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Autore: miseenabime    05/06/2012    0 recensioni
Dal testo:
Cassandra odiava quel posto.
A lei piaceva il mare, il sole, il calore sulla pelle, non la neve. Lì nevicava sempre.
Al terzo anno le avevano proposto di passare direttamente al grado superiore, ciò vale a dire cambiare città, cambiare scuola, ma lei aveva rifiutato perché voleva un’istruzione più completa possibile.
Cassandra ha rifiutato.
Cassandra non avrebbe potuto sapere quanto si sarebbe pentita.

Non sono brava con le presentazioni, ma il primo "capitolo" è un'introduzione, quindi forse dovreste vedere quella.
Buona lettura.
Hyp.
Genere: Romantico, Suspence, Thriller | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Capitolo uno:

Heart.

 

«Ragazzi, per favore, silenzio! Qui stiamo interrogando! » l’urlo della professoressa di latino risuona nella classe. Anita e Isabelle smettono di parlare, Lucy mette il silenzioso al telefonino, per messaggiare meno rumorosamente, Riccardo e Andrea nascondono la pallina di carta che si stavano passando con le biro, Luke finge di sfogliare il libro e Sebastiano continua la sua agonia tra declinazioni e domande della professoressa, mentre il resto della classe si fa gli affari propri.
Cassandra sta disegnando e scarabocchiando su un quaderno a casaccio, molto probabilmente quello di italiano.
Va beh, strapperò la pagina, pensa.
Mentre fa scorrere la matita sul foglio, una vocina ovattata la disturba.
«Cass? Cass, mi stai ascoltando?»
Una mano, le dita.. maledizione, ho sbagliato! Devo cancellare. Mi serve la gomma… gomma? Dove diavolo è la mia gomma?
«Cass!» esclama la sua mora vicina di banco.
«Signorina Douber, si contenga!» sbotta la professoressa.
«Mi scusi…» risponde Valerie e la prof. torna al povero martire seduto vicino a lei.
«Cassandra! Mi stai ascoltando!?» Valerie inveisce contro la sua  vicina.
«Sì, ti sto ascoltando! Ma non mi va di sentire ancora tutte le tue lagne su quanto si bello, bello e bello Riccardo! »
Valerie arrossisce un po’ e strattona leggermente una ciocca di capelli biondi di Cassandra.
«Scema, smettila! È vero, non fai altro che parlarne. Se queste cose le dicessi a lui e non a me, saresti messa meglio!» la ragazza recupera la gomma e torna a disegnare.
«Dovresti smetterla di disegnare ballerine»
Cass alza le spalle. «E’ l’unico sport che riesco a praticare»
«Ti manca tanto?»
«Da morire, Valerie.»
La mora accenna un debole sorriso. Sa che Cassandra per 7 anni ha frequentato una scuola di danza, poi è stata spedita qui e non ha più avuto modo di proseguire le lezioni. Ora disegna ballerine, scarpette e tutù ovunque, non può farne a meno, è un modo per restare comunque vicina alla sua passione.
«Saresti stata una ballerina fantastica» dice Valerie.
Prima che la bionda possa dire qualcosa, la classe viene raggelata da un altro urlo.
«Sebastiano, non puoi studiare in questo modo quando sai di essere uno dei probabili interrogati!»
Alla cattedra, la prof scuote la testa sfregandosi la fronte con la mano e Sebastiano guarda in terra sbuffando, spettinandosi i capelli neri.
«Povero Seba, sento odore di debito per lui anche quest’anno»
Cassandra non conosce proprio Sebastiano, erano compagni di classe. Si erano scambiati le parole necessarie a una convivenza di tre anni.
«Mi domando come faccia ad avere problemi con il Latino…»
«Cass, solo tu non hai problemi con il Latino… o in qualunque altra materia!»
Suona la campanella.
«Non ci siamo, signor Lasdon, al posto. Le metto 5 e debito praticamente assicurato, se non si mette d’impegno nella prossima settimana. Buona giornata, ragazzi.»
Sebastiano torna atterrito al posto e inizia a giocare con una penna, poggiando il mento sulla mano.
«Quanto manca alla fine di questa tortura?» chiede Valerie   
«Due ore, ancora. Inglese e Ginnastica, puoi farcela, Vale.»
Ma Valerie non sente, ha già la testa sprofondata tra le braccia.
 
-
 
«Oh Valerie!»
«Che c’è!? Che succede?!» Vale alza la testa guardandosi intorno e scostandosi i capelli spettinati dagli occhi.
«E’ ora di andare a cambiarci» la intima Cassandra.
«No, non me lo dire, per favore, non- »
«Sì, Vale, dobbiamo andare a fare ginnastica. Pallamano, per la precisione. Su, forza e coraggio. »
Così Cassandra si dirige per ultima in palestra, portandosi dietro il registro e una Valerie che sembra avere i piedi di piombo, tanta è la sua voglia di mettersi in pantaloncini e correre dietro ad una pallina.   
 
«Forza ragazzi, le squadre!» la voce dell’insegnante risuona nella palestra «tu, tu, tu e voi due, con la maglietta bianca, da quella parte! Luke di là, Sebastiano e Matteo in porta. »
Si ferma un attimo e scruta le ragazze, per decidere chi far entrare in campo.
«Jhonson, Alley, Lugfind dentro. Anche voi due» indica me e Lucy. « signorina Bukcley a destra» si rivolge a me.
Vediamo con chi sono capitata in squadra, pensa Cass.
Matteo in porta, Jennifer, Alice, Isabelle, Riccardo e Luke. Non male.
Di là: Sebastiano in porta, Vanessa, Andrea, Jacopo, Mary, Lory e Robert.
Possiamo anche farcela.
«Pronti ragazzi?» si posiziona al centro Riccardo e, al fischio della professoressa, la partita inizia.
Sono tutti schiamazzii e passaggi veloci. All’inizio è un po’ disorientata, quanto tempo è che non gioca a pallamano? Troppo, a quanto pare.
«Cass!» Jennifer urla il suo nome e, poco dopo, la ragazza ha la palla tra le mani. Si trova vicino all’area e fa la prima cosa che le viene in mente: tirare.
Il lancio però è poco potente e la palla arriva direttamente in braccio a Sebastiano, che la guarda divertito.
«Più convinta, Bukcley!»
Più convinta, va bene pensa Cassandra.
Sono ancora passaggi, fischi, rimesse e, a un certo punto, la palla le ritorna tra le mani.
Più convinta.
Si ricorda la faccia di Sebastiano, quasi la stesse prendendo in giro.
Non mi piace essere presa in giro, pensa.
Palleggia, passa la palla a Isabelle che, andata avanti di qualche metro è costretta a ridargliela.
Cass è a due passi dall’area e riesce già ad immaginarsi il ghigno degli avversari quando sbaglierà di nuovo.
Più convinta.
Più convinta.
Più convinta.
Non le sembra di aver tirato forte, ma è la faccia di Sebastiano a farle cambiare idea.
Si può leggere la sorpresa sul suo volto mentre, all’angolo della porta, la palla è entrata.
Lui si vola a guardarla abbastanza disorientato, lei alza le sopracciglia, sogghigna e torna nella sua metà campo, tutta trionfante.
La partita prosegue, Cassandra segna altre due volte e, alla fine, la sua squadra è vincitrice per 6-2.
«Cass, palla!» le urla Luke e, dall’altra parte della palestra, le lancia la palla.
«Ragazzi, portate giù quelle palle!» intima l’insegnante.
Cassandra si dirige verso lo sgabuzzino fatto in rete di ferro, apre la porta e litiga un po’ con la serratura del contenitore dei palloni per depositare la merce, come dice Jenny.
 
«Pensavo facessi danza classica, non wrestling.» una voce alle sue spalle la fa quasi sobbalzare. Ho detto quasi.
Cass si gira.
«Da quello che so» prosegue Sebastiano «le ballerina dovrebbero essere fini e aggraziate.» dice alzando le braccia sulla testa, in un orrido tentativo di imitare una ballerina.
«Le ballerine sono le persone più grosse di questo pianeta. » risponde Cassandra «sul palco raffinate, poi arrivano dietro le quinte e tirano giù tutti i Santi perché hanno sbagliato un passo. »
« Anche tu l’hai fatto, quando hai sbagliato il tiro?»
Cass si avvicina «Non prenderti male, Seba, se sei stato stracciato da una ballerina» dice la ragazza calcando le parole stracciato e ballerina.
«Non mi sono preso male.»
«Ah no?» domanda Cass girandogli intorno. Va a recuperare le chiavi da un comodino alto sì e no 30 cm.
«Poi, la danza fa venire i muscoli.» lo informa, chinandosi.
«Vedo.» risponde Sebastiano, guardando una parte non precisata del corpo della ragazza.
Cass, a suo malgrado, arrossisce un po’.
«Se tu passassi meno tempo sui libri, magari avresti qualcuno che corre dietro, a quel fondoschiena. »
« E se tu passassi meno tempo a fantasticare sul fondoschiena altrui» risponde Cass irritata «magari impareresti a pararle, certe palle. O quanto meno, a non romperle!»
Cassandra esce dallo sgabuzzino e si volta.
«Ah, forse» aggiunge «saresti anche mentalmente più presente, da accorgerti quando una persona ti passa dietro e ti chiude a chiave nello sgabuzzino dei palloni. » sorride facendo roteare le chiavi sull’indice destro.
Il volto di Sebastiano passa dal viola, al verde, al bianco.
Cassandra ride.
«Ciao, Seba» la ragazza gli fa l’occhiolino, si gira e se ne va, buttando le chiavi per terra.

 

  
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