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Autore: shinya    05/06/2012    4 recensioni
"Un demone non può e non deve avere alcun rapporto affettivo con la sua preda. Se questo dovesse accadere ci saranno delle conseguenze dolorose. Fate in modo che non accada. Sono stato chiaro?"
Sbagli una volta e te la cavi con La Punizione. Sbagli di nuovo e sei morto.
Genere: Angst, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Jonghyun, Taemin
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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I love you - Part 2



Non appena le porte automatiche dell'ospedale si aprirono, una forte sensazione di dolore e fame mi investì in pieno.
Fame.
Quel posto era pieno di anime appetitose, ma mi imposi di resistere.
Ignorai l'infermiera all'entrata e proseguii spedito, seguendo il debole battito del cuore di Taemin, fino alla sala operatoria.
La luce sulla porta era rossa, non potevo entrare.

Improvvisamente una donna mi si avventò contro e per poco non persi l'equilibrio.
“E' colpa tua!” urlò
La madre di Taemin strinse forte la mia felpa, scuotendomi, piangendo.
Il suo alito sapeva di alcol. Storsi il naso e mi voltai per non guardarla in viso.
“E' tutta colpa tua!” ripeté “Se non ti avesse conosciuto non sarebbe mai cambiato e questo non sarebbe successo! Sei un mostro Kim Jonghyun. Un mostro!”
Mi morsi un labbro e chinai il capo mentre due infermieri la staccarono da me e la portarono via, cercando di farla calmare.
Mi appoggiai alla pallida parete e mi imposi di respirare, un misto di disinfettante e sangue e medicine mi riempì i polmoni. Strinsi i pugni.
Quella donna aveva ragione. Se Taemin non mi avesse conosciuto sarebbe ancora vivo.
No. Sarebbe già un angelo.
Che cosa posso fare?
Nella mia testa c'era solo l'immagine di Taemin riverso sull'asfalto, e il suo flebile -ti amo- riecheggiava ancora nelle mie orecchie.
Dev'esserci una soluzione- continuavo a ripetermi -Non posso perderlo-

Non sapevo precisamente quanto tempo fosse passato da quando Taemin era entrato in quella sala, ma mi sembrava fossero passati secoli.
Solo quando vidi le porte aprirsi, notai Minho appoggiato al muro di fronte a me, lo ignorai e mi avvicinai al dottore.
“Sei un suo parente?” mi chiese tenendo gli occhi fissi su una cartelletta bianca
“No, sono....un suo amico. Sua madre è con degli infermieri”
Mi guardò per qualche secondo, e avrei tanto voluto urlargli contro di darmi subito qualche notizia, ma mi trattenni.
“Le sue condizioni sono abbastanza. Dobbiamo aspettare e sperare che superi la notte” poso una mano sulla mia spalla “Mi dispiace”
Mi spostai dal suo tocco e mi trattenni dal piangere ancora, “Posso vederlo?”

La stanza era troppo bianca per i miei gusti, c'era poca luce e non riuscivo a vedere bene il suo viso, con passo incerto mi avvicinai piano al suo letto,
mentre le lacrime iniziavano a bruciarmi gli occhi.
Il suo viso era un po' più pallido del solito, era pieno di graffi e tagli, gli occhi chiusi contornati da leggere occhiaie e il respiro quasi regolare e lento,
se non fosse per quella macchina che continuava a scandire il battito del suo cuore fin troppo lento, sembrava che stesse solo dormendo.
Portai una mano a sfiorare la sua guancia fredda e posai un leggero bacio sulla sua fronte.
“Perdonami piccolo” sussurrai trai suoi capelli “Farò qualsiasi cosa per salvarti”.

'È inutile Jonghyun' Minho si avvicinò piano al letto ed io istintivamente lo spinsi via 'Non puoi fare niente per Taemin. È il momento!'
“Che significa, Minho? Avevi detto che lo avresti salvato!” quasi urlai “Non puoi portarmelo via. Non puoi farlo!”
Un ghigno che conoscevo abbastanza bene spuntò sul suo viso.
“Dov'è finito il tuo orgoglio, eh Jonghyun? Mi stai pregando come una ragazzina...”
Mi sentii assalire dalla rabbia e lo colpii con un pugno in pieno viso.
“Non me ne frega niente dell'orgoglio in questo momento. N'è del mio, n'è tanto meno del tuo...stupido angelo.” fissai il mio sguardo nel suo,
sollevandolo e trattenendolo per la giacca, quando mi sentii afferrare da qualcosa, o meglio, da qualcuno.

“È il momento”' disse piano Minho, la sua voce era seria, ma nonostante ciò, notai una lieve nota di tristezza.
Cercai di liberarmi dalla presa di quei due uomini, ma non ci riuscii. Non riuscivo a concentrarmi non riuscivo a reagire.
La sola idea che da lì a poco avrei perso Taemin per sempre, mi fece perdere completamente le forze.
Ero solo ancora una volta. Ma non potevo perdere, avevo fatto una promessa, dovevo mantenerla.
“Minho!” urlai “Farò qualsiasi cosa, non importa cosa, ma ti prego non ucciderlo.”
Si volto verso di me, inchiodandomi con uno sguardo truce.
“Non riesci proprio a capire, eh Jonghyun?” si avvicino piano a me “Abbiamo degli ordini a cui dobbiamo obbedire.
Ad esseri come noi non è permesso fare di testa propria. È il nostro destino. Siamo nati per questo.”
A quelle sue parole sentii la rabbia accecarmi completamente, mi liberai di quei due uomini sbattendoli contro il muro e mi avventai su Minho,
senza però colpirlo.
“Non siamo nati per questo Minho. Ci hanno solo costretto a farlo. Ma nessuno dice che dobbiamo per forza obbedire.” lo scossi per le spalle con forza
“Non è la prima volta che mi ribello, ed ho deciso che non sarò più il cane di nessuno. Ma tu Minho?! Dimmi vuoi continuare ad essere la puttanella dei piani alti, obbedire e fare il lavoro sporco, senza nemmeno sapere tutta la verità?” lo lasciai andare, allontanandomi da lui
“Perché è cosi vero, Angioletto? Ci sono cose che non sai e che nessuno si degna di dirti, perché tu non vali niente! Ma ti ostini comunque ad obbedire...sei ancora più patetico di me, Minho.”
Non rispose, limitandosi a chinare il viso fissando un punto impreciso sul pavimento.
Cadde il silenzio, mentre le mie parole aleggiavano nell'aria rendendola pesante e fredda.
Ma improvvisamente mi sentii debole e caddi in ginocchio come se qualcosa mi costringesse, e percepii un forte dolore allo stomaco.
Mi chinai in avanti sentendo qualcosa di caldo scendermi lungo la fronte. Sangue.
“Il rito è iniziato” sentii la voce di uno degli uomini sempre più vicina a me
Il marchio sul mio patto bruciò talmente forte da costringermi a strapparmi via la maglietta.
Era come se fosse vivo. Altre linee, altri cerchi si aggiungevano al marchio, scavandosi la strada sulla mia pelle.
Mi costrinsi ad alzarmi e inchiodai uno dei demoni contro il muro.
“Quale rito?” urlai mentre l'altro demone mi afferrò le spalle.
Poggiai una mano sul suo petto e quello esplose sotto il mio tocco.
“Quale rito?” ripetei sollevando ancora di più il demone grosso contro il muro. Ma lui non rispose.
Ero debole, sempre più debole, mentre altri cerchi scavavano la mia carne.
Caddi in ginocchio e il demone atterrò sul pavimento facendo un gran fracasso.
Cercai di rialzarmi ma fallii quando una fitta mi colpì un fianco, fissai le mie stesse mani ricoperte di sangue, mentre Minho mi guardava impassibile.
“Portatelo via” disse
Un altro demone apparve dietro di me, bloccandomi.
Tossì sangue mentre il dolore aumentava sempre di più.
“È il momento di scontare la tua pena, moccioso” disse con un ghigno.
Provai in tutti i modi a liberarmi ma fu inutile, ogni briciolo di forza mi stava abbandonando.
“Minho non farlo! Ti prego non obbedire. Solo tu puoi salvare Taemin adesso.” urlai continuando a divincolarmi “Lui si fidava di te...ti prego...non...”
la voce mi morii in gola quando vidi Minho darmi le spalle, avvicinarsi al letto di Taemin e posare una mano sulla sua fronte.
“Mi dispiace...” fu l'ultima cosa che sentii prima di venir trascinato via da quella pallida e fredda stanza d'ospedale.


-L'amore è solo dolore. Sei ami troppo una persona finisci per spezzarti.-
Questa parole sono ancora nella mia testa. Ho sbagliato ancora, ho perso di nuovo.
Cosa mi resta ormai?
Non credo che la mia vita abbia un senso adesso. Sono sempre stato un assassino, un mostro, soprattutto dopo che ho perso Jun.
Ma poi, quando ero convinto di aver perso ogni speranza, eccoti.
Sei entrato nella mia vita come un raggio di sole.
Proprio così, Taemin, tu sei riuscito ad illuminare la mia esistenza, mi hai tirato fuori da quell'oblio in cui continuavo a vivere,
da quel buio che continuava ad incatenare la mia anima.

Mi hai amato nonostante io ti abbia mentito.
Credevi in me, ma io non sono riuscito a mantenere la promessa.
Mi odi anche tu adesso, non è così?
Ti ho tradito, non ti ho salvato. Non ci sono riuscito. Forse non ci ho nemmeno provato.
È per questo che adesso lascio che mi torturino. Vorrei morire sul serio, ma questi inutili esseri non posso accontentarmi.
Sarebbe troppo facile morire, non è così?

Qual'è la pena migliore se non la tortura? Va bene così, perché lo merito.
Va bene così, perché il mio amore ha ucciso anche te.
Riesci a sentirmi piccolo? Spero davvero che ti stiano trattando bene lassù.
Chissà forse un giorno ci vedremo ancora, ma fino ad allora fai in modo di non dimenticarmi.
Per favore Taemin, ricordami per sempre.


“Jonghyun, mia piccola peste, ti avevo avvertito di stare attento a ciò che facevi. Disobbedire ai miei ordini è sempre sbagliato”
“Cosa dobbiamo fare Capo?”
“Fategli capire chi comanda!”


~ ~ ~ ~


“Minho?”
“Ciao Taemin” sorrise gentilmente l'angelo
“Dove sono? Cos'è successo?”
“Sei in paradiso, Taemin” rispose con calma, cercando di non spaventarlo
“Paradiso?” chiese il piccolo guardandosi intorno
Non era come Taemin l'aveva immaginato, non era come tutti dicevano. Non era bianco, non c'erano nuvole o maestosi angeli con candide ali.
No quello non poteva essere il paradiso. Forse stava sognando.

“Taemin...” disse Minho notando l'espressione confusa del più piccolo
“Il paradiso è personale. Quello che stai vedendo è il paradiso come tu vuoi che sia”

Taemin si sentì solo più confuso. Paradiso? Quel posto somigliava solo alla collina dove Jonghyun l'aveva portato per il suo compleanno.
Jonghyun.
“Dov'è Jonghyun?” chiese improvvisamente
Minho sospirò “Taemin, tu sei qui per un compito importante” spiegò “Sei qui per guidare tutti noi nella guerra contro i demoni.
Jonghyun è uno di loro, ma non ci darà fastidio per ora” concluse con un sorriso

“Dov'è?” ripeté Taemin
“Dove non può dare più fastidio. Taemin, devi imparare che gli ordini vanno rispettati”
Taemin si guardò ancora intorno, poi chiuse gli occhi.
“Che stai facendo?” chiese Minho allarmato, ma Taemin no rispose.
Si avvicinò e poggiò una mano sulla sua spalla. “Taemin, noi abbiamo bisogno di te. Tu puoi salvarci”
“Chi è Jun?” chiese Taemin senza aprire gli occhi
“Un traditore” rispose Minho stringendo la presa sulla sua spalla
Taemin lo vide, vide Jun mormorare parole che non riusciva a capire. Non capiva dove fosse, ma sembrava bloccato, non era capace di muoversi.
Improvvisamente lo sentì urlare. Urlò talmente forte che il respiro di Taemin si bloccò per un attimo.
Poi riaprì gli occhi trovandosi a fissare il viso speranzoso di Minho.
“Mi dispiace” mormorò scostando la sua mano
“Taemin...cosa?”
Ma il piccolo si allontanò da Minho quasi correndo. Come poteva andare via da lì? Era un angelo da poco più di dieci minuti, non sapeva cosa fare.
Poi sentì di nuovo la voce di Jun nella sua testa e capì.
“Taemin! Dove vai?” urlò Minho con voce spezzata.
Taemin si voltò a guardarlo per qualche secondo. Si ricordava della prima volta che aveva conosciuto Minho, di come lo aveva aiutato, di come gli era stato sempre accanto proteggendolo. Si ricordava di quando aveva creduto di essersi preso una cotta per lui, prima di incontrare Jonghyun.
Si ricordò del litigio tra i due e di quando Jonghyun gli aveva raccontato ogni cosa, promettendogli che avrebbe cercato di proteggerlo.
Per Taemin, Jonghyun era stato un colpo di fulmine, un amore che gli aveva riempito il cuore.

Jonghyun per lui era tutto.
“Vado a riprendermi Jonghyun!”







Ebbbeeeneee eccoci qui, l'utimo capitolo (finalmente LOL)
Grazie di cuore a chi ha continuato a seguirmi fino alla fine.
Grazie mille davvero.
Non sarò mai orgogliosa di questa storia, non importa di quanti cambiamenti faccia lol
Ma una volta iniziata mi sembra giusto portarla a termine eheh
Non so che altro scrivere omg
Grazie mille ancora, siete stati tutti così pazienti ç__ç
Beh...ci si rivede con la prossima storia, niente di tanto idiota (?) e orribile però. Promesso ahah
Chuuuusss***
  
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