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Autore: Vitriolic Sheol    04/06/2012    2 recensioni
Due strade completamente diverse trovano il modo di incontrarsi, prima o poi.
Si affiancano, corrono parallele, si intrecciano; a volte una di queste irrompe nel percorso dell’altra stravolgendone il percorso, per poi andarsene altrettanto bruscamente.
A volte con conseguenze inimmaginabili.
Genere: Drammatico, Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Xigbar
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Altro contesto
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(consiglio di leggere questo capitolo ascoltando di sottofondo "Somebody that i used to know", di Gotye, mi è stata utile a calarmi nell'atmosfera)

* Giro di boa*


Era fermamente convinto che esistessero diverse sfumature del concetto di "famiglia", variazioni cromatiche apparentemente impercettibili ma comunque incisive, che potevano creare legami indissolubili arrivanti forse a toccare l'eterno, simbiosi ed affetti che andavano aldilà del sangue e del codice genetico inciso sulla nostra pelle. Quei quattro ragazzi rappresentavano il suo nucleo familiare, che con il tempo e la pazienza aveva imparato a coltivare come una pianta fragile e debole, a cui non avresti dato un soldo bucato ma che, una volta sbocciata, rifulge di splendore tale da offuscare anche la più magnifica delle rose.
Con Xemnas si conoscevano da tempo immemore, cresciuti assieme tra violenza e cemento, dove più volte avevano lasciato brandelli di pelle e di orgoglio; Xaldin, che dopo aver perso il lavoro li aveva cercati come sua ultima àncora di salvezza; Axel, incontrato quando era ancora un ragazzino, con il corpo semi ustionato dalle fiamme che avevano distrutto la sua casa e la sua vita. E Saix, poco più grande del fulvo, ragazzo difficile continuamente ad entrare ed uscire dal riformatorio, orfano sin dalla nascita.

Forse non erano come la perfetta famiglia americana, quella dove la moglie sempre bellissima ed impeccabile, cucina con amore torte di mele per la sua famiglia, altrettanto  perfetta.
Forse no, forse erano quanto più lontano ci poteva essere da quell'ideale.
Ma chi erano gli altri per poter giudicare?

Con questo pensiero, si alzò dal tavolo per andare ad ordinare il secondo giro di bevute.

**********************

Serpeggiava sinuosamente tra i tavoli e la gente in piedi, accompagnata da un ritmo musicale rotondo, stranamente piacevole che pareva infondere ulteriore morbidezza ai suoi movimenti , alla ricerca di Emily; la bassa luce del locale illuminava fiocamente la sua pelle di un rosso degno del migliore tramonto di Twilight Town, rendendo l'ambiente quasi come un camera oscura. Vagava in mezzo a quella massa brulicante di gente, uomini e donne che quella notte si sarebbero conosciuti sommariamente per poi andarsi ad avvinghiare in qualche squallida toilette del locale. Perfetti sconosciuti che dopo quell'unione, per natura atta a conoscere, lo divenivano ancora di più.

Nel mentre di questi pensieri, aveva individuato il tavolo dove Emily l'attendeva, ricevendo un entusiasta sorriso da parte della stessa; accennandone uno a sua volta, fece per raggiungerla..... finchè qualcosa, simile ad una montagna per dimensioni e granito per durezza, la travolse facendola barcollare a tal punto, che dovette appoggiarsi ad un tavolo con la mano per non finire lunga distesa per terra.

"Guarda dove vai ragazzina, eri sulla mia traiettoria."

Voce roca, profonda, un uomo. Elizabeth volse lo sguardo verso chi leaveva parlato in tono così stizzito, e sarebbe ipocrita dire che non rimase allibita.
Alto, dalle spalle larghe e la schiena solida. Un viso dai lineamenti duri, quasi intagliati nel legno, incorniciato da una lunga coda di capelli neri striati di grigio. Una cicatrice che gli attaversava tutta la guancia sinistra, dalla mandibola allo zigomo e..... una benda da pirata sull'occhio destro?

"Non mi sembra che nel locale ci sia la direzione obbligatoria."

Sputò fuori con la stessa acredine che l'uomo le aveva riservato.

"Sei impertinente ragazzina, dovresti chiedere scusa" ribattè lui con lo stesso tono.

"Quando i suoi modi saranno ragionevoli come la presunta mancanza che ho commesso, allora chiederò scusa.Fino ad allora, addio."

E senza aggiungere altro, si voltò per raggiungere l'amica che la stava attendendo attonita.

Non si rese conto che quel gesto, quella semplice azione, presto sarebbe stato il suo giro di boa.

******************

* Angolino dell'autrice *

Sono imperdonabile. Lo so. Ma l'ispirazione veniva quando non potevo scrivere, andava quando aprivo il foglio di Word; capitolo corto, utile quanto il brodo d'agosto, ma onde evitare di scrivere boiate.... meglio fare un piccolo "capitolo ponte".

Nient'altro da dire, tranne grazie a chi ha letto e recensito.

E, come sempre, a Reno_From_Turks.
  
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