«COSA?! Louis Tomlinson? È uno scherzo vero?»
chiese appena pronunciai il nome del ragazzo «No, non sto scherzando. Era
lui» «Cosa ti ha detto?» «Mi ha fatto i
complimenti per come avevo cantato» «Oddio. Davvero? Sono troppo
felice per te» «Anche io. Non ci credo»
«Hai un autografo?» «Ehmm.. non sono
riuscita a chiederglielo» «Ma comee?» «Scusa eh!
Avrei voluto vedere te..» «Per questa volta ti perdono» «Che
amica simpatica che ho..» «Te l’ho sempre detto» mi abbracciò.
Conoscevo Alex da talmente tanto tempo che la consideravo
quasi una sorella. Eravamo due patite dei One Direction, li seguivamo fin da
Torn e durante XFactor li avevamo votati un sacco di volte.
«Io dovrei andare a casa. Se arrivo tardi mamma mi
mutila» dissi «Ok, allora ci vediamo domani a scuola» «Sempre che non muoia prima» mi diede una spinta e iniziammo a
ridere. Mi accompagnò alla porta e io uscii per poi avviarmi verso casa che
distava un quarto d’ora.
Mi infilai le cuffie e iniziai a canticchiare Skyscraper, una
delle mie canzoni preferite.
***
«Ciao! Sono a casa» urlai varcando la soglia. «Ciao tesoro, tutto bene?» chiese mia madre dalla cucina. «Si, dai. Io e Alex siamo andate a mangiarci un gelato e poi siamo state
al parco» mentii. I miei non approvavano molto la mia scelta di cantare
e, anni prima, quando mi era stato proposto di fare uno stage estivo in un conservatorio
non me l’avevano permesso. Non perché secondo loro non fossi brava o cose del
genere, non mi avevano mai sentita, ma semplicemente perché credono che cantare
non porti a niente. Loro mi vorrebbero dottoressa, cosa che non succederà mai.
Mi avevano sempre fatto fare tutto quello che volevo, per
questo continuavo a chiedermi il perché della loro scelta.
Comunque avevo deciso di non smettere, perché era una cosa
che mi piaceva davvero fare. Precisamente per questo avevo deciso di fare l’audizione
per il musical scolastico. In ogni caso avrei evitato di dirlo loro, volevo
prima essere sicura di essere nel cast.
Dopo cena, fortunatamente già pronta quando ero arrivata ,
entrai in camera mia e da lì uscii sul tetto. La mia finestra era alla stessa
altezza di quest’ultimo quindi non mi fu difficile. Lo facevo da anni ormai.
Era l’unico modo che avevo per stare sola con i miei pensieri.
Avevo portato anche la mia chitarra quindi iniziai a
suonare, ogni tanto la solitudine mi faceva stare bene. Mi sentivo in pace con
me stessa.
Dopo un po’ iniziai a guardare le stelle, poi rivolsi gli
occhi al mio cellulare che era appoggiato alla mia destra.
Iniziai a pensare che forse Louis stava pensando a me, come
io stavo facendo con lui, ma cacciai via il pensiero, era un’idea troppo
stupida per essere vera. Ero solo una delle tante fan. Tornai a guardare le
stelle, dopo il liceo probabilmente avrei studiato astronomia o qualcosa del
genere.
Andai a dormire solo un’ora più tardi, ma continuai a
girarmi per un bel po’ nel letto.
***
«Tesoro! Forza svegliati!» l’urlo di mia madre
mi fece uscire dal mondo dei sogni, luogo in cui amavo rifugiarmi.
Scesi a fare colazione poi mi preparai.
Alle 7.45 ero pronta per l’autobus. Uscii di casa e quando
arrivò presi posto. Alla fermata successiva mi raggiunse Alex.
«Ciao bellissima!» mi disse sorridendo come sempre «Ciao a
te. Dormito bene?» «Tres bien, vous?» «Abbastanza bene dai. Oggi test di
francese?» «Si, devo prendere il massimo, se no mia madre non mi lascia uscire
sabato» «Mi sembra giusto» «Tu hai le audizioni oggi, eh?» «Ti prego non
ricordarmelo. Me la sto facendo addosso» «Forza che sei bravissima. Te l’ha
detto anche..» «Sssst!» la interruppi.
«Ops. Scusa» disse lei iniziando a ridere. «Sapevo di non
dovertene parlare» «Prometto che non ne parlerò più» «Lo spero» arrivammo a
scuola.
La giornata passò abbastanza in fretta, forse troppo, e mi
ritrovai seduta su una delle poltroncine imbottite dell’auditorium con la
chitarra sulle ginocchia. Avevo convinto Alex a rimanere con me, avrei avuto
bisogno di un supporto morale e fisico, sarebbe stato un lungo pomeriggio.
Eravamo una trentina tra maschi e femmine. Conoscevo quasi
tutti, qualcuno solo di vista.
«Buongiorno ragazzi» disse Miss Cloud, la prof di tecniche teatrali,
entrando con Mr. Cox, prof di musica, entrambi responsabili delle audizioni per
il musical.
«Buongiorno» rispondemmo tutti noi in coro.
«Vogliamo cominciare?» chiese l’uomo e senza aspettare una
risposta continuò «Allora, procederemo in ordine alfabetico, quando chiamiamo
il vostro nome voi semplicemente salite sul palco e cantate. Ok?» mormorio di
assenso.
«Ok. Il primo è James Andie. Puoi salire sul palco?» un
ragazzo si alzò e si diresse verso il palco. James aveva un anno meno di me, non
lo conoscevo molto bene ma ci avevo parlato un paio di volte.
Io sarei stata verso la fine, chiamandomi Stones di cognome,
quindi avremmo dovuto aspettare un po’.
Le audizione andavano avanti e si concludevano tutte nello
stesso identico modo: un applauso e un ‘Grazie mille. Puoi andare’ da parte di
uno dei due professori.
Eravamo alla N quando, forse per l’agitazione, tirai fuori
il cellulare e scrissi un messaggio premetti invio ma me ne pentii subito.
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Buonsalve!
Nuovo capitolo, devo ammettere che non mi piace moltissimo, il prossimo sarà più bello :)
Fatemi sapere cosa ne pensate e dove posso migliorarmi, grazie.
Ciaooo c: