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Autore: MotaCarota    03/06/2012    13 recensioni
Abigail, una delle tante ragazze che devono imparare ad avere più fiducia in loro stesse, un Tomlinson insolente sarà capace di farle perdere la testa?
Madison, pallavolista popolare nella scuola, una di quelle persone che ha sempre il consiglio giusto. Ma non aveva mai pensato a come sopravvivere senza il suo Liam.
Coleen, dopo una delusione non crede più nell'amore, si è chiusa in se stessa e pensa solo allo studio. Riuscirà un riccio a farle cambiare idea?
Effie, tipica ragazza innamorata del suo principe azzurro, che lei ritiene irraggiungibile, è così impossibile farsi notare dall'irlandese più popolare della scuola?
Lux, la ragazza facile che trascorre gli intervalli nel bagno maschile, impegnata nelle sue scappatelle senza impegno. Forse il ragazzo dalla pelle ambrata avrà un altro effetto su di lei?
Cinque ragazze, un solo desiderio: la felicità.
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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Madison.

 
Lanciai ai piedi del letto l’ennesimo fazzoletto, stringendomi poi nella coperta, il viso come paralizzato, gli occhi a fessura.
“Patatine?” propose Lux, parlando a bocca piena.
Feci segno di no con la testa, tirando su col naso.
“Maddie, sono quasi due settimane che non esci di casa, dovresti svagarti un po’!” mi incitò Coleen, porgendomi un altro pacchetto di salviette.
“Perché non andiamo a fare un giro al parco? O magari spostiamoci nella casetta sull’albero!” propose Effie, addentando un biscotto.
“La casetta…” sospirai “quella notte è stata la più bella della mia vita, con Liam che mi toccava e…” scoppiai in lacrime un’altra volta, al solo pensiero di quei ricordi.
Abigail trattenne un “Ma sei cogliona?!” fra i denti rivolto a Effie, carezzandomi poi la spalla nel tentativo di rassicurarmi.
Presi tra le mani una foto di me e Liam, stampata qualche mese prima, la tenevo sempre sul comodino accanto al letto, non riuscivo ad addormentarmi senza guardarla, anche per un solo istante.
“Forza” esordì Abigail, togliendomi la foto dalle mani “adesso alzati da qui, e andiamo di sotto a preparare una torta” decise prendendomi per mano, e trascinandomi giù dal letto.
“No, ti prego…” protestai aggrappandomi al cuscino.
“Oh si invece, cara mia!” canticchiò “se c’è una cosa di cui puoi star certa è che non ti lascerò a marcire a sedici anni per un uomo, giammai!” mimò un tono solenne, rimproverandomi con l’indice alzato.

 

*

 


“Scappa idiota!” urlò Louis, elettrizzato dalla partita a GTA in corso.
“Ma se ho la polizia alle calcagni dove vuoi che vada?!” protestò Harry, stringendo il joystick tra le mani, “Ho perso, cazzo” sbuffò poco prima di lasciare il telecomando a Zayn e lasciarsi cadere sul divano.
“Vuoi sfidarmi, amico?” mi chiese amichevolmente quest’ultimo.
“No, non sono in gran forma, oggi, scusate ragazzi…” mormorai con un filo di voce.
“Ancora casini con Madison?” chiese Niall, facendosi più vicino, e abbandonando per un attimo la ciotola di popcorn.
“E’ finita..” sospirai a malincuore.
“Finita finita?” chiese conferma Zayn, mentre assumeva espressioni strane per la concentrazione al videogioco.
“L’ho lasciata” spiegai vago. Mi faceva male parlarne e discutendo della questione non avrei fatto altro che rigirare il coltello nella piaga.
“Oh Cristo Santo!” imprecò Harry, affondando la mano nelle patatine, la situazione si stava scaldando.
“Mi ha tradito, Harry! Che potevo fare?!” protestai, lanciando un cuscino a terra. Il solo pensiero di vederla con un altro mi faceva a dir poco imbestialire.
“Lo dicono tutti che i francesi hanno quella marcia in più” rise Louis, prima di essere incenerito da tutti.
“Non è divertente, Lou” disse per me Niall “qui si tratta di Liam, e un Liam senza Madison è come un cielo senza stelle!”
Lo guardai con aria sbalordita, se non altro era riuscito a strapparmi un sorriso.
“Sono messo male, ragazzi, sul serio” avvertii, passandomi nervosamente una mano tra i capelli.
“Che hai intenzione di fare?”
“Non lo so, non ne ho la più pallida idea..” risposi, incrociando le braccia al petto, pensieroso.
“Le opzioni sono due” spiegò Zayn, che aveva taciuto finora, troppo impegnato a rapinare una banca virtualmente  “o continui senza di lei, facendotene una ragione in qualche modo” fece il segno uno sulla mano “oppure metti da parte l’orgoglio e le dai un’altra possibilità, amico” disse serio.
“Ehi ehi, Malik colpisce ancora!” esclamò Louis, sistemando i piedi sul tavolino.
“Non lo so, Zayn, da un lato vorrei fargliela pagare, ma dall’altra parte mi rendo conto di non essere pronto a lasciarla… per sempre”
Zayn si massaggiò il mento, pensieroso, nella sua testa frullavano i pensieri più assurdi “Sapete una cosa, ragazzi? Ho io la soluzione al problema!” esclamò poi.
“Ovvero?” domando scettico Niall, ma l’altro era già sparito, col telefono all’orecchio.
 

 

*

 

“Pronto?” Lux si pulì le mani sporche di farina, prima di rispondere al telefono.
“Qui è Zayn the Vain, dalla postazione Payne, mi senti chiaro e tondo?”
“Tu sei scemo forte!” esclamò lei, prima di buttare la testa all’indietro e ridere di gusto “che c’è, amore?”
“Ho news succulente per voi”
“Sentiamo” Lux sorrise, incastrando il cellulare tra la spalla e la guancia.
 
“Bene, lasciamola qui per un po’” disse Coleen, allontanandosi dalla torta appena infornata.
“Ehi, e questa cos’è?” domandò Effie, trovando una vecchia foto di scuola.
“Era il nostro primo giorno!” esclamò Abigail, prendendola tra la mani “vi ricordate che non trovavamo la classe?”
“Io avevo il terrore delle superiori, tutti mi avevano detto che era difficilissimo prendere buoni voti al liceo” aggiunse Coleen, grattandosi la nuca.
“Col, tu non riusciresti a prendere un quattro neanche pagando il professore!”
“Il mio voto più basso è stato un sei meno, siete voi che mi avete portato sulla cattiva strada, è piuttosto difficile mantenere la media dell’otto e mezzo con voi che mi assillate ogni volta che dovete andare a fare shopping!” protestò, gesticolando a mezz’aria.
“Non ringraziarci, tesoro” squittì Effie, dandole un pizzicotto sulla guancia.
“Ce ne dovrebbero essere altre lì” mormorai, indicando un album lasciato involontariamente sul tavolo in soggiorno. Adoravo riscoprire vecchie foto, ma in quel momento ero piuttosto preoccupata di quello che avrei potuto trovare. Le ragazze si guardarono con occhi furbi, Lux era ancora al telefono, non capivo cosa diavolo stesse succedendo.
“Hai mica della colla, Maddie?” domandò Abigai, di colpo.
“Sì dovrei, per cosa ti serve?”
“Ce ne servirà molta” precisò Effie, strofinandosi le mani.
“Già, molta” ribadì Col, con un sorriso sulle labbra.
"Credo di aver capito" sorrisi.
“Fate uscire il leone dalla gabbia, allora” sibilò Lux, al telefono, prima di riattaccare e venire verso di noi.
Alle ragazze era venuta un'idea a dir poco geniale.
 

 

*

 

“Dove stiamo andando?!” protestai non appena Harry e Louis mi sollevarono di peso dal divano.
“Verso l’infinito e oltre” scherzò Louis, conoscendo la mia passione per Toy’s Story.
“Ragazzi, seriamente, sono in tuta, lasciatemi almeno mettere qualcosa di decente!”
“Oh caro, non preoccuparti che togli il fiato anche in versione ‘donna di casa’” rise Harry, continuando a stritolare il mio braccio, costringendomi così a lasciare casa.
 
“Ma questa è la casa di Madison!” sbottai non appena riconobbi l’edificio.
“Perspicace il ragazzo!” disse Zayn, tirando l’ultima boccata di sigaretta, prima di spegnerla col piede.
“Chi è?” domandò una voce femminile, poco dopo che Niall ebbe suonato il campanello.
“Pizze!” canticchiò Harry, tenendomi bloccato.
La porta si aprì e comparve Lux, con tanto di grembiulino di pizzo e ciabatte. “Alla buon ora!” sospirò “a quanto equivale il vostro ‘dieci minuti e siamo lì’?!”
“Buon giorno anche a te, amore mio!” esclamò Zayn avvicinandosi al suo viso per salutarla con un dolce bacio sulle labbra.
“Allontanati tu, puzzi!” protestò lei, spintonandolo indietro.
“Avrà il ciclo…” sospirò l’altro, accomodandosi in casa.
“Sono incinta, idiota!” strillò facendoci entrare “venite puri, cari!” ci invitò dentro con tono dolce e premuroso.
“Ragazzi, lasciatemi…” sbottai, dimenandomi tra la morsa di Harry e Louis, che ancora non si decidevano a mollarmi.
“Credo che non sia possibile, sei il nostro ospite d’onore!” si intromise Effie, con la sua solita voce bambinesca; gli occhi di Niall brillarono nell’istante in cui la vide, avvertii la sua presa allentarsi leggermente.
“Ma insomma, non potete costringermi a stare qui, si chiama sequestro di persona questo!” tentai di protestare, invano, mentre una voce familiare si faceva sempre più chiara nel corridoio.
 

 

*

 

“Ragazze!” chiamai, ormai convinta che le mie amiche fossero sparite senza avvisare “avete finito con la coll…” mi mancò il fiato non appena notai un ammasso di gente all’entrata. Zayn era ormai entrato e vagava per il corridoio col telefono tra le mani, Niall era come paralizzato davanti alla vista di Effie, Louis e Harry urlavano e ridacchiavano, impegnati a tener stretto qualcosa, o meglio qualcuno. Occhi color cioccolato, capelli leggermente spettinati, viso cupo, un poco pallido, e una tuta. Liam. Sentii il cuore iniziare a correre all’impazzata, le guance arrossarsi di colpo, un insolito capogiro assalirmi, fino a costringermi a nascondermi in cucina. Cosa diavolo ci faceva tutta quella gente in casa mia? Com’è che improvvisamente le mie amiche avevano deciso di organizzare una festa a sorpresa?! Non ebbi neanche il tempo di bere un sorso d’acqua per sciogliere il groppo che mi si era formato in gola, che sentii qualcuno entrare in cucina.
I suoi occhi smarriti incrociarono i miei, che si affrettarono immediatamente ad abbassare lo sguardo. In quel momento avrei voluto essere dotata di un teletrasporto per uscire da quell’orribile situazione. Se Liam era la persona che più mi mancava, era anche quella che più mi spaventava rincontrare.
“Ciao..” mormorò imbarazzato.
“Ciao” risposi con voce spezzata, non riuscendo a capire come avesse ancora il coraggio di rivolgermi la parola. Strinsi le labbra, abbassando lo sguardo a terra, l’idea di parlare in quell’istante non mi sfiorava lontanamente. Mi sentivo un vero schifo.
Nessuno aveva intenzione di fiatare, ero convinta che se ne sarebbe andato da un momento all’altro, dopotutto che ragioni aveva per stare in casa mia, dopo quello che avevo combinato?
“Louis e Harry mi hanno… Io non… insomma…” si incespicò nel parlare, era chiaro che fosse teso quanto me.
“Come stai?” ci domandammo all’unisono, malgrado nessuno dei due conoscesse la risposta da fornire all’altro.
Alzai le spalle, senza saper dare una definizione del mio stato d’animo. “Così..” aggiunsi poi, titubante.
“Così come?”
“Male, Liam, come dovrei stare secondo te?!” sbottai, incapace di trattenere tutto lo stress accumulato in quei giorni “…scusami” sospirai poco dopo. Liam inspirò profondamente, liberando un sospiro tremante. “Mi manchi” ebbi il coraggio di dire, nello stesso momento in cui gli occhi cominciavano a pungere.
“Forse è meglio che vada, ora…” mormorò, aprendo la porta per scappare.
“Liam, ti prego, aspetta…” lo bloccai istintivamente per un braccio, mollandolo non appena il suo sguardo mi trapassò da parte a parte. In quel momento mi resi conto che non sarebbe servito a nulla supplicarlo di perdonarmi, tantomeno ribadire che mi mancava. Era abbastanza grande da fare le sue scelte da solo, non avrei potuto fare altro che adeguarmi alle sue volontà. Il casino l’avevo combinato io e, così come le avevo create, avrei dovuto sistemare le cose, in qualche modo. “Se vuoi davvero che finisca così, credo di doverti ridare qualcosa che ti appartiene” mormorai, senza avere il coraggio di guardarlo dritto negli occhi.
“Cosa?” domandò serio.
Presi la sua mano calda, inizialmente temendo che avrebbe potuto rifiutare la mia, ma una volta intrecciate, le nostre dita presero confidenza con quelle dell’altro. Un contatto piacevole, effimero. Un contatto che finì presto.
Appena raggiunta la casetta, Liam lasciò la presa, troppo impegnato a guardarsi intorno. Al suo stesso modo, anche io mi incantai a fissare le pareti, su cui erano state attaccate innumerevoli foto, fino a coprirle completamente.
Foto in primo piano.
Foto idiote.
Foto particolari.
Foto inutili.
Foto degne di Oscar.
O ancora foto di scuola.
Foto di momenti speciali.
Foto semplici.
Semplicemente foto nostre.
“Oh mio Dio” sussurrò Liam, portandosi una mano alla bocca, stupefatto.
“Siamo…”
“Siamo noi” finì lui per me, rivolgendomi lo sguardo, gli occhi leggermente lucidi.
“Io non…” balbettai, incapace di parlare normalmente a causa dei singhiozzi “Liam, non sai quanto mi manchi questo ‘noi’” mormorai, sfiorando la sua mano con la mia.
Sospirò, una mano tremante nei capelli, forse troppi pensieri per poter emettere concetti sensati. Mi avvicinai alla parete, cercando di riconoscere ogni singolo istante che era stato catturato in ogni singola foto. Toccandole con le mani, quasi per voler rimpiangere quel momento, sapendo che non sarebbe mai più tornato indietro.
“Oh” esclamai sorridendo, le lacrime agli occhi “guarda qui, quella volta che scoprii la tua fobia” raccontai, indicando una foto che mostrava Liam terrorizzato, davanti a me che lo minacciavo con un cucchiaio.
“Il prom” disse Liam in tutta risposta, indicando una foto del lontano ballo d’inverno. Le sue mani poggiate sui miei fianchi, quel mio vestito nero, fasciato in vita, il ricordo di esserci voluti fermare perché volevamo che tutto fosse perfetto, quella prima volta.
“Parigi” dissi con tono basso, rivolgendomi ad una foto della Tour Eiffel. Quel pomeriggio che avevo abbandonato le lezioni per scappare con Liam, che era venuto da Londra, apposta per me. “Non posso credere che tutto questo non ci sia più…” mormorai, asciugandomi il viso caldo “L’idea che quello che ne rimarrà sono solo ricordi mi uccide, mi sento così stupida!”
“Lo sei stata, Madison” prese la parola lui “sei stata molto più che stupida, sei stata cattiva…”
“Liam, ti ho già detto che mi dispiace, io..” mi interruppe, prima che potessi dirgli che lo amavo.
“…ma hai fatto un errore, inconsapevolmente anche” disse Liam, facendo una pausa di qualche istante che mi sembrò un lasso di tempo interminabile “ma commettere errori è umano, e credo che dopo tutto anche tu ti sia meritata una seconda chance”
“C-che cosa?!” sbotta, riuscendo a fatica a mettere insieme i concetti che avevo appena sentito.
“Credo di avere un animo troppo buono per tenere rancore, ho resistito fin troppo” mormorò carezzandosi le mani, imbarazzato davanti alla mia espressione stupefatta “non riesco davvero a capire come, malgrado tutto il male che tu mi hai fatto, io non sia capace di immaginare una vita senza di te.”
Lo stimolo di buttarmi tra le sue braccia seduta stante fu terribilmente difficile da trattenere, ma non potevo, non potevo cantare vittoria così facilmente.
“Ma sai” continuò lui “talvolta il cervello mi dice di agire in un determinato modo, ma non so come il cuore riesce a farmi fare l'opposto” quello che in quel momento si dipinse sulle sue labbra fu il primo sorriso che gli vidi, dovevo ammettere che mi era mancato terribilmente.
Liam allargò le braccia, come per invitarmi a tuffarmici dentro. Non esitai un solo istante a buttargli le braccia al collo e a saltargli in braccio.
“Tu non puoi nemmeno immaginare quanto tu mi sia mancato” sussurrai, incastrando il viso tra la sua spalla e la sua guancia, sentivo il suo mento appoggiato sulla mia testa, le sue mani giocare tra i miei lunghi capelli.
“Anche tu” rispose sinceramente “non farmi mai più una cosa del genere, ti prego” mormorò con un’espressione da cane bastonato.
“Te lo giuro sulla cosa più cara che ho, Liam” mi alzai sulle punte dei piedi per arrivare a sfiorare le sue labbra, un premio riguadagnato dopo fatica e sofferenza.
Sorrisi prima di imprimere sulla sua bocca un casto bacio, sentendo le sue labbra piene ancora sollevate in un’espressione felice. Mi lasciai finalmente andare tra le sue braccia, socchiudendo poi le labbra come per chiedere l’accesso alla sua bocca. Il suo sapore, quel sapore. Non era cambiato per niente, il bacio di Liam era rimasto capace di farmi venire i brividi in un solo istante. Le nostre labbra si muovevano con passione su quelle dell’altro, entrambe si erano mancate, entrambe fremevano dalla voglia di aversi di nuovo. Mi allontanai dal suo viso, sussurrano un fievole “ti amo” a pochi centimetri dalla sua bocca. Ma non appena udii quell’ “anche io”, le mie labbra furono pronte a rigettarsi su quelle di Liam.
Ho bisogno di te qui con me, adesso” sussurrò, scostandomi una ciocca di capelli dal viso.
“Ci sarò, Liam, per sempre.”
 
 
 
 
 
Tataaaaaan! Eccomi qui dopo la bellezza di due settimane çç Perdonatemi anche questa volta, l'ispirazione mi aveva abbandonata.
E siamo giunti anche all'ultimo di Madison, non ci credo. Questo è l'ultimo capitolo effettivo, la storia finisce qui, come promesso bene per tutte :D
Nell'epilogo ci saranno tutte e cinque le ragazze, ma qualcosa sarà cambiato, non voglio dirvi niente...
Vi ringrazio di cuore per le recensioni, siete la mia forza :3
Ringrazio anche le 79 persone che hanno messo questa storia tra le preferite, le 24 nelle ricordate e le 112 nelle seguite, vi adoro! <3
Grazie davvero di cuore, ci vediamo all'epilogo, presto spero :)
Un bacio, Mota.

 
 

  
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