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Autore: Just a Shapeshifter    04/06/2012    8 recensioni
Licantropi e Lupi Mannari... Da sempre creature avvolte da uno strato di mistero, così fitto che non se ne intravede neanche la differenza.
Figli del diavolo. Dannati per l'eternità. Figli della più buia delle notti, illuminata solo da una lucente luna piena, che si rispecchia in un piccolo ruscello, solo la sua immagine è mossa dall'acqua.
Due Clan, due capi, due Immortali, e una continua lotta per trovare la luce, la liberazione.
Ma è veramente tutto come sembra?
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Personaggi: TUTTI :D (Sarebbe troppo lungo scriverli)
Genere: Guerra, Horror, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Alejandro, B, Blaineley, Courtney, Dawn, Duncan, Heather, Scott | Coppie: Alejandro/Heather, Duncan/Courtney
Note: AU, Raccolta | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale
Capitoli:
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Era seduta su una sedia Heather...
Una sedia grezza, costruita intrecciando semplici ramoscelli, ma pur sempre comoda. Oh si, l'eremita era davvero brava.
Osservava suo figlio giocare con un cucciolo. Il cucciolo di Dawn, un dolce lupacchiotto dal pelo stranamente argentato. Lei lo aveva trovato nel bosco, e ormai era come un cane, certo, forse un po' più pericoloso...
Il piccolo bimbo che dimostrava tre anni giocava con lui davanti a un caminetto acceso dentro casa.
Il bagliore del fuoco illuminava la piccola casetta nascosta in mezzo al bosco, rendendola calda e accogliente.
Era pensierosa, Heather. I suoi occhi puntavano sempre verso suo figlio.
Un bambino vivace... Con quegli occhi così limpidi color acquamarina, che contrastavano dei capelli nero pece.
Così grazioso ma così diverso...
Se ne erano accorte fin dalla gravidanza, durata appena tre mesi e due settimane.
Fatto molto strano. Dawn non ci poteva credere. Nessuno poteva partorire in così poco tempo.
Che la magia della strega non fosse riuscita a contrastare la malattia del compagno?
E in più il bimbo era nato perfettamente sano, aprendo quasi subito i suoi occhioni blu, rivelandosi al mondo esterno.
A soli due mesi già riusciva a camminare, e verso i dieci mesi già correva e parlava.
Il piccolo ragazzo dai capelli scuri come la notte e il piccolo lupo stavano bene insieme. Si capivano... Come se ci fosse un certo feeling, tra i due.
Heather sospirò, lasciandosi cullare dalla leggera brezza del vento tra le foglie.
La sua mente era libera, spensierata... così si lasciò travolgere da uno dei Flash Back più dolci che avesse mai avuto.

"Volevo solo aiutarti...” << Volevo solo aiutarti.. >>
Il ragazzo non le diede risposta.
<< Lo so che sembra stupido, ma, il fatto è che... che non sopporto vederti così! >> lo sguardo della ragazza si era fatto basso, delle lacrime parevano sgorgarle dagli occhi, e le mani si raggomitolarono in due stretti pugni.
In un secondo il ragazzo dalla pelle ambrata si girò di scatto verso di lei, appoggiando le sue forti mani sulle spalle della strega; forse compiaciuto delle scuse.
<< Oh, Heather, lo sai, neanche per me è facile convivere con questa... questa... >> si bloccò, come per riflettere su ciò che stava per dire. << Questa malattia. >> sospirò infine non mollando la presa.
La mora capì immediatamente che non stava mentendo però, era suo dovere aiutarlo. Ma la madre non sarebbe mai dovuta venirlo a sapere o per lui, o meglio, per loro sarebbero stati guai.
Alejandro amava Heather. Gli era pienamente riconoscente. Ma non si può sconfiggere un male se non lo si conosce.
Il silenzio invase l'aria come un tornado scuote la terra.
Il latino sollevò delicatamente con una mano il mento della ragazza, e si appressò a lei come un vestito che cadeva alla perfezione.
Le loro auree si unirono in un mix di rosso perfetto.
La passione ardeva in loro come il fuoco che bruciava il duro e umido legno di quelle foreste, così difficile da incendiare, così difficile da procurare.
Parevano due ballerini, due ballerini perfettamente in sincronia.
Tra baci passionali e piccoli gemiti la potente piccola strega e l'affascinante, ormai non più uomo, si unirono costruendo così una nuova, ma non inutile, piccola vita.

Si risvegliò, se così possiamo dire, attirata da una voce femminile e molto famigliare.
<< Dawn... quante volte te lo devo dire... Non devi comparire così all’improvviso, lo sai che lo detesto... >> enunciò la strega abbandonando per sempre quella dolce sensazione di pochi istanti prima.
<< Scusami... volevo solo avvisarti di una cosa... >> si difese lei sedendosi in mezzo all’erba incrociando le gambe e fissando un punto sul terreno.
Heather avvertì una lieve scossa dietro la schiena, così azzardò un commento, consapevole di averci azzeccato pure questa volta.
<< Hai avuto una premonizione, giusto? >> disse lei accavallando la gamba destra su quella sinistra.
La bionda annuì, facendo volteggiare i candidi capelli.
<< Di che si tratta stavolta Dawn? >> domandò curiosa la mora.
La piccola veggente non riusciva a dire una parola. Forse troppo spaventata dalla sua fugace visione.
<< Allora? Me lo vuoi dire si o no? >> nella voce di Heather si poteva benissimo sentire un lieve tono di arrabbiatura, che fece rabbrividire la compagna.
Allora la ragazza di fronte a lei si decise di parlare con un tono di voce ispiratrice, i suoi occhi erano annebbiati di fumo immaginario.
<< Tuo figlio. Ho scoperto perché cresce così velocemente. >> dichiarò la biondina fissando Heather dritta negli occhi.
La donna si bloccò, come paralizzata.

La sua voce tentava di uscire per chiedere spiegazioni, ma la gola impediva il passaggio di qualunque suono.

Rimase così, con gli occhi sgranati e la bocca semi aperta per diversi secondi. Poi, finalmente riuscì a formulare una frase.
<< C-che cosa vuoi dire... che cos'ha?! Parla! >> << Dobbiamo stare attente... Tra cinque anni un’eclissi di luna apparirà nel cielo... E allora sarà troppo tardi. >> Heather non credeva alle parole appena sentite.
Come poteva suo figlio... essere in qualche modo un mostro?
Che centrasse...Alejandro?
No, no, no: non poteva essere...
Una voce cristallina irruppe di nuovo nei suoi pensieri. << Heather ho visto che cosa diventerà! >>
<< S-Spiegati meglio. >> fu tutto quello che riuscì a dire la mora, conficcando le proprie unghie tra gli intrecci della poltroncina.
Dawn si accertò che il piccolo figlio della strega fosse abbastanza lontano, per non udire quella sgradevole conversazione... poi iniziò.
<< Accadrà per un motivo preciso. Degli occhi, ho visto solo loro. Due occhi neri, forse appartenenti a una figura femminile. E poi un forte ululato. Niente più... Ma di una cosa sono certa... quello era tuo figlio, me lo dicono gli spiriti... Dobbiamo stare attente, Heather, molto attente... >> commentò per l’ennesima volta la veggente come se stesse ripetendo un formula magica in stile sciamano, prima di alzarsi e di ritornare dentro quella sottospecie di caverna, oramai la loro casa da quasi due anni.

-Cinque anni dopo-

Un ragazzo dal fisico quasi scolpito si stiracchiò prima di scendere dal suo letto e andando a salutare il suo amico a quattro zampe.
Si grattò per un attimo la testa pensieroso, per poi scegliere l’arma del giorno.
Un arco affusolato e un piccolo contenitore con dentro delle frecce perfettamente costruite.
Il ragazzo sogghignò. Sapeva che la zia veggente era contraria alla caccia, ma, diamine! Era più forte di lui...
Il sapore del sangue... il sapore della carne lo faceva letteralmente impazzire...
E in più pure il suo amico impellicciato doveva sfamarsi... quindi la caccia era d’obbligo. Di certo non sarebbe diventato vegetariano, non dopo la scoperta di quel cibo così buono e succoso così, con un lieve fischio attirò il lupo e gli fece cenno di seguirlo.
Uscirono dalla loro casa alle prime luci dell’alba, immergendosi nel fitto della foresta. Il ragazzo dai capelli corvini e occhi azzurri era in quel dannato mondo da soli sette anni, ma ne dimostrava già sedici.
La veggente aveva ragione... lui era diverso, speciale... ma il giovane non aveva mai dato molta importanza a tutto ciò.
Era da sempre vissuto solo, con la madre, la zia adottiva e il suo piccolo amico dai canini scintillanti.
E tra tutti e tre era l’anima con cui andava più d’accordo.
Per qualche strana ragione il giovane poteva comunicare con il lupo, e viceversa.
Certo, questo poteva sembrare abbastanza strano, ma per lui no.
Ad un certo punto il canide si fermò, drizzando le orecchie. Era il segnale.
Il ragazzo estrasse una delle sue frecce dalla custodia che gli pendeva dietro la spalla destra e iniziò a prendere la mira.
Un istante dopo una freccia con delle piume ornamentali si librava nel cielo, scattante e veloce quanto pericolosa.
<< Centro! >> disse il ragazzo correndo a prendere la sua meritata preda e dividendola con l’amico a quattro zampe. << Beh... tu la tua parte te la mangi così ma io la preferisco di gran lunga cotta... torniamo dai. >> annunciò alla fine il giovane riprendendo il cammino verso casa.
Ormai il sole era alto nel cielo... eppure, diversamente dagli altri giorni, esso sembrava...spento.
Senza pensarci troppo il duo continuò a camminare, fino a quando un rumore attirò l’insolita coppia.
Il giovane si appiattì al suolo, imitando il compagno impellicciato.
Alzò lentamente la testa, per vedere chi fosse la causa di quel rumore:
Un orso?
Una semplice volpe?
O un piccolo ed insignificante furetto?
Alla vista della creatura il ragazzo per poco non svenne.

Un’umana.
Un’altra umana dispersa in quella foresta.
Com’era possibile?!
Restò lì, incantato, a fissare quella creatura così simile a lui.
Restò lì forse un po’ troppo, perché la ragazza dai capelli color ebano e gli occhi profondi e scuri come due pozzi lo notò.
<< Ehi! Che ci fai da queste parti? Di solito qui non c’è mai nessuno... Ed è anche il mio nascondiglio segreto! Tu e il tuo, lupo? Ah beh, oramai l’avete trovato... Si può sapere come avete fatto?! >> sputò la ragazza con un pizzico di irritazione nella voce.
<< Cavolo una vaga in mezzo alle foreste in cerca di un piccolo spazio di pace per sé, lo trova e poi arrivate voi e rovinate tutto! >> la ragazza misteriosa continuava a parlare senza sosta, mentre un’eclissi di luna sovrastava il cielo.
<< Fantastico, ci mancava pure questa cosa qui! >> annunciò infine sedendosi su una pietra liscia. << Comunque, visto che hai rovinato tutto, piacere, sono Courtney. >> disse tendendo la mano.
<< Duncan. >> sbottò il giovane con un sorrisetto malizioso sulle labbra e stringendole la mano.
<< Bene, ora che le presentazioni sono finite... tu sai che cosa potrebbe essere quella roba lì? >> continuò lui indicando il cielo, improvvisamente buio.
<< Beh, genio... è un eclissi! Benvenuto nel regno dei vivi! >> disse lei irritata. << Uuuuuuh... qualcuno è acido... >> commentò il ragazzo facendo affiorare un ghigno sulle labbra. << NON SONO ACIDA, OK?! >>
All’improvviso il compare di Duncan scattò in allerta.

Un rumore attirò l'attenzione anche del moro, che non fece in tempo a reagire.
Un orso sbucò all’improvviso da dietro alcuni cespugli, tirando una zampata in direzione dei due giovani: Duncan la schivò, non ricavando danni, Courtney invece fu meno fortunata.
L’artigliata la colpì, facendola sbattere contro un albero e facendole perdere i sensi.
L’atmosfera era tesa, così tanto che la si poteva tagliare con un coltello.
Il corpo del giovane iniziò a scaldarsi, sempre di più.
La rabbia gli ribolliva nel corpo.
No! Quella sottospecie di bestia non poteva uccidere il suo primo contatto umano... No che non poteva!
Duncan serrò i pugni, facendo sbiancare le nocche tanta era la pressione che stava esercitando.
Aprì la bocca mostrando i denti, che nel frattempo si erano allungati ferendogli il labbro inferiore.

All’improvviso qualcosa gli fece scattare lo sguardo verso il cielo. Verso quella luna comparsa stranamente di giorno.

Sentì il suo corpo trasformarsi.
Le mani piano piano scomparivano, per essere sostituite subito dopo da due enormi zampe, color carbone.
La sua colonna vertebrale stava mutando.
Il viso si trasformò, diventando sempre più simile a quello del suo così conforme amico lupo. Sentiva i denti diventare zanne, e un folto e irto pelo gli cresceva a dismisura in tutto il corpo, mentre una specie di protuberanza gli spuntava nelle parti del fondo schiena, molto probabilmente una coda...
Finalmente la trasformazione era completa.
Il giovane mutaforma aprì gli occhi.
Che a differenza di tutto il resto, erano sempre gli stessi, azzurro acquamarina.
Sentiva una forte sete di vendetta nei confronti di quella specie di mostro.
Lanciò un ululato che squarciò l’aria, poco prima di lanciarsi su quella sottospecie di orso.


Angolo dell'autrice

Duncan?!?! Figlio di Heather e Alejandro?!?! Buhahaha incredibile come suscito curiosità nelle persone :D
Scott: *Scoppia a ridere* Hey!?! Papino?? Hahaha! Al!!
Alejandro: Ma come ti vengono in mente idee così! Oddio, non mi fraintendere, io Duncan lo considero come un fratello, mah, questo è troppo!
Duncan: O___O" Bhè il lato positivo è che c'è la mia Principessa :D
Autrice: Hem.. già... Però ti avviso che un orso l'ha sbattuta contro un albero...
Duncan: Ucciderò quella creatura >:D
Scott: Hei Hei fermi tutti! E io dove sono!?!? Non dovrei esserci anche io in questa scena?
Autrice: Aspetta... fammici pensare... NO >:D Ti ho detto che tu vieni dopo!
Duncan: Hahaha che pivello!
Autrice: Bene! Spero vivamente che con questo capitolo i vostri dubbi si sono finalmente schiariti :D Recensite perchè voglio assolutamente sapere come vi è sembrato :D *sparisce*

  
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