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Autore: serelily    04/06/2012    9 recensioni
Missing Moments Dimmi che ti importa
Oliver è rimasto ferito dal comportamento del fidanzato Matt, e sta per incontrarlo per chiudere la loro storia.
Intanto, riflette guardando la statua dell'angelo piangente nel parco in cui ama tanto andare.
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'You can be anything you want to be'
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Ciao a tutti, pubblico la One Shot stasera visto che non ho sonno! Non vedo l'ora di vedere se vi piace, un bacio!

 

ANGELO PIANGENTE


Non prendetemi per pazzo, ma da quando ho guardato quella puntata di “Doctor Who” (Colpo d’occhio, 3x10 NdA), tutte le statue di angeli mi mettono un po’ di paura e cerco sempre di non voltare mai gli occhi da loro*, rendendomi conto di quanto devo sembrare ridicolo.
Do sempre appuntamento qui, a Matt. Mi piace questo parco con la statua dell’angelo al centro, è rilassante (nonostante l’angelo continui a fissarmi).
Oggi però non mi pare tranquillo, ed è il motivo per cui sono venuto a farmelo vedere così.
Oggi lascerò Matt.
Ho deciso di farlo, perché non è giusto andare avanti in questo modo. Sono uno psicologo di venticinque anni, gay dichiarato e ripudiato dalla famiglia.
Ho sempre sostenuto di essere orgoglioso di quello che sono, e non solo perché sono gay ma perché sono una persona e mi piaccio così.
Ho superato, anche se con fatica, la fase in cui mi chiedevo cosa ci fosse di sbagliato in me da far allontanare le persone che amo. Ora so che il problema era il loro e non certo il mio, perché non può mai esserci nulla di male nell’essere se stessi.
Dopo tutto questo, non mi merito un fidanzato che fa finta di non conoscermi quando siamo in giro.
Ho conosciuto Matt più di sei mesi fa, mentre mi occupavo di un caso. Ero andato ad interrogarlo per sapere se il suo vicino picchiasse o meno il figlio, visto che dai documenti che avevo si evinceva che molte volte i vicini avessero sporto denuncia.
Matt me lo aveva confermato. Anche lui una volta era andato dalla polizia per cercare di porre un freno alla cosa, ma era come se non fosse successo niente.
Fu contento di sapere che finalmente qualcuno si stava dando da fare, e da lì a chiedermi di vederci di nuovo era stato veramente un passo breve.
Fin troppo breve. Dovevo capire che tutti quegli incontri segreti, tutte quelle scusanti, non mi  avrebbero portato a nulla di buono.
Oh, l’avevo affrontato, e diverse volte.
Ma Matt diceva sempre che non voleva ancora esporsi, che temeva che la sua famiglia lo mandasse via, come era successo proprio a me.
Eh sì, perché Matt faceva parte della stessa casta di ricchi da cui provenivo. Probabilmente i nostri genitori si conoscevano.
Matt non voleva venire cacciato, non era pronto a rinunciare agli agi che la sua vita gli permetteva.
Questo ero disposto ad accettarlo. Non puoi obbligare una persona a fare coming out, perché potrebbe rimpiangerlo per tutta la vita.
C’era però un limite alla mia pazienza, e questo limite era stato superato ampiamente.
Era una sera come un’altra, ed eravamo usciti tutti insieme in discoteca: eravamo il solito gruppo, io, Josh, Allison con la sua ragazza, Carl, Liam e Ludo. Eravamo andati in giro per pub e poi avevamo scelto di andare a ballare.
Ero stato proprio io a suggerirlo, sperando di incontrare Matt per poi tornare a casa con lui. Mi mancava da morire e non vedevo l’ora di trascorrere un po’ di tempo insieme, visto che ultimamente le occasioni erano state davvero poche.
Mi aspettavo di trovarlo lì.
Quello che non mi ero aspettato certo di vedere, una volta arrivato, era Matt arpionato ad una ragazza, intento a baciarla con passione.
Ero sbiancato, immobile davanti a quell’immagine, sentendo tutto crollare. Come aveva potuto, quel bastardo, farmi questo?
Come aveva potuto, quando io gli avevo dato tutto, dal mio corpo al mio cuore?
In un momento in cui si era staccato dalla tizia, mi vide in piedi, fermo a pochi metri da lui, con lo sguardo perso nel vuoto e l’espressione scioccata.
Cercò di raggiungermi, ma la ragazza voleva di nuovo le sue attenzioni e io non avevo voglia di parlare con lui in quel momento, o l’avrei sputtanato davanti a tutti i suoi amici.
Me ne tornai a casa con Allison e Josh, i miei migliori amici, che rimasero a dormire con me, consolandomi tutta la notte.
Allison mi aveva stretto a sé e mi cullava, mentre Josh andava e veniva cercando sempre più fazzolettini.
Eh si, ero in uno stato pietoso! Me lo diceva sempre mio fratello Lucas che ero un tipo troppo emotivo.
Mi mandò un messaggio la mattina dopo, ma non gli risposi. Ho lasciato correre quattro giorni, da quella sera. Poi l’ho chiamato io, chiedendogli di incontraci qui, davanti all’angelo piangente. Voglio che mi spieghi tutto per bene, prima di lasciarlo. Questo me lo deve.
Ecco come mi ritrovo seduto qui, ad una fredda panchina di questo parco, ad aspettare Matt.
Lo vedo arrivare da lontano, con la sua aria spavalda, la giacchetta in mano e la ventiquattrore nell’altra.
È in questo momento che capisco la cosa più essenziale di tutte. Al di là del tradimento, che mi brucia ancora, lasciarlo non mi fa male come dovrebbe.
Forse, vederlo in discoteca è stato un segno del destino, un modo per dirmi come dovevano andare le cose tra noi due.
Guardo l’angelo, che ora mi sembra meno triste, e mi alzò, andandogli incontro.
Qualunque cosa mi dica, è finita per sempre. Ora ne sono consapevole.
 
 
*Gli angeli piangenti sono creature aliene della serie britannica Doctor Who, e appaiono nella decima puntata della terza stagione. Sono immobili come statue finchè li si guarda. Se si voltano gli occhi loro possono muoversi. Se ti prendono, ti spediscono nel passato e si nutrono dell’energia che la vittima ha sprecato non vivendo nella propria epoca (anche se nella quinta stagione uccidono direttamente le loro vittime).

 

Vi ricordo la mia pagina facebook, dove potrete torvare anticipazioni, foto dei personaggi e quant'altro: SerelilyEfp

   
 
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