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Autore: fuxiotta95    05/06/2012    4 recensioni
tra farina, zucchero e tutto ciò che occore per fare deliziose paste può mai nascere l'amore? A voi scoprirlo
Genere: Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Coppie: Sasuke/Sakura
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun contesto
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Tartufatine, cannoli e…

Erano le cinque di un mattino di metà giugno quando misi piede in laboratorio, la prima cosa che feci fu accendere i vari piani del forno modulare per portarli a temperatura.

Mi diressi in spogliatoio per cambiarmi, il mio completo da lavoro era formato dai soliti pantaloni a quadretti da cucina, una maglia rosa, un grembiule bianco e una retina per i capelli.

Tornai in laboratorio, presi la pasta per brioche dal frigo, la passai diverse volte alla sfogliatrice fino a ottenere lo spessore desiderato, posai l’impasto sul banco da lavoro, iniziai a tagliarne dei triangoli, quando ad un tratto qualcuno busso alla finestra che dava sulla strada, vidi una figura maschile

-Chi può essere a quest’ora?-

Andai ad aprire ritrovandomi di fronte un ragazzo alto almeno cinque centimetri più di me, doveva avere la mia stessa età, i capelli neri alti tranne due ciuffi che gli ricadevano davanti al viso, gli occhi del medesimo colore, indossava una maglia a mezzemaniche blu e dei pantaloncini che gli arrivavano sotto il ginocchio

-Cosa posso fare per te?-

Gli chiesi gentilmente

-Mi ha mandato la provincia-

Subito pensai ad un controllo sanitario

-Prego si accomodi-

Entrò senza troppe cerimonie

“Che strano un ragazzo cosi giovane”

-Dove posso cambiarmi?-

Chiese ad un tratto

-Come?-

Solo in quel momento notai che portava uno zaino in spalla

-Scusi ma non è del controllo sanitario?-

-No-

-Ma ha detto che l’ha mandata la provincia-

-Infatti il mio tutor-

Ci fu un attimo di silenzio, non mi ricordavo di aver ricevuto chiamate riguardanti un ragazzo mandato da un tutor

-Dove mi cambio?-

-Aspetta chiamo un attimo la provincia, dimmi il nome del tuo tutor-

Gli dissi mentre prendevo carta e penna

-Non lo so-

-Come non lo sai?-

-Senti quella continuava a blaterare sul fatto che dovevo costruirmi un futuro, che dovevo scegliere se continuare a studiare o trovarmi lavoro, poi mi ha messo davanti una lista da cui dovevo scegliere dove fare un tirocinio e ho indicato una cosa a caso-

Iniziai a fissarlo notando che il suo sguardo era scuro, era quello di un ragazzo che ormai aveva perso la speranza, oggi giorno quello sguardo appartiene a molti ragazzi, ragazzi che hanno perso la fiducia nel sistema, che pensano che anche anni di studio non li porterà da nessuna parte, anch’io c’ero passata, ma per fortuna ne ero uscita

-Di la-

Indicai una porta, lui mi guardo stupito

-Avanti signorino io sono qui dalle cinque devi riprendere il tempo che mi hai fatto perdere-

Dissi tornando in laboratorio.

Dopo qualche minuto entro in cucina, lo guardai un attimo, indossava i pantaloni di una tuta nera e una maglietta bianca

-Non hai una cuffia e un grembiule?-

-No-

Sbuffo lui, mi avvicinai a un mobile e ne tirai fuori un grembiule nero e una bandana rossa

-Forza signorino i cornetti ti aspettano-

Gli dissi lanciandogli i due D.P.I. (dispositivi di protezione individuale), dopo averli indossati si avvicinò al bancone

-Bene guarda prendi un triangolo inizi ad arrotolarlo dalla base, tiri un po’ la punta e gli dai la forma del tipico cornetto,capito?-

-Sì-

-Bene appena hai fatto li metti sulla teglia e li metti nella prima bocca del forno-

Accennò a un sì con la testa, mi misi a preparare una torta che era stata ordinata.

Continuavo a fare su cornetti, con la coda dell’occhio osservavo la ragazza che si era messa a lavorare sul bancone vicino al mio, guardavo con che velocità tagliava al centro quello che doveva essere pandispagna, la vidi mischiare della panna con un cucchiaio di crema, bagno con una bagna rosa la fetta di pan di spagna e vi stese sopra con una spatola la crema, vi poso sopra la seconda fetta e la bagno di nuovo, ci ristese la crema, prese una sacca e la riempi di panna. La osservai mentre con velocità e precisione creava dei ciuffi di panna, prese un pezzo di carta da forno lo fece su a cono e lo riempi di cioccolato

-Bene bisogna scrivere “Auguri amore”-

Mi avvicinai per osservare, e la vidi scrivere con una calligrafia elegante la frase che c’era sul biglietto

-Che ne dici?-

Chiese quando ebbe finito girandosi verso di me

-Cosa?-

-Ti piace?-

-Sì-

Risposi spostando lo sguardo altrove, prese la torta e la mise in frigo

-Vedo che hai finito con i cornetti, infornali che andiamo a fare colazione-

-Ok-

La segui in una stanza che rimaneva distaccata dalla cucina, entrammo in un piccolo locale che fungeva da bar, le pareti erano rosa chiaro, il bancone era in muratura tranne per il pianale che era in marmo bianco, la parete alla sinistra del bancone era un enorme specchio, alla destra del bancone invece c’era una vetrina dove il piano inferiore era pieno di cannoli, bigniole, tartufatine e atri dolci disposti in vassoi di argento, il ripiano superiore era pieno di paste secche anche loro ben disposte, in un’altra vetrina a frigo erano messe in mostra le torte che attendevano di essere consegnate, su delle mensole di vetro vicino alla vetrina delle torte si trovavano alcune foto che ritraevano l’inaugurazione del negozio

-Ti va bene un cappuccino?-

Mi chiese ad un tratto la ragazza

-Sì grazie-

-Prendi pure dei pasticcini se vuoi-

Mi sedetti in uno dei tre tavolini che erano presenti nella stanza, appena parti il ronzio della macchina che macinava i chicchi la stanza si riempi dell’aroma del caffè, dopo qualche minuto la ragazza mi porse una tazza bianca

-Ecco a te-

-Grazie-

La vidi togliersi la cuffia lasciando liberi i capelli che gli ricaddero sulle spalle, erano di un colore innaturale rosa, ma s’intonavano alla perfezione con gli occhi verde smeraldo, incorniciati dalle lunghe ciglia nere

-Non ti ho ancora chiesto come ti chiami-

-Sasuke, Sasuke Uchiha-

-Io sono Sakura Haruno-

-Scommetto che sei piena di clienti-

Non so come mi usci quella frase, forse volevo solo che continuasse a parlare

-Non molti, anche perché essendo sola a volte devo rifiutare alcune richieste e quindi ci perdo-

-E un peccato, il locale sembra cosi accogliente-

Dissi continuando a guardare la tazza

-Già, ma questo è un punto poco frequentato della città-

Alzai lo sguardo notando che mi stava osservando

-Che ne dici di un patto?-

-Di cosa parli?-

-Se in questo periodo mi mostri di saper lavorare io ti assumo, un bel ragazzo come te mi porterà diverse clienti-

La vidi arrossire all’ultima affermazione

-Come no-

Non mi fidavo più di una volta mi avevano fregato, che cosa mi diceva che lei era diversa

-Comprendo che non ti fidi, ma qui quella che non si dovrebbe fidare dovrei essere io poiché sei venuto qua senza preavviso e senza sapere il nome del tuo tutor, potevi benissimo essere un pazzo-

Dichiaro sorridendo, abbassai lo sguardo

-E poi so cosa vuol dire non riuscire a vedere un futuro sereno-

Rialzai di scatto lo sguardo, i miei occhi si rifletterono nei suoi, erano verdi come l’erba novella, erano luminosi e qualcosa mi disse di fidarmi

-Ti avviso comincia a prepararti perché questo locale tra non molto sarà pieno-

Dissi alzandomi dalla sedia e tornando in cucina, senti i suoi occhi sulle mie spalle.

Scomparve dietro la porta della cucina

-Mi fido di te-

Mi alzai dalla sedia, ormai erano le otto era ora di apertura

-Un nuovo giorno per Sasuke, un nuovo giorno per la pasticceria “il petalo”, chi sa come andrà a finire-

Spazio autrice:

Ok vi chiederete

-E questa come gli è venuta in mente?-

Ormai dovreste saperlo che sono pazza XD, no dai la verità?

Io sto facendo lo stage in una pasticceria ormai sono alla fine, ma forse mi assumerà “incrocio le dita” e mi sono innamorata di questo mestiere è oggi mentre giravo la crema pensavo Sakura e Sasuke e BAM si e scritta da sola, secondo voi ci sta un secondo capitolo?

A voi l’ardua sentenza

Baci la vostra sempre più pazza fuxiotta95

P.S. e come sempre non linciatemi

 
  
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