E così, guardando fuori dalla finestra mi rendo conto che è finita un’altra giornata. Mi lego i capelli, mi massaggio le tempie e chiudo gli occhi appoggiando i gomiti nella veranda. Mi accorgo che la Luna è coperta dalle nuvole e che le stelle sono sempre lì che mi guardano come per dire “che stai facendo lì?!”. La risposta è che non sto facendo niente, è questo il punto. Non faccio niente, sto ferma e penso, ma pensare a volte fa male. Da lontano mi accorgo che la mia piccola cuginetta di otto anni è affacciata e come me guarda il cielo, anche lei si accorge di me e mi saluta. Io rimango a guardarla, a vedere com’è cresciuta, com’è fatta alta. Mi soffermo sulle sue mani, che si agitavano nel tentativo di riuscire a catturare la mia attenzione, ma io ero troppo occupata a fissarla dentro, a quello che era e che stava diventando. Pensavo e ridevo da sola alle volte in cui avrei voluto uccidere perché mi seguiva ovunque andassi e faceva le stesse identiche cose che facevo io, ma ripensandoci bene tutto questo mi piace. Mia cugina non sarebbe tale se non fosse invadente, chiaccherona, impacciata, a volte timida, a volte fin troppo coraggiosa. Mi accorgo di lei che mi saluta e anch’io ricambio. Mi chiede se ho finito di studiare, se ho mangiato, dov’è mia madre, se sto bene. Rispondo a tutte le domande tranne una: l’ultima. Perché neanche io so come rispondere a una domanda del genere. Posso dire che sto meglio di prima, ma mentirei più a me stessa che a lei. E allora non rispondo, rimango a ascoltare la voce di suo fratello che si avvicina alla finestra e agitando la sua manina di bambino di cinque anni mi saluta e mi chiama “COSTI” , cosa che io odio profondamente. Posso fare una lista delle cose che odio, ma delle cose che amo me ne vien in mente solo una: i miei meravigliosi cugini!