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Autore: bik90    05/06/2012    2 recensioni
Questa storia è ambientata 18 anni dopo "Il portale", aspetto opinioni per sapere se ho il benestare a continuarla! Non voglio annoiare nessuno, grazie!
Genere: Avventura | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nagi Homura, Natsuki Kuga, Nuovo Personaggio, Shizuru Fujino, Un po' tutti
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Shizuru sapeva che la perdita di Natsuki aveva segnato sia Kyoshiro che Midori ma non aveva mai immaginato che entrambi si portassero dentro un peso del genere. Non pensava che la figlia ritenesse unico responsabile il ragazzo e che l’odio nei confronti di tutti fosse iniziato proprio quel giorno. Dopo quel racconto, si sentì una pessima madre. Non era riuscita a stare vicino a Midori, non aveva compreso il suo silenzio come una richiesta d’aiuto quando l’aveva mandata a vivere con i coniugi Yuuichi, non aveva fatto nulla di buono per lei in quei dieci anni. Si sentiva tremendamente in colpa per il suo comportamento.
Quando te ne sei andata, credevo che sarei morta. Poi le bambine, l’unica cosa che mi restava di te, mi hanno dato la forza di reagire e lottare contro quel dolore che minacciava di farmi annegare. Adesso, a distanza di tanti anni, penso che sarei dovuta morire io al tuo posto affinché Midori crescesse bene.
La sua mente viaggiava lontano, i suoi pensieri si perdevano nei meandri della sua testa. Ricordava com’era la sua vita prima della morte di Natsuki e piangeva non sentendosi all’altezza dell’incarico che la donna le aveva affidato. Midori l’aveva osservata sentendo il cuore stringersi ogni volta che la madre le nascondeva una lacrima, ogni volta che si voltava per non farsi vedere; ma non riusciva a dirle nulla che poteva esserle di conforto soprattutto se pensava che aveva implicitamente accusato Nagi di aver provato a ucciderla. Lei aveva sofferto più di tutti e si era sentita abbandonata e sola, il suo unico amico era stato Duran, anche se poi molto presto aveva iniziato a evitare perfino lui. Finalmente iniziava a sentirsi molto meglio, i dolori e le ferite erano scomparsi e poteva stare in piedi anche per delle ore. I medici, però, ancora non volevano dimetterla. Osservò dal corridoio che aveva iniziato a percorrere varie volte durante il giorno la figura di spalle della madre appoggiata al davanzale della finestra e sospirò scostando lo sguardo. Da quando Kyoshiro aveva parlato, era diventata ancora più triste. Pensò al ventunenne e a come fosse riuscito ad alleggerire il peso che si portava sulle spalle mentre poggiava la testa contro il muro. Da quel giorno non lo aveva più visto, era andato via talmente in fretta da non darle il tempo nemmeno di accusarlo di qualcosa.
<< Midori! >>.
La ragazza sorrise nel sentire la voce della sorella e allargò le braccia vedendola correre verso di lei.
<< Come stai oggi? >> le chiese guardandola negli occhi.
<< Bene, che domande sono! Non vedo l’ora di uscire! Chi ti ha accompagnato? >>.
<< Mai >> rispose la bambina indicando la figura che era arrivata da poco.
<< Ciao Mai >> salutò la diciottenne.
<< Ti vedo in gran forma ormai >> costatò la donna dai capelli rossi.
Midori si passò una mano tra i lunghi capelli annuendo.
<< Spero che domani mi dimettano >> disse << Mia madre è di là >>.
Mai le fece un leggero cenno di saluto col capo prima di allontanarsi per raggiungere l’amica.
Ruka iniziò a chiacchierare con la sorella maggiore come faceva da qualche giorno ogni volta che andava da lei.
<< Ma Kyoshiro è innamorato di te? >> domandò improvvisamente la bambina con aria innocente.
Midori sputò il succo di frutta alla pesca che avevano preso alla macchinetta e tossì per diversi secondi mentre la sorella l’osservava con aria interrogativa.
<< Cos… cosa hai detto? >>.
<< Ti ho chiesto se… >>.
<< Ciao Midori >>.
La ragazza si voltò di scatto al suono della voce maschile. Sorrise mentre gli andava incontro e gli gettò le braccia intorno al collo pensando di essere stata miracolosamente salvata.
<< Buon pomeriggio >> rispose al saluto dandogli un bacio sulla guancia.
<< Sono contento di vedere che stai bene >>.
<< Lei è mia sorella Ruka >> disse Midori indicando la bambina e presentandogliela.
<< Oh, ciao piccola >> salutò Nagi << Tua sorella mi ha parlato tanto di te >>.
La bambina guardò alternativamente prima la ragazza e poi il nuovo arrivato prima di correre via alla ricerca della madre.
<< Di solito non si comporta così >> affermò Midori osservandola.
Il venticinquenne fece un movimento con la mano per dire che non era importante e le accarezzò una guancia. La diciottenne lo lasciò fare lieta di quel tocco mentre una vocina nella sua testa le sussurrava tutti i dubbi che Kyoshiro aveva insinuato. Anche se lui non era presente, le sue domande senza risposta continuavano a restare a  galla. Lo baciò cercando di metterle a tacere una volta per tutte e chiuse gli occhi. Ma come faceva a pensare che Nagi volesse davvero farle del male? Sua madre, poi, era ancora più assurda a credergli.
<< Che stai facendo, Midori? >> domandò improvvisamente Shizuru interrompendoli.
La ragazza avrebbe voluto risponderle per le rime ma si limitò a stringersi nelle spalle.
<< Credevo di essere maggiorenne >> disse semplicemente.
<< Sarà meglio che vada adesso >> affermò Nagi sentendo l’aria farsi pesante.
La donna lo fissava con sguardo truce e non faceva niente per nascondergli che la sua presenza non era ben vista.
<< Ma Nagi… >> provò a dire la diciottenne dispiaciuta.
<< Non preoccuparti >> le rispose prontamente il venticinquenne sorridendole << Devo tornare a studiare. Ci sentiamo, però >>.
Le diede un leggero bacio sulla guancia e salutò la donna che preferì limitarsi ad un cenno del capo. Quando il ragazzo fu andato via, Midori le lanciò uno sguardo carico d’astio e si recò in bagno senza dire nulla.
 
Kyoshiro aveva deciso di prendere la situazione di petto e di fare qualcosa per capire davvero chi fosse quel Nagi. Aveva poche informazioni su di lui ma doveva farsele bastare. Dall’uniforme che spesso gli aveva visto addosso, doveva essere iscritto all’università privata di Tirha e se era abbastanza fortunato, forse alloggiava in una delle stanze che l’ateneo metteva a disposizione. Conosceva pochi ragazzi che dopo il liceo si erano iscritti lì e sperò vivamente che potessero indirizzarlo in modo giusto. Fece un paio di telefonate e nella tarda mattinata riuscì ad ottenere da un amico un caffè al bar vicino la facoltà di lettere e filosofia.
<< Allora, come ti va Kyoshiro? >> domandò il ragazzo della sua stessa età vedendolo arrivare.
Si strinsero la mano in modo amichevole mentre Kyoshiro sorrideva.
<< Solite cose, Yoshi >> rispose prendendo posto intorno a un tavolino di metallo << A te invece? Ho saputo che tua sorella si è sposata >>.
Ordinarono un paio di caffè macchiati al cameriere che era arrivato e continuarono la loro chiacchierata.
<< Oh, sì. Hikari era pazza di Takeda dai tempo del liceo. Finalmente sono convolati a nozze i due piccioncini >>.
Entrambi risero.
<< Mi spiace averti fatto staccare dall’università prima >> iniziò Kyoshiro riferendosi al fatto che l’amico era vincitore di una borsa di studio come bibliotecario della sua facoltà che gli permetteva di mantenersi agli studi senza gravare eccessivamente sui genitori.
L’altro fece un gesto con mano.
<< Ma figurati >> rispose Yoshi << Per te che mi hai sempre passato le versioni di latino questo ed altro! >>.
Rise ricordando i tempi in cui riusciva a copiare anche se Kyoshiro veniva messo alla cattedra dal professore.
<< Avrei bisogno solo di un paio di informazioni >>.
<< Dimmi tutto! >> esclamò il ventunenne sbottonandosi la sua uniforme per il caldo che sentiva e facendo un respiro profondo.
<< La divisa che indossi è quella di antropologia? >> domandò riferendosi agli studi dell’amico.
Lo vide scuotere il capo.
<< Sono tutte uguali >>.
<< Impossibile >> affermò Kyoshiro dopo averla osservata bene << L’uniforme che ho visto indossare ad un ragazzo è leggermente diversa dalla tua >>.
Yoshi lo guardò con aria interrogativa incentivandolo a continuare.
<< Beh, per esempio i bottoni che hai qui non sono così ma dorati e poi ci sono delle rifiniture ai polsini… >> nemmeno lui sapeva bene come spiegarsi e si sentì ridicolo agli occhi dell’amico << Il colore di fondo è uguale, sempre blu, ma… >>.
<< Amico >> lo interruppe Yoshi << Credo d’aver capito a che uniformi ti stai riferendo ma risaliranno almeno a un centinaio d’anni fa! Se ti interessa dovrebbero esserci delle foto in biblioteca. Vuoi vederle? >>.
Kyoshiro annuì.
<< Mi faresti un gran favore >>.
S’incamminarono verso la facoltà continuando a chiacchierare del più e del meno mentre molti pensieri viaggiavano nella testa del ragazzo dai capelli rossi.
<< Ma poi si può sapere a chi l’hai vista questa divisa? A un nonnetto centenario in metro? >> chiese Yoshi ridendo.
Kyoshiro si unì alla sua risata e fece il gesto di dargli una gomitata. Entrarono in biblioteca. A quell’ora c’erano pochi ragazzi che stavano studiando e l’amico si diresse senza indecisioni verso il piano superiore. Gli indicò una vetrina con alcune foto in bianco e nero appartenenti ad alcuni studenti.
<< E’ per caso così? >> chiese puntando il dito su un ragazzo fotografato per intero mentre sorreggeva una targa vinta.
Kyoshiro trattenne il respiro nel vedere chi fosse quella persona. Non era possibile che fosse davvero lui. Inghiottì un groppo di saliva prima di domandargli di poterla vedere più da vicino. L’amico aprì la teca di vetro che portava al collo e gliela porse. Il ventunenne si sedette cercando una spiegazione logica mentre leggeva l’etichetta posta sotto la cornice della foto.
Nagi Homura.
Per il suo impegno ed eccellenza negli studi antropologici.
La data risaliva a centoventi anni prima.
<< Ma che hai? >> gli domandò Yoshi vedendolo sbiancare << Sembra che tu abbia visto un fantasma! >>.
È così, avrebbe voluto rispondergli l’amico.
<< Ma che dici! >> esclamò Kyoshiro cercando di apparire normale << Grazie per avermi aiutato >> aggiunse allungando una mano per stringere quella dell’altro.
Yoshi contraccambiò la stretta sorridendo.
<< E’ stato un piacere esserti d’aiuto >> rispose cordialmente.
 
Da quando aveva lasciato la facoltà, il ventunenne non aveva fatto altro che provare a chiamare il cellulare della ragazza.
Cazzo rispondi!, pensò gettando il telefonino sul sedile del guidatore mentre si metteva al volante.
Mise in moto e uscì dal parcheggio mentre formulava il numero di Shizuru.
<< Midori è lì con te? >> chiese appena la donna attivò la conversazione << Dove siete? >>.
Shizuru si guardò intorno presa leggermente dall’ansia di quelle domande.
<< Sono al suo appartamento, l’hanno dimessa un’ora fa >> rispose la quarantaseienne << E’ successo qualcosa, Kyoshiro? >>.
<< Non muovetevi da lì! >> urlò il ragazzo superando un camion senza curarsi dell’elevata velocità << Dici a Midori che non deve vedere Nagi per nessun motivo! Non è quello che ha fatto credere di essere! >>.
La donna ingoiò un groppo di saliva mentre sentiva il cuore fermarsi.
<< Hai scoperto qualcosa su di lui? >> chiese.
<< State lontane da lui! >>.
Shizuru dovette sedersi prima di rispondere.
<< Troppo tardi >> sussurrò scoppiando in lacrime << E’ passato a prenderla con la sua moto un quarto d’ora fa >>.
  
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