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Autore: Scar_    04/06/2012    7 recensioni
- Tom, aspetta -
- aspetta? – chiedo sarcastico, mentre non so per quale grazia divina blocco la mano che stava scivolando lenta sulla sua coscia
- io voglio… voglio che la prossima volta, sia da coppia ufficiale –
- ma che stai dicendo? –
- sono serio – interrompi il bacio, mi blocchi le mani e le porti sopra la mia testa – la prossima volta che faremo l’amore, tutti sapranno che sono pazzo di te -
- e hai intenzione di farmi aspettare… quanto, di preciso? –
[Tom HiddlestonxChris Hemsworth]
Genere: Romantico, Song-fic | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Chris Hemsworth, Tom Hiddleston
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Eccomi qua :D
Scusate il ritardo, ma come forse avrete letto sulla mia pagina, non ero a casa, e questo ha reso abbastanza difficile finire il capitolo e aggiornare... Scusatemi!
Allora, la canzone è "Pride" degli U2, una delle mie canzoni preferite in assoluto, la ascolterei 100 volte di fila ed avrei ancora la pelle d'oca! So bene che l'hanno scritta per dare un messaggio incredibilmente nobile, ma non potevo non inserirla (:
Detto ciò, ringrazio ancora una volta tutte le persone che mi seguono e vi lascio alla lettura
Grazie ancora, alla prossima!
Un bacio a tutte (L)


Capitolo 6


Meno uno.
Domani è il fatidico giorno, sono le quattro del mattino, tra qualche ora il sole getterà la sua luce rossastra sulle pareti della mia stanza, illuminando la mia ultima occasione per riprendermi l’uomo che amo.
Mi rassegno all’idea che non chiuderò occhio, e mi alzo alla ricerca di qualcosa da fare per distrarmi. Non appena in soggiorno, due cose attirano la mia attenzione: l’invito in carta velina poggiato sul tavolino basso color ebano, e uno splendido mazzo di rose che Cap mi ha mandato giusto ieri mattina.
Accarezzo un petalo con un mezzo sorriso, stanno già appassendo… in questi ultimi mesi il nostro rapporto è cambiato molto, ma in questo momento non siamo niente di più che semplici amici, uniti da un profondo desiderio nei confronti di qualcuno che non possiamo avere. Questo ci rende un po’ tristi, ma ci consoliamo a vicenda.
Chris ha smesso, invece, di guardarmi storto. Ha smesso di guardarmi in genere, non riesco più a sorprenderlo a fissarmi, non riesco più a leggere nei suoi occhi quella malinconia che non voleva ammettere di avere. Si è semplicemente rintanato dentro sé stesso, ha preso le distanze da un po’ tutto il resto del gruppo, tirando fuori ogni volta qualche scusa a proposito dell’organizzazione del matrimonio.
Matrimonio.
Quella parola mi scuote da capo a piedi, come un terremoto centralizzato nella cucina di casa mia. Cerco con lo sguardo il cordless, lo prendo con mani tremanti e compongo un numero a memoria, incrociando le dita e pregando con tutte le forze che il suo cellulare sia acceso.
- sono le quattro del mattino – una voce roca, profonda, impastata dal sonno mi risponde, sento il mio cuore accelerare furiosamente i battiti
- Chris non riattaccare ti prego – stringo gli occhi e glielo dico
Rimane in silenzio per un tempo che mi sembra interminabile, poi sento il suo sospiro rassegnato perforarmi l’orecchio – che vuoi? – chiede, so per certo che in questo momento si starà stropicciando gli occhi, indeciso se pentirsi o meno di non aver chiuso la chiamata
- vorrei solo parlarti… di persona – aggiungo, ho bisogno di parlargli guardandolo dritto negli occhi, per capire cosa c’è rimasto di noi – hai da fare oggi? -
- ovviamente – ribatte come se fosse ovvio, lo sento alzarsi dal letto e fare qualche passo
- magari stasera? Tanto gli sposi devono dormire separati secondo la tradizione, giusto? – sto parlando troppo, me ne rendo conto. Sto dicendo cose che potrei risparmiarmi, ma è come se la mia bocca avesse messo il pilota automatico
- d’accordo. Per le dieci. Decidi tu dove – e chiude, lasciandomi solo col caffè e i miei pensieri.

One man come in the name of love
One man come and go
One man come, he to justify
One man to overthrow

Sono solo un uomo, venuto per l’amore.
Entro nel pub irlandese, affollato come al solito, mi sono raccomandato al telefono per avere un tavolo isolato, possibilmente separato dal resto del locale. Un posto più elegante avrebbe attirato occhi curiosi, ed un invito a casa mia non sarebbe mai stato accettato.
Sono qui in nome dell’amore, in nome di quel sentimento che provo ancora, quel sentimento che per me ha un nome, un viso, due occhi blu tempesta che ora mi fissano apparentemente impassibili.
Sono solo un uomo, mi siedo davanti a lui, abbozzo un sorriso che non ricambia, prende un altro sorso del suo whisky doppio malto. Sono qui per giustificarmi, per provare a dare un senso logico a quello che è successo, in cuor mio spero di poter cambiare le cose, ma sarei un povero illuso se ci credessi davvero.

One man he resist
One man washed on an empty beach

- hai intenzione di rimanere in silenzio per tutta la serata? – chiedo, nascondendo il mio nervosismo dietro un sorrisetto tirato, tamburello sul tavolo, fingendomi concentrato sul menù delle birre
- forse – risponde soltanto, scrollando le spalle. Sa di farmi male con questo suo menefreghismo, ma cerco in tutti i modi di resistere – certo, se ti muovessi a dirmi che vuoi, potrei tornarmene a casa -
- voglio… - alzo lo sguardo verso il soffitto, sperando forse che le parole giuste mi cadano in braccio, come una benedizione venuta dal cielo – da quando ci siamo lasciati, mi sento come un naufrago su un’isola deserta – me ne esco così, lascio perdere i discorsi sensati ed arrivo direttamente al punto, ovvero quell’orribile sensazione che mi sta dilaniando dentro.
- affamato? – sbotta sarcastico, giocando col ghiaccio nel bicchiere
- solo -
Mi guarda, socchiude le labbra, prende fiato, torna a guardare il suo drink, cercando di rimettersi addosso questa maschera d’indifferenza. – che cosa vuoi, Tom? -

In the name of love
What more
In the name of love

- voglio solo te, Chris. Voglio che mi ami -
Mi guarda fisso negli occhi, non riesco a nascondere un sorriso enorme, è bastato dirglielo per riaccendermi, per ritrovare quella sensazione di calore che solo lui sa darmi. Siamo pietre focaie, una sola non serve proprio a niente, ma due… bè, possono fare un bel falò
Non sa nemmeno lui cosa fare, gioca indeciso col portatovaglioli, Pride degli U2 ci riempie le orecchie, persino la musica lo prega di amarmi.
- non posso – risponde alla fine, rompendo il contatto dei nostri occhi
- in nome dell’amore, Chris, in nome di quello che c’è stato fra noi… non puoi negare di sentire ancora qualcosa, o qui stasera non ci saresti venuto – lascio perdere qualsiasi prudenza, non m’interessa quello che penserà di me, non m’interessa passare per un disperato. Devo fermarlo, bloccarlo, impedire che faccia anche solo un passo, stringerlo al mio petto e non lasciarlo andare mai più
- domattina mi sposo – ricorda a me e a sé stesso, ma il suo tono non è più severo come prima, è quasi una cantilena, un aggrapparsi alla roccia per non ricadere nel baratro.
- una notte sola… - non so bene come, ci siamo alzati entrambi, lui per tentare di andarsene, io per convincerlo a restare. Gli prendo una mano, lo guardo incantato, poso un bacio sulla sua guancia coperta da un filo di barba.

E tutto diventa confuso, veloce, sfuggente.
Ci lasciamo alle spalle il locale rumoroso, ci gettiamo in un taxi, lascio scorrere dietro di me il paesaggio di New York e mi concentro su quello davanti al mio viso. Gli oceani dei suoi occhi, le colline dei suoi zigomi, la prateria della sua barba, l’antro della sua bocca, così pericoloso ma così irresistibile. Ci sorridiamo frenetici, pregando che l’autista faccia il prima possibile.
Ci metto qualche tentativo per riuscire ad infilare la chiave nella toppa, le sue mani sul petto e la sua lingua sul collo mi distraggono non poco. Non appena dentro mi giro fra le sue braccia e mi stringo a lui, avventandomi sulle sue morbide, calde, umide e meravigliose labbra.
Non arriviamo nemmeno al letto, crolliamo sul tappeto del salotto, copri ogni centimetro del mio corpo con un bacio, improvvisamente non hai più fretta, e lo capisco. Passata l’euforia, ci rendiamo entrambi conto che questa notte dovrà finire, che domattina saremo lontani, intrappolati in un gioco crudele che noi stessi abbiamo messo in piedi.
- vorrei che non sorgesse più il sole – i tuoi capelli sciolti mi solleticano il viso, ti senti stupido ad aver detto una cosa del genere e sorridi imbarazzato, spogliandomi piano. Non ti rispondo, se anche provassi a parlare sono sicuro che l’emozione mi bloccherebbe tutte le parole in gola, ma sai che provo esattamente la stessa cosa.
Facciamo l’amore piano, in silenzio, come due ragazzini che hanno paura di farsi scoprire… Dopo ti accucci contro il mio corpo, appoggi la testa sul mio petto e ti lasci accarezzare i capelli, ti addormenti senza dirmi altro, sai che non ce n’è bisogno. 
  
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