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Autore: Acquamarine_    03/06/2012    2 recensioni
Dal testo: “Scrivere era l'unica strada che riusciva a portarlo in un mondo meno... difficile.”
Genere: Malinconico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Nickname forum: Acquamarine_
Nickname Efp: Acquamarine_
Titolo storia: Like a leaf in autumn
colore: Azzurro
Rating: Verde
Genere: Malinconico
Avvertimenti: One-shot (669 parole)
Immagine: Azzurro
Introduzione: Dal testo: “Scrivere era l'unica strada che riusciva a portarlo in un mondo meno... difficile.”
Note dell'autore: (solo se volete) solo due piccole note; la prima: sua madre non era scontenta che lui scrivesse e non vuole un figlio “normale” per qualcosa, ma soffre nel vedere suo figlio così isolato dal resto del mondo, come ogni madre in quella situazione.

E alla fine lui non muore, nulla del genere, semplicemente scappa via :)

Hope you like it.

Ci tengo a dire che il finale è libero, assolutamente. Il pacchetto lo era, diceva soltanto che “vuole andare via”, non dice in che senso. Se vuole morire, o meno. Io mi sono comportata di conseguenza, ma mi sono stati sottratti dei punti.

Voi leggetela come desiderate! :)

p.s. La storia non è autobiografica, ma mi riconosco in molte cose; ciò non toglie che ho adorato mettermi nei panni di Daniel ♥
p.p.s. Ringrazio vis88 che mi ha fatto notare alcune sviste! 

* * *

Questa storia è dedicata ad Emma, che l'ha adorata,

a Black, che l'ha letta in anteprima, a me, perché ho amato scriverla.

E a tutti voi, anche se non vi piacerà, perché, leggendola, leggete anche una parte di me.

 

* * *

Il vento gli accarezzava il volto e gli faceva arrossare le gote; era una sensazione piacevole, quella.
Gli piaceva perdersi nel vento, gli dava l'illusione di poter essere libero, anche se per poco tempo.
Adorava farlo di pomeriggio, di mattina... e anche di sera. Lo faceva sempre.
In fondo, pensò, lui era sempre perso.
Quando sentiva il bisogno di evadere, prendeva il suo quaderno, una matita... e si perdeva nel vento.
Si sedeva sulla finestra della sua cameretta e cominciava a scrivere, fermando per sempre sulla carta tutto ciò che i suoi occhi azzurri, sempre tristi, osservavano, ciò che le sue orecchie sentivano, ciò che il suo cuore provava.
Non si meravigliò mai che le sue fossero tutte storie tristi.
Ciò che descriveva era la sua vita, la vita di un ragazzo che non era tale.
Sedeva tutti i giorni su quella finestra perché non poteva scappare in altro modo.
Scrivere era l'unica strada che riusciva a portarlo in un mondo meno... difficile.
Su quelle pagine, c'era scritta tutta la sua vita. Giorno per giorno, annotava i suoi pensieri, tutto ciò che lo faceva star male, tutti i sorrisi che Amy regalava ad altri ragazzi, tutti gli insulti che i suoi genitori si rivolgevano, tutte le prese in giro che i compagni di scuola gli gridavano dietro.
Non aveva forza di piangere, né di urlare; l'unica cosa che potesse fare era scrivere.
Scriveva, Daniel, scriveva sempre.
A volte sua madre era preoccupata da questo. Le sarebbe piaciuto che suo figlio non stesse sempre chiuso in camera a scrivere, ma non poteva fare nulla per impedirglielo.
Aveva cercato di parlargli, ma l'unica cosa che era riuscita a fargli dire era stata: «Fatti gli affari tuoi, ma'».
Se ne vergognava, ma gli aveva dato uno schiaffo.
Daniel l'aveva guardata, truce, ma era rimasto zitto. Era stata la porta, sbattendo, a parlare per lui.
Non era sceso per cena, e sua madre sapeva cosa aveva fatto tutta la sera, forse anche tutta la notte, a giudicare dalla occhiaie che aveva intravisto prima che lui uscisse velocemente dalla stanza, evitando i propri genitori.
Aveva provato a spingerlo in altri modi, invitando il figlio dei vicini, Scott, a casa un paio di volte, ma Daniel non era stato molto di compagnia e l'altro aveva smesso di fare loro visita, dopo un po'.
Per una madre, vedere il proprio figlio così solo, non era bello.
Soprattutto, vedere il proprio figlio costretto dal mondo a rimanere solo, perché non lo accettava, era terribile.
Nessuna madre avrebbe voluto essere nella sua situazione.
La donna sospirò, poggiando la testa allo stipite della porta della cucina.
Da lì, riusciva a vedere il suo bambino steso sulla finestra intento a scrivere.
Avrebbe tanto voluto sapere cosa fare, per avere un figlio... normale.

 

§


Daniel amava i pomeriggi d'autunno.
Li aveva sempre amati, sin da bambino.
Gli piaceva sedersi sulla propria finestra, le spalle poggiate al legno scuro e gli occhi che si perdevano nel giardino.
Gli piaceva osservare le foglie che, giorno dopo giorno, perdevano il proprio colore; mutavano, da verdi a gialle, da gialle a rossicce, da rossicce a marroni.
Quando erano troppo stanche per sopravvivere, si staccavano dolcemente dall'albero che fino ad allora le aveva ospitate - dando loro del cibo, compagnia, acqua e tutto ciò che poteva servivere loro – e volavano via, si posavano dolcemente al suolo e rimanevano lì, silenziose, fin quando un bambino, correndo, non le faceva scricchiolare sotto i suoi piedi.
Daniel amava prendere il suo quaderno e scrivere di quelle foglie, lasciando che fossero i suoi occhi, il suo cuore, a trovare le parole giuste, per una volta.
E un giorno d'autunno decise di fare come quelle foglie; prese il suo quaderno, la sua penna e altri pochi oggetti e volò via, nel vento, lontano da quella casa, lontano da quella finestra che era stata la sua vera casa, lontano da quel quartiere troppo chiuso per capirlo.
Lontano da quel mondo troppo piccolo per i suoi occhi azzurri che volevano vedere di più.

 

[669 parole]

 

* * *

La storia si è classificata seconda al contest “Questo colore è per te” con questo giudizio:

ACQUAMARINE_ , con la storia Like a leaf in autumn 
Giudizio: 
Grammatica e lessico: 8.5/10 
Stile: 8/10 
Originalità: 8/10 
Riferimento al pacchetto: 8.5/10 
Gradimento personale: 8/10 
Totale: 40.5/50 

non ho trovato sostanziali errrori grammaticali, qualche errore di forma, precisazioni sul finale, che se non speciaficato nella nota, non si capiva e si rimane in bilico. 
un buon riferimento al pacchetto ed è una storia molto particolare in sè. 

 

Ho chiesto alla giudicia di inviarmi un file corretto, per modificare quelli che lei ritiene errori sia grammaticali, sia di forma. Dopo due mesi non mi è ancora giunto nulla, ma non appena riceverò il file aggiungerò le correzioni.

Lo stesso vale per il banner.

   
 
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