05/06/2012
6 recensioni
Before the rain.
Prologo.
A volte si arriva ad un punto della vita in cui tutto ti crolla addosso.
Non senti niente, ma capisci che tutto quello che hai costruito ed imparato non serve, non è utile.
Capisci che, per quanto possa sembrare stupido, persino respirare è un’azione fatta male se svolta da te.
Ti guardi intorno spesso, pregando di poter essere come tutti gli altri, pregando di poterti nascondere tra le persone comuni, ma è impossibile perché hai così tanti tatuaggi, così tante piaghe e così tante voci a tuoi riguardo che tutti possono permettersi di indicarti e di ridere di te.
E questo fa male perché, tutto ad un tratto, diventi nessuno, diventi niente.
Ti trasformi in un essere tanto invisibile quanto visibile e l’unica persona che potrebbe salvarti… è la prima a deriderti, a farti piangere e non lo vede.
No, non sto parlando di amori platonici o cose simili, ma di un’amicizia che è diventata una specie di ‘odio’ così, da un giorno all’altro.
Quella mattina sgattaiolai fuori dalla classe prima che qualcuno potesse fermarmi.
Corsi per il corridoio fino a raggiungere il bagno, dove trovai rifugio.
Era diventata la mia seconda casa, ormai.
E pensare che fino ad una settimana prima ero una di quelle ragazze piene di amici, facevo parte delle cheerleader e non avevo paura di niente e di nessuno.
Ma le persone cambiano.
Però non saprei dire di chi fosse stato il cambiamento. Forse mio, forse dei miei amici.
Comunque sia, eravamo arrivati al punto di odiarci.
Per paura, per rabbia, per vendetta… Non lo so. Ma faceva male.
Tirai fuori dalla mia borsa il pacchetto di sigarette e ne estrassi una, portandola alla bocca per poi accenderla.
Buttai fuori del fumo e rimasi a guardarlo mentre si confondeva con l’aria.
Poi spostai lo sguardo sulla piccola finestrella posta a pochi centimetri dal soffitto ed il mio sguardo si perse nelle nuvole.
In quel momento desideravo sparire. Lo desideravo più di qualsiasi altra cosa al mondo.
Non riuscivo più a nascondermi, non riuscivo più a fingere.
Era diventato tutto opprimente, tutto piccolo.
Era come se fossi in una prigione e le celle fossero così strette da comprimere persino il cuore, impedendogli di battere.
Piacere, io sono Amanda Cooper e questa è la mia storia.
___________________________________________________________________________
NaNaNa!
I'm back!
Sìsì, nuova fan fiction, come vi avevo promesso d'altronde.
Allora, so che il prologo non è niente di che, ma la storia di per sé è particolare, molto diversa dall'altra.
Niente, spero solamente vi piaccia!
Recensite, mi raccomando!
Serena!