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Autore: laura_hiwatari    23/12/2006    0 recensioni
una lama maledetta, un libro determinante e 3 strani ragazzi con un passato misterioso
Genere: Dark, Sovrannaturale, Mistero | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Boris, Kei Hiwatari, Nuovo personaggio, Yuri
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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The Damned Blade

- Ancora… un… piccolo… sforz… o!-

La porta si aprì.

- Era ora…- borbottò Eris, asciugandosi una goccia di sudore dalla fronte con il dorso della mano sinistra.

Controllò che alle sue spalle non ci fosse nessuno, poi si infilò nella stretta apertura che era riuscita ad ottenere tra le ante della porta e le socchiuse dietro di sé.

In un primo tempo, credette di essere diventata cieca. Non vedeva nulla, era tutto nero. Sbatté più volte le palpebre, ma non successe nulla. Si voltò: no, non era cieca, riusciva a vedere la luce che filtrava dalla sala della biblioteca… Raccolse tutte le sue forze e ingrandì il varco della porta. Un po’ di luce cominciò a illuminare la stanza.

La ragazza si guardò intorno stupita. Era un locale circolare, con le pareti e il pavimento in pietre grezze, e il soffitto era in marmo nero. Al centro della stanza vi era una specie di altare, anch’esso in pietra, coperto da una tovaglia rossa. Eris si avvicinò e vide che vi era appoggiato un grosso tomo con la copertina in pelle marrone, logora ai bordi, con una scritta scrostata che un tempo doveva essere stata dorata: The Damned Blade.

Eris aprì il volume. Un odore di antico la circondò. Sfogliò lentamente le pagine, temendo quasi che si potessero sbriciolare tra le sue dita, tanto erano fragili e sottili. Le lettere erano tracciate a mano con un’elegante calligrafia corsiva in inchiostro nero. La prima lettera di ogni nuova pagina era colorata e aveva l’aspetto di una miniatura. A occhio e croce, per finire il libro, potevano esserci voluti almeno una decina d’anni, per non dire di più.

Eris chiuse il libro, lo voltò e lo riaprì, alla ricerca di un’indicazione sul periodo in cui potesse essere stato scritto. Finalmente trovò una data, scarabocchiata velocemente a matita: 1856.

Rivoltò il libro e lo riaprì di nuovo. Cominciò a leggere la prima pagina:

"L’immondo essere demoniaco chiamato vampiro non è ancora stato trovato. Le morti si susseguono senza sosta, ma nessuno sa come porvi rimedio. Sul primo cadavere è stato trovato un biglietto cartaceo la cui iscrizione era Fanciulle. Si crede possa voler dire che le giovani donne sono le vittime prescelte, e che per mandar via l’essere si debbano sacrificare tutte le donzelle. Il Consiglio si sta riunendo in queste ore. Si spera si possa trovare una soluzione valida che non permetta di compiere errori di cui potremmo pentirci"

Il resto della pagina era vuoto. Eris passò a quella successiva.

"La giovane Marja Slapòviška ha confessato di aver evocato un incantesimo diabolico. Sarà giustiziata domani al calar del sole, nella piazza della città"

Eris si lasciò sfuggire un gemito. Il periodo della caccia alle streghe era terminato prima dell’Ottocento… era illegale uccidere una ragazza solo per aver detto una cosa del genere, che probabilmente era anche una notizia inventata… che volesse impedire che le ragazze della città venissero uccise…? Era stato un gesto nobile, ma forse inutile. Eris continuò a leggere.

"Nonostante Marja Slapòviška abbia lasciato le sue spoglie terrene, le stragi non sono terminate. Si pensa a un’evacuazione immediata della città. Prima di essere giustiziata, Marja Slapòviška ha fatto richiesta di poter scrivere un messaggio, che viene qui riportato. Senza dubbio in lingua demoniaca, dal momento che nessun letterato è riuscito a tradurlo"

In effetti, come notò Eris, la lingua del messaggio era incomprensibile. Non erano lettere, erano solo dei segni senza senso.

"Eppure" ragionò "un senso devono pur avercelo. Magari non lo era per gli altri… ma per Marja, a quanto pare, sì…"

Ad un tratto, Eris vide i segni muoversi sotto i suoi occhi, scambiarsi di posto e formare delle nuove parole:

                                   La sete del vampiro verrà placata con un sacrificio di sangue che egli stesso

Compirà nella prima notte dal suo risveglio. Maledetta sarà colei che dopo avergli

Permesso di uccidere non lo ricondurrà al riposo eterno…

verrà uccisa dalla sua stessa stoltezza. Le fanciulle

sono la sua preda, vergini dal sangue puro… dal sangue d’argento…

Eris deglutì. Chiuse gli occhi e li riaprì, ma le parole rimanevano lì, come marchiate a fuoco con un inchiostro rosso… rosso sangue.

La ragazza si sentì svenire. Facendosi forza, tentò di trovare un senso logico a quelle parole. Senza farci nemmeno caso, le rilesse alta voce.

Quando ebbe finito, inspirò profondamente e si rilassò. Era evidente – come aveva fatto a non pensarci! – che quel libro era semplicemente uno scherzo dei ragazzi più grandi. Chiuse il tomo con un tonfo che riecheggiò nella stanza.

Fece per voltarsi, quando notò una cosa a cui non aveva fatto caso quando era entrata. Attorno all’altare vi erano delle candele spente, bianche, disposte a formare una stella a cinque punte..

Un rumore improvviso la fece sussultare. Proveniva da dietro una piccola porta davanti a lei.

"Questa volta no. Non ho più tempo da perdere…" si disse, mentre faceva rapidamente dietro-front e correva verso la porta da cui era entrata.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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