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Autore: Eva92    04/06/2012    2 recensioni
È una breve storia che riassume i pensieri di due persone diverse, i loro pensieri e le loro emozioni. Tutto questo si scontra sotto un cielo plumbeo e un vento piuttosto freddo.
-GRANGER!- il vento forse portò via la sua voce e lei si bagnò anche le ginocchia bianche, mentre lui finalmente corse per arrivare ad afferrarla[…]
-E guardami maledizione!- Le afferrò il mento e lei d’improvvisò si divincolò come un serpente. Ma fu una reazione che durò pochi secondi, poi quella calma fredda e arrendevole riprese a rilassarle le membra.
-Non parlarmi come se fossi il professore o il mentore di turno Malfoy. E non dirmi di alzare lo sguardo. Tu hai deciso di alzarlo solo ora.
Genere: Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Draco Malfoy, Hermione Granger | Coppie: Draco/Hermione
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
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Rimase indietro la migliore.

 

   -Signor Malfoy, potresti cercare la signorina Granger?-

-Si preside.- La Professoressa McGranitt si allontanò, lasciando Draco Malfoy ad arrovellarsi il cervello per trovare quella ragazza.
 
La trovò mezz’ora dopo nel parco posteriore al castello.
Era Novembre e il vento freddo entrava anche dentro i cappotti pesanti. Il lago era una distesa scura, fredda e silenziosa.
La vide da lontano e si sorprese nel notare che non indossava né il mantello né il golfino. La camicia era chiaramente arrotolata fino ai gomiti.
-Dannata ragazza…- Si incamminò verso le rive del lago, dove lei era ferma in piedi. Si chiese cosa ci trovasse di così interessante in quelle acque placide, aveva infatti supposto che lei le stesse osservando, immune a quel vento freddo e collerico che avrebbe portato a breve la pioggia.
Poi però la vide avanzare e potè giurare di vedere le scarpe di cuoio della divisa bagnarsi. Poi veloci altri tre passi fino a immergere i polpacci.
-GRANGER!- il vento forse portò via la sua voce e lei si bagnò anche le ginocchia bianche, mentre lui finalmente corse per arrivare ad afferrarla.
Quando anche lui entrò in acqua boccheggiò sentendo l’acqua tanto fredda da ferirgli la pelle come numerosi spilli.
Le prese un gomito e lei sobbalzò tanto forte da spaventarlo.
-Malfoy…- sussurrò il suo nome in modo talmente confuso che lui non se la sentì nemmeno di rimproverarla, ma pensò solo a portarla fuori dalle gelide acque. Lei non oppose resistenza, anche se le mani fredde di lui poggiate ai polsi sembravano risvegliarla dal torpore che l’aveva abbracciata quel giorno.
Quando sentì i ciottoli asciutti sotto i piedi una leggera e pungente rabbia lo avvolse.
-Che diavolo hai in testa?- Tirò fuori la bacchetta dalla tasca del mantello e le asciugò le scarpe, le calze e il bordo della gonna.
-Ci sono pochi gradi e tu entri dentro il lago? Hai deciso di ucciderti o hai vampate improvvise?- asciugò anche i suoi vestiti, ma intanto lei non aveva pronunciato una parola.
-E non abbassare lo sguardo. Rispondi.- Forse si vergognava, o magari aveva capito l’errore e quello era il suo modo silenzioso di dargli ragione, Draco non lo capì, ma la pazienza aveva un limite.
-Ti si è congelata la lingua forse?- il tono derisorio parve risvegliarla un poco, o almeno darle un motivo per aprire la bocca.
-No.-
-E allora farai bene a dirmi che ti prende, o andrò a raccontare tutto alla McGranitt.- lei si guardò intorno nervosamente, strofinandosi gli avambracci scoperti.
-Non lo so…- si interruppe quando lui le prese le braccia. Draco notò che nonostante tutto aveva la pelle calda e il dubbio che avesse la fredde gli passò per un attimo nei pensieri.  Le rigirò il braccio destro e abbassò la camicia fino al polso chiaro. Fece per fare lo stesso con l’altro ma si bloccò nel vedere che le sua dita si erano fermate sulla lunga cicatrice.
 
Mudblood
 
-Non se ne va?- non aveva ancora visto le sua braccia nude da quando era cominciata la scuola , eppure l’aveva guardata spesso. Pensava che non avesse più quel marchio.
-No. È maledetto.- lei fece un gesto di indifferenza con la mano, ma inconsciamente si liberò del suo tocco e si coprì con le mani la pelle rovinata per sempre.
Draco pensò che dovesse avere molto freddo.  Si tolse allora il mantello e glielo porse.
-No, non preoccuparti. Sto bene.-
-Piantala.- con rabbia glielo mise sulle spalle e le legò i lacci al collo.
-Di fare cosa?- si chiese se fosse una buona attrice o se semplicemente avesse mangiato qualche erba allucinogena.  Da quando la sagace Granger non capiva al volo?
-Di far finta che nulla abbia valore o importanza. O significato.- La guardò duramente, imprimendo il suo sguardo freddo in quegli occhi che avrebbero dovuto distruggerlo con la loro fierezza. E invece tornavano a guardare i ciottoli della riva.
-E guardami maledizione!- Le afferrò il mento e lei d’improvvisò si divincolò come un serpente. Ma fu una reazione che durò pochi secondi, poi quella calma fredda e arrendevole tornò a rilassarle le membra.
-Non parlarmi come se fossi il professore o il mentore di turno Malfoy. E non dirmi di alzare lo sguardo. Tu hai deciso di alzarlo solo ora.  O devo forse ricordarti che fino a qualche mese fa li tenevi puntati sui tappeti della tua casa?- sapeva ancora mordere la Granger. Aveva modulato con cattiveria le parole e il tono, ricordandogli che mentre lei si contorceva nel suo salotto lui guardava a terra. E la vergogna gli fece colorare leggermente le guance.
Si sentì improvvisamente uno schifo, proprio come quel giorno quando non aveva retto.
-Io almeno non nego le mie colpe. So benissimo che cosa ho fatto e non ho fatto quel giorno.- lei parve non sentirlo nemmeno, ma era certo stesse ascoltando per la prima volta le sue parole.
-So di non essermi mai sentito tanto sporco e colpevole. E riconosco tutto.- lei capì dove lui sarebbe arrivato con quel discorso e fece per allontanarsi preventivamente prima di sentirsi dare della codarda da un Malfoy. Probabilmente pensava, erroneamente, che lui non l’avrebbe seguita.
-Invece tu? Non hai niente da raccontarmi?-
-No.- accelerò il passo con la speranza di seminarlo o farlo stancare, ma lui capendo le sue intenzioni la bloccò prendendole il polso.
-Granger. Ero venuto a cercarti perché la McGranitt voleva vederti, e ti trovo con una semplice camicia dentro al lago nero. Cosa penseresti al posto mio?- Non si spiegò quella sua insistenza, ma voleva sapere cosa passasse nella testa di quella ragazza. Quella ragazza che era stata petulante, chiacchierona, violenta, saccente, coraggiosa, ma mai depressa.
-Non puoi ignorare semplicemente la cosa?- si girò verso di lui, fissando prima la sua mano stretta nel suo polso e poi il suo viso imperturbabile.
 
Da quando era diventato un uomo?
 
-No.- Lei rabbrividì.
-Entriamo dentro. Mi racconterai tutto là.-
-No… no per favore restiamo qui. I muri di Hogwarts mi mettono ansia.- e lui lesse più di quanto lei avrebbe voluto comunicare in quella frase. Hogwarts per sette anni era stata la loro casa e mai a nessuno dei due aveva messo ansia, tutt’altro.
Lui però non disse nulla, limitandosi a darle ascolto ed accontentarla pur di lasciala parlare.
Si srotolò la sciarpa dal collo e gliela diede.
-No non c’è bis…- tacque quando lui gliela arrotolò con malagrazia intorno al collo.
-Andiamo a sederci su quella panchina.-
 
-Sono malata.- lui si girò di scatto con gli occhi spalancati, immaginandosi Hermione Granger dentro una bara.  
-Sono depressa, soffro di un disturbo post traumatico. Da circa  quattro mesi rivivo le esperienze di guerra come se fossero presenti e reali.- Abbassò la testa, poggiando la bocca sulla sciarpa verde e argento.
-Quindi anche prima…-
-Si… appena quel giorno Harry ha  lanciato l’incantesimo definitivo contro Voldemort, io e altri studenti siamo entrati in acqua ad inseguire alcuni ghermidori che fuggivano. Era proprio nel punto esatto in cui mi trovavo qualche minuto fa.-
Si passò una mano sui riccioli castani, in modo stanco.
-E non ti hanno prescritto nulla? Madama Chips lo sa?- i sospetti del ragazzo si solidificarono quando lei non gli rispose, limitandosi ad alzare le spalle.
-Stupida Mezzosangue.- Era la prima volta che la chiamava così dal ritorno ad Hogwarts e a lei più che dar fastidio sembrò riportarla alla realtà.
-A nessun altro succede… a Harry, a Ron o a Ginny. Loro sono così felici. Non sono nemmeno tornati con me ad Hogwarts. E sono sicura che Harry saprebbe trovare la soluzione…- Harry l’avrebbe abbracciata con forza e calore e le avrebbe promesso che l’avrebbe aiutata e protetta come era sempre stato e sempre sarebbe stato. Anche se l’aveva lasciata indietro.
Anche se l’aveva salutata di fretta quel primo di settembre e le scriveva di raro.
-Mi pare che colui che ti ha salvata dall’assideramento non sia stato certo lui. E poi la soluzione è chiara e banale. Ti farai vedere da un medico, ti prescriveranno delle medicine, delle pozioni e tutto ti ritornerà chiaro.- Per lui era tutto facile e chiaro. Per una azione ne corrispondeva un’altra precisa. Ma lei non voleva prendere pozioni o pastiglie. Non voleva raccontare quello che le passava per la testa e non voleva nemmeno che qualche sconosciuto medimago semplificasse con un referto medico quello che l’affettava.
-Sono rimasta indietro e non so più dove correre o per cosa combattere. È questo che mi tiene sveglia la notte. Tutti hanno una via da percorrere e sembra che io sia l’unica bloccata.- si strinse nelle spalle e sentì lo sguardo pungente del ragazzo addosso.
-Io so che fare non appena uscito di qui…- lei si sentì ancora più insulsa. A causa delle sue incertezze era stata sorpassata persino da lui.
-Andrò in qualche isola caraibica e prenderò il sole per tre mesi consecutivi, poi cambierò zona e inseguirà l’estate e il caldo. Per un anno non farò nulla!- l’espressione sul suo viso era talmente convinta e decisa che se non lo avesse sentito con le sue orecchie avrebbe giurato che le stesse raccontando che della sua futura carriera come primo Ministro.
-E poi?-
-Poi non so. Forse potrei accettare di diventare solo un mantenuto. O potrei sviluppare le serre dei Malfoy e fare ricerche botaniche. Diventare un pozionista, o un medimago. Chi lo sa…- per un attimo si disse che nemmeno lui sapeva che fare della sua vita.
Non aveva piani per il futuro,se non qualche confusa idea che era ancora in fase di sviluppo.
 
È come me? No.
 
 Lui non aveva piani precisi ma da come parlava sapeva per certo che una cosa l’avrebbe fatta di certo: vivere.
-Io… - gli voleva dire che forse sarebbe diventata un Auror, ma l’incertezza la colpì come un macigno e dovette girarsi per nascondere le lacrime che rischiavano di traboccare. E sapeva che non si sarebbero fermate facilmente stavolta.
Harry era n Auror, Ron lo sarebbe diventato.
Harry aveva Ginny, Ron avrebbe potuto avere lei, ma sembrava pensare di avere tutto il tempo del mondo. Come al solito l’aveva data per scontata, come donna e come persona.
-Dai mezzosangue non farla lunga, vedrai che ti darai una svegliata anche tu. E poi dici di essere rimasta indietro… ma come fa la migliore a rimanere indietro?- lei sussultò nel sentire le sue ultime parole.
-Puoi parlarne con la McGranitt… lei ha sempre la risposta pronta, per quanto sia bisbetica…- lei non lo lasciò terminare e lo abbracciò. Lo abbracciò ad occhi chiusi e velocemente, immaginando che al suo posto ci fossero Ron o Harry.
Aveva appoggiato la testa sulla sua spalla, stringendogli la schiena come era sempre stata solita fare. Harry le aveva sempre detto che i suoi abbracci toglievano il respiro, e a Draco il respiro glielo aveva tolto davvero.
Oltre alla sciarpa e al mantello gli aveva tolto anche quello.
Ma lui non era i suoi amici. Non aveva la stazza di Ron, ne le spalle gentili di Harry. Aveva delle belle spalle a lei sconosciute, un petto diverso ma stranamente accogliente e un collo dal profumo ricercato.
Si staccò subito dopo aver fatto quelle considerazione, che le risultarono terribilmente frivole.
-Scusa…- arrossì d’imbarazzo.
-Mezzosangue ti pregherei di non prenderti più queste confidenze senza prima chiedere il permesso al sottoscritto!- la guardò sconvolto, ma non infastidito.
Era sconvolto, ma  ancora sentiva un piacevole formicolio dove per un momento lei aveva poggiato le labbra. Quel preciso punto tra la mandibola e il collo, dove forse lo aveva annusato, o forse lo aveva proprio baciato.
Lei annuì abbassando lo sguardo.
-A me queste dimostrazioni di affetto in pubblico danno fastidio. Non sono certo quello straccione di Weasley o lo sfregiato.- la guardò di sbieco.
-E non far finta che non sappia che tu l’hai fatto per quello. Se credevi di trovare quei due al mio posto stai sbagliando di grosso.- Lei annuì.
-E comincio ad avere freddo. Entriamo dentro.- si alzò e la guardò in attesa.
-No, vai pure io mi fermo un po’ qui.- Fece per togliersi la sciarpa e il mantello ma lo sguardo che le lanciò la bloccarono sul posto.
Le porse una mano bianca e lei  di malavoglia la afferrò, capendo che lui probabilmente se la sarebbe caricata anche su una spalla pur di ritornare dentro.
Lui la tirò  forte volontariamente, prendendola di contropiede e facendosela finire addosso, proprio come aveva calcolato.
-Ops, scusami mezzosangue…- Lei aveva le mani poggiate al suo maglione, ma non sembrava essere pronta a scacciarlo. Stringeva il cashmere grigio e lui si abbassò lentamente lasciandole il tempo di scostarsi, o di fare la sua scelta.
Le poggiò le labbra sulle sue socchiuse, in un bacio umido e lieve, ma che scosse con forza entrambi. La mano di Draco vagò veloce fino al suo viso, sfiorandole la mandibola e la guancia con una carezza.
Si staccarono entrambi velocemente  da quel contatto intimo a improvviso.
-E per la cronaca, io non ho immaginato di baciare nessun altro al posto tuo.- si scansò veloce e finalmente tornò nel castello, dove molto probabilmente avrebbe cercato Blaise in lungo e in largo.
Si girò però un ultima volta verso la panchina dove l’aveva lasciata, e la vide ancora sorprendentemente sorpresa e imbarazzata. Era rossa e quasi certamente ora non aveva più quella guerra in testo o quei suoi stupidi amici.
Avanzò di nuovo verso il castello guardandosi la mano con cui le aveva accarezzato la guancia calda.
Si, era calda la Granger, nonostante sembrasse un Iceberg depresso e la cosa gli piaceva terribilmente..
 


Storia nata d'improvviso e messa per iscritto di getto. Probabilmente vi saranno anche errori sparsi qua e là.
Spero vi piaccia e vogliate farmi sapere cosa ne pensate!!!
A presto!!!
 
  
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