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Autore: Wiwa    05/06/2012    1 recensioni
Strappata da una Londra Vittoriana, catapultata nel mezzo di un mondo sconosciuto, quello della pirateria, Nami passerà dall'universo fasullo della società borghese per poi cadere nelle braccia di un giovane e ricercato pirata, nel mezzo di un'avventura senza uguali, su un'isola abitata da un vecchio nemico e da una rivale desiderosa di vendetta.
-Tu..tu sei..-Lo sguardo le cadde sul sangue che gli inondava il viso, ferito da quella creatura per proteggerla.-Va tutto bene Nami,- Silenzio-Va tutto bene-.
Genere: Comico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nami | Coppie: Nami/Zoro
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Nell’uggiosa Londra, il tempo scorreva placidamente. La gente affaccendata camminava frettolosamente sui sampietrini nerastri, nelle più varie occupazioni. Tutti gli orologi, dal più impreciso orologio da taschino ed a i più seriosi e torreggianti orologi da cattedrale segnavano all’incirca le cinque del pomeriggio. Non tutti osservavano la tradizione del tè. Ma la nostra attenzione, va rivolta ad una particolare carrozza, che sta portando un ospite molto speciale ad un appuntamento per cui era già in ritardo.
-Non può andare più veloce?
Borbottò il passeggero, sistemandosi meglio sui lussuosi cuscini di seta.
-Sto già spingendo i cavalli al massimo permesso dalla sicurezza stradale sir,
Rispose frettolosamente il cocchiere, gettando occhiate nervoso in direzione del suo cliente. Era un brav’uomo il cocchiere, di quelli che se ti urtano chiedono sempre scusa e non vanno mai di fretta . Un simile individuo come quello che stava portando, lo aveva fatto preoccupare non poco, sin da quando si era presentato al porto chiedendo un passaggio. Ricco era ricco, nessuna discussione visto come andava in giro, ma se il suo aspetto lo rassicurava riguardo al fatto che non avesse problemi a pagare lo stesso gli suggeriva di frustare i cavalli e  di correre a gambe levate. Il fatto che era armato non era di per sé allarmante, considerando che tutti gentiluomini inglesi, soprattutto uscenti dalla carriera militare portavano spade. Ma non tre! E non di quella misura poi! Sembravano così affilate da poter affettare tranquillamente uno dei due cavalli bianchi che nervosamente trascinavano la carrozza lungo la strada. I tre orecchini al lobo sinistro erano più che altro strani, sembrava un’usanza piratesca. Il viso sembrava quella di un normale quarantenne, se non dalla strana espressione inquieta che incupiva gli occhi scuri e l’occhio sinistro, falciato interamente da un enorme cicatrice! . O era il più grande eroe di guerra britannico, o il più ricercato mascalzone in circolazione. In entrambi i casi, il cocchiere si ripromise di farsi i fatti suoi. Ma intanto frustava i cavalli più che poteva per non far irritare il suo fortunatamente momentaneo passeggero. Arrivati a destinazione fermò i cavalli con la frusta e con la voce, sospirando di sollievo poi, asciugandosi il sudore con il giubbotto.
-Arrivati, signore.
Sentì lo sportello aprirsi e la carrozza prima abbassarsi e poi innalzarsi di scatto, segno che si era liberata di un peso.
-Per il disturbo,
gli disse l’uomo, facendogli scivolare una moneta d’oro nella mano, accompagnato da una strana voce ruvida e frettolosa. Il cocchiere sgranò gli occhi. Magari avesse avuto passeggeri così strani e generosi ogni giorno!.
 
L’uomo si allontanò frettolosamente dalla corazza, per poi entrare in un edificio di legno odoroso che si scoprì essere una sala da thè. Entrò, si diresse ad un tavolo preciso, senza che nessuno si sognasse lontanamente di fermarlo. Quasi senza fermarsi, si gettò sulla prima sedia vuota del tavolo verso cui era diretto, trascinandola lievemente a sinistra per l’impatto.
-Scusa il ritardo.
Disse ad una donna seduta di fronte, mentre cercava di sistemarsi il pesante cappotto nero che portava.
-Ti sei perso  anche stavolta?
-No, stavolta no.
Poi si riscosse, guardandola leggermente corrucciato.
-Neanche le altre volte , se è per questo.
La donna sorrise, scuotendo il capo ed insieme i lunghi capelli  rosso scuro. Accostò alle belle labbra carnose la tazza fumante di tè che stringeva precedentemente fra le mani.
-Ad ogni modo, quanto tempo è passato dall’ultima volta che ci siamo visti, più o meno?
-Sarà una ventina di giorni…..
-Trentasei per l’esattezza.
Bloccò lei il suo tentativo di minimizzare. Con una piega amara delle labbra accarezzo il disegno di un tulipano color ocra sulla sua tazza.
-Per quanto ancora dobbiamo vederci così, come sue ladri?
L’uomo sospirò, lasciando il cappotto ad un cameriere  accorso dopo aver ordinato un bicchiere abbondante di rum.
-Nami, sai bene che non piace neanche a me questa situazione, ma siamo costretti ad allentare un po’ i contatti per ora… Mi trovo in una posizione un po’ pericolosa …
-Lo so, lo so.
Completò lei, con lo sguardo perso nel vuoto.
-Non vogliamo che gli inglesi pensino che la rispettabile signorina Wathermary abbia un qualsivoglia rapporto con i pirati.
Rise.
-E dire che ne ho sposato uno! E ho perfino un mio nome ed una taglia tutta mia!
-Meritata direi! Anche la prima volta che ti ho visto mi hai fatto inquietare non poco! Gridavi come una pazza agitando un…cos’era? Un bastone?
-Un appendiabiti!
Cominciarono a ridere insieme, ricordando il passato.
-Un appendiabiti! Un affare di un metro e mezzo in bronzo! Io stesso non sarei mai riuscito a sollevarlo mentre tu lo agitavi a destra e a manca come una specie di non lo so…di bastone da pignatta!
-Già il nostro non è stato quello che potremmo definire Un incontro romantico …
Disse la donna, facendo scorrere lo sguardo sul viso del suo compagno che la guardava, innamorato perso. Il suo sguardo si soffermò sulla cicatrice verticale che gli attraversava l’occhio sinistro e si lasciò scappare un singhiozzo. Zoro cercò di prenderle la mano, ma lie la ricacciò indietro, coprendosi il viso.
-è stata colpa mia …
-Nami, non è possibile che tu ti senta in colpa…
La sua voce era diventata estremamente gentile e cauta.
-Ma sono passati anni….
Lui allungò la mano, afferrando la sua. Il nero dei suoi guanti si accostò al bianco candido di quelli di lei, in un contrasto accecante.
-Già…..Sono passati anni.
Et voilà! La mia mente malata continua frenetica a sparare cavolate, così per farla stare zitta ho deciso di iniziare questa nuova storia che mi frullava in testa da un po’. Mi ha ispirato Salgari e la sua saga di libri su Sandokan. Ma chi potrebbe essere Yanez? Rubber no di certo …..( è la mia prima fanfiction, quindi abbiate pietà!)                                                    Wiwa
  
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