*Arashi in Love*
Capitolo 12
-Odio San Valentino! -
Dopo la minaccia di mia madre verso Kamui,
capimmo quanto effettivamente la mamma ce l'aveva con
papà.
Non lo insultava apertamente davanti a noi, ma molto
probabilmente dentro di se gli aveva sparato tanti di
quegli insulti che nemmeno osavo immaginare.
Fatto sta, che dopo quella chiacchierata non toccammo l'argomento per il resto della giornata. Aiutai mia
madre a preparare i dolci di cioccolato, mandando al diavolo le lezioni per
quel giorno.
Poi arrivò il momento più terribile della
giornata.
Erano le sei. Tra un ora e mezza
circa Akira sarebbe arrivato a prendermi.
Nell'accettare non avevo nemmeno pensato di chiedere quale fosse il posto in cui mi voleva portare.
E nella mia mente un unico dubbio
mi assalì.
Cosa diavolo mi sarei messa
d'abito?!!!
Feci un sospiro, pensai per prima cosa di darmi una
sistemata ai capelli e mi truccai lievemente, senza esagerare, in modo da poter
essere ordinata ma non troppo assomigliante ad uno spaventapasseri.
Poi tornai in camera e aprii le ante dell'armadio.
Ufficialmente non era mai capitato che uscissi con qualcuno
più grande di me, tanto meno che quella persona in questione, fosse il figliastro di uno dei nobili più importanti
del paese. Avrei dovuto vestirmi in modo tradizionale o
occidentale? E se mi sarei vestita in occidentale
sarebbe stato meglio un vestito elegante, uno sportivo o uno casual?
Fissai terrorizzata l'armadio.
Per l'abito tradizionale non sarei mai riuscita a rispettare
i tempi, anche perchè mia madre non sapeva legare l'obi, solo mia zia ne era in grado, ma a chiamarla ci avrebbe messo troppo
tempo, sempre che fosse stata disponibile.
Quindi restava solo l'abito
normale.
Lo sportivo lo scartai immediatamente,
quindi il dubbio restava sull'elegantissimo, l'elegante, il non troppo
elegante, e il semplice.
Frugai ovunque ma non trovai niente
che potesse soddisfarmi.
Avrei volentieri chiesto in prestito qualche vestito a mia
madre, se non fosse che era più bassa di me di
almeno
Continuando a cercare riuscii a decidere
di mettere una semplice camicia bianca, di gonne non sapevo minimamente
quale scegliere.
-Mammaaaaaaaaaaaaaaaa-
strillai disperata chiedendo aiuto.
-Cosa c'è?- la vidi entrare
preoccupata col fiatone.
-Non so cosa mettermi!- dissi con le lacrime agli occhi.
Lei mi guardò assottigliando gli occhi rendendoli due
fessure. Poi sospirò e mi spinse a farle vedere la camicia.
Poi portò le dita al mento e iniziò a frugare
nell'armadio. Aveva la testa sempre più infilata nei miei abiti, con lo chignon che le raccoglieva i capelli e il vestito che
aveva scelto per la serata. Se non altro aveva più
gusto di me nel vestire. Aveva optato per una
gonna nera che le scendeva lungo i fianchi, sopra due calze nere che finivano
in un paio di eleganti scarpe col tacco tutte impreziosite da piccoli
brillantini, mentre il maglione a collo alto le dava un'aria quasi nobile,
mentre la sua collana con incisioni strane le impreziosiva il collo e
completava l'effetto.
Assorta com'ero nei suoi abiti nemmeno mi accorsi
che aveva trovato una gonna marrone che era perfetta con la camicia, aveva
anche pensato alle calze e alle scarpe che prese immediatamente dalla
scarpiera, poi, dopo avermi lasciato con i vestiti sul letto andò in
camera sua a prendere un maglione della stessa tinta della gonna con delle
maglie larghe che avrebbero lasciato intravedere la stoffa bianca della camicia.
Mi vestii di fretta e scesi di corsa le scale. Mancavano
ancora venti minuti prima dell'arrivo di Akira, ma prima ci tenevo ad avere l'assenso dei miei fratelloni.
-Sei fantastica!- esclamarono in
coro.
Poi mia madre mi guardò da capo a piedi e
assottigliò nuovamente gli occhi in due fessure, per poi sollevare un
sopracciglio. -Vieni con me- disse trascinandomi nel
suo bagno, adiacente al suo studio.
Mi prese i capelli e iniziò a pettinarli, per poi
raccogliermeli dietro la nuca in una serie di piccoli nodini, simili a chignon, che lasciavano scivolare alcune ciocche bionde. Poi
prese una scatoletta ed estrasse un paio di orecchini
a pendolo, con delle pietre nere, e mi puntò un fermaglio a forma di
medaglione sotto il colletto, anch'esso in pietra marrone e beige.
Sentii il campanello suonare. Il cuore prese a tamburellare
e corsi velocemente giù dalle scale, gettandomi ad aprire la porta.
Non pensai nemmeno a come avrebbero reagito i miei fratelli
nel vedere Akira, tanto meno la reazione di mia
madre, fatto sta che quando aprii la porta non fu Akira che mi trovai davanti.
Un uomo altò poco
più di me, dai capelli castani e i lineamenti occidentali, vestito di
tutto punto era davanti alla porta.
Il suo giapponese non era perfetto quanto quello di mia
madre, evidentemente non era da molto che viveva qui...
-Mamma... è per te...- mi feci
da parte e lasciai entrare quell'uomo che si
fermò sull'uscio, aspettando mamma.
-Tu sei Arashi?- chiese con un
forte accento italiano.
Annuii e feci un leggero inchino.
-Perdonami, non parlo bene
giapponese...- si scusò. -Somigli molto a tua madre...- mi sorrise e poi
alzò lo sguardo verso la scala. Mamma aveva
preso lo scialle e se l'era avvolto attorno alle spalle, mentre scendeva verso
di noi.
Mi voltai istintivamente a fissare quell'uomo
e rimasi decisamente sorpresa nel vedere come guardava
mia madre. Credo, o almeno lo pensai in quel momento, che nemmeno mio padre avesse mai guardato mamma in un modo tanto intenso. Mi chiesi,
divertita, se fosse dovuto al fascino italiano.
Mentre dalla porta entrava un freddo vento, una folta chioma di
capelli rossi spuntò da dietro quel Thomas, e
immediatamente i miei fratelli, che avevano sporto la testa per vedere il nuovo
arrivato, esclamarono in coro... -Ora ho capito qual'era
la firma!-
Lanciai loro un'occhiata fulminante.
Poi mia madre sorrise e invitò i due ad entrare,
così da permettere di chiudere la porta. Infine si avvicinò e
sistemò le scarpe.
Guardò i capelli rossi di Akira, poi il resto e sorrise.
-Akira, è da molto che non
ti facevi vedere...- era stata senza dubbio migliore
di me nel riconoscerlo. -Sei cresciuto molto...- poi sorrise.
-Quel rosso...- esclamò l'altro ospite... -Se non
ricordo male, anche tu da giovane avevi i capelli di quel colore...-
-Hai buona memoria Tom- sorrise
mia madre che si voltò a raccomandare ai miei fratelli di non fare
troppo tardi.
Uscimmo tutti e quattro e indossai il
cappotto aiutata da Akira.
-Mamma, tu avevi i capelli rossi?- chiesi
sconvolta prima di chiudere il cancelletto.
-Si, adoravo quel colore, ma tuo
nonno ha insistito per quasi un anno, fino a che non sono tornata bionda...
poi, alla fine, non ho più cambiato...- sorrise e ci salutò
affidandomi nelle mani di Akira.
Rimasti soli, lui si chinò a sfiorarmi la guancia con
un bacio.
-Sei davvero carina questa sera...- sorrise e mi porse il braccio invitandomi a seguirlo verso una macchina
nera apparentemente molto costosa. -Ho chiesto in prestito questa a mia madre
per l'andata...- si giustificò, per poi dare indicazioni all'autista
fermo sul volante in attesa del via libera.
-E per il ritorno?- chiesi curiosa mentre
mi sedevo al suo fianco.
-Tesoro, del dopocena ne parliamo dopo la
cena non credi?- ammiccò lui, divertito dalla faccia che feci io
dopo aver sentito la parola "dopocena". -Avanti! Stavo scherzando!-
Mi portò ad un locale di cucina cinese, il posto era
carinissimo, tutto ben curato: dalla raffinatezza dei cibi all'arredamento, il
tutto accompagnato da una musica leggera di sottofondo che rendeva l'atmosfera
molto tranquilla e serena.