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Autore: RoriStark    06/06/2012    2 recensioni
fanfiction appena sfornata XD mi era venuta in mente guardando per l'ennesima volta Sherlock Holmes ed amo la mentalità del personaggio.
Genere: Avventura, Azione, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Sherlock Holmes
Note: nessuna | Avvertimenti: Incompiuta
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Se l’inferno fosse stato in terra, di certo sarebbe stato  molto simile alla sala d’attesa dell’ospedale di Londra. Le pareti erano avvolte grossolanamente da una scadente carta da parati che un tempo doveva essere color verde smeraldo e ora invece aveva raggiunto una tonalità verde marcio, come un cadavere in stato di putrefazione. La luce che illuminava la stanza mostrava sulla parete quelle che dovevano essere le decorazioni di quella carta: motivi orientali ormai sbiaditi. Dipinti su di essi c’erano del sangue e vari liquidi corporei accumulati come quadretti ricordo nel corso degli anni. Il pavimento era di un cotto dalle sfumature cremisi pieno di buchi. La gente era ammassata sulle panche ai lati del lungo corridoio: per lo più poveri mendicanti e contadini che non potevano permettersi un dottore privato. Alcuni di loro erano intenti a vomitare contribuendo ad abbellire le pareti gia' da tempo martoriate.
Holmes poteva permettersi eccome un dottore: il suo migliore amico era un medico. Eppure era lì, in mezzo alla gente povera ed agonizzante. Osservava con gli occhi scuri le loro facce, i loro gesti e ne tracciava la storia meticolosamente come una cartomante intenta a leggere il futuro. Lui vedeva la verità nei volti delle persone, vedeva le loro storie, i loro timori. Era un vero talento il suo, un talento donato da Dio come dicevano molti dei suoi clienti. Bazzecole, stava semplicemente usando quello che tutti gli uomini hanno, un cervello, solo che lui lo usava come si deve. La mano di Holmes premeva sulla ferita sanguinante, dannate schegge di legno! Purtroppo aveva perso tempo a giocare con il suo avversario agli incontri clandestini: aveva bevuto troppo vino e prima di stenderlo era stato lanciato troppo forte contro un tavolo. Questo si era spezzato sotto al suo peso e un pezzo di legno gli si era conficcato nel braccio. La ferita pulsava ancora sotto alle mani dell’uomo, ma era arrivato presto e a momenti sarebbe stato il suo turno. Alzò il capo tirando indietro con la mano libera i capelli scuri e  mossi. Aveva dolori ovunque ma i suoi muscoli pulsavano vogliosi di combattere ancora.
Alzò lo sguardo vedendo una luce illuminare la punta delle sue scarpe: la porta del pronto intervento si aprì facendo uscire un vecchio mendicante. L'uomo aveva una fasciatura candida ed impeccabile alla testa, la sua firma, pensò Holmes osservando la figura che accompagnava l’uomo fuori dalla stanza. Una giovane infermiera dai capelli rossi stava scortando l’ammalato osservandolo con i suoi grandi occhi ambrati incorniciati da sopracciglia lunghe e folte, come quelle di una bambola. Anche la sua pelle ricordava molto quella delle bambole: candida e pura come la più pregiata delle porcellane. Osservava il vecchietto come una madre osserva il proprio figlio compiere i primi passi.
Holmes non si rese conto che ora quegli occhi erano fissi su di lui. La voce della giovane lo fece sobbalzare: melodiosa e delicata lo distolse bruscamente dai suoi pensieri. La giovane infermiera aveva le braccia incrociate sul petto, osservava Holmes sorridendo appena. Poi si avvicinò a lui inarcando un sopracciglio

“ Riusciremo a vederci senza che lei grondi di sangue da qualche parte… signor Holmes? ”

Chiese la giovane mentre la lunga gonna color cielo si muoveva mostrando le sue curve. Il grembiule candido era leggermente sporco di sangue, ma dopotutto era anche troppo pulito per quello che lei faceva in quella stanza.

“ Magari, se accetterà di venire a cena con me, potrebbe riuscire a vedermi intero o almeno in parte… signorina Gold.. ”

Holmes si alzò in piedi anche se barcollante, la giovane notò subito la sua instabilità e si mise sotto di lui passandogli il braccio dietro alle scapole. Holmes cercò di dosare il peso per non stancarla troppo quando la giovane si voltò verso di lui. Stavolta il suo sguardo era preoccupato..

“ Ha perso troppo sangue, perché non è andato dal dottor Watson? ”

Holmes sorrise appena mentre i capelli di lei gli sfioravano il viso ed il suo profumo di mughetto gli riempiva le narici di un odore paradisiaco che contrastava l’odore nauseante del luogo. Si concesse di poggiare la tempia su quella della fanciulla fingendo un po’ di anemia.

“ Beh, sono passato a fare un salutino, e poi ero di strada, mentre casa mia è più lontana ”

La giovane sorrise appena, lasciando correre quella risposta palesemente inventata. Lo accompagnò all’interno della sala: le pareti stavolta erano di un bianco meno sporco rispetto alla stanza precedente. Sembrava un mondo a parte, uno spicchio di paradiso per quell’angelo dai capelli rossi costretto all’inferno.
Due finestre enormi illuminavano le pareti ed il pavimento di marmo, le tende rosse pendevano dall’alto ed erano raccolte da un cordone dello stesso colore. La stanza era semplice, c’era un armadio in legno massello nell’angolo, alcuni scaffali con il materiale per medicazioni ed altri interventi. All’angolo c’era un lettino singolo, la sua meta.
Holmes si sedette mentre la giovane si inginocchiò accanto a lui sollevando leggermente la gonna per potersi sistemare meglio. Perché non le facevano più corte quelle gonne? Di certo ai poveri malati avrebbe fatto solamente piacere. Lui tolse dalla ferita mentre la giovane sussultò portandosi una mano alle labbra, preoccupata. Eppure aveva visto di peggio, di certo non era la ferita ad avere importanza per lei, bensì la persona che la portava. Pensò inevitabilmente Holmes studiando la reazione della ragazza che ora era tornata composta e sorrise di nuovo anche se con più fatica..

“ Di nuovo quegli incontri clandestini? ”
“ Devo pur pagare l’affitto ”
“ Lei è un investigatore ”
“ Watson invece è un accanito giocatore, perciò mi offro come cavallo vincente al fine di non fargli sperperare tutti i suoi soldi ”

 
Disse con un sorriso sghembo mentre la giovane si armò di garze, antisettico e pinze. Sospirò sonoramente mentre cominciò a togliere le schegge rimaste: la ferita era profonda e sicuramente avrebbe dovuto ricucirlo per bene.

“ Se accetto di uscire a cena con lei la smetterà di venire da me con queste ferite? ”

Disse piano mentre puliva con un tampone. Holmes la osservò attentamente mentre con la mano libera le prese una ciocca di capelli e se la portò al viso respirandone i profumo. La giovane alzò appena lo sguardo ma poi tornò a concentrarsi sul suo lavoro: prese un altro tamponcino e cominciò a disinfettare. Un dolore tremendo costrinse Holmes a lasciare la presa e serrare i denti per trattenere un lamento. Voltò lo sguardo verso la giovane che ricambiò..

" Vede poi che succede? ”
“ Posso anche sopportare….. aih! ”
“ Diceva? ”

Holmes alzò un sopracciglio mentre la ragazza prese a cucirgli la ferita con  un uncino collegato ad un filo nero. Sembrava davvero concentrata, un punto.. due.. tre. Non era troppo doloroso: quella ragazza era davvero un angelo. Le mani erano piccole ed affusolate ed ogni punto sembrava un'opera d’arte. Allungò di nuovo la mano e sollevò il mento di prendendolo tra il pollice e l’indice. La giovane si fermò mentre lo fissava. Un angelo, era un angelo prigioniero di quell’inferno di dolore e morte.

“ Posso sopportare ogni tipo di tortura pur di vedere il suo volto…Christine…Gold ”

La giovane arrossì vistosamente per poi tornare imbarazzata a ricucire. Allungò la mano prendendo un paio di cesoie e tagliò il filo in eccesso. Con il suo solito tocco, prese a fasciare il braccio dell’uomo mentre cercava palesemente di ritrovare la calma. Christine Gold era una ragazza emotiva, troppo emotiva, e cercava di coprire la sua timidezza con battutine  di spirito e con un pizzico di sarcasmo, ma quello che otteneva agli occhi di Holmes era palesare la sua natura pacifica e timida.

“ E' davvero un adulatore ”

Disse mentre si allontanò appena da lui per poi voltarsi verso il secchio d’acqua per lavarsi le mani dal sangue. Holmes notò i suoi occhi soffermarsi e seguirne malinconici le scie che venivano lavate dall’acqua fresca.

“ Se accetterò di venire a cena con lei, mi promette che non tornerà più in questa condizioni? ”

Chiese alzando lo sguardo ed avvicinandosi di nuovo a lui mentre con la mano afferrò uno straccio dalla sedia e si asciugò le mani. Tornò a sedersi sul letto accanto ad Holmes che intanto sorrideva soddisfatto...

“ …l’offerta potrebbe interessarmi, che ne dice di domani sera? La passo a prendere io.. ”

Christine si rannicchiò nelle spalle trattenendo una risatina che fece venire i brividi ad Holmes. Scosse  la testa divertita dall’intraprendenza dell’uomo davanti a lei: finalmente, dopo più di due mesi di cuciture e medicazioni di ogni genere, era finalmente riuscito a convincerla.

“ Lei non sa dove abito..  ”

Holmes esibì uno dei suoi ghigni più famosi. Quello che usava spesso dopo aver risolto un caso, il ghigno della vittoria e dell’autocompiacimento. Sfiorò la mano della ragazza con il dito e lo portò al naso..

“ Crema per le mani a base di fiori di camomilla, lo vendono in un solo luogo a due isolati da  Bermondsey Street.. "

Poi sfiorò i capelli di lei e proseguì ..

" Le sue origini non sono londinesi, oserei dire che i suoi nonni provenivano dalla Francia e si sono spostati in Inghilterra con la speranza di dare un futuro migliore ai loro figli che successivamente si sono adattati alla cultura londinese cambiando il loro cognome in Gold. Lei è il chiaro esempio nostalgico della madre patria...mia dolce Christine. Solitamente chi viene dalla  Francia ama stazionare in luoghi tipici come Marylebone road o meglio ancora Crawford street. Inoltre, la collana  che ha al collo con una stella di cristallo è di certo un acquisto recente fatto al banco dei pegni a due isolati da Crawford Street. Deve averla comprata mentre arrivava qui e l’ha indossata sulla carrozza dato che il nodo è stato fatto in modo frettoloso. Quindi deve averla presa lungo il tragitto da casa sua a qui. Infine i petali di Iris che per sbaglio le sono rimasti attaccati ad una scarpa mi suggeriscono che la sua vicina di casa è la signora Wooden, l’unica donna a piantera gli Iris in questa stagione e l’unica a piantarli proprio davanti al cancello di uscita dei suoi appartamenti. Pertanto oserei affermare che la sua residenza è al numero 5 di Crawford street ”

Christine era rimasta a fissarlo: gli occhi spalancati e le labbra rosee dischiuse in un'espressione di stupore misto a meraviglia. Questo fu la conferma per Holmes che aveva centrato in pieno il suo bersaglio, come sempre. Sorridendo si alzò tenendo di nuovo il braccio con la mano anche se il dolore era quasi sparito.

“ Bene, allora la passo a prendere alle 7 di domani sera, mio bell’angelo ”

Prese una mano di lei e ne baciò piano il dorso. Sentì la giovane irrigidirsi imbarazzata ma allo stesso tempo la mano di lei stringeva la presa sulla sua. Fece un leggero inchino mentre lei lo accompagnava alla porta, aprendola imbarazzata. Lei sorrise appena..

“ La prego non si faccia più male di così.. ”

Sussurrò lei mentre invitava un altro paziente ad entrare. I due si scambiarono un'altra occhiata prima che la porta si chiudesse. Holmes si allontanò a passo svelto mentre dentro si sentiva come un bambino che aveva appena ricevuto il giocattolo che tanto desiderava: finalmente aveva la possibilità di portare quella giovane dove meritava davvero. E inoltre avrebbe potuto godere della sua presenza senza doversi procurare lesioni di aclun tipo.
  
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