevano svolgere, no. Lui le chiedeva repentinamente se tutto stesse andando per il verso giusto e a che punto della versione stesse.
La felicità le scivolò addosso successivamente, quando Diego l’aveva invitata a sedersi vicino a lui, di sua spontanea volontà. E la traiettoria di un sorriso percorse il suo volto.
Quando la campanella suonò alla fine della quarta ora, tutti uscirono da quell’aula. Tutti, tranne Mauro e Diego. Stefania, accortasi di ciò,  improvvisamente, afferrò Carolina per il braccio e suppose che i due ragazzi stessero discorrendo su come avrebbero trascorso la serata, dal momento che era un sabato.
Senza pensarci due volte, Stefania propose a Carolina di uscire e Carolina accettò.
Le due amiche, quando varcarono la soglia del cancello della scuola, non si separarono. Stefania voleva, infatti, accompagnare Mauro e la sua compagna di classe la seguì. Carolina le voleva bene e la sosteneva sempre, qualsiasi decisione prendesse. L’amicizia è un sentimento che scopre complici le persone in ogni singola cosa. E’ lo spirito della vita che unisce coloro che sono simili e rende tutto più facile nell’esistenza di ognuno di noi.
Dopo quel quarto d’ora, per Stefania meraviglioso, si diressero verso il pullman, e mentre parlavano l’una di Mauro, l’altra di Diego, Carolina udì il suono di un clacson due volte e si voltò. Scorse Diego che dal finestrino di una macchina la salutava, sorridendole. Mai scena più bella di quella. E Carolina con gli occhi traboccanti di gioia ricambiò il saluto. Stefania si accinse anche lei a salutare il ragazzo, ma lui continuava imperterrito a guardare la sua amica che con passo lento e la bocca inarcata all’insù calpestava il suolo di Catania.
Quando le due compagne di classe finalmente salirono sul pullman, Carolina principiò uno dei suoi soliti discorsi riguardanti l’amore. Stefania era confusa, incredibilmente confusa. Quella confusione tipica di chi è innamorato. E non sapeva cosa dovesse fare per raggiungere il suo intento: far dichiarare Mauro. Carolina consigliò di simulare un litigio tra lei e Stefania e il motivo di questa discussione sarebbe stato che lei stessa incitava l’amica a perseguire nel suo scopo, Stefania, invece, non voleva più darsi da fare per portare a termine il suo progetto.
Secondo i piani, Carolina, durante il pomeriggio, avrebbe telefonato a Mauro, gli avrebbe dovuto riferire della finta lite e gli avrebbe dovuto chiedere se avesse potuto chiamare Stefania per mettere pace tra di loro.
Lo stesso pomeriggio, Carolina eseguì tutte le operazioni che le erano state impartite. E la sera le due amiche uscirono a Catania. C’era Mauro, ma Diego no.
Pioveva. Pioveva a dirotto. Stefania si rifugiò sotto l’ombrello di Mauro. E Mauro l’accarezzò. Quello era il quadro perfetto, espressione assoluta dell’amore che, irruente, non si sottomette alle squallide maschere del mondo, e non sottostà ai piani ben congegnati,no. Si ribella. Sarebbero entrambi rimasti così per sempre.
Il lunedì successivo, la professoressa Brancacci doveva eseguire le medie dei voti per ogni disciplina di ogni alunno e nella II D, malgrado il difficile compito, regnava un chiasso generale. Carolina era, come al solito, seduta vicino a Pietro, e quando si accinse ad alzarsi per gettare una carta, Diego occupò il suo posto e interloquì con Silvia e lo stesso Pietro. La ragazza innamorata era curiosa di sapere cosa si stessero dicendo il suo compagno di banco e il ragazzo che amava. Quando udì, poi, delle parole volgari, pensò subito che la stessero insultando, condusse Diego in fondo alla classe e, non potendosi più trattenere dalle risate, gli disse, senza grandi sorprese,
- Bastardo!
Non aveva capito niente di ciò che era successo, dell’argomento di cui avevano parlato lui e Pietro. Lei agiva così, senza riflettere, era una di quelle persone che se devono fare una cosa, la fanno, senza pensarci troppo sopra.
Il pomeriggio telefonò a Pietro e gli chiese riguardo cosa avessero interloquito lui e Diego. Il suo compagno di banco le riferì che Diego l’aveva definita, scherzando, ma non troppo, “incredibilmente interessante”.
Le parole non potrebbero descrivere il volto di Carolina in quel momento. Era felice, assurdamente felice. A volerlo sarebbe potuto sembrare un sogno. E invece no, era vero, tutto vero. Era la realtà, quella catena di eventi razionalmente concisa, logica eppure mossa dalla meraviglia del caos, dall’essenza della follia, dall’imprevedibilità dei sentimenti.
Tutto intorno a Carolina era straordinariamente strabiliante. Non riusciva a spiegarselo, eppure era tutto reale. Lo stesso pomeriggio la ragazza effettuò anche la strana operazione dei due telefoni per confermare i dubbi di Stefania.
Mauro disse che si era accorto di non amare la sua compagna di classe, che il suo era tutto interesse amichevole e che non sfiorava la dolce soglia dell’amore. Desiderava solo studiare nella sua vita e basta. Era il suo unico obiettivo. I sentimenti non erano così importanti come Carolina pensava. Quando terminò la telefonata con il suo compagno di classe, dall’altro telefono Stefania aveva finalmente saputo tutta la verità, eppure non le pareva possibile che un amore così puro e leale potesse finire così, da un giorno all’altro.
Era incredibile ciò che accadde quel 24 gennaio. Era come se il destino le prendesse dannatamente in giro: Carolina, felice da fare schifo, Stefania in balia dei peggiori dubbi. Solo la realtà è così fantasiosa da riuscire a creare certe coincidenze. Proprio lo stesso giorno, lo stesso pomeriggio. Contrasto di sentimenti, di emozioni, di sensazioni. Era come se frammenti di felicità e di gioia fossero cancellati dalle gocce di un’insensata pioggia e come se dall’altro lato del cielo splendesse il sole più caldo. Indescrivibili gli scherzi della vita. Le sue derisioni.
Tutto in quel momento si era ribaltato, sembrava di essere i protagonisti di un film, di un libro, la cui fine è inverosimilmente ignota.
Carolina, in quella serata così strana eppure per lei così meravigliosa, chiamò Franca, una sua compagna di classe alla quale voleva molto bene. Franca l’aveva da sempre aiutata, l’aveva incoraggiata quando era triste, ma aveva anche assistito a momenti di grande felicità. Erano molto simili. Condividevano le stesse passioni, la pensavano allo stesso modo su tanti argomenti. Sembravano nate apposta per essere amiche.
Loro due si telefonavano ogni sera. Carolina, nella sua insicurezza, chiedeva sempre conferme alla sua amica riguardo Diego, ogni volta la interrogava su cosa pensasse. E ripetutamente Franca la rassicurava sempre.
Il 27 gennaio Lorenza d’improvviso si posizionò al posto di Antonio, vicino a Diego.
Ella faceva di tutto pur di suscitare le attenzioni di Diego, ma raramente riusciva nel suo intento. Dietro loro due c’era Carolina che continuava a irritarsi. Pietro, quel giorno, era assente e le fece compagnia Rosita. Nonostante ciò, la ragazza era costantemente assalita da quel mostro che ha il nome di gelosia. Davanti ai suoi occhi si dipanavano scene che non poteva tollerare in nessun modo: non riusciva a sostenere le continue provocazioni di Lorenza. Ma l’odio non era un sentimento che Carolina conosceva: la sua era solo una reazione alquanto spropositata. In quel momento cercava un appiglio al quale arrampicarsi per non precipitare di nuovo in quell’oblio che la circondava. Voleva semplicemente salvarsi dal vuoto che l’assediava. E la salvezza sopraggiunse quando Rosita chiese consiglio a Diego su come, secondo lui, Carolina avrebbe dovuto comportarsi nella sua “storia” con Daniele. Il ragazzo si mostrò notevolmente contrariato a questa relazione, in realtà, inesistente. Il suo atteggiamento rivelava una profonda affezione per Carolina, anche se non l’avrebbe ammesso mai. Lui era una di quelle persone enigmatiche, che non lascerebbero mai e poi mai trasparire i propri sentimenti e pensieri perché hanno paura delle trappole e delle fregature in cui potrebbero incorrere, se solo si esprimessero. Tuttavia, a dispetto del suo carattere enigmatico, la gelosia colse anche lui, come prima aveva fatto con Carolina. D’improvviso, infatti, disse:
- Carolina, non preoccuparti di chi non ti ama. Io, fossi in te, lascerei perdere tutto! Sul volto della ragazza innamorata balenò un sorriso, nonostante gli aberranti comportamenti di Lorenza. Lei, infatti, continuava imperterrita a tormentare Diego e il ragazzo, forse per educazione o forse per gentilezza, sopportava tutto.
Il giorno seguente Diego scoprì altri lati nascosti di Carolina. Per pura coincidenza, o forse per quelle strane congetture che gli uomini usano chiamare destino, si ritrovarono l’uno vicino all’altra. Lei che nascondeva il suo amore immenso dietro un sorriso e le gote pervase dal rossore, e lui che sfogliava il diario di lei.
Il rumore di quelle pagine, le numerose lettere che scorrevano come un fiume in piena sotto i suoi occhi inquietavano Carolina. Temeva che tutto ciò che celava sarebbe venuto fuori così, senza neanche troppa fatica. La tipica paura che scuote gli innamorati. D’un tratto Diego scrisse su quell’agenda colma di segreti: “su un diario osceno, la firma di un genio!”.
E’ sorprendente quando d’improvviso tutto collima al meglio. E’ il fascino disarmante del meravigliosamente bello che conferisce alla realtà tutte le sembianze di un sogno infinito. Un po’ come i treni. Non sai mai se il viaggio che intraprendi è reale o immaginario perché tutto in quei vagoni sembra essere fantastico. Come fossi sospeso. E gli unici luoghi certi non sono altro che i paesaggi fiabeschi che scorgi dal finestrino. Così la sera stessa Carolina era intenta a seguire la proiezione del suo film preferito, “la vita è bella”, e quasi come per scherzo o sincronismo del destino, Diego, insultandola giocosamente, sul social network di facebook commentò il link che lei aveva condiviso lo stesso giorno, riguardante l’amore.
-         Visto che i maschi fanno schifo non vorresti mica innamorarti di una donna?
-         No! Che domande! E' che forse forse c'è n'è qualcuno buono! Però bisogna essere fortunatissime per trovarlo!
-         Ahah! Ti smentisci da sola!
-         Ma va! Va!
Quello era il loro modo di amarsi, pieno di scherzi e canzonature. Ognuno di noi ama l’altro in un modo che nessuno può conoscere. E non è detto che non ami con tutto sé stesso.
Il giorno seguente Carolina era alle prese con un battibecco con Antonio, il quale, per gioco, non le restituiva il suo iPod. La ragazza, ormai annoiatasi di quella situazione, chiamò in suo aiuto Diego, che ebbe, contro Antonio, una reazione spropositata: lo colpì con numerosi pugni gridando e ripetendo: “Restituiscile l’iPod!”. Carolina rimase stupefatta da quel modo d’agire di Diego che, per difenderla, aveva fatto di tutto contro il suo stesso migliore amico. Non poteva far altro che gioire, gioire immensamente.
La sera stessa il ragazzo avrebbe dovuto recarsi ad una festa di una sua compagna di classe: Celeste. Nella II D era divenuta un’usanza festeggiare compleanni o altre ricorrenze, invitando solo parte della classe, il resto ne rimaneva escluso. Ciò dava irrimediabilmente fastidio a Carolina, che, come altri suoi amici, era sempre messa da parte. Ma non poteva opporsi a tutto ciò. La ragazza, qualche giorno prima, appena saputa la notizia, si arrabbiò molto ed espose a Diego i motivi della sua irritazione, e il ragazzo la rincuorò dicendole che anche lui trovava ingiusto il comportamento di certi suoi compagni, ma che, come lei, non poteva ribellarsi.
Carolina era preoccupatissima per cosa sarebbe potuto accadere quella sera. L’ancora di salvezza alla quale appigliarsi ancora una volta fu Franca che, essendo a conoscenza di tutto, doveva “controllare” gli atteggiamenti di Diego. In realtà le ansie di Carolina non erano causate da ciò che Diego poteva fare, ma da come le altre avrebbero potuto comportarsi nei suoi confronti.
La ragazza perdutamente innamorata si fidava ciecamente di lui. E questa profonda fiducia derivava dal fatto che Diego per lei rappresentava un porto sicuro dove poter sempre approdare, specialmente nei momenti di sconforto. Quella sera temeva piuttosto i modi di agire delle sue compagne di classe, in modo particolare Lorenza e Nadia. Ma, per fortuna, c’era Franca che sorvegliava il tutto.
Quella notte, per Carolina, fu colma di ansia e frustrazione. Immaginava il peggio. Continuava imperterrita a girarsi nel letto e dormire era, in quel momento, l’ultimo dei suoi pensieri. Gli affanni popolano i cuori degli innamorati nelle notti. Si costruiscono vere e proprie dimore aiutati dall’irragionevolezza e dall’illogicità  e solo un antidoto così forte come la fiducia può annientarli. La mattina seguente, la prima cosa che Carolina fece fu quella di telefonare Franca. Ciò che l’amica le disse fu quasi surreale: non era accaduto niente di cui preoccuparsi e tutto era andato per il meglio. Diego era stato in compagnia solo di Antonio, Gabriele e Mauro.
Carolina non credeva alle parole di Franca, ma quando capì che era tutto vero, comprese che a fidarsi di Diego non faceva male.
Il lunedì 31 gennaio, Carolina, per un attimo, si era posizionata accanto a Stefania. Diego, girandosi verso il suo posto e verificando che non c’era, chiese preoccupatissimo a Pietro dove fosse la sua amica.
Carolina, accortasi di ciò, chiamò Diego e gli disse che era seduta accanto a Stefania. Il ragazzo fu colto da un senso di smarrimento e non seppe come giustificarsi per tutta la trepidazione con cui aveva posto quella domanda a Pietro.
Carolina, dal suo canto, scoppiò in una fragorosa risata, una di quelle risate che raccolgono in sé tutto il dolore provato e spazzato via da una felicità meravigliosa. Perché solo chi ha sofferto tanto sa ridere bene.
Come tutti i giorni, gli alunni della II D si recarono al King house, il parcheggio al coperto. Stefania disse a Carolina che voleva dichiarare tutto il suo amore a Mauro. Accadono cose nella vita che non possono essere spiegate alla luce della ragione fredda e razionale. Sono degli enigmi che mai nessuno riuscirà a risolvere. Sono i desideri, gli improvvisi moti dell’anima che non possono essere frenati dalla preponderanza e dal perfetto, anche se debole, biascicare della ragione. Così Stefania aveva deciso di dirgli tutto ciò che per ben tre mesi gli aveva nascosto.
Carolina rispose che lei era disposta ad accompagnarla. E d’improvviso, le due amiche corsero verso la direzione in cui era solito andare Mauro.
Una corsa contro il tempo, contro il destino, contro la logica, contro la fatalità, contro tutto, il cui unico motore era l’amore. Ma la sorte è spietata contro chi ha il coraggio di osare. Stefania giunta a destinazione constatò che Mauro era già andato via.
La follia si accompagna sempre all’amore. Procedono di pari passo, così come due binari di un treno, perfettamente paralleli, con quella strana intimità.
Così Stefania aveva osato essere folle e innamorata ma la tirannia raziocinante della vita aveva prevalso sui suoi desideri.
Quasi come per derisione o scherzo del destino, sulla strada del ritorno Stefania e Carolina incontrarono Diego e Antonio. E Diego chiese a Carolina perché fosse scappata così, tutto d’un tratto. La ragazza non seppe cosa rispondere e Stefania scherzando disse che erano fuggite via correndo per dimagrire un po’. In realtà tutti, in quella momento, sapevano ciò che era accaduto. Ma spesso si preferisce tacere la verità forse per paura, forse per mancanza di coraggio o forse perché semplicemente gli altri la giudicherebbero male.      
  
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