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Autore: LovingBroadway    05/06/2012    3 recensioni
E' perfetto; è tutto straodinariamente perfetto. Finn e Rachel, dopo qualche anno dal matrimonio, continuano ad essere perfetti come non mai. E si amano. Ma l'inverno di quell'anno non avrebbe portato solo gioie, anche tormenti ed è proprio quando arrivano questi che la loro felicità inizia a vacillare. Loro però, si stringeranno la mano e insime affronteranno tutto, come del resto, è sempre stato.
Genere: Fluff, Romantico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Coppie: Finn/Rachel
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 14
Il mondo era il loro amore.



Il fuoco bruciava nei suoi occhi.
Le scintille divampavano fra le sue pupille.
Il calore prodotto si incanalava nella sua pelle.
Era notte, e il freddo del buio di un cielo di Febbraio compensava il caldo che attraversava ogni molecola di quella casa.
Rachel lo guardava. Guardava il mondo, quel mondo che però non riusciva mai ad impossessarsi della loro bella casa bianca. Loro, lei e Finn, tenevano fuori con la forza la malvagità di un inverno crudele che li aveva perseguitati troppo a lungo. Ma avevano vinto. Ci erano riusciti. E ora, erano tornati da poche ore nella loro magia, nella loro New York, dopo aver lasciato Lima, l'Ohio, il loro passato.
Tutto era tornato al punto di partenza. Solo che ora era un gioioso punto di partenza. Finalmente! Finalmente la mattina di svegliavano con il sorriso impresso nelle labbra e nelle mente, mentre il sole lo manteneva in vita, donandogli la vita che gli serviva.
-Ehi stella.- Finn entrò il salotto, quando sua moglie si era da poco abbandonata al loro bianco divano.
-Ciao amore!- e il sorriso l'accompagnò anche questa volta.
-Tutto bene?- lui si sedette lì con lei, lasciando che il suo corpo andasse a posarsi sulle sue gambe, la testa sulla sua spalla, mentre la mano di lui salutava il loro bambino.
-Certo.- disse lei, annuendo per accompagnare la risposta. Strinse con più forza lui, l'uomo più importante della sua vita e gli baciò teneramente il collo, lasciandogli le sue risate addosso.
-Ho bisogno di te. Ho bisogno che ora chiudi gli occhi, che prendi la mia mano. E basta, non ti chiedo altro.- avvicinò a lei la sua fronte, mentre i suoi occhi si chiudevano e le parole correvano fuori dalla sua bocca. Aveva bisogno di lei, del suo respiro. Aveva bisogno della loro magia, mischiata al loro mondo, alla loro città.
-E dove mi porterà la tua mano?- i loro nasi incominciarono a sfiorarsi, le bocche si cercarono come un cuore cerca i battiti per vivere. E si incontrarono, baciandosi dolcemente, ma con un'ardente passione. Il labbro superiore di lui interferiva con quello di Rachel, mentre le mani di lei andavano in cerca della sua carne. Gli accarezzò la guancia con i polpastrelli, per poi passare sull'orecchio destro, arrivando ai capelli, che prese leggermente fra le sue dita.
-Verso il posto più magico del mondo.- disse lui, ad un battito di cuore dalle sue labbra.
-Allora perché siamo ancora qui?- e senza esitare minimamente gli prese la mano, fidandosi di lui come mai si era fidata di qualcuno che apparteneva al mondo esterno.
Si, era notte.
No, non gli importava.
Non gli importava dell'ora. Era l'una. Ma loro erano svegli, e quello era tutto quello che serviva per portare la loro anima nel loro posto. Nel cuore della loro magia.
Dopo venti minuti di macchina, dopo una bandana che distoglieva lo sguardo di Rachel da quello che era all'esterno del finestrino, due fedi splendenti inondavano di luce la città che non dormiva mai. Tintinnarono poi quei due anelli, quando i due giovani si trovarono davanti a tutto il loro mondo e si presero per mano.
Rachel tolse la bandana. Ed eccolo. L' Empire State Building.
La bacchetta della loro magia.
Quasi lo strattonò quando lo prese per un braccio, facendo in modo che il suo corpo sbattesse con quello di Rachel, che le loro labbra senza neanche avere il tempo di capire che cosa stava succedendo si scontrassero forte, come se quel bacio volesse rimanere nelle loro bocche per tutta la vita.
I centodue piani passarono veloci, mentre l'ascensore li portava al massimo del loro amore.
E le porte si aprirono.
Si aprirono davanti al mondo. A quel mondo esterno che tanto avevano temuto e forse continuavano a temere, ma che le finestre mostrarono diversamente: quello era un mondo che aveva fatto si che il loro amore continuasse, senza indugi, senza rimpianti, senza ripensamenti.
La prese per mano. La portò verso la finestra. I loro occhi si riempirono di luci, luci di tutti i colori, che non lasciavano spazio al buio della notte migliore di tutta la vita.
E così videro la loro vita, la videro tutta. Dal principio, alla fine.
La bocca aperta.
Nessuna parola.
L'amore quella volta si intromise nei loro discorsi.
E lei gli disse: -Ti amo.-
E lui le rispose: -Ti amo, stella.- Non c'erano altre parole da dire. Quelle erano le uniche che potevano essere proiettate nel loro cielo, perché in quel momento non c'erano altre persone, se non la loro unica, limpida anima.
Lui la abbracciò da dietro, mentre metteva la sua testa all'altezza di quella di sua moglie.
Il mondo era il loro amore.
Ma alle due, tornarono nell'unico posto in grado di conservare il loro amore. Casa loro. Nel loro letto. Con due tazze  di una cioccolata fumante, ricoperta da uno strato bianco formato da due marshmallows.
Una tazza bianca con una stella, quella di Rachel.
Una tazza con il numero 5 stampato sopra, quella di Finn.
Il piumone si affrettò ad accoglierli ancora una volta, ma non più per proteggerli, ma per coccolare la loro unica anima.
Le due tazze ormai vuote dopo un'ora erano poggiate sui rispettivi comodini, l'una rivolta verso l'altra.
E anche quella notte, Rachel si addormentò fra le braccia protettive dell'unico suo sogno. Dell'unico suo amore. Della sua vita.
E continuarono a respirare, l'uno per l'altro. Per il loro bambino.
-Buonanotte amore mio.- la salutò lui con un lieve bacio sulla fronte, e con un tocco piacevole delle sue dita sul suo pancione.
-Sei l'amore della mia vita.- e il sonno si portò via Rachel, lasciandole però dire le stesse parole che lei aveva detto quando accettò la proposta di matrimonio di quello che era diventato suo marito.
E fu così che tutto finì come era cominciato, nel loro letto, con il loro stesso amore di quando avevano diciotto anni.
Nel matrimonio ci sono momenti brutti e belli, e loro hanno vissuto entrambi, ma mai smettendo di baciarsi. Nella buona o nella cattiva sorte, si sono tenuti la mano, e mai saranno in grado di lasciare quella della persona amata.




Vi prego, ditemi che quello che ho scritto ha un senso!
E così sono arrivata all'ultimo capitolo. Inutile dire che ho quasi pianto arrivata alla fine.
Lo so, è corto, ma ho voleuto farlo quasi come il primo, per avere un punto di collegamento. A, il 5 sulla tazza di Finn è riferito al numero della sua maglia al McKinley(:
E, vi lascio(':
Vi dico GRAZIE, grazie di cuore a tutti quelli che hanno amato la storia, perché mi avete fatto scoprire un mondo tutto nuovo che adoro!
E infine dedico questo ultimo capitolo a Lara, che non conosco di persona, ma mi ha sempre dato tanta fiducia in me stessa con le sue recensioni stupende. Grazie mille!
Detto questo, spero che mi venga in mente in fretta un'altra storia.
Un bacione grande, Ludovica.
  
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