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Autore: laura_hiwatari    23/12/2006    1 recensioni
una lama maledetta, un libro determinante e 3 strani ragazzi con un passato misterioso
Genere: Dark, Sovrannaturale, Mistero | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Boris, Kei Hiwatari, Nuovo personaggio, Yuri
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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The Damned Blade

Boris si svegliò non appena il sole tramontò. Si liberò con delicatezza dall’abbraccio di Yuri, che gli cingeva la vita. Gli accarezzò dolcemente i capelli e sorrise: nonostante Hiwatari lo accusasse di perversione, nel suo cuore c’era posto solo per Yuri. Le mocciose erano solo un giochetto… sì, effettivamente era propenso all’avere una mente perversa.

Si alzò e recuperò gli indumenti. Si vestì con calma: aveva un sacco di tempo prima del momento in cui avrebbe potuto far visita al suo caro amico.

Si riavviò i capelli arruffati e tentò di domare un ciuffo ribelle che continuava a sollevarsi, dando l’impressione che il giovane avesse un’antenna dietro la nuca. Lanciò un’occhiata a Yuri, che continuava a dormire profondamente con un sorriso dipinto sul viso, e uscì a fare una passeggiata.

Attraversò il cimitero, fermandosi davanti alle tombe dei suoi genitori. Era stato proprio lui a incidere nella fredda e dura roccia delle lapidi i loro nomi: "Irina Kirilenko: San Pietroburgo, 1482- Mosca, 1518" "Vladimir Huznestov: Mosca, 1480-1518". Rimase a fissare le scritte finché gli occhi non cominciarono a bruciargli, poi riprese la sua passeggiata.

Ore 12.30 p.m. Kei uscì dal bagno senza far rumore. Non voleva svegliare Eris, che si era appena addormentata. La guardò per qualche istante, osservando le coperte che si alzavano e si abbassavano al ritmo regolare del respiro della ragazza. La si avvicinò lentamente: il richiamo del sangue era irresistibile… In quei due giorni si era nutrito con il sangue degli animali macellati che Yuri aveva acquistato nella macelleria del paese, ma la sua parte demoniaca urlava dal desiderio di sangue fresco, sangue umano.

Era a pochi centimetri dal collo di Eris, quando udì due leggeri colpetti alla porta. Maledicendo mentalmente chiunque andasse in giro a quell’ora della notte solo per disturbarlo, andò ad aprire la porta. Vedendo chi c’era in corridoio, fece per richiuderla immediatamente, ma Boris infilò rapido un piede nello spiraglio:

- Non mi inviti ad entrare…?- sussurrò con voce suadente.

- Scordatelo. Sparisci- rispose Kei, facendo pressione sulla porta per costringere Boris a levare il piede.

- Devo parlarti…- aggiunse Boris. - Oh… quella è Eris, giusto?-

Kei sbarrò gli occhi, spinse Boris indietro, lo raggiunse in corridoio e si richiuse la porta alle spalle:

- Chi te l’ha detto?- soffiò.

- Vedo che ora mi ascolti…- canticchiò Boris.

Senza avere il tempo di reagire, il ragazzo dai capelli viola si ritrovò con la schiena contro il muro e il braccio destro di Kei che gli premeva sulla gola.

- Se Yuri ci vede così potrebbe farti molto male…- mormorò Boris con un sorriso sornione.

- Non voglio avere nulla a che fare con il vostro stupido giochetto perverso- replicò Kei.

- Non sai cosa ti perdi…- sussurrò Boris, roteando gli occhi.

- Cosa vuoi?- lo interruppe Kei, disgustato, reprimendo un conato di vomito.

- Nulla… ah, sì: pensi di tenerti la castagnetta tutta per te? Sai, il profumo del suo sanguecosì dolce mi stuzzica l’appetito e non solo…-

Il braccio di Kei premette di più sulla gola del vampiro. Il ragazzo avvicinò il viso a quello dell’altro:

- Torcile un capello e sei morto- ringhiò, scoprendo i canini.

- Sono un morto vivente… ricordi…?- sogghignò Boris. Fece per aggiungere altro, ma un pugno di Kei nello stomaco gli mozzò il respiro:

- Non sto scherzando, Huznestov-

- D’accordo, d’accordo… non le farò nulla…- soffiò Boris, non appena riuscì a respirare.

- Sarà meglio per te-

- Sai… la vigilia di Natale è un giorno bellissimo… e la notte ancora di più…- mormorò Boris.

Kei lo lasciò andare. Detestava quando cambiava discorso così, senza motivo. Stava per tornare in camera, quando Boris parlò di nuovo:

- … nulla che non faccia alle altre…-

Il ragazzo tatuato si voltò di scatto e gli mollò un calcio nello stomaco. Il vampiro si accasciò ai piedi del muro e si passò una mano sulle labbra, dalle quali era uscito un filo di sangue:

- Questa cosa è sempre più eccitante…-

Kei infilò una mano nella tasca laterale dei jeans e strinse il flaconcino di acqua benedetta che portava sempre con sé per ogni evenienza. Solo il rumore dei passi del guardiano notturno che si avvicinava gli impedì di romperla sul corpo di Boris.

Il ragazzo dai capelli violetti gli fece un cenno del capo:

- Te l’ho detto che adoro il Natale?-. Poi corse via.

Kei si affrettò a rientrare in camera: il guardiano avrebbe fatto storie dalla preside se l’avesse visto fuori a quell’ora della notte. Lanciò un’occhiata a Eris, che dormiva ancora tranquilla, e sospirò.

Le due settimane successive furono molto intense per Eris, che riuscì miracolosamente a recuperare tutto il programma scolastico dei precedenti tre mesi. Kei e Yuri si rivelarono un aiuto estremamente prezioso, soprattutto in inglese e scienze. Mentre la sua fama di genietto si espandeva per tutto il college, erano molti i ragazzi e le ragazze che le chiedevano ripetizioni di matematica e francese, le materie in cui risultava addirittura la prima dell’intero college. Lei era ben felice di aiutarli, ma nonostante tutti tentassero di diventare suoi amici, di solito in vista di un compito in classe, sebbene magari qualcuno potesse essere sinceramente interessato alla sua amicizia, lei rimaneva sulle sue. Tra una lezione e l’altra e durante la pausa pranzo la si vedeva sempre gironzolare da Kei e Yuri.

Per il 17 dicembre era stata organizzata una visita guidata al castello che ospitava il college per tutti coloro che volevano parteciparvi.la maggior parte dei turisti proveniva dalle città vicine, o addirittura dall’estero, dove era diffusa la fama del monastero come luogo infestato. Gli studenti dell’ultimo anno si occupavano dell’allestimento e della guida. Eris si unì al gruppo guidato da Kei e Yuri: effettivamente, anche se detestava le storie dell’orrore, voleva saperne di più sul conte Huznestov. I due ragazzi erano delle guide fantastiche: rispondevano esaurientemente e con gentilezza a tutte le domande, ed erano così preparati che sembrava che vivessero lì da secoli… Eris scosse la testa e sorrise tra sé: no, era veramente impossibile.

- Tutto a posto?-

La ragazza si voltò verso Kei e annuì:

- Sì, grazie… complimenti, sapete proprio tutto della storia di questo luogo!-

Il ragazzo le fece un sorriso malinconico e tornò da un gruppetto di inglesi davanti al quadro di una giovane dama con uno sfarzoso vestito medievale in tessuto blu notte. Al momento Eris non vi fece caso. Notò solo che il viso della dama esprimeva una profonda tristezza.

Ore 7.00 p.m. Quando anche l’ultimo visitatore fu uscito, Eris ritornò davanti al quadro per osservarlo meglio, e con sua enorme sorpresa notò qualcosa di inquietante.

Le guance della dama dipinta erano rigate da lacrime rosso sangue. Già il colore era strano; ma la cosa più strana era che le lacrime stavano effettivamente scendendo in quel preciso istante, sotto i suoi occhi. La stoffa blu notte che ricopriva il petto della giovane del quadro era chiazzata di macchiette scure, che, anche con il buoi notturno appena attenuato dalla luce della luna piena che filtrava dal vetro dell’ampia finestra che dava sul cortile interno, si indovinavano di sangue fresco.

Eris avvicinò l’indice al dipinto per appurare che la sostanza rossa fosse realmente sangue, quando l’arrivo improvviso di Yuri la fece sobbalzare:

- Piaciuta la visita?- le chiese.

- Eh? Oh, sì- rispose la ragazza.

Il rosso seguì il suo sguardo:

- Stavi osservando la dama che piange-

Eris annuì:

- Ma com’è possibile? Una tela non può trasudare sangue…-

- È un fenomeno spiegabile unicamente con la leggenda. Vedi, il conte Boris era noto per avuto numerose amanti… Ognuna di esse, però, moriva misteriosamente la prima notte in cui aveva un rapporto con lui…La ragazza del quadro fu la penultima. Il conte disse di amarla veramente, tanto da volerla sposare, e commissionò questo ritratto da donarle il giorno delle nozze. Fu trovata morta dissanguata la notte in cui il pittore terminò il quadro: questo spiega perché le sue lacrime siano di sangue e perché pianga solo di notte- rispose Yuri.

- La penultima, hai detto? E chi fu l’ultima?-

- Si dice fosse un ragazzo- disse il rosso bruscamente. Abbassò lo sguardo:

- Sono un po’ stanco… Ci vediamo domani, buonanotte-

Quando il ragazzo se ne fu andato, Eris si avvicinò al dipinto. Nell’angolo in basso a destra c’era la firma del pittore, difficile da decifrare a causa dell’inchiostro ormai sbiadito nel tempo, ma non del tutto illeggibile: Yuri Ivanov.

  
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